AMIA Verona: Esposto dell’Avv. Luigi Bellazzi al Sindaco Tommasi
dell’Avv. Luigi Bellazzi – VERONA
Mi è gradito farvi conoscere il mio Esposto indirizzato alle Autorità cittadine sulla pluriennale illegalità operativa di Amia: il linguaggio è tecnico e, dunque, lontano da quello stile che dovrebbe far sollevare l’indignazione e far gridare “Vergogna!!!”.
Vergogna per tutte le Amministrazioni di Destra come di Sinistra che in questi ultimi decenni hanno rubato , rubano e di questo passo, continueranno a rubare, sperperando denaro pubblico per appaltare lavori inutili ad imprese legate alla Sinistra (Lega delle Cooperative), così come alla Destra (Mazzi), imprese che in realtà sono cadaveri viventi.
Ma, fatto ancora più allarmante, per chi oltre ai principi etici guarda alla realtà più concreta, spese, bilanci, insomma ai soldi sperperati.
Non ho dubbi: sono spese folli che porteranno il bilancio della Città al fallimento. Sto esagerando? Prima di rispondere permettetemi di segnalarvi queste cifre a spanne:
Amia costa 15 milioni di euri per acquisirla dal gruppo AGSM AIM; altri 60 milioni in 5 anni serviranno per ricapitalizzare la Nuova Amia, la Filovia/ Rubovia costa al Comune al momento 46 milioni,(a cui si dovranno aggiungere tutti gli interventi di contorno) senza tener conto delle spese di gestione.
È vergognoso sottolineare che per la “Rubovia” 90 milioni di euri li tira fuori lo Stato( siamo sempre noi, noi italiani, mica i marziani…), ragion per cui questa Amministrazione sperpera complessivamente non meno di 121 milioni ( 15+60+ 46) di Euri.
Quale l’alternativa? È presto detto: Amia potrebbe essere affidata ai privati, per i danni della Filovia/Rubovia dovrebbe essere chiamati a risarcirli tutti gli amministratori che l’hanno pervicacemente voluta, nonostante l’inutilità e i costi stratosferici.
Ricordiamoci anche che il danno nei confronti di noi cittadini è doppio: infatti sperperare 121 milioni significa che non avremo soldi per gli asili nido, per anziani non autosufficienti , per i disabili. Tutti questo per me è delinquenza politica… nel significato etimologico latino: de liquere, venir gravemente meno ai propri doveri.
Con questo spirito e tutta la mia e la vostra indignazione,vi auguro buona lettura,
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Al Sindaco del Comune di Verona
Damiano Tommasi
Ai Consiglieri comunali di Verona
Segretario generale del Comune di Verona
dott. Luciano Gobbi
Sindaco di Vicenza
Giacomo Possamai
Segretario generale del Comune di Vicenza
dott.ssa Stefania Di Cindio
Ai Consiglieri comunali di Vicenza
E p.c. Presidente del Gruppo Agsm-Aim Spa
Federico Testa
Presidente di Amia Verona Spa
Bruno Tacchella
Procura Regionale Veneta della Corte dei Conti
Presidente dell’ANAC
Egregio Sindaco,
nei giorni scorsi la stampa locale ha dato notizia di un «rallentamento» nel processo che dovrebbe portare alla creazione della «nuova» Amia «in house» del Comune di Verona, finalizzata a legittimare la gestione in via diretta e senza gara del servizio rifiuti e della manutenzione del verde pubblico.
La stampa ha riferito che la nuova Amia (AmiaVr, di proprietà del Comune di Verona) dovrebbe acquistare tutte le quote societarie di Amia Verona Spa al costo di 15 milioni di euro, ma l’operazione è stata rinviata sine die perché i consiglieri di minoranza vicentini di Agsm-Aim Spa (di centrodestra, a differenza del sindaco, che è di centrosinistra) avrebbero messo in dubbio la valutazione societaria chiedendo nuove, ulteriori garanzie.
