Povera Italia! Tutto quello che esula dalla narrazione imposta è “putinismo”

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di Dalila Di Dio

LICIA RONZULLI, SENATRICE TUTTOLOGA IN QUANTO POSIZIONATA DALLA PARTE GRADITA AL MAINSTREAM, È LIBERA DI PROPINARE AI TELESPETTATORI SPAVENTOSE ABERRAZIONI…

«Intanto devo fare delle premesse: che parlo a titolo personale, che non rappresento nessuno, che condanno la Russia e che sono schierato dalla parte dell’Ucraina. Penso che quando un professore universitario prima di parlare deve fare tutte queste premesse, non penso che sia un bel clima…».

Con queste parole il professore Alessandro Orsini ha aperto il suo intervento giovedì sera, ospite di Piazza Pulita su La7.

No, non è un bel clima. Non è affatto un bel clima quello in cui, a un accademico di incontestata competenza, è consentito esprimere il proprio pensiero solo previe premesse.

La storia ricorda un po’ quella di chiunque, fino a un paio di settimane fa, volesse esprimere una posizione contro l’aberrazione del green pass: «premetto che sono vaccinato e credo ne #LaScienza» era il mantra. E, ora come allora, la premessa non serve affatto ad avvalorare la tesi proposta dal malcapitato di turno ma è più un tentativo di mitigare la reazione di parte avversa, di contenere la violenza di quelli che, ineluttabilmente dalla parte giusta, con la laurea in niente spiegavano, allora a medici e docenti di diritto e oggi ad esperti di geopolitica di chiara fama, che si sbagliano perché tutto quello che esula dalla narrazione imposta è complottismo, terrapiattismo, negazionismo, putinismo.

Peccato che, mentre al professore Orsini vengono richieste le premesse di cui sopra, altrove senatrici tuttologhe Licia Ronzulli siano libere di scorrazzare per le televisioni nazionali ciarlando di guerra e geopolitica ed affermando che «è inutile cercare le motivazioni della guerra in Ucraina nella storia». Una visione illuminante, quella della senatrice forzista, che in quanto posizionata dalla parte gradita al mainstream è libera di propinare ai telespettatori spaventose aberrazioni, senza che alcuno osi alzare il ditino per domandarle dall’alto di quali studi e con quali competenze affermi ciò che afferma.

Dopotutto, stiamo affrontando una delle crisi geopolitiche più gravi di sempre avendo al comando della nostra diplomazia Giggino Di Maio, che forte delle sue competenze maturate nel corso dei suoi studi al Liceo Classico Vittorio Imbriani di Pomigliano D’Arco, dopo aver definito Putin peggio di un animale, sentenzia: «dobbiamo indebolire pesantemente Putin e l’economia russa. Ben venga il quarto pacchetto di sanzioni, che stanno avendo un impatto clamoroso. Praticamente quando dicono che pagano solo in rubli significa che c’è già stato il default. Quanto più li indeboliamo, tanto più Putin avrà difficoltà a sostenere guerre».

Non ha bisogno di premesse, Di Maio. Lui che, purtroppo, parla a nome di una intera nazione, può andare a ruota libera senza dover premettere alcunché e senza dover spiegare come sia pervenuto alla conclusione che «praticamente quando dicono che pagano solo in rubli significa che c’è già stato il default».

Non deve neppure spiegare se ha capito che non sta giocando a Risiko. Nessuno gli domanda come intenda far fronte ai disastri che le scelte sue e del governo di cui si fregia di far parte stanno già causando all’economia italiana e alle tasche dei cittadini già in ginocchio dopo due anni di restrizioni.

A chi sta dalla parte giusta non sono richieste premesse, non è richiesto di offrire prova della propria competenza, non è domandato, a ben vedere, neppure di pensare. Già, pensare. «Siamo pagati per pensare» ha sostenuto, visibilmente provato dalle pressioni subite, Orsini.

Una affermazione deflagrante e rivoluzionaria in un tempo in cui la verità ci viene servita ogni mattina, tostata e imburrata, e alla gente è richiesto solo di mandarla giù.

Pensare. Interrogarsi. Capire che la posta in palio è altissima, che questa non è una guerra in cui un pazzo cattivo ha invaso un paese pacifico e inerme ma è il punto di rottura di una lunghissima partita geopolitica il cui approdo era chiaro e prevedibile da tempo.

Pensare. Interrogarsi. Capire perché dopo otto anni di massacri in Donbass l’occidente si sia accorto solo oggi dei profughi e dei bambini morti.

Pensare. Interrogarsi. Capire chi può trarre vantaggio a costo zero dal protrarsi di un conflitto nel cuore dell’Europa.

