Carriera alias: la situazione si aggrava e il tempo è quasi scaduto!

Condividi su:

di Toni Brandi

Ciao Circolo,

appena pochi giorni fa, un nostro sostenitore e padre di famiglia, mi ha scritto più o meno queste parole:

“Malgrado tutto, è successo, proprio come avevate previsto. Pochi giorni fa il consiglio d’Istituto del Liceo di mia figlia ha approvato la Carriera alias. Temiamo che a breve verranno organizzate altre iniziative gender. Vi chiedo aiuto…”

Circolo, queste sono le parole allarmate di un genitore preoccupato per il futuro della propria figlia. E se pensi che sia un caso isolato, ti sbagli:

Riceviamo continuamente segnalazioni allarmanti e richieste di aiuto provenienti da genitori e docenti in ogni parte d’Italia…

La Carriera alias (cioè l’incarnazione dell’ideologia gender nelle scuole), contro cui lottiamo tenacemente da mesi, sta diventando una realtà per molti studenti italiani.

È solo questione di tempo (se non è già successo): anche nella scuola di tuo figlio o di tuo nipote si diffonderanno gli “studenti transgender”, i “bagni gender neutral” e i corsi Lgbtqia se non riusciremo a BLOCCARE definitivamente questa deriva nel mondo della scuola…

Ecco perché oggi ti scrivo con estrema urgenza. A partire da OGGI, le scuole stanno riaprendo in tre regioni e nelle prossime settimane le altre seguiranno. Ogni giorno che passa è un giorno in più in cui i nostri bambini e adolescenti sono esposti a queste iniziative, se non facciamo qualcosa per fermarle.

E noi, Circolo, sappiamo esattamente come fermarle (come ti spiegherò tra pochissimo), ma per farlo abbiamo bisogno del tuo aiuto:

Puoi donare ora 35 euro o 50 euro per contribuire alla campagna contro il gender nelle scuole? Le scuole stanno riaprendo e servono subito altre risorse per realizzare le iniziative che possono (davvero) portare alla vittoria su questo fronte!

Puoi donare ora con bonifico o bollettino postale usando i dati in fondo alla mail

Grazie all’aiuto dei nostri sostenitori, abbiamo fatto passi da gigante contro la piaga del gender nelle scuole:

  • l’Arcigay ha confessato che, da quando Pro Vita & Famiglia è scesa in campo, è diventato molto più difficile introdurre nelle scuole iniziative gender e Lgbtqia;
  • Molti politici, sia a livello nazionale che regionale, stanno prendendo coraggio e hanno presentato (o stanno per presentare) mozioni contro la diffusione della Carriera alias nella scuole;
  • Diverse scuole hanno annullato la Carriera alias dopo aver ricevuto la diffida di Pro Vita & Famiglia, nell’ambito della più vasta azione legale mai promossa contro il gender in Italia;
  • Abbiamo raggiunto centinaia di parlamentari per sensibilizzarli sulle criticità della Carriera alias tramite un dossier e altre iniziative di informazione;
  • Abbiamo realizzato affissioni stradali e camion vela in molte città per informare i cittadini sulla realtà dei pericoli dell’indottrinamento gender;
  • Siamo intervenuti in decine di scuole a richiesta di genitori preoccupati, spesso riuscendo a difendere i diritti della famiglia o a bloccare le iniziative gender sul nascere.

Inoltre, stiamo seguendo minuziosamente ogni mossa del Ministero dell’Istruzione e del Governo…

Però, Circolo, ci sono anche sviluppi preoccupanti:

Il numero di scuole che hanno approvato la Carriera alias continua ad aumentare (ora sono oltre 250) e le richieste di aiuto delle famiglie continuano ad arrivare.

Inoltre, il Governo sta predisponendo nuove linee guida per lo svolgimento in classe di attività legate alla sfera sessuale e affettiva dei nostri giovani.

Circolo, potrebbe sembrare paradossale, ma c’è il rischio concreto che un Governo di centrodestra, forse con le migliori intenzioni, possa involontariamente spianare la strada al gender nelle scuole.

