Sospendere l’uso pubblico della ragione

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di Pierluigi Fagan

Fonte: Pierluigi Fagan

La “società aperta” ha deciso di chiudersi. La società liberale va a polarizzarsi nella contraddizione delle sue stesse premesse.
L’ambasciatore italiano a Mosca, lì col chiaro mandato di favorire le relazioni commerciali bilaterali, ha avuto l’ardire di segnalare in una audizione parlamentare, il costo per le nostre imprese delle sanzioni su dati FMI. Un argomento che dovrebbe interessare una democrazia di mercato visto che parla di mercato, no? Dire questo è dire che non si dovevano elevare sanzioni? Credo che un ambasciatore navigato come Starace con un passato in Cina, USA, Giappone sappia qual è il suo limite ovvero dare informazioni, non suggerire decisioni. Ma la società aperta che amava definirsi anche società dell’informazione, ora scopre che le informazioni non piacciono, le informazioni disturbano le decisioni o per lo meno ne ricordano il prezzo. Non c’è nulla di male a sapere il costo delle decisioni, aiuta ad organizzarsi per poterle pagare o si pensa o si vuol far pensare che le decisioni ideali siano libere e gratuite?
Il direttore dell’unico quotidiano di informazioni sulle relazioni internazionali, Sicurezza internazionale, edito dalla LUISS Guido Carli, collegata in vari modi a Confindustria, diretto da un professore ricercatore affiliato al MIT di Boston e che pubblica in USA con la Cornell University, A. Orsini, ha l’ardire di invitare in tv ad inserire ciò che sta avvenendo in Ucraina in una inquadratura più ampia, nello spazio (geografia) e nel tempo (storia). Bassanini domanda nervosamente su twitter se Orsini esprime il pensiero della LUISS o personale di modo che LUISS sia obbligata a ribadire la sua stretta osservanza atlantista facendo una ramanzina al suo professore in pubblico sul fatto che questi si doveva attenere ai fatti e non dare interpretazioni. Già, “i fatti”.
Il giornalista RAI Marc Innaro, una prima volta a Mosca per sette anni, poi di nuovo negli ultimi otto, per aver riferito cosa i russi dicono dei fatti (se sta a Mosca cosa deve fare, riferire cosa dice Zelensky? Quello già lo riferiscono 7/24 sette-reti-sette) è ora richiesto a gran voce esser spostato ad altro incarico. Magari come mi è capitato di sentire l’altro giorno riferisce che i russi affermano di aver convocato l’ambasciatore della Croazia perché i russi avrebbero pizzicato 200 neo-nazi con passaporto croato ed avrebbero affermato che ve ne sono da ogni parte d’Europa e quindi hanno poi affermato che non tratteranno gli stranieri come prigionieri di guerra (il che ha un brutto significato come potrete intuire). O come ieri ha riferito che i russi sostengono che non sono così deficienti da sparare ad una centrale nucleare: 1) perché la vogliono prendere intatta; 2) perché la Russia dista dalla centrale meno che la Moldavia; 3) perché Mosca dista meno di Vienna. Così i russi sostengono che la controllano da giorni e che l’incidente è organizzato dagli ucraini per mandare in mondovisione la fake news. Siamo tutti adulti e dovremmo sapere tutti che la guerra delle informazioni e controinformazioni è norma, ma quando la fa Zelensky è verità, quando la fa Mosca è falsità sempre e comunque. Ma poi, non si capisce cosa altro dovrebbe fare Innaro se non riferire cosa dicono lì, cosa significa “corrispondente”?
Nel mio piccolo sono giorni che mi domando perché il primo sconfinamento russo sia stato per andare a prendersi Chernobyl. Cosa mai c’è a Chernobyl da portare a tre giorni di aspri conflitti l’invasore russo ed il difendente ucraino? Che io sappia lì non opera alcuna centrale, c’è solo un inquietante sarcofago di cemento con dentro un nucleo che fonde e radioattività tutti intorno. Ma pare che questa domanda non venga in mente a nessuno. O forse come ho sentito in tv, i russi volevano creare un disastro nucleare. Grandi i russi, confinano con Chernobyl e non vedono l’ora di farla saltare per aria. Vedi che Putin è pazzo?
Così, nell’uso pubblico della ragione, non puoi avanzare qualche dissonanza se prima non reciti il Credo nella Verità della Chiesa Unitariana del Bene contro il Male e del Vangelo della Marvel Comics, ma pare che ormai non basti più neanche quello. Non vogliamo nessun mondo multipolare, quindi ci polarizziamo, noi Bene, altri Male, tertium non datur e chi lo dà è collaborazionista suo malgrado.
Tutto il mondo crede a quel Vangelo, l’ha celebrato anche all’ONU. Peccato che tra astensioni e contrari, abbiamo votato paesi con metà della popolazione terrestre e poiché quel voto non comportava alcuna sanzione, è pure dubitabile che chi ha votato per la risoluzione voglia mai andare oltre alla semplice dichiarazione. Io non sono un paese ONU, ma se fossi stato lì l’avrei votata anche io quella dichiarazione, chi mai può difendere il “diritto” si un paese a varcare armato il confine di un altro? Siamo all’ovvio. Com’è ovvio che a tutt’oggi solo un quarto del mondo (contando i paesi, a popolazione molto ma molto meno), l’Occidente polarizzato su Washington con il senior partner UK, ha elevato sanzioni, sebbene secondo la strana geografia surrealista della von der Leyen, questa sia la “comunità globale”.
Cos’è l’Illuminismo? Pensare con la tua testa. Avere il coraggio, pagarne il prezzo. Non pagare chi pensa per te tenendoti nell’infanzia eterna deresponsabilizzata, assumerti le tue responsabilità davanti al mondo. “Senonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: – Non ragionate! – L’ufficiale dice: – Non ragionate, ma fate esercitazioni militari. – L’impiegato di finanza: – non ragionate, ma pagate! – L’uomo di chiesa: – Non ragionate, ma credete!” diceva Kant in quel del 1784. Comprendere è prender assieme quanti più fatti ci è possibile, giudicare viene solo dopo che hai ben compreso, comprensione e giustificazione sono atti separati e con fini diversi.
Così oggi sembra che la società aperta-chiusa, la Wide-Shut-Society, la società spalancate ad alcune cose ma chiusa ad altre, necessiti di spegnare la luce, non è epoca di illuminismi. La società aperta mi sembrava dovesse esser liberale, ma si sa i liberali annunciano principi universali, ma con applicazioni particolari. Sono come i contratti assicurativi, la fregatura è a corpo 5. Locke annunciava la totale libertà di credenza, ma il totale era dentro il protestantesimo, se eri cattolico o ateo andavi al gabbio e buttavano via la chiave, se non di peggio.
Quando s’impone il buio, vuol dire che si vuol nascondere qualcosa?