Con il presente esposto intendo documentare che un siffatto rinvio non è frutto di un banale disguido o ritardo procedurale, ma si configura quale condotta omissiva illegittima foriera di un danno erariale certo, attuale, concreto e determinabile a carico del Comune di Verona.
A fondamento di tale assunto espongo le seguenti considerazioni, dalle quali emerge che il Comune ha abusato dello strumento societario utilizzando Amia Verona Spa in aperto contrasto non solo con la vigente normativa in materia, ma anche con i più elementari principi di buon governo e di sana gestione della cosa pubblica.
Con un processo di fusione per incorporazione attuato nell’anno 2012 il Comune ha conferito Amia Verona Spa in Agsm Verona Spa, e per effetto di tale operazione è venuto meno il rapporto di delegazione interorganica tra Amia e la Pa, il quale costituisce il presupposto di legittimità per la gestione dei servizi pubblici locali in via diretta e senza gara.
Nonostante la perdita della qualifica di società pubblica articolazione organizzativa della Pa, Amia Verona Spa dal 2012 fino ad oggi è rimasta (incredibilmente) concessionaria diretta del servizio rifiuti e della manutenzione del verde pubblico nel territorio comunale, in aperto contrasto con la normativa in materia (art. 16 del Tusp, art. 5 del dlgs 50/2016, ecc.).
Soggiungo, al riguardo, che l’affidamento diretto di servizi pubblici senza gara, oltre a risultare lesivo dei principi nazionali e comunitari in tema di mercato e di libera concorrenza, è foriero di un danno erariale pari alla differenza tra il maggior costo sostenuto dal Comune per oltre 10 anni (dal 2012, appunto), rispetto al costo che l’Ente locale avrebbe sostenuto dando corso una gara pubblica per l’affidamento dei servizi in ottemperanza alle vigenti disposizioni di legge in materia.
D’altra parte, è fuori discussione che Amia Verona Spa – da sempre società in mano pubblica – sia un’azienda fuori mercato, operante secondo condizioni economiche tutt’altro che competitive e concorrenziali.
La stessa Corte dei Conti nelle relazioni annuali in materia ha ripetutamente contestato con durezza le pessime prestazioni economiche delle società pubbliche, definendole, di fatto, le peggiori imprese del tessuto produttivo italiano.
In poche parole, le società pubbliche al 100 per cento, per quanto beneficiarie di affidamenti in regime di monopolio sono quelle meno efficienti, con maggiori perdite, più sbilanciate verso il debito e meno in grado di usare le tecnologie laddove queste possano supplire all’impiego di risorse umane.
È il caso di ricordare che la giurisprudenza contabile ha più volte chiarito che la nozione “danno da concorrenza” ricomprende tanto il nocumento subito dall’amministrazione per non aver conseguito il risparmio di spesa che sarebbe stato possibile ottenere mediante il confronto in gara tra più offerte (“danno alla concorrenza in senso stretto”: cfr. ex multis Sez. II Centr. App. 20 aprile 2011 n. 198), quanto quello corrispondente all’esborso dell’intero corrispettivo pagato all’impresa, al netto dell’utiliter datum, in esecuzione di un contratto nullo per violazione delle norme imperative (“danno alla concorrenza in senso ampio” o “atecnico”).
La circostanza che la Corte dei Conti, Sezione giurisdizionale e di controllo del Veneto, e l’Anac – benché a suo tempo informate dallo scrivente della gestione illegittima dei servizi locali da parte del Comune di Verona – non siano finora intervenute presso l’Ente locale per porre un argine agli sprechi pubblici e ripristinare la legalità violata, non può certo costituire un “lasciapassare” al Comune di Verona per violare la legge con impunità.
