“Dio, Verona e Famiglia”, è qui la roccaforte identitaria
La mozione di censura a Zelger si trasforma in un blando contentino alle minoranze per poter tornare a parlare di cose serie che riguardino i problemi di Verona
di Lucia Rezzonico
A Verona, le minoranze registrano una fragorosa sconfitta anche nel corso del Consiglio Comunale di ieri sera, che avrebbe dovuto votare all’unanimità una mozione di censura per le parole, definite “omofobe” del leghista Alberto Zelger, cattolico conservatore, rilasciate alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”.
Non solo il documento è stato ritirato, ma dopo ben due ore di discussione tra i capigruppo, seguite ad una tranquillissima dichiarazione dell’interessato, che ha chiesto scusa se qualcuno si è sentito offeso dalle sue parole perché non era sua intenzione quella di offendere, senza ritrattare nulla di quanto affermato e chiedendo che la mozione di censura fosse ritirata. Cosa che è persino avvenuta.
E’ passato, senza la presenza in aula del Sindaco Federico Sboarina, dello stesso Alberto Zelger e di Andrea Bacciga, un “documentino di compromesso”, di cui già domani tutti si saranno dimenticati. Pareva una sorta di atto dovuto per salvare la faccia, dopo improvvide dichiarazioni, soprattutto da parte di alcuni consiglieri/e di maggioranza, che forse non hanno letto bene l’indirizzo etico della stessa o forse si son fatti/e prendere dal panico della gogna mediatica ma che di certo non possono credere che 50 omosessuali lasciati soli sull’isolotto del Trimelon ( in mezzo al lago di Garda) potrebbero tornare, dopo qualche anno, con prole propria… Continua a leggere