La filosofia è importante? A cosa serve?

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Segnalazione BastaBugie

Scopriamo in poche parole l’importanza della filosofia come scienza di tutte le cose secondo le loro ultime cause (conosciute con il lume naturale della ragione)
di Corrado Gnerre

Quando ci si accosta allo studio della filosofia, uno dei più grandi errori che si può fare è partire senza partire, cioè iniziare senza conoscere che cosa sia la filosofia.
In molti libri si cerca all’inizio di dare una risposta, ma poi ci si accorge che è una risposta che non risponde, evanescente, inafferrabile, che dice e non dice.
Volete sapere perché? Perché molti libri rifiutano una concezione precisa della filosofia e tendono invece a presentarci una disciplina che volutamente non sappia nemmeno cosa sia se stessa. D’altronde, se si ammette che esiste una verità oggettiva (cioè valida per tutti), è un conto; ma se si è convinti che non esistono certezze, allora anche la filosofia non può avere una definizione certa: può diventare tutto e il contrario di tutto.
Noi invece sono convinti che la Verità (con la “V” maiuscola) esiste ed è oggettiva; e che la convinzione contraria sia una contraddizione, una sorta di serpente che si morde la coda. Infatti, se dicessimo che non esiste la verità oggettiva, ci contraddiremmo, perché comunque ammetteremmo che c’è una verità valida per tutti, e cioè che la verità non esiste!
Detto questo, passiamo alla definizione di filosofia, ad una definizione precisa: La filosofia è la scienza di tutte le cose secondo le loro ultime cause, conosciute con il lume naturale della ragione. Come definizione sembra complicata, ma non lo è. Analizziamola.