Immagina le conseguenze: spazi dedicati all’educazione di “genere” che potrebbero diventare tribune politiche in mano ad associazioni arcobaleno e collettivi ultra-femministi…

È fondamentale agire ora: non possiamo permetterci di essere sorpresi dalla rapidità con cui l’ideologia gender si sta diffondendo nelle scuole. La riapertura delle scuole è arrivata e il tempo stringe:

Ogni singola donazione, anche quella più piccola, ci permette di agire con tempestività, di intercettare ogni singolo caso come quello del padre che mi ha scritto, e di mettere in campo le risorse necessarie per combattere la Carriera alias e l’indottrinamento gender nelle nostre scuole.

Ti chiedo di nuovo: sei pronto a sostenerci in questo momento critico? Dona oggi 35 euro o 50 euro per sconfiggere, insieme a Pro Vita & Famiglia, l’epidemia gender nelle scuole!

Puoi donare ora con bonifico o bollettino postale usando i dati in fondo alla mail

La tua donazione ci permetterà di potenziare le azioni di pressione sul Ministero dell’Istruzione e sul Governo, sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, sostenere studenti e genitori, e continuare le azioni legali necessarie per proteggere i nostri figli.

Gli sviluppi nelle prossime settimane saranno cruciali e – forse – decideranno la sconfitta o la vittoria in questa battaglia per l’innocenza dei nostri figli…

I nostri figli e nipoti hanno diritto ad un’istruzione libera da ideologie e pratiche aberranti. E solo con il tuo sostegno possiamo evitare la deriva ideologica del mondo dell’Istruzione.

Dobbiamo agire ora, e agire insieme. Ogni donazione, piccola o grande, contribuirà a proteggere l’innocenza dei nostri figli e nipoti.

Circolo, sappiamo che condividi la nostra preoccupazione. Con il tuo aiuto, possiamo fare la differenza e contrastare l’avanzare dell’ideologia.

Con rinnovato spirito e determinazione… Avanti tutta!

Scuola: identità alias e bagni neutri nel contratto collettivo per i professori. Governo mantenga le promesse elettorali

Condividi su:

Segnalazione Pro Vita & Famiglia

«E’ un atto profondamente ideologico e molto grave l’istituzionalizzazione della carriera alias per i professori nelle scuole, sancita dal recente CCNL, firmato dal Governo, ed elogiato dal Ministro Valditara. Centinaia di migliaia di genitori hanno votato questa maggioranza per l’impegno preso in campagna elettorale contro l’indottrinamento gender, mentre ora in ambito scolastico l’Esecutivo sta facendo delle aperture che ci saremmo aspettati solo da un Governo di sinistra radicale. Chiediamo l’immediato ritiro di questa norma profondamente ideologica. La carriera alias non è altro che l’identità di genere auto-percepita, che fu la ragione principale per l’affossamento del DDL Zan e non ha né fondamento scientifico né fondamento giuridico! Nel contratto in questione, infatti, si legge che tale identità alias sarà possibile per chi “ha intrapreso il percorso di transizione di genere. Intrapreso non significa concluso, questo significa che chiunque si percepisca come tale e sia anche solamente all’inizio della transizione di genere possa chiedere e ottenere la Carriera Alias? Inoltre, chi ne farà richiesta avrà diritto ai bagni neutri e a frequentare spogliatoi del sesso auto percepito e al loro nome di “elezione” per spazi comuni e sul cartellino di riconoscimento, nonostante che tale identità auto percepita non varrà per le buste paga, la matricola, gli atti del lavoratore e i provvedimenti disciplinari? La confusione più totale che si abbatterà sulla scuola italiana, una scuola che ha ben altri problemi essendo al 36° posto su 57 Paesi dell’OCSE come qualità delle istituzioni e preparazione dei nostri giovani. Come verrà spiegato agli alunni il “nome di elezione” dei propri docenti? Cosa succederà se un collega o alunno si rifiuterà di chiamare con l’alias un insegnante? Sarà passibile di provvedimento disciplinare, sarà tacciato di omotransfobia? Tutto ciò avrà pesanti ricadute sul benessere degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Il passo dalla carriera alias per gli insegnanti all’istituzionalizzazione di quella per studenti sarà breve e il Governo Meloni deve urgentemente prendere le misure necessarie per bloccare questa assurdità che sconfessa le promesse elettorali». Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia.

