Il vaccino è il paravento della nuova normalità
L’EDITORIALE DEL LUNEDI
di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/01/10/il-vaccino-e-il-paravento-della-nuova-normalita/
IL SISTEMA HA DIVISO GLI ITALIANI
Il Sistema ha diviso gli italiani tra sì vax (la maggioranza) e no vax (la minoranza). E’ un’abitudine piuttosto consolidata, quella di costruire a tavolino il “divide et impera” sulle spalle del popolo. L’abbiamo vista chiaramente nel periodo risorgimentale, in cui il Sistema ha imposto il suo modello di unità nazionale dividendo, nel sangue, legittimisti e rivoluzionari. L’abbiamo visto nel periodo della guerra civile 1943-45 in cui il potere divise, sempre nel sangue, gli stessi connazionali tra fascisti ed antifascisti. Categorie che, sempre i servi del Sistema tirano fuori ancor oggi, alla bisogna, per demonizzare gli avversari. Denominatori comuni: il sangue e l’odio. Ieri come oggi. Con l’unica differenza che, oggi, il sangue non viene sparso, ma inoculato.
Il Sistema è furbo, è retto da persone di mondo, gente dell’alta finanza, cinica e spregiudicata, forse con un’intelligenza superiore alla media, che studia i comportamenti umani, le sue evoluzioni e involuzioni, i suoi appetiti, desideri, tendenze, poi li pilota e li dirige, a seconda delle sue necessità, in una parvenza di democrazia. Bella la trovata della democrazia moderna, cioè la dittatura della maggioranza, accuratamente lobotomizzata dal Sistema comunicativo, come se fossero i numeri a fare la Verità!
Se nel XIX secolo il paravento era instillare nel popolo una sete di emancipazione o libertà (che, in realtà, apparteneva solo ai burattinai del Sistema ed a coloro che si fecero abbindolare dalla sua martellante propaganda) la quale nascondeva la necessità dell’élite massonico-liberale di attaccare la monarchia e colpire la Chiesa, gettando democraticamente il Papa nel Tevere; se, nel XX secolo, il paravento era identico, e nascondeva la volontà di farla finita con il regime autoritario che ebbe la grave colpa di risolvere la questione romana, “ridando Dio all’Italia e l’Italia a Dio” (come disse S.S. Pio XI, dopo la firma dei Patti Lateranensi del 1929) oggi il paravento è costituito dal vaccino, che donerebbe una libertà salvifica, stabilendo il primato idolatrico dello scientismo e, mentre tutti si concentrano su di esso, dividendosi sul colore del paravento, sembrerebbe che pochi si accorgessero che il Sistema ci ha già detto due cose molto importanti: che “nulla sarà più come prima” e che dobbiamo prepararci ad una “nuova normalità”. Inquietante, tanto da dover richiede l’obbligo morale di concentrarsi sull’essenziale e non sui contorni.
A tal proposito, sovviene una frase di grande attualità del grande G.K. Chesterton: “la vaccinazione, nei suoi cento anni di sperimentazione, è stata contestata quasi quanto il battesimo nei suoi circa duemila anni. Ma sembra abbastanza naturale per i nostri politici imporre la vaccinazione, quanto invece sembra loro una follia imporre il battesimo” (“Eugenetics and Other Evils”, cap. VII, 1922).
Vien da chiedersi, dunque, se sia più intelligente e produttivo, rispetto alle imposizioni di un Sistema che non vuole il nostro bene, ma fare solo i suoi interessi, tramite una massa di servi più o meno inconsapevoli, focalizzare le proprie energie sul paravento, ovvero la questione vaccinale, oppure sullo studio e la preparazione nei confronti dei nuovi modelli di vita che ci aspettano. L’ha scritto, recentemente, anche Francesco Giubilei, trovando pochi ma determinati consensi.
A cosa mira una campagna vaccinale che ha dimostrato tutte le sue falle, tanto che persino Marco Travaglio, nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano del 7.01.2021 ha scritto: “…posto che i precedenti 4 decreti anti-Covid in un mese, tutti basati sull’equazione “vaccinati = sani, non vaccinati = malati”, dovevano ridurre i contagi, i ricoveri e i morti, che invece, si sono moltiplicati, possiamo immaginare gli effetti del quinto, che corre dietro ai soliti No Vax (ormai meno del 10%) anziché far qualcosa per i 18 milioni di Sì Vax senza terza dose?” Potremmo pensare che lo scopo sia quello di mantenere ben aperto il paravento, nella confusione generale, per poter costruire, nei tempi che ci vorranno, quella “nuova normalità” che hanno detto di volerci imporre.