Pensare. Interrogarsi. Capire.
Una vera rivoluzione, in un sistema che ti consente di parlare solo dopo le dovute premesse.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2022/03/13/povera-italia-tutto-quello-che-esula-dalla-narrazione-imposta-e-putinismo/

Del Debbio e Giordano finiscono in castigo. Ecco come la tv silenzia le voci contro il green pass

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A Mario Giordano e Paolo Del Debbio va la nostra incondizionata solidarietà. Siamo persone che seguono i vostri programmi con interesse. Non è necessario esser sempre d’accordo con i contenuti, ma le domande e i ragionamenti che avete condotto in questi mesi sull’applicazione del green pass e sui vaccini sono, a nostro avviso, il minimo sindacale per chi ha un cervello che non serva solo a sostenere gli occhiali. Questa censura è, a nostro avviso, incredibile perché pietra tombale sulla libertà d’informazione. Finché c’è chi sogna modelli comunicativi che restringano la democrazia, chi è fuori dal coro è destinato al bavaglio. E’ questa l’Italia nata dalla Resistenza? Sentiti alcuni “toni rossi” particolarmente entusiasti per controlli e restrizioni, non c’è da stare allegri…(N.d.R.)  

A proposito, questo pezzo è sul sito di Gianluigi Paragone. Ci è parso scritto bene, in linea col nostro pensiero. Ma non siamo “no vax” né seguaci di Paragone. In Italia è sempre bene specificare per evitare fraintendimenti di menti un pochino disturbate che, poi, fanno danni…(N.d.R.)

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Mario Giordano e Paolo Del Debbio in ‘castigo’ per cinquanta giorni. Sia Fuori dal coro e Dritto e rovescio andranno infatti in paura rispettivamente il 7 e il 9 dicembre per rientrare solo il 25 e 27 gennaio 2022. In sostanza è un mese e mezzo di stop che sappiamo bene come in tv corrisponda più o meno a due secoli e che corrisponde ‘casualmente’ con l’entrata in vigore del ‘super green pass’ e con quella che, in teoria, dovrebbe essere la fine della validità del certificato verde. Non solo: né Giordano né Del Debbio potranno, questo modo, commentare le fasi propedeutiche all’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Piazzapulita, al contrario, saluterà il pubblico il 16 dicembre ma tornerà onda in onda, con molta probabilità, il 13 gennaio (stando a quanto riferisce TvBlog). Stesso calendario varrà per Cartabianca e Di MartedìQuarta Repubblica di Nicola Porro si congederà il 6 dicembre, e il 10 gennaio sarà di nuovo operativo.

Controcorrente terminerà il 19 dicembre per riprendere il 9 gennaio, con Veronica Gentili. Prima ancora riapparirà in schermo Gianluigi Nuzzi con Quarto Grado (17 dicembre – 7 gennaio). Zona Bianca di Giuseppe Brindisi, invece, non conoscerà soste: dall’aprile scorso, non ha saltato neanche una settimana, e intende mantenere questo record. Restano comunque da capire le cause dei due esclusi eccellenti: certo è che visto il periodo ‘prescelto’ per la pausa a pensar male si fa peccato, ma raramente ci si sbaglia …

Fonte: https://www.ilparagone.it/attualita/del-debbio-e-giordano-finiscono-in-castigo-ecco-come-la-tv-silenzia-le-voci-contro-il-green-pass/

Saltato tutto

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di Alfio Krancic

Nella Cabina di Regia, presenti le massime istituzioni, il PdC, insieme ai militari, ai servizi italiani e stranieri oltre ai suoi più fedeli ministri, consiglieri e stretti collaboratori, stava buttando giù piani per la soluzione finale del problema portuali e novax. Sarebbe stato il colpo mortale per sistemare una volta per tutte i pazzi che si rifiutavano di essere pungiuti. All’uopo erano stati mobilitati circa 2000 Black Bloc che avrebbero dovuto mettere a ferro e a fuoco la città di Trieste. Molti di loro si sarebbero travestiti da portuali e da neofascisti di Forza Nuova. Gli atti provocatori sarebbero dovuti iniziare poco prima della manifestazione.
Il copione prevedeva due coppie di gay che sarebbero state pestate e mandate all’ospedale (naturalmente si sarebbe trattato di attori). L’aggressione sarebbe dovuta avvenire davanti alle telecamere di Piazza Pulita e a quelle di Fan Page. Sarebbe seguito il pestaggio da parte dei neofascisti black bloc di una anziana signora antifascista che, messasi a protestare contro le violenze nere, avrebbe dovuto essere gettata a mare. (ovviamente salvata) e dichiarata morta dispersa dai media. Subito dopo i falsi portuali avrebbero assaltato le forze dell’ordine con bottiglie molotov e usando delle armi. La scena del portuale che spara contro la polizia sarebbe stata ripresa, secondo i piani, da una troupe del Tg di Mentana. Da quel momento sarebbe iniziata la guerra. Macchine incendiate, palazzi dati alle fiamme, barricate. assalti alle sedi dei partiti e alla sede della CGIL. Il tutto documentato e commentato in dirette e in speciali tv nei quali si sarebbe addossata la responsabilità del disastro ai portuali, ai no vax e ai fascisti.
Tutto era pronto e preparato nei minimi dettagli, quando un giornalista di Formigli entrò nella sala urlando: “Hanno annullato la manifestazione. Puzzer ha invitato tutti a restare a casa!” Si sentì un solitario “Mortacci loro!”. A nulla valsero le invocazioni a Satana. Tutto era saltato.

Fonte: https://alfiokrancic.com/2021/10/22/saltato-tutto/