 

STOP GENDER A SCUOLA – FIRMA QUI!

Dell’incapacità degli intellettuali di dire qualcosa di intelligente

Condividi su:

di Antonio Catalano

Fonte: Antonio Catalano

Nella vicenda Draghi intellettuali e scrittori hanno prestato la loro firma per sostenere il “Migliore”, chi appellandosi al famoso senso di responsabilità, chi perché bisognava fermare il riscaldamento globale, chi perché se no i deboli sarebbero stati abbandonati a se stessi, chi perché c’è ancora l’emergenza pandemica, chi perché l’Ucraina, chi perché… E così ancora una volta ci si è resi conto di quanta stupida insipienza conformistica vi sia in quelli che, secondo un’ingenua credenza illuministica, dovrebbero invece essere fari del pensiero critico. Quanto aveva ragione il filosofo Costanzo Preve quando non molti anni fa diceva che una volta gli intellettuali (i dotti) erano generalmente più intelligenti delle persone comuni, oggi invece se intervistati dicono stupidaggini molto peggiori dei tassisti, dei baristi o delle casalinghe al mercato!  [In fondo il link del breve e gustoso intervento del filosofo torinese].
Vi è in costoro un atteggiamento talmente servile al potere che li porta a essere patetici. E non a caso li si piazza ovunque serva il loro “prezioso” servigio. Servigi naturalmente remunerati a suon di posizionamenti di rilievo nelle istituzioni accademiche e culturali, di presenze in tv con tanto di pubblicità per il loro ultimo libro, riconoscimenti e premi di ogni tipo. Sono talmente addomesticati che ripetono a pappardella i più triti luoghi comuni messi in circolazione dai centri di potere dominanti, che sia la questione pandemica, che sia la questione ucraina, che sia la questione climatica, che sia… A proposito di clima, leggo che lo scrittore di montagna Paolo Cognetti (di cui ho letto due romanzi che, a onor del vero, mi son piaciuti) ha lanciato un peana del sublime Draghi con tanto di richiamo al senso di responsabilità (ma di che?) e… alla necessità di fermare il riscaldamento globale. Ora io mi domando: che cacchio c’entra la fiducia a Draghi col riscaldamento globale? Cognetti comunque dando per scontato le gretinate sul clima. Questo non per parlare qui di clima ma semplicemente per sottolineare come vi sia una banalità dell’essere in questi intellettuali a la page per cui non avvertono alcun disagio nel dire o scrivere certe stupidate.
Mutatis mutandis, accade lo stesso nella scuola, dove comunque non si ha a che fare con “intellettuali” ma con insegnanti che dovrebbero preparare allievi nei vari ambiti disciplinari. Dovrebbero perché le conoscenze disciplinari non vanno più di moda. E così invece delle discipline insegnano la cittadinanza attiva e a rispettare le regole, quelle di una società nella quale impera il senso della precarietà e della concorrenza a ribasso tra i lavoratori; che il razzismo è una brutta cosa, salvo interrogarsi sulle cause dei processi migratori; che bisogna farla finita coi pregiudizi omofobi e sessisti, in nome di una fluidità di genere secondo la quale non esistono i sessi ma ognuno è quel che si sente di essere. E se c’è qualche allievo che, nonostante il bombardamento continuo, miracolosamente esprime riserve, costui è considerato come portatore di nefaste ideologie. Ne ho conosciuti di docenti che in nome di questa “apertura” mentale esercitano sui propri allievi un controllo a dir poco totalitario.  Mai che in questi solerti docenti sorga appena appena il dubbio che le cose possano essere inquadrate anche diversamente. Ripetono con vigore e diligenza quanto dice il pensiero corrente e dominate su agenda 2030, su riscaldamento globale a causa antropica, su fluidità di genere, su multiculturalismo eccetera. Ma sono di un’ignoranza abissale. Non leggono, non approfondiscono una questione, ed esprimono forte ostilità verso chiunque provi a introdurre complessità nei ragionamenti ultra semplificati ormai adatti solo per percorsi guidati e mappe concettuali.
Tornando a Preve e agli intellettuali, lui si spiegava l’incapacità degli intellettuali di dire qualcosa di intelligente col fatto che oggi ci si trova in una fase di capitalismo incontrollato e illimitato, in cui il dispotismo dell’economia è una forma di idolatria che deve succhiare ogni forma di sovranità della filosofia, dell’arte e della letteratura.  Siamo nell’epoca, diceva, in cui un signore inscatola la sua merda e la vende col nome di merda d’artista; ma, concludeva, una società che quota in borsa la merda dell’artista pagandola migliaia di euro anziché prendere a calci nel sedere questo signore per uno scalone è una società ovviamente malata.
Preve, Gli intellettuali oggi sono stupidi: https://www.youtube.com/watch?v=GnyMi1BgBrU