SCIENZA
La filosofia è una scienza. E’ scienza ogni relazione tra concetti e la filosofia si fonda sull’argomentazione, sulla successione logica dei concetti.

DI TUTTE LE COSE
Alla filosofia interessa tutto, nulla escluso. Non c’è campo d’interesse che le sia estraneo.

SECONDO LE LORO ULTIME CAUSE
La filosofia però non è la somma enciclopedica di tutte le discipline. Essa indaga le cause ultime, si chiede il perché dei bisogni e delle attitudini che invitano l’uomo ad occuparsi dei vari settori della vita. Un esempio. Tra la politica e la filosofia della politica esiste questa differenza: la politica studia il funzionamento della cosa pubblica, mentre la filosofia della politica il perché l’uomo senta l’esigenza di far politica, le ragioni della politica e come l’uomo si atteggi di fronte alla politica. Si potrebbe fare filosofia su ogni cosa. Anche sulle più banali. Anche sul Calcio. Se chiediamo: come si gioca a pallone? Ci può rispondere solo un tecnico (un allenatore o un calciatore). Ma se chiediamo: perché molti si divertono vedendo una bella partita di calcio o rincorrendo un pallone? Ci può rispondere solo chi si azzarda a fare una sorta di “filosofia del calcio“.

CONOSCIUTE CON IL LUME NATURALE DELLA RAGIONE
La filosofia non utilizza la fede né l’intuizione né l’emozione, ma la ragione.
Dare alla filosofia una definizione di questo tipo (la filosofia è scienza di tutte…) è importante perché spesso c’è la tendenza a definire la filosofia con il suo semplice significato etimologico, filosofia come “philein” (amore) e “sophia” (sapienza), cioè amore della sapienza. Se bastasse questo, vorrebbe dire che il desiderio di leggersi una buona enciclopedia renderebbe automaticamente filosofi… il che è una sciocchezza!

Nota di BastaBugie: per una breve storia della filosofia scritta da Stefano Fontana con linguaggio semplice si può acquistare il libro “Filosofia per tutti”, clicca qui!

Nel seguente video (durata: 4 minuti) dal titolo “Filosofia per tutti” Stefano Fontana insieme a Giovanni Zenone di Fede & Cultura spiega perché ha scritto questo libro.

https://www.youtube.com/watch?v=yOfUOmgNpAI

Titolo originale: Ti diciamo cos’è la Filosofia e perché esiste. Così capirai quanto è importante saperlo per la propria Fede
Fonte: I Tre Sentieri, 10 settembre 2021

Cocktail vaccini, quali rischi si corrono

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Come risaputo, il nostro Circolo Christus Rex non appartiene alla schiera variegata dei “negazionisti”, dei “no mask”, dei “no vax” ed altre simili amenità. Come per ogni argomento ci sforziamo di avere un approccio realistico e critico. Ragioniamo con equilibrio, evitando le “tifoserie”, alla luce dei fatti (non delle fantasie, dei dati parascientifici o altre sciocchezze che si trovano a bizzeffe sul web) e delle circostanze, utilizzando il buon senso, accanto alla ragionevolezza ed alla Fede. Non ci piace il “nuovo mainstream del politicamente scorretto a tutti i costi”, che, spesso, è pure a fini di lucro e neppure l’utilizzo di questa particolare situazione da parte di alcuni accademici e commentatori ciarlatani, cosiddetti “di area”, che mischiano la loro conoscenza frammentaria o interessata in materia ecclesiale, per aumentare la confusione generale (generando ancor più paure) e cercare di crearsi un nome ed una nicchia. Saranno spazzati via quando il loro zelo amaro, la loro disperazione, il loro arrivismo, che li spinge addirittura a “profezie” catastrofiste verranno smentiti dalla realtà e dovranno giustificare le loro affermazioni ed i loro scritti cervellotici. Ci troveranno pronti a chieder loro conto di tutto, per il bene comune.

