Migranti Lampedusa, Elon Musk attacca George Soros

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di Androkons

 

Elon Musk attacca George Soros, accusando la fondazione del filantropo americano di “volere niente di meno della distruzione della civiltà occidentale”. Il commento del magnate, numero 1 di X, appare in un post del suo social in risposta al post di un utente sui massicci arrivi di migranti a Lampedusa, in cui si parla di “invasione guidata da George Soros”.

Soros viene spesso preso di mira nell’ambito di teorie complottiste antisemite per il suo sostegno ad organizzazioni della società civile di vari paesi. Musk è stato accusato da più parti di permettere la diffusione dell’antisemitismo su X, accuse che il miliardario ha sempre respinto, arrivando a minacciare di querela l’Antidemation League, storica associazione ebraica contro le discriminazioni. L’attacco di Musk a Soros, fa notare il Guardian, è partito alla vigilia dell’incontro che il patron della Tesla avrà oggi con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Secondo quanto scriveva nei giorni scorsi il Washington Post, l’incontro è stato organizzato anche per smentire le accuse di antisemitismo.

Articolo completo: Migranti Lampedusa, Elon Musk attacca George Soros (adnkronos.com)

Soros lascia l’Europa. Ma non è necessariamente un buon segnale…

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Segnalazione Corrispondenza Romana

di Mauro Faverzani

L’OSF-Open Society Foundations, fondata, voluta e guidata dal miliardario George Soros, saluta l’Europa. La sua ritirata dal Vecchio Continente è pressoché totale. Una vittoria, come molti hanno ritenuto forse un po’ troppo frettolosamente? Tutt’altro, in realtà rappresenta un’autentica sconfitta. Poiché la decisione sarebbe giunta dopo aver valutato come ormai la maggior parte dei governi e degli organismi istituzionali europei stia già seguendo politiche identiche a quelle sostenute dalla Fondazione e, oltre tutto, investendovi capitali più che adeguati. Inutile quindi insistere oltre, meglio spostare interessi e denaro dove ancora manchino. E questo a partire già dal prossimo anno.

A darne notizia sono state contemporaneamente diverse agenzie d’informazione, come la spagnola InfoCatólica, la francese Médias-Presse-Info e l’italiana LaPresse, nonché quotidiani come l’italiano Domani. I nuovi obiettivi geografici di Soros ancora non sarebbero noti, ma la strategia resterebbe la stessa: sostenere economicamente Ong, think-tank e lobby di vario tipo per promuovere ovunque aborto, gender, Lgbtq+, eutanasia ed, in generale, una visione ultraprogressista della società.

Del resto, l’interesse dei “padroni del mondo” verso le istituzioni più significative e rappresentative a livello planetario non deve sorprendere, non è né un mistero, né una novità: pochi mesi fa, per la precisione lo scorso 23 maggio, secondo quanto riferito sempre da Médias-Presse-Info, l’OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità ha firmato un rapporto di partnership con Fondazione Rockefeller, allo scopo di rafforzare, soprattutto – è stato detto – in termini di prevenzione, il Centro di informazione sulle Pandemie e sulle Epidemie. Valore dell’accordo, 5 milioni di dollari. Lo spunto verrebbe offerto insomma da un problema vero, ma per giungere dove? E soprattutto come?

Nel comunicato-stampa, con cui si è data notizia dell’intesa, è stato anche precisato come, in realtà, OMS Fondazione Rockefeller collaborino da ben 75 anni con sovvenzioni, solo negli ultimi vent’anni, pari a circa 27 milioni di dollari. Ancora: nel gennaio 2022 Fondazione Rockefeller, peraltro grande azionista dell’industria farmaceutica,è stata anche ammessa come attore non statale nelle relazioni ufficiali con l’Oms. Sostanzialmente lo stesso modus operandi è riscontrabile in un’altra, analoga realtà, la Bill & Melinda Gates Foundation.E questo pone seri punti interrogativi sulla direzione che enti in ogni caso privati possano imprimere alle politiche di organismi internazionali, di per sé istituzionali, privi di reali esigenze economiche perché sostenuti dai governi ed autorevoli solo nella misura in cui possano essere e dirsi realmente liberi e indipendenti da pressioni esterne di singoli o gruppi.

È evidente come diverso sia lo status di semplice benefattore e quello invece di partner, con la possibilità concreta di incidere in una politica attiva di definizione degli obiettivi e dei progetti su scala internazionale.Tale politica di trasparenza viene purtroppo offuscata da operazioni magari formalmente legittime, tali tuttavia da lasciare più di un dubbio circa la loro effettiva limpidezza. E, ad evidenziarlo, è stato, nemmeno a farlo apposta, un altro big dell’hi-tech, Elon Musk, che lo scorso 15 maggio si è dichiarato pronto ad avviare un’azione legale proprio contro le Ong finanziate da Soros, accusate di diffondere informazioni false, pur di ottenere i propri scopi: in un rapporto, ad esempio, avrebbe denunciato un dubbio aumento nel numero degli «incidenti d’odio», finalizzato in realtà a sostenere limitazioni e censure più severe alla libertà di espressione in Occidente, in particolar modo – nel caso specifico – in Irlanda e Scozia. Che sia vero o meno, saranno eventualmente i tribunali a stabilirlo, ammesso che Musk sia disposto a proseguire in un’accusa, che potrebbe tramutarsi in un boomerang a fronte di sue iniziative, alquanto discutibili e non meno inquietanti, assunte tramite le sue aziende. Del resto, fu Benedetto XVI a distinguere in modo chiaro nell’enciclica Deus Caritas est, ai numeri 30 b e 31a, la sostanziale differenza tra le «molteplici organizzazioni con scopi filantropici, che si impegnano per raggiungere, nei confronti dei problemi sociali e politici esistenti, soluzioni soddisfacenti sotto l’aspetto umanitario» ed, invece, la «carità cristiana», per la quale occorre, sì, «competenza professionale», ma anche e soprattutto «umanità» e «formazione del cuore», capace di condurre i propri operatori «a quell’incontro con Dio in Cristo, che susciti in loro l’amore e apra il loro animo all’altro, così che per loro l’amore del prossimo sia una conseguenza derivante dalla loro fede, che diventa operante nell’amore». E questa è una cifra, una specificità, un valore aggiunto che né Soros, né Gates, né Musk, né alcun altro magnate dell’alta finanza può vantare, al netto di critiche, sospetti ed accuse.

Soros si è arreso: addio all’Europa

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Il magnate cambia linea: “Stop ai finanziamenti per l’Ue”. Ecco quali saranno le mosse della sua fondazione internazionale

Ciao ciao Europa. È questo il messaggio lanciato dalla Open Society Foundations del magnate George Soros, che già a partire dal prossimo anno trasmetterà i finanziamenti fino ad oggi destinati al Vecchio Continente