Vestiti da donna a scuola? Ha ragione il Prof. Martino Mora

Condividi su:

QUINTA COLONNA

di Matteo Castagna

Conosco da tanti anni il Prof. Martino Mora. E’ persona colta e distinta, elegante e molto determinata nell’argomentare ciò che ritiene giusto. Abbiamo opinioni differenti su alcune cose e che c’è di male? Non siamo tutti uguali (per Grazia di Dio!). Ho sempre avuto il piacere di un confronto schietto con lui, negli ultimi anni solo epistolare, ovvero social. E’ un cattolico sempre alla ricerca della verità, con passione e tenacia, è un ottimo insegnante (così mi dicono amici milanesi, ma io non ne dubito, perché è molto preparato e persona mite ed affabile). Abbiamo sempre avuto simili simpatie politiche, con quella capacità critica e vis polemica che ci rende antipatici agli “yes men”, ai disonesti, ai carrieristi ed ai paraculi, che non hanno, per forza, un colore politico. Anche in politica non la pensiamo sempre allo stesso modo; lui fervido autonomista, convinto legittimista e controrivoluzionario, io, certamente autonomista e controrivoluzionario, ma con modelli più vicini alla storia politica della destra italiana. Siamo sempre stati dalla stessa parte della barricata nel difendere etica e morale, intese sia come diritto naturale che come diritto divino. Oggi, si potrebbe dire che difendiamo, ciascuno con i suoi mezzi, la società naturale e, con essa, per forza, siamo dalla parte del decoro e del buon senso. Ciò che gli è capitato non può avermi stupito, altrimenti dimostrerei di vivere su Marte. Ma mi ha sconvolto perché egli è stato cacciato da scuola per non aver accettato, in classe, tre alunni travestiti da donna. Ai miei tempi (anni ’80) non solo nessun ragazzo sarebbe riuscito a uscire di casa con la gonna, ma se anche fosse accaduto, il mio direttore didattico o preside l’avrebbe subito mandato a casa a cambiarsi con una nota sul libretto personale. E, a casa, mamma e papà avrebbero proseguito col resto…

Perciò, nell’abbracciarlo, gli rivolgo la piena solidarietà mia e di tutto il Circolo “Christus Rex-Traditio” che rappresento, con una promessa: se avrai ripercussioni lavorative e se non ti arrecheremo ulteriori problemi, verremo noi a renderti il merito che, fino a qualche anno fa era la normalità per un insegnante. Nicola Porro e il Prof. Mora spiegano bene le motivazioni nell’articolo che segue, che non sono né bigotte né reazionarie…

********************************************************************************

TRE RAGAZZI IN AULA VESTITI IN GONNA. IL PROF LI FA USCIRE. E FINISCE NEI GUAI

Qualche tempo fa, non ci saremmo neppure posti il problema. A scuola si va per imparare a far di conto, a leggere e a scrivere. Non per combattere battaglie per questo o per quel motivo. Il luogo merita il giusto contegno, anche nel vestirsi. Sarà per questo che un professore del liceo scientifico “Bottoni” di Milano s’è rifiutato di fare lezione a tre studenti vestiti “in modo inappropriato”. Cioè con la gonna.