Eppure a fronte della situazione deteriorata sopra descritta il Comune ha ulteriormente peggiorato lo stato delle cose grazie alla fusione per incorporazione di AIM Vicenza Spa in AGSM Verona Spa, con la costituzione dal 1° gennaio 2021 del gruppo AGSM – AIM Spa a capitale interamente pubblico, partecipato dal Comune di Verona con la quota del 61,2 % e dal Comune di Vicenza con la quota del 38,8%.
Va considerato, sul punto, che negli anni 2017 e 2018 AIM Vicenza Spa ha dato corso all’emissione di un prestito obbligazionario mediante quotazione presso il mercato regolamentato della Borsa di Dublino, con la conseguenza che – in base alla disposizione transitoria ex art. 26, comma 5, del dlgs n. 175/2016 – AIM Spa ha potuto acquisire lo status di “società quotata”, trasmettendo (chissà come) questo status all’intero gruppo intersocietario neocostituito.
In seguito alla fusione, la pagina relativa all’”Amministrazione trasparente” del nuovo gruppo AGSM-AIM Spa ha subito un totale cambiamento rispetto al corrispondente regime in vigore per società a controllo pubblico non quotate.
Oggi il sito del gruppo reca il seguente messaggio:
“A seguito dell’operazione di fusione per incorporazione, dal 1° gennaio 2021 la Capogruppo AGSM AIM S.p.A. ha conseguito lo status di “società quotata” ed è, pertanto, sottoposta alla normativa di disclosure applicabile alle società emittenti strumenti finanziari”.
Dopo il messaggio, le informazioni relative alla gestione sociale sono divenute parziali, lacunose o addirittura inesistenti, lasciando intendere che una società “quotata” non sarebbe tenuta all’osservanza degli obblighi di trasparenza, ma deve solo preoccuparsi di evitare la divulgazione di dati potenzialmente dannosa, per l’influenza sull’andamento del titolo e gli effetti nocivi sulla quotazione e/o sul rating della società.
Per effetto della suddetta fusione AMIA Verona Spa – già teatro di infiltrazioni mafiose e losche manovre tuttora al vaglio della magistratura penale* – da un lato è stata sottratta al regime di trasparenza in vigore per le società in controllo pubblico, ma dall’altro non ha cessato di operare come società pubblica (grazie alla collusione dell’Ente affidante) continuando a gestire senza gara servizi pubblici di utilità generale sul territorio, come se fosse ancor oggi un’articolazione organizzativa della Pa.
Da ultimo, con un ritardo marchiano e paradossale il Comune di Verona ha tentato di sanare una situazione radicalmente illegittima con l’adozione della delibera consiliare n. 20 del 13 aprile 2022, con oggetto “Partecipate – provvedimenti in merito alla costituzione di una new.co per la gestione in house del servizio di igiene urbana e del servizio di manutenzione delle aree verdi”.
Il progetto di ristrutturazione societaria contenuto nella delibera puntava a ricondurre l’esercizio dei servizi pubblici di cui sopra alla gestione in via diretta e senza gara, attraverso un percorso a ostacoli estremamente complicato e macchinoso.
In sintesi, la delibera comunale di cui sopra prevede quanto segue.
- È decisa la costituzione immediata, da parte del Comune di Verona, di una New.Co (poi denominata AmiaVr) dotata di un capitale sociale di 1 milione di euro;
- tale società provvederà all’acquisizione del 100% della partecipazione in AMIA Verona S.p.A., dopo che questa sarà stata depurata dalle attività e dalle partecipazioni non necessarie allo svolgimento del servizio igiene ambientale e manutenzione del verde nel Comune di Verona;
- la “depurazione” di AMIA Verona Spa avrà luogo mediante scissione parziale e trasferimento del ramo d’azienda residuale ad altra società, costituita da AGSM AIM S.p.A. e mantenuta sotto il suo controllo.
