Le piaghe della globalizzazione e la cura possibile
EDITORIALE
di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2024/12/29/le-piaghe-della-globalizzazione-e-la-cura-possibile/
SE SAN TOMMASO METTESSE D’ACCORDO IL PROF. TREMONTI E PAPA PIO IX
“La storia ci ha fatti molto complessi, ma è proprio la storia che ci dà speranza. In fondo, possiamo notare che la nostra decadenza è iniziata un millennio e mezzo fa, con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. (…) Se lo vogliamo possiamo ancora recuperare. E possiamo farlo, soprattutto sulla base di condizioni di impegno che si possono riassumere in due sole ma essenziali parole: verità e serietà”.
Così si esprime il Prof. Giulio Tremonti, nel suo “Globalizzazione. Le piaghe e la cura possibile” (Ed. Solferino, Milano 2022) che vede due soluzioni alle crisi contemporanee: “mettere a punto una cura che freni il dominio assoluto del mercato e recuperare le risorse e i valori di fondo della nostra comunità”.
Il docente, già Ministro dell’Economia, conclude, sostenendo che “il pensiero e le politiche dominanti si sviluppano in opposta direzione”, rispetto alle sue idee in campo finanziario e politico. La scrittrice franco-belga Marguerite Yourcenar, in “Memorie di Adriano” (1953), scriveva, forse meno rassegnata, che “sopravviveranno le catastrofi e le rovine, trionferà il caos, ma di tanto in tanto verrà anche l’ordine” e il Prof. Tremonti la ricorda, come a volerla prendere ad esempio.
La formula su cui ancora nel 2011 si basava una una riforma in discussione al Parlamento, che non ebbe esito, era quella dell’emissione di titoli pubblici a lunghissima scadenza, con rendimenti modesti, ma sicuri e fissi, garantiti dal sottostante patrimonio della Repubblica (per cui si può e si deve introdurre un regime speciale, anche urbanistico), titoli assistiti da questo diktat: “Esenti da ogni imposta, presente o futura”.
Tremonti, evidentemente, aggiunge che questa è “l’alternativa rispetto all’imposta patrimoniale, rispetto alla Troika, rispetto alle perdite in linea capitale”. Nel libro, il Prof. Tremonti parla anche della possibilità di battere nuova moneta, chiedendosi quanti italiani la riconoscerebbero e chi potrebbe firmare le banconote.
Per il Prof. Tremonti va rigettata la teoria del “debito buono”, presentata da Mario Draghi sul Financial Times del 25/03/2020. “E’ in ogni caso essenziale che tutti insieme – chiosa Tremonti – ora più che mai, si abbia una proiezione patriottica, comunitaria e sociale”, che vada a ridurre il debito pubblico, in favore dei servizi e del welfare.
La prima legge Tremonti del 1994 detassava chi investiva e chi assumeva. In parte, l’attuale governo ha ripreso questo principio, pur non avendo le risorse per potenziarlo, anche a sostegno dei rimpatri industriali all’estero.
Un’altra proposta, formulata su “Le Monde” del 12/9/2001 dal Prof. Tremonti era quella di favorire che gli esercizi commerciali si convenzionassero con una rete di volontariato o di solidarietà attiva in Africa, ottenendo, in cambio, la rinuncia a una quota della sua IVA sugli acquisti da parte dell’Unione Europea. L’Italia lanciò l’idea, ma fu subito respinta dalla UE. Oggi, più che mai, sarebbe utile, magari anche sul piano migratorio.
Sul piano cattolico, Vittorio Messori, nel suo testo “Pensare la storia” (Ed. Paoline, Milano 1982) dedica un capitolo al “Syllabus”, messo da Papa Pio IX come appendice all’Enciclica “Quanta Cura” del 1864, ma talmente preciso da essere sempre attuale.
Si tratta dell’ “elenco dei principali errori dell’età nostra”, che imbarazza non pochi sedicenti credenti, oppure crea orrore e sarcasmo nei laicisti, che lo additano come esempio della “cecità oscurantista” della Chiesa.
Ma – come osserva acutamente Messori – al quarto paragrafo, il Sillabo condanna: Socialismus, Communismus, Societates Secretae, Societates Biblicae, Societates Clerico-Liberales.
Socialismo e comunismo sono definiti solennemente dal Santo Padre Pio IX come “pestilenze dell’umanità”. Messori, poi, racconta di un episodio accadutogli in un servizio televisivo di sandinisti, i marxisti del Nicaragua, sconfitti dal “pueblo”. Notò frati e suore cantare l’Internazionale e salutarsi col pugno chiuso.
Forse pochi sanno che quel gesto era il simbolo di Prometeo, ben conosciuto dalla cultura classica, poiché significava l’uomo che si ribellava agli dèi. La civiltà greco-romana guardava a quel segno con orrore, come a una bestemmia. Al pugno levato in alto, per sfidare Dio, veniva contrapposto dai religiosi il pugno chiuso rivolto verso il basso, a minacciare gli Inferi. Segno distintivo del cristiano era, altresì, levare le mani aperte verso l’alto, disponibili ad accogliere lo Spirito e la volontà divina, come si nota già in molti affreschi catacombali.
Per quanto siano diversi ed eterogenei il Prof. Tremonti e il dott. Messori hanno qualcosa in comune, per chi scrive: un’attenzione particolare per il bene comune. Chiaramente non sempre si può concordare con le loro affermazioni, ma riconoscere una certa onestà intellettuale ad entrambi mi sembrerebbe una cosa giusta.
Probabilmente sarebbero d’accordo sul concetto di “Tolleranza”, così come proposto da S. Tommaso d’Aquino: “Essa è fondata sul bene comune della Società. Ci si astiene dall’opposizione alla legge ingiusta, perché si prevede che essa danneggerebbe più severamente il bene comune che non la tolleranza della legge ingiusta. In breve la si tollera, solo per non peggiorare la situazione; come quando si ha il mal di denti, ma vi è un’infezione, si è costretti a tollerare il dente malato, sino a che l’infezione non sia stata debellata da antibiotici, e solo allora si potrà estrarre il dente cariato”. (Sintesi di Filosofia della Politica, pag. 84, Ed. Effedieffe, 2018).