Il “sit-in” è stato messo in atto in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre. I maschietti si sono vestiti con la gonna perché – dicono – “troppo spesso” viene usata come “scusante di molestie, discriminazioni, stupri”. Il prof di storia e filosofia, però, appena li ha visti agghindati da signorine (uno con gonna lunga, il secondo con un tutu, il terzo con le unghie dipinte di rosso) li ha cacciati dall’aula per vestiario “inappropriato”.

Il caso è esploso – manco a dirlo – sui social network. E tanto tuonò che alla fine piovve. Gli altri studenti si stanno ribellando alla scelta del prof Martino Mora, uscendo dall’aula non appena il malcapitato tenta di fargli entrare in testa qualcosa sulla Critica della ragion pura di Kant. Non solo. Gli alunni si sono pure rivolti alla preside, Giovanna Mezzatesta, che ha preso in mano la questione. “Sto redigendo la relazione con i fatti accaduti – dice a La Stampa – che sono due: il fatto che Mora non abbia assolto al compito di vigilanza poiché ha cacciato dalla classe tre alunni e, poi, che si sia rifiutato di fare lezione. Aggiungerò anche le varie schifezze che ha scritto su Facebook contro di me e contro la scuola. E appena sarà pronta la consegnerò all’ufficio scolastico provinciale, che prenderà provvedimenti nei suoi confronti”. Per il prof appare scontata ormai la sospensione, che potrebbe arrivare già prima di Natale.

Il diretto interessato dal canto suo, resta fermo sulle sue posizioni. “Quel vestiario era inaccettabile, totalmente inadeguato al contesto. E avrei avuto la stessa reazione se fossero venuti vestiti da clown o da Babbo Natale“. Il bello è che dopo essersi rivolti alla preside, i tre giovani sono riusciti ad ottenere che il professore venisse “cacciato” dalla scuola. “La dottoressa Mezzatesta ha dato un ordine che non poteva dare – ribadisce il Mora – quello di allontanarmi da scuola, sono quindi io la parte lesa”. Anche perché, dice con qualche ragione il professore, “per solidarizzare con le donne non c’è bisogno di vestirsi da donne“. Si possono fare cortei, dichiarazioni sui social, iniziative varie: ma tra i banchi ci si presenta ben abbigliati. “Io a scuola – conclude il prof – vado in giacca e cravatta non perché voglio fare l’elegantone ma perché considero la scuola un santuario di coltura e educazione che merita un vestiario adeguato. E voglio che gli alunni facciano lo stesso: non siamo al Carnevale di Viareggio”. Come dargli torto?

Fonte: https://www.nicolaporro.it/gonnelle-a-scuola-ha-ragione-il-prof-di-milano/ 

Canata: scuole “conciliar-arcobaleno”

Condividi su:

Per esemplificare, affinché tutti i lettori comprendano, quando si parla di scuole cattoliche e vescovi si sottintende “ufficiali” ovvero conciliari. Sottintendiamo che la Chiesa Cattolica non ha nulla a che fare col Concilio vaticano II e con le sue gerarchie che non sono cattoliche ma apostate, ipso facto, et sine ulla declaratione, perché professano principi contrari a ciò che Cristo e la Chiesa hanno sempre insegnato e da tutti sempre è stato creduto nel mondo (n.d.r.) 

L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di LEONARDO MOTTA

I cattolici canadesi si augurano che venga tolto dalle diocesi coinvolte il nome “cattolico” alle scuole ribelli.