Si tenga presente che:
– La società scissa AMIA Verona S.p.A. non si estinguerà, ma proseguirà i propri servizi senza la parte di attività/passività trasferite alla società beneficiaria;
– Una volta acquisito il 100% di AMIA Verona S.p.A. da parte della New.Co comunale (= AmiaVr), si procederà a una fusione inversa, attraverso cui la NewCo stessa confluirà in AMIA, la quale a sua volta dovrà adeguare lo Statuto per avere le caratteristiche di società in house providing;
– AMIA proseguirà la propria attività senza soluzione di continuità, e conseguentemente, senza la necessità di espletare procedure di carattere burocratico, consentendo altresì di evitare i relativi costi di trasferimento delle autorizzazioni e dei cespiti, stimati in quasi 1,5 milioni di euro;
– alla Società così ridefinita potranno essere affidati direttamente, con successivi provvedimenti motivati:
- a)da parte dell’Autorità di Bacino Verona Città i servizi di igiene ambientale;
- b)da parte del Comune di Verona la manutenzione del verde (fatto salvo il trascinamento di alcuni affidamenti in corso a favore di terzi, comunque nei limiti della quota inferiore al 20% consentita dalla normativa in materia di “in house providing”).
L’operazione consente di mantenere inalterata la quota di partecipazione del Comune di Verona in AGSM AIM S.p.A.
Al di là della complessità (ripeto: artificiosa e non giustificata) dell’operazione programmata, il vero nodo della questione sta nella mancanza di sostenibilità finanziaria per dare corso all’intervento deliberato.
È evidente che la neo-costituita New.Co comunale, con un capitale sociale di un milione di euro e senza la dotazione di ulteriori risorse (né di attività sociali remunerative) non potrà mai realizzare un investimento avente per oggetto l’acquisto di Amia Verona Spa.
E questo non solo per il fatto che, dopo la scissione, il patrimonio di Amia potrebbe assestarsi intorno a un valore di 15 milioni di euro, ma anche perché a tale valore aziendale dovrà aggiungersi un piano di investimenti che, secondo lo studio allegato alla delibera consiliare n. 20/2022, dovrebbe ammontare a circa 60 milioni di Euro nell’arco del periodo 2022-2036, ma soprattutto nei primi 4 esercizi (quasi 22 milioni di euro).
Si tratta di impegni finanziari impraticabili per una scatola vuota, qual è la neo-costituita New.Co comunale, inopinatamente designata quale soggetto acquirente.
A fronte di un siffatto disegno, perfino il prof. Stefano Pozzoli – il cui parere professionale è stato addotto a fondamento e giustificazione dell’intervento programmato – non ha potuto sottrarsi dall’osservare quanto segue:
“Risulta evidente, alla luce di quanto detto in merito agli investimenti, che i maggiori rischi per la NewCo nascono proprio sotto il profilo finanziario (…). Occorre rilevare che il livello molto modesto di capitalizzazione della NewCo, abbinato all’elevato fabbisogno finanziario determinato da necessità correnti e di investimento, rendono gli equilibri particolarmente delicati. È auspicabile, pertanto, che si proceda presto a una ricapitalizzazione della NewCo, e questo sia per evitare che il rischio di perdita, sempre possibile e comunque elevato nei primi esercizi di vita, sia quello di tensione finanziaria, creino difficoltà gestionali alla Società e comportino un rallentamento nel processo di investimento”.
Queste pesanti criticità (desunte dal provvedimento stesso che ha approvato il disegno di riorganizzazione societaria!) si commentano da sole, e spiegano perché la delibera consiliare n. 20/2022 non sia stata ancora eseguita con l’acquisto di Amia Verona Spa da parte della New.Co e con il risultato di ripristinare la gestione senza gara dei servizi pubblici locali interessati.