In che cosa consiste? Per ora, abbiamo menzione di una “transizione green”, che dovrebbe costruire l’ecologismo di Stato: energie rinnovabili, smaltimento della plastica, auto elettriche, alta velocità ecc.; progressiva digitalizzazione di ogni processo, con tracciamento delle abitudini di ciascuno per il duplice scopo di individuare con precisione i giusti prodotti da vendere a chi effettivamente ne è interessato e di controllo sociale sui comportamenti di ognuno sul piano bancario, fiscale, assicurativo, politico, religioso ecc.
Nella nuova normalità, assolutamente multietnica, dovremmo immaginarci di vivere in un condominio fatto, sostanzialmente, con materiale rigorosamente eco-sostenibile, all’avanguardia sul piano informatico e telematico, nonché tracciato da una centrale operativa controllata dallo Stato o da enti delegati. Tutti gli abitanti saranno muniti di una nuova carta d’identità, che sarà l’ Ultra Green Pass, che diventerà verde solo se ogni obbligazione del Sistema li considererà virtuosi, secondo i parametri di obbedienza. Lentamente, la moneta sarà sostituita da una card, fatta di numeri virtuali. Tutte cose che ci hanno già detto e ripetuto. Non invento nulla, anche perché ho sempre avuto repulsione per il complottismo, da tomista, convinto realista.
I cattolici non ancora secolarizzati troveranno impossibile essere accettati da una società completamente liberal, che esclude il peccato e la morale, derubricandoli come credenze medievali superate, perché in contrasto con l’uguaglianza e la fratellanza universale. La Pietra angolare sarà, umanamente, raddrizzata. Così come l’assistenza alla Messa di sempre verrà considerata progressivamente come un attentato alla parificazione di tutti i credi ed all’obbligatoria accettazione della grande religione universale, senza dogmi e così fluida da essere fatta per coccolare i capricci di ciascuno.
La nuova normalità sarà la ghigliottina per i patrioti e gli identitari, soprattutto per coloro che vogliono vivere, senza compromessi, la fede cattolica. La nuova normalità sarà la vittoria, de iure, del globalismo assolutista sulla tradizione, declinata in ogni sua forma. Vien da chiedersi se non siano tempi maturi per prepararsi agli effetti di questa IV rivoluzione industriale, più che perder tempo ad incaponirsi e dividersi sul paravento, costituito dal vaccino e dall’emergenza sanitaria. Il pericolo, alla portata, è l’esclusione dalla società dei dissidenti nei confronti del Pensiero Unico globale.
Recuperare la lungimiranza che caratterizzò i migliori pensatori cattolici, potrebbe essere utile alla Causa di Cristo Re e della Patria, ma dev’essere disinteressata al lucro ed all’ irrefrenabile desiderio di visibilità di troppi vanesi in cerca d’autore. Sarà una lotta per uomini e donne puri di cuore, scaltri come serpenti, non per tutti. Una lotta di sopravvivenza alla pandemia globalista che si concluderà, non si sa quando, ma col “non praevalebunt”, quindi con la vittoria dell’attuale minoranza creativa, perché così ha promesso Gesù Cristo, luce del mondo, unica Via, Verità e Vita.
Come cambierà la democrazia dopo il Covid
di Corrado Ocone
L’OCCIDENTE INVIDIA IL MODELLO CINESE? LE CONSEGUENZE POLITICHE DELLA PANDEMIA
Abituati a vivere la quotidianità pandemica, e immersi nelle polemiche sui vaccini e il green pass, poco riflettiamo sulle conseguenze storico-politiche di più ampia durata delle politiche di contrasto messe in opera, indipendentemente da come le si possa giudicare. In questo senso, si può veramente dire che Covid-19 abbia accelerato dei processi in corso già da un po’ di tempo, almeno dalla crisi finanziaria del 2007-8.
Il sistema occidentale in crisi
Con l’efficacia che può essere di un titolo di copertina, è The Economist a parlare questa settimana di The triumph of big government e a chiedersi quale dovrebbe essere, di fronte a una così forte espansione dello Stato, la risposta del liberalismo classico. In effetti, quello che non si dice, o che viene semplicemente occultato, è che un sistema basato quasi esclusivamente sula spesa pubblica, e quindi su una forte tassazione, non può reggere a lungo. Non solo per motivi economici, ma anche culturali. Quello che non può reggere, più propriamente, è il complicato sistema delle libertà istituzionali e costituzionali che l’Occidente ha costruito nei secoli e decenni scorsi, e soprattutto quella sana e caotica anarchia della società civile che ha permesso di liberare energie e spiriti vitali che alla fine ci hanno garantito, e ancora ci garantiscono, una rispettabile qualità della vita.