L’Ottawa Catholic School Board (Canada) ha decretato che le sue 83 scuole cattoliche alzeranno per la prima volta la bandiera del Gay Pride a giugno. È esattamente l’opposto di quanto ha chiesto loro l’arcivescovo di Ottawa-Cornovaglia, Monsignor Marcel Damphousse, che ha raccolto il disagio di molti genitori.
L’arcivescovo, infatti, ha ricevuto numerose e-mail da genitori e insegnanti preoccupati, che hanno sottolineato come la bandiera non significhi semplicemente inclusione e tolleranza, ma piuttosto una “dichiarazione politica che incoraggia comportamenti e stili di vita che contraddicono l’insegnamento cattolico”.
“Mettiamo a repentaglio i nostri valori e la speciale identità del sistema scolastico cattolico quando sosteniamo ideologie incompatibili con l’insegnamento cattolico”, ha avvertito l’Arcivescovo che ha sottolineato come la bandiera arcobaleno promuova la divisione, mentre è la croce, segno dell’amore di Dio per ognuno di noi, il simbolo più forte di inclusione.
Tutto questo è stato ignorato dalla direzione delle scuole cattoliche di  Ottawa, che ha giustificato il proprio atteggiamento in una dichiarazione  assicurando che la bandiera arcobaleno -utilizzata dalla lobby gay occidentale, che include settori eretico-scismatici dei cosiddetti cristiani – “mostra alla comunità scolastica che le nostre scuole siano luoghi sicuri e accoglienti per gli studenti “2SLGBTQ +”(sic!).
John Curry, che è stato uno di coloro che hanno votato a favore del provvedimento, ha affermato che la mozione è un passo per offrire equità e inclusione a tutti gli studenti e al personale. “Questa azione, a mio avviso, non ha nulla a che fare con gli insegnamenti della Chiesa cattolica; piuttosto, ha tutto a che fare con la mia responsabilità di amministratore di un sistema educativo finanziato con fondi pubblici”, ha avuto la faccia tosta di dire.
Anche i consigli di amministrazione cattolici di Toronto e Waterloo hanno votato per sventolare la bandiera del Pride. Il consiglio scolastico cattolico del distretto di Halton, invece, ha respinto una mozione simile. Adesso i cattolici canadesi si augurano che venga tolto dalle diocesi coinvolte il nome “cattolico” alle scuole ribelli.

“Omero razzista”. In America una scuola elimina l’Odissea

Condividi su:

Il delirio dell’assurdo domina il politicamente corretto. Ci vien da ridere, ma ci sarebbe da piangere…(N.d.r.)

 

di Giulio Meotti per il Foglio

Intervista a Victor Davis Hanson, autore di “Who killed Homer”: “Il creatore dei valori occidentali oggi è solo un altro maschio bianco”

“Sono molto orgogliosa di dire che quest’anno abbiamo rimosso l’Odissea dal curriculum!”, dichiara Heather Levine, che insegna alla Lawrence High School di Lawrence, nel Massachusetts. E’ il Wall Street Journal a raccontare la più grottesca follia della cancel culture americana. Sotto lo slogan #DisruptTexts, ideologi della teoria critica, insegnanti, burocrati scolastici e agitatori via Twitter stanno purgando i classici, da Omero a Francis Scott Fitzgerald. Si invoca la proibizione di ogni capolavoro letterario non conforme su genere e razza. “Le sottili complessità della letteratura vengono ridotte al rozzo clangore di lotte di potere ‘intersezionali’”, commenta Meghan Cox Gurdon, che si occupa di libri al Wsj. Così l’insegnante di inglese di Seattle, Evin Shinn, scrive che “preferirebbe morire” piuttosto che portare in classe “La lettera scarlatta”, a meno che il romanzo di Nathaniel Hawthorne non sia usato per “combattere la misoginia”. Quando l’“insegnante antirazzista” Lorena Germán si è lamentata del fatto che molti classici risentono del proprio tempo, la scrittrice Jessica Cluess ha ribattuto: “Se pensi che Hawthorne fosse dalla parte dei puritani, allora sei un’idiota e non dovresti fregiarti del titolo di educatrice”. Un’orda online ha accusato Cluess, l’autrice della popolare serie “Kingdom of Fire”, di “razzismo” e “violenza” e ha chiesto alla Penguin Random House di rescinderne il contratto. L’editore non ha obbedito, forse perché Cluess si è autodenunciata in tempo: “Mi assumo la piena responsabilità della mia rabbia non provocata verso Lorena Germán”. Ma non ha impedito all’agente letterario di Cluess, Brooks Sherman, di porre fine alla loro relazione professionale. Secondo questa logica, Omero sarebbe solo il capostipite della “mascolinità tossica”, la manliness di Harvey Mansfield (che Liberilibri riporterà in Italia a primavera). “E’ una tragedia che questo movimento anti intellettuale stia guadagnando terreno tra gli educatori e l’industria editoriale”, afferma lo scrittore di fantascienza Jon Del Arroz. E non è certo la prima volta.

