Il ddl Zan vuole imporre i desideri di pochi, contrari al diritto naturale

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CON IL VOLER METTERE LA LIBERTÀ DOVE ESSA NON È, LA SI DISTRUGGE DOVE DIO L’HA MESSA

di Matteo Castagna

Le restrizioni delle libertà di movimento, di associazione e molto altro, in particolar modo il coprifuoco e l’obbligo vaccinale per la categoria lavorativa dei sanitari pongono numerosi interrogativi sul concetto stesso di libertà.

Sembrerebbe che dopo più di un anno, si iniziasse a vedere la luce in fondo al tunnel e che realmente questa sospensione dei diritti inalienabili degli individui sia momentanea e passeggera. Successivamente, e nelle dovute sedi, si potrà stabilire se siano state veramente necessarie.

Qualcuno ha approfittato del momento difficile per cercare di inserire a tutti i costi anche una proposta di legge liberticida per imporre il pensiero unico arcobaleno e, di conseguenza, imbavagliare il catechismo, sostituendo la cultura tradizionale con un’ideologia sovversiva dell’ordine naturale. La manifestazione di Milano è stata una meravigliosa risposta di popolo e di famiglia alle sinistre dei disvalori.

Pascal ha scritto che “sarebbe altrettanto mostruoso distruggere la libertà là dove Dio l’ha messa, che introdurla dove non è”. Il ddl Zan vorrebbe fare proprio questo, imponendo i desideri di pochi, chiamandoli diritti, contro il diritto naturale, che è legge di Dio.

Secondo Gustave Thibon “nella formula di Pascal si riuniscono e stigmatizzano i due attentati con i quali i tiranni (confessi o mascherati) minacciano la vera libertà dei popoli: l’oppressione e la corruzione, la distruzione per atrofia e la distruzione per enfiagione”. “Si dice all’agnello: sei libero di essere o di non essere erbivoro. A questo punto si riconducono, in ultima analisi, istituzioni che alimentano nel cervello di tutti gli uomini l’illusione di essere pienamente sovrani di se stessi, uguali a chiunque e di risolvere, con il loro voto, i problemi più estranei alla loro competenza”.

Continua Tibon in Diagnosi: “Ma stiracchiare e dilatare in tal modo la libertà è anche il modo più sicuro per (e più perfido) per sopprimerla. Dopo aver permesso al proprio desiderio e alla propria scelta di aggirarsi tra i cibi carnei, l’erbivoro corrotto non sa più scegliere fra le piante che lo circondano; l’uomo del popolo, imbottito di idee “generali” e di ambizioni assurde, perde la saggezza specifica del suo ambiente sociale e professionale. Non è libero fuori del suo ordine: ha solo l’illusione della libertà; egli è mosso, in realtà, da parole vuote e da passioni malsane e la sua sovranità universale si risolve in fumo e commedia. Ma il più grave, il più terribile è che esso non è più libero nel suo stesso ordine. Nulla ha contribuito a distruggere, nell’anima delle masse, la vera libertà e la vera saggezza più di un certo mito della libertà”.

Dunque, la frase di Pascal può essere così modificata: con il voler mettere la libertà dove essa non è, la si distrugge dove Dio l’ha messa. L’uomo che non accetta di essere relativamente libero, sarà assolutamente schiavo. Del Pensiero Unico.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/05/17/il-ddl-zan-vuole-imporre-i-desideri-di-pochi-contrari-al-diritto-naturale/

Quest’uomo vuole riportare gli africani in Africa: “C’è tanta terra”

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Promuovere il rientro volontario in Africa di quote di immigrati presenti sul territorio nazionale attraverso una politica di formazione professionale sviluppata in Italia in collaborazione e in sinergia con gli Stati africani di provenienza è uno dei punti programmatici dell’Ucai, l’Unione delle comunità africane d’Italia.

Nata per iniziativa dell’imprenditore Otto Bitjoka, punta alla ‘remigrazione’, ‘migrazione al contrario’ ed è stata lanciata a Milano, nella sede della giunta regionale lombarda, alla presenza del governatore Attilio Fontana.

“Vogliamo far rientrare mille cittadini all’anno in Africa offrendo corsi di formazione che diano loro le competenze per lavorare e creare sviluppo nei Paesi d’origine” ha spiegato Bitjoka.

Mille sono un po’ pochini, ma apprezziamo la buona volontà.

Anche perché Otto Bitjoka ha le idee piuttosto chiare. Di sicuro più chiare di Kyenge.
«Attenzione cari fratelli e figli miei, siete usati e sarete sistematicamente buttati via come la carta igienica, mi permetto di consigliarvi da vecchio leone disincantato. Non è più accettabile essere strumento di lotta politica nelle mani di una sinistra contro i sovranisti populisti». Continua a leggere