È singolare che il Documento unico di programmazione (DUP) per gli anni 2024-2027 approvato dal Comune di Verona con la delibera di Giunta n. 766 del 4 agosto 2023, nella Sezione strategica con orizzonte temporale di riferimento pari a quello del mandato amministrativo, veda ancora Amia Verona Spa (e non AmiaVr) titolare del servizio rifiuti e di manutenzione del verde pubblico sul territorio, e si limiti ad annotare meccanicamente che “AmiaVr S.p.A. è stata costituita in data 01/12/2022, con atto del Notaio Casalini (ns. P.G. n. 438251 del 01/12/2022). Una volta acquisito il 100% di AMIA Verona S.p.A. da parte della NewCo comunale, si procederà ad una fusione inversa, attraverso cui la stessa NewCo confluirà in AMIA, la quale a sua volta dovrà adeguare lo Statuto per avere le caratteristiche di società in house providing”.
Una pura annotazione di stile che non indica date certe, ma che rimanda ancora una volta a un futuro imprecisato il cambiamento della gestione che dovrebbe mettere in regola il Comune davanti alla legge.
Resta il fatto che nel frattempo:
- a)in ottemperanza alle indicazioni del piano industriale approvato con la suddetta delibera consiliare n. 20/2022, la tassa sui rifiuti 2023 ha subito un aumento complessivo del 4,68% su tutte le utenze; quelle domestiche costeranno il 3,65% in più rispetto al 2022, quelle non domestiche il 5,67% in più. L’aumento delle tariffe vale circa 1.600.000 euro, su un totale di 52.600.000 euro del costo del servizio;
- b)in esecuzione della delibera consiliare di cui sopra la New.Co è stata prontamente costituita, con dovizia di costi e risorse pubbliche (per consulenze, costi di funzionamento della società, perizie di stima, ecc.), senza che il disegno ideato dal Comune di Verona sia stato portato a compimento, dopo ormai più un anno e mezzo dalla sua approvazione.
Oltretutto, la neo-costituita Società comunale rientra tra quelle “società che risultano prive di dipendenti o hanno un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti” (art. 20, comma 2, lett. b) del Tusp) e tra quelle “che, nel triennio precedente, abbiano conseguito un fatturato medio non superiore a un milione di euro” (art. 20, comma 2, lett. d) del Tusp).
Di conseguenza, ove l’acquisto di Amia Verona Spa non dovesse aver luogo da parte della Newco entro l’anno corrente, in sede di piano di razionalizzazione da approvarsi a cura del Consiglio comunale entro il 31 dicembre 2023, la nuova società dovrebbe essere posta in liquidazione dall’ente socio, stante l’assenza dei requisiti di legittimità previsti dal Tusp per essere mantenuta tra le partecipazioni comunali.
Resta il fatto, come si è già detto e ripetuto mille volte, che Amia ha operato e sta operando da oltre un decennio contra legem, non avendo alcun titolo giuridico per beneficiare di affidamenti diretti da parte del Comune di Verona.
Al quadro di criticità sopra descritto debbono essere aggiunte ulteriori dolorose note.
Se è vero che oggigiorno i nodi vengono al pettine perché con la delibera consiliare dell’aprile 2022 il Comune di Verona ha escogitato il disegno della New.co al solo fine di retrocedere Amia Verona Spa al patrimonio comunale cercando di evitare (maldestramente) lo stanziamento delle risorse pubbliche occorrenti per dare corso all’operazione, è altrettanto vero che nel settembre 2023 – a distanza di poco più di un anno dal provvedimento di cui sopra – la situazione economica del Comune è precipitata nel baratro, rendendo ormai impossibile e inimmaginabile un intervento di soccorso finanziario a favore di AmiaVr per l’acquisto di Amia Verona Spa.
Questo perché con la sopraggiunta delibera consiliare n. 35 del 22 giugno 2023 il Comune ha approvato l’accordo di contribuzione tra l’Ente locale, Amt3 Spa e la Bei, nonché il nuovo piano economico finanziario per la realizzazione dell’infrastruttura.
In base al nuovo accordo, il Comune si è impegnato al versamento di un contributo a favore di Amt3 Spa pari a 46,653 milioni di euro articolato su un arco temporale di 20 anni, andando a gravare sulla spesa corrente.