CONTINUA IN ABBONAMENTO SU https://www.ilfoglio.it/cultura/2021/01/05/news/-omero-razzista-in-america-una-scuola-elimina-l-odissea-1629049/

Quando la scuola iniziava il 1° ottobre

Condividi su:

Segnalazione del Centro Studi Federici

Fino al 1976 le scuole iniziavano il 1° ottobre, festa di san Remigio, e in onore del santo i bimbi di prima elementare venivano chiamati remigini. In questi tempi cupi, per sdrammatizzare un po’ il clima pesante che si respira, pubblichiamo un racconto di Giovannino Guareschi che descrive il figlio alle prese con un termometro (“il quale segnava effettivamente 42°”), l’attuale incubo di tanti e tante presidi, maestre e genitori (“e se si trattasse di un sintomo infettivo?”). 
La foto scelta per il comunicato è un modello di aula scolastica più simpatico di quello concepito dal Comitato degli esperti e scienziati del governo Conte bis.
 
ACCADDE UNA NOTTE
 
Alle ore ventitré io stavo lavorando alla macchina da scrivere, quando Margherita apparve sulla porta della cucina con aria stravolta.
 
« Quarantadue! », disse con voce d’angoscia.
 
« Non so », risposi. « Bisogna vedere cosa hai sognato ».
 
« Quarantadue la febbre di Albertino! », esclamò Margherita. 
 
Mi porse il termometro, il quale segnava effettivamente 42°. Allora io andai a provare la febbre ad Albertino e il termometro segnò 35 e 8.
 
« È una cosa stranissima », balbettò Margherita.
 
« Non troppo : tutto il segreto sta nello scuotere il termometro prima di usarlo. Cioè di far discendere il mercurio anziché farlo salire. È un accorgimento utile che giova molto alla salute dei figli ».
 
« Questa tua ironia offende i miei sentimenti di madre », affermò Margherita riempiendo unta pentola d’acqua, mettendola sul gas e cominciando a sbucciare una patata. « Tu sei uno spietato materialista, che non sa spingere la sua indagine oltre la crosta più superficiale delle cose. Ora faresti bene a lasciarmi libera la tavola se vuoi fare ‘colazione sono già le undici e venti ».
 
« Di notte però », le feci osservare.

Continua a leggere

HONG KONG RINVIA LE ELEZIONI e cancella certi candidati. La scuola “Cinese” di Giuseppi Conte

Condividi su:

Il leader di Hong Kong, Carrie Lam, che non è democraticamente eletta, ma è nominata dal Partito Comunista Cinese, ha scatenato proteste annunciando ieri che le elezioni dell’assemblea legislativa, che dovevano tenersi il 6 settembre prossimo, sono rinviate ad almeno al 5 settembre 2021. Tutto questo il giorno dopo che 12 leader dell’opposizione sono stati esclusi dalla partecipazione alla contesa elettorale, per motivi ovviamente di carattere politico.

“La situazione epidemica di Hong Kong è entrata nella fase più grave da gennaio, poiché si prevede che  l’epidemia continuerà a diffondersi”, ha detto Lam, mentre la città ha riportato un decimo giorno consecutivo di oltre 100 nuove infezioni. “Il voto, che coinvolge raduni di massa e contatti sociali, potrebbe comportare un rischio molto grave per la salute pubblica”.