La Cina, il modello alternativo
La qualità della democrazia liberale è qualcosa che ci deve stare a cuore se teniamo alla qualità delle nostre vite. Inutile dire che il convitato di pietra, in questo mio discorso, è la Cina, che da partner commerciale strategico dell’Occidente quale era stato nei primi anni della globalizzazione (che hanno coinciso con la sua escalation come potenza globale) è diventato, almeno per l’America (e qui Trump o Biden fa poca differenza), un temibile avversario politico di sistema, cioè con modello alternativo di politica e vita civile del tutto poco rispettoso delle libertà personali.
Per mesi, osserva il settimanale inglese, mente la vaccinazione in Europa procedeva molto lentamente, “la Cina ha potuto celebrare la sua risposta al virus come una vittoria del modello dello Stato forte”. È emersa perciò, anche nelle nostre democrazie, una sorta di volontà di emulazione, che ovviamente si è realizzato in forme edulcorate e più controllate. Stessa però l’impostazione del problema: “la strategia dello zero-covid ha esemplificato l’inflessibilità di un potere centralizzato e incontrollato”.
La nuova “dittatura preventiva”
Che l’Occidente invidi sotto sotto il modello cinese? Questa domanda se la poneva ieri Le Figaro nel recensire il libro appena uscito di un ex diplomatico. L’Occidente ha invidia e paura al tempo stesso della Cina, spiegava l’articolista, non certo per la repressione degli Uiguri (certamente esecrabile) ma per la strana mescolanza che lì sembra essersi realizzata “fra la prosperità organizzata del capitalismo cinese, che garantisce una forma di armonia sociale, e una ‘dittatura preventiva’, fondata sul controllo sociale dei dati, che rende obsoleta la “dittatura repressiva” del XX secolo”. La Cina, sulla lunga scorta di un confucianesimo ben integratosi con il marxismo e il progresso tecnico-informatico, sembra quasi proporci un nuovo equilibrio fra benessere individuale e benessere collettivo. “Il successo cinese, senza che noi osiamo ammetterlo, diventa la tentazione dell’Occidente”. Il discorso, a ben vedere, è sempre quello di Tocqueville: un individuo atomizzato e alla ricerca di piaceri effimeri è ben disposto a svendere la sua libertà a un sistema che lo protegge e lo rassicura dalla culla alla bara.
Devo dire la verità: il dibattito su no vax e no pass non mi appassiona più di tanto, soprattutto quando è urlato, fazioso, piazzaiolo, violento. Né mi sembra intelligente la retorica del “noi” contro “loro”, ove il loro che vorrebbe controllarci e sottometterci non si sa bene chi sia. E, pur avendo non pochi dubbi sul green pass, credo che la sua introduzione, in quanto legge di uno Stato democratico come il nostro, vada assolutamente rispettata. Porsi però anche in Italia, con la postura giusta e nelle sedi giuste, queste questioni di fondo, che la stampa e il dibattito esteri non occultano, credo sia importante e “salutare” (tanto per restare in tema).
Corrado Ocone, 21 novembre 2021 https://www.nicolaporro.it/come-cambiera-la-democrazia-dopo-il-covid/
Trieste: prevalgono ragionevolezza e saggezza
Alla fine, hanno prevalso la ragionevolezza, la consapevolezza e la saggezza. E’ evidente la buona fede dei portuali di Trieste, oltre l’ingenuità di molti altri. Soprattutto, oltre la volontà di apparire o di manifestare a tutti i costi, se le condizioni per un buon risultato non ci sono. (a lato, il comunicato del Coordinamento 15 ottobre)
Il Sig. Puzzer merita un plauso per la determinazione ed il coraggio dimostrati, comunque la si pensi sulla questione del Green Pass. Ha guidato una protesta civile profondamente efficace, perché il blocco del lavoro, ovvero lo sciopero dei trasportatori, se protratto ad oltranza avrebbe costretto il Governo a trattare qualcosa di importante, per tutti gli italiani, perché il rischio della mancanza di approvvigionamenti avrebbe bloccato il Paese. Lui ci ha provato, forse credendo in un effetto domino di altre categorie di lavoratori, che, però, non c’è stato. La realtà è che alla maggioranza della popolazione sta bene il green pass, perché lo ritiene uno strumento utile alla sua sicurezza sanitaria. Anche se a migliaia di persone, lavoratori o meno, non va giù per motivazioni ragionevoli e ad altri per motivazioni fantasiose o addirittura deliranti, le piazze piene non sono il popolo. Il popolo è corso in massa a vaccinarsi; una parte di esso si è sentita costretta a farlo per poter tornare a una parvenza di normalità. Il dato è che l’85% degli italiani si è vaccinato con due dosi. Il gen. Figliuolo ipotizza che entro Natale si possa raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, col 90% della popolazione vaccinata completamente.