Come ha scritto il responsabile finanziario nel parere allegato alla delibera di cui sopra, “gli importanti impegni assunti con la presente proposta di deliberazione renderanno oltremodo necessario mantenere sotto controllo negli anni futuri la spesa del Comune senza alcun incremento di servizi e semmai con una razionalizzazione degli stessi, in ragione anche delle attuali spinte inflazionistiche, oltre ad attuare politiche di ottimizzazione delle entrate”.
Tutto ciò significa, in parole povere, che le avventure di grandezza lanciate dal Comune andranno a falcidiare le risorse (già scarse e ridotte) destinate all’assistenza sociale, all’istruzione scolastica, alle mense, asili nido e a sostegno alle categorie più fragili della popolazione, tra cui in primis gli anziani, le famiglie numerose e/o indigenti, i disabili e i cittadini meno fortunati.
In questa strettoia in cui si è addentrata l’Amministrazione comunale, resta pur vero che la strategia avviata per la ristrutturazione dei servizi pubblici locali deve essere comunque portata a compimento, per evitare il danno erariale conseguente all’impiego di risorse che non siano state messe a frutto.
TUTTO CIÒ PREMESSO
LO SCRIVENTE DIFFIDA IL COMUNE DI VERONA
1) A ULTIMARE ENTRO IL 31.12.2023 L’ESECUZIONE DELLA DELIBERA CONSILIARE N. 20/2022 CON L’ACQUISTO DI AMIA VERONA SPA DA PARTE DI AMIAVR (NEW.CO) E LA MESSA IN ESERCIZIO DI QUEST’ULTIMA SOCIETÀ NEI TERMINI PREVISTI CON LA DELIBERA STESSA;
2) IN CASO CONTRARIO, A PORRE IN LIQUIDAZIONE AMIAVR (NEW.CO) CON IL PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE DA APPROVARSI ENTRO IL 31.12.2023;
3) DI RISERVARSI L’ADOZIONE DEI RIMEDI DI LEGGE IN CASO DI ULTERIORE INERZIA DA PARTE DEL COMUNE DI VERONA;
4) DI INVITARE SIN D’ORA LA CORTE DEI CONTI E L’ANAC AD ATTIVARE LE INDAGINI DEL CASO E MONITORARE L’OPERATO DELL’ENTE LOCALE, NELL’ESERCIZIO DELLE LORO RISPETTIVE COMPETENZE.
Resto in attesa di cortese sollecito riscontro in ordine a quanto sopra esposto, chiedendo fin d’ora al Comune di Verona di poter essere costantemente e periodicamente aggiornato al riguardo.
Distinti saluti.
luigi bellazzi( bellazzi.luigi@bellazzi.it)
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* È il caso di ricordare che recentemente la Corte d’Appello di Venezia ha confermato l’impianto accusatorio delineato dalla Direzione distrettuale Antimafia di Venezia in ordine alla c.d. operazione “Isola scaligera” e ha condannato l’ex Presidente di Amia Verona Spa per corruzione a una pena di 2 anni e 8 mesi.
Secondo i giudici, si tratta di un segnale che varie organizzazioni di stampo mafioso collegate all’ndrangheta calabrese si sono infiltrate nel circuito dell’economia e delle istituzioni locali, alimentando il malaffare con i reati di estorsione, truffa, riciclaggio, corruzione, turbativa d’asta, fatture false e traffico di droga.
Come ha anche riferito la Direzione investigativa antimafia nella relazione presentata al Parlamento in tema di fenomeni mafiosi del primo semestre 2022, la criminalità organizzata sembra aver messo radici anche nella provincia di Verona e nel Veneto, dove “la presenza delle organizzazioni criminali di tipo mafioso è stata evidenziata da numerose investigazioni, che hanno dimostrato come nel corso degli anni il territorio sia stato infiltrato da esponenti di ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra”.