Naturalmente, dato che l’assemblea legislativa è scaduta, vi è un vuoto di potere, per cui il potere esecutivo della LAM si consulter tutte le volte in profondità con il Comitato per gli affari di Hong Kong del Parlamento Nazionale, quello di Pechino, fino all’elezione del nuovo parlamento. Quindi tutta la vicenda si conclude con l’appoggio reciproco ed il sostegno di tutte le parti: Il Comitato del Popolo del Partito Comunista fa i complimenti alla Lam e le assicura il  proprio appoggio, e questa afferma che quindi continuerà a governare in modo legittimo. Tutti vissero felici e contenti, tranne, ovviamente, gli abitanti di Hong Kong.

Giuseppi ha imparato bene dalla Cina: si procura la prosecuzione o l’intensificazione dell’allarme Covid, poi si chiede alla Commissione degli esperti, quella le cui deliberazioni sono tenute sotto segreto, di pronunciarsi, quindi , per il pericolo di un’epidemia di Covid-19, si fa quello che si vuole, praticamente esautorando il parlamento. Tutti vissero felici e contenti, tranne, ovviamente gli italiani. Però Conte ha l’appoggio degli Esperti, sempre più simili al “Gran Consiglio dei dieci assenti” di fantozziana memoria, ha l’appoggio della Merkel e quindi di Mattarella. Alla fine se la Lam se ne può fregare degli abitanti di Hong Kong, lui può fare esattamente lo stesso con gli italiani.

Fonte: www.scenarieconomici.it  Continua a leggere

Gender, a scuola arriva il consenso informato: vince il buon senso!

Condividi su:

“Continueremo a presidiare le scuole dei nostri figli contro la colonizzazione ideologica di progetti ispirati alla dittatura gender”, dicono i cattolici.

La teoria gender troverà degli enormi ostacoli all’interno della scuola italiana. Attraverso una nota del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), dicastero guidato dal leghista Marco Bussetti, è stato riconosciuto il diritto al consenso informato dei genitori su tutti i progetti extracurricolari.

Diventa così obbligatorio per le scuole, di ogni ordine e grado, l’esonero degli alunni che lo richiedono (attraverso il diniego da parte dei genitori, espresso con il mancato consenso informato) dai progetti che non fanno parte delle discipline obbligatorie.

In base alla nota ministeriale, che riguarda in particolare il Piano triennale dell’offerta formativa di ogni istituto, il cosiddetto Ptof (che deve essere approvato e comunicato alle famiglie), si stabilisce che “le famiglie devono esprimere il consenso, ove occorra, al fine della partecipazione degli alunni e studenti alle attività extra-curricolari” e, inoltre, che ogni scuola “deve promuovere i necessari rapporti con tutti i portatori di interesse”, prendendo in considerazione “le proposte e i pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori” e, per le scuole secondarie di secondo grado, dagli studenti. Continua a leggere

Rieducazione comunista in salsa bolognese

Condividi su:

Risultati immagini per musulmani a culo in suSegnalazione del Centro Studi Federici

Polizia Municipale a ‘scuola’ di antirazzismo. Seminari sul tema della società multiculturale con docenti musulmani e sinti
 
Un corso di formazione antirazzista per i vigili urbani di Bologna. E’ l’incarico affidato dal Comune all’associazione Eos, che per un anno si occuperà di laboratori e seminari per dirigenti e funzionari della Polizia municipale, sul tema delle differenze e della società multiculturale. Tra i docenti anche il presidente dell’Ucoii e della Comunità islamica bolognese, Yassine Lafram, e il numero uno dell’associazione sinti italiani di Bologna, Luigi Chiesi, insieme a Marina Pirazzi, fondatrice di Eos. Il progetto costerà poco meno di 5.000 euro. 
 
Nel Piano locale contro le discriminazioni, il Comune di Bologna aveva previsto “specifiche attività di formazione rivolte al personale sul tema delle differenze e della società multiculturale” quindi “sviluppare un progetto di formazione rivolto al personale di Polizia municipale, riguardante l’organizzazione dei servizi di polizia locale all’interno di una società transculturale”.

Continua a leggere

1 2