Ci troviamo d’accordo, nella sostanza, con l’articolo che riportiamo qui sotto. Non siamo “esperti” né “tuttologi” ma sappiamo usare la nostra testa e la nostra coscienza. Non c’è un’Autorità che si sia espressa solennemente in materia e, quindi, siamo costretti ad agire secondo Fede e Ragione, in coscienza. (N.d.R.) 

di Paolo Becchi e GiulioTarro

La storia dei vaccini ci può forse insegnare qualcosa. Pensiamo alla poliomelite con l’uso iniziale del vaccino Salk che utilizzava un virus inattivato da trattamento chimico e che fu poi sostituito dal vaccino Sabin a virus attenuato dal trattamento di centinaia di passaggi in colture di tessuto fino a perdere la capacità di superare la barriera del suo passaggio orofecale senza arrivare al sistema nervoso centrale. Ovviamente la possibilità di somministrare il vaccino per via orale ha superato subito le barriere per la sua somministrazione per i bambini in particolare del continente Africano, del Centro Sud America e del Sud est Asiatico. Ma il vaccino Sabin aveva una controindicazione: il soggetto con deficit immunitario “pari a uno su due milioni e quattrocentomila dosi”, praticamente irrisoria.

Nessuno mescolava due vaccini

Per evitare tuttavia questi casi dal 2002 nel mondo occidentale si potrebbe di nuovo usare il vaccino Salk se si ripresentasse la malattia, ma ciò non ha inciso sull’uso globale del vaccino Sabin che ha già comportato la scomparsa globale del tipo 2 e del tipo 3 dal resto del mondo con pochi casi, 5-6 rispettivamente in Afganistan e Pakistan, con previsione del loro azzeramento nei prossimi 3 anni per quanto riguarda il tipo 1 che si è rifatto vivo come vaccino orale causa di poliomielite nei casi di soggetti defedati e immunodeficitari osservati nella Siria per la guerra in corso e che non possono incidere sul dato finale di azzeramento della paralisi infantile nei prossimi 2-3 anni con completa scomparsa della malattia come avvenuto per il vaiolo.

Chi faceva questi vaccini era immune per lungo tempo e forse addirittura per sempre e immunizzava anche gli altri. Questi erano i vaccini antipolio, come si vede anche allora c’erano due vaccini diversi. Anche se entrambe le tecniche utilizzavano un virus inattivato o attenuato. Mai nessuno si sognò di mischiare i due vaccini.   

Come funzionano i vaccini anti-Covid

Veniamo alla situazione attuale. La tecnica di iniettare non un virus, ma frammenti di RNA messaggero (mRNA) è del tutto nuova, mai sperimentata in precedenza. Essa consiste nell’utilizzare una molecola speculare all’acido nucleico del virus per la produzione delle proteine costituenti la particella virale con il fine di indurre la glicoproteina spike del coronavirus, usata per i recettori ACE2 delle cellule bersaglio in modo da produrre questi antigeni nelle nostre cellule mediante l’informazione dell’mRNA. In sostanza viene stimolata la produzione di anticorpi specifici come l’immunoglobulina verso gli antigeni specifici virali per ottenere l’immunità del soggetto vaccinato. Ma non ci sono solo questi vaccini. I vaccini più tradizionali sono quelli cinesi ed indiani, a virus disattivato, ma anche il vaccino prodotto dai Russi o l’AstraZeneca utilizzano un adenovirus come vettore contenente le istruzioni per produrre la glicoproteina spike che permette al virus di legarsi alle cellule umane utilizzate dopo come fotocopiatrice per creare nuove copie di se stesso. Il nostro sistema immunitario impara a riconoscere la proteina del virus “ibrido” e meno aggressivo, conservando la memoria dell’agente incontrato.

Il caso Astrazeneca (e non solo)

Oggi molta attenzione è riservata a AstaZeneca per alcuni effetti avversi molto limitati ma incontestabili. Ma poco si dice sui nuovi vaccini a mRNA. Con questi vaccini alcune regioni del genoma del virus si legano al gene delle cellule umane. Si è sottovalutata anzitutto la possibilità di attivazione di geni umani associati a rischio di malattie autoimmuni. Inoltre, nei soggetti in età fertile l’mRNA potrebbe indurre modifiche sugli spermatogoni o sugli ovuli con prospettive di alterazioni genetiche nei feti che solo il tempo potrebbe essere in grado di escludere. Ecco perché questo tipo di vaccino dovrebbe essere sconsigliato alle donne incinte come pure dovrebbe venire sconsigliata la gravidanza fino a due mesi dopo la sua inoculazione.