Chi ha una formazione classica o tomista sa distinguere molto bene la realtà da ciò che vorrebbe che essa fosse. L’uomo che si costruisce una sua realtà parallela è un alienato. L’uomo che costruisce la realtà, al di là dei dati fattuali, segue, forse inconsciamente, la stessa mens di chi vorrebbe imporre delle situazioni a fronte di una realtà artificiale.
Il Sig. Puzzer sarà stato certamente minacciato, avrà subito pressioni incredibili, ma nella scelta di annullare il corteo e poi il presidio a Trieste, ha dimostrato di sentire il peso della responsabilità ed ha ben compreso, col buon senso, i giochetti che il Sistema gli stava preparando per inasprire la repressione. Ed ha fatto bene il suo dovere, ottenendo comunque (unico tra i vari manifestanti dei precedenti mesi) un importante incontro con i rappresentanti del governo. A parlare con lui ed a consigliarlo, assieme ad altri lavoratori e lavoratrici, c’era anche l’Avv. Gianfranco Amato, che, a differenza dei parolai e scribacchini che si spacciano per “anti-Sistema”, essendo, con consapevolezza o meno, in realtà, funzionali alla repressione di Stato, ci ha messo la faccia in prima linea, giorno e notte. Un importante aiuto concreto ad una lotta che, vista la contingenza, continuerà con metodi differenti per raggiungere uno scopo, che è, per queste persone, il bene comune, non certo la visibilità personale o il lucro.
La denuncia di Vox: come in un sistema totalitario vogliono estendere l’ideologia omosessualista
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Matteo Orlando
“Vogliono imporre ai nostri figli un’educazione sessuale ideologica e settaria”. È questo l’allarme lanciato dalla deputata di VOX, il partito di destra spagnolo, Georgina Trías.
La Trías ha spiegato attraverso un appassionato discorso tenuto davanti al Congresso, i motivi per i quali il suo gruppo parlamentare ha presentato un emendamento all’intera legge Celaá, quelle norme sull’educazione, volute dal governo social-comunista spagnolo, per estendere quanto più possibile l’ideologia gender nella società, peraltro già sconquassata, spagnola.
La Trías ha avvertito che il progetto del governo delle sinistre mette in pericolo l’educazione dei bambini spagnoli. “La comunità educativa teme che oltre 8 milioni e mezzo di bambini e ragazzi spagnoli non frequentino la loro scuola da tre mesi e che, nel mezzo dell’estate, siano trascorsi sei mesi senza entrare nei centri. E voi vi preoccupate più di imporre il vostro programma ideologico che di risolvere i problemi reali della comunità educativa. In diverse città spagnole ci sono concentrazioni di cittadini per protestare contro l’elaborazione di questa legge”.
La portavoce di VOX ha affermato che nello Stato spagnolo prevalgono la neutralità e il principio del secolarismo positivo, e non la secolarizzazione promossa dal governo. “Vogliono imporre ai nostri figli, sin da piccoli, una presunta educazione sessuale, che invece è ideologica e settaria. E vogliono farlo in modo organizzato e curriculare, come si addice ad un buon sistema totalitario, con guide oscene che sono già state implementate in numerose comunità autonome”.
Nel suo intervento, di una dozzina di minuti, Georgina Trías ha spiegato i dieci motivi per cui Vox dice di no alla legge omosessualista Celaá. Continua a leggere
Sistema Sicilia. Proiettili a colazione e dossieraggi a cena
Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
Sistema Sicilia, proiettile per Fava. Crocetta non si fa ascoltare

Attenzione per la prima volta al via Grande fratello fiscale
Segnalazione di Antonio Amorosi
Tasse, al via Grande fratello fiscale Per le società, per i C/c di persone…
I VERI MOTIVI DELLA TRAGEDIA. Lo sporco sistema dei ribassi
Dalle notizie pervenute, i nostri militanti e simpatizzanti genovesi sono illesi. Ci uniamo al cordoglio dei familiari delle vittime e dedichiamo una prece in suffragio di tutte loro.
Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
Genova. Lo sporco sistema dei ribassi. Ecco perché è crollato il ponte Morandi. Insider
Coopsette, il lento declino del colosso rosso, di un sistema
Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
Coopsette Reggio Emilia, il lento declino della coop rossa in liquidazione