I vaccini a mRNA sono quelli della Pfizer e della Moderna dove l’RNA fa da modello per produrre la proteina spike della COVID-19 e stimolano la produzione di molti anticorpi. I vaccini AstraZeneca e Reithera consistono in un adenovirus vettore delle spikes del coronavirus, mentre l’adenovirus vettore dello Sputnik Russo è di origine umana quello dell’AstraZeneca usa un virus dello schimpanzè, mentre la Reithera un virus del gorilla. Gli adenovirus usati non sono contagiosi. L’adenovirus non si replica e non provoca malattia e diffonde il gene del SARS-CoV2 nelle cellule dell’organismo dove vengono prodotte le proteine spikes riconosciute dal sistema immunitario del vaccinato come estranee, rispondendo con anticorpi umorali e cellule linfocitarie che impediscono al virus l’entrata nelle cellule del vaccinato e distruggono le cellule infette.

Abbiamo, insomma, vaccini che funzionano con due modalità molto diverse, finalizzate a sviluppare differenti aree del sistema immunitario. Ora si è deciso addirittura di sostituire per la seconda dose il vaccino AstraZeneca con i vaccini realizzati da Pfizer e Moderna, anche se il premier Draghi ha garantito libertà di scelta, dietro consiglio medico. Dopo quanto abbiamo scritto dovrebbe risultare chiaro che si tratta di una decisione rischiosa che solleva molti dubbi sotto il profilo scientifico. Mai nella storia della medicina si è vista una cosa del genere, la vaccinazione eterologa, e le ricerche pubblicate sinora sono insufficienti per numero esiguo di soggetti esaminati e per gli effetti a lungo termine dei vaccinati.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/cocktail-vaccini-quali-rischi-si-corrono/

Diciamolo: i sovranisti hanno ragione e gli insulti non li fermeranno

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di Marcello Foa

Diciamolo: i sovranisti hanno ragione e gli insulti non li fermeranno

Fonte: Marcello Foa

E dire che fino a poco tempo fa, gli intellettuali mainstream tentavano di screditare i sovranisti come pericolosi neofascisti. Oggi possiamo dirlo: i sovranisti avevano ragione e non c’è insulto che riuscirà a fermarci, per una ragione tanto semplice quanto inaspettatata: gli elettori stanno distruggendo scheda dopo scheda quel costrutto neoglobalista e transnazionale che anni di incessante propaganda hanno tentato di trasformare in un Destino ineludibile. Lo confesso: era difficile immaginarlo in queste proporzioni. La campagna mediatica (ma non solo) lanciata dall’establishment per fermare i populisti in ogni Paese (dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Austria all’Italia) è stata di una virulenza senza precedenti ed è destinata a durare. Pensate solo alle ultime vergognose accuse di Repubblica che ha etichettato come “rosso-bruni” molti intellettuali rei di essere favorevoli al governo legastellato e che accusa Matteo Salvini di essere un nazista. Fango, spazzatura, nient’altro che spazzatura.

Trump negli Stati Uniti ha subito lo stesso trattamento. Eppure la diffamazione non fa più presa, nemmeno se è strillata dal 90% dei media; anzi, produce l’effetto contrario. La popolarità del presidente degli Stati Uniti è altissima, la Lega passa di vittoria in vittoria e i 5 Stelle hanno schiantato a sinistra quel Pd per cui tifano quasi tutti i talk show. Tutto questo accade perché i cittadini sono stufi di non essere più padroni del proprio destino e non si fanno più incantare dalla narrativa, inzuppata di spin, volta a creare l’impressione che lo Stato sia una reliqua del passato e che il mondo sarà ineluttabilmente multiculturale, multietnico, governato da democrazie virtuali ma controllato di fatto da élite autonominatesi e prive di legittimità popolare. Altro che reliqua, lo Stato è più vivo che mai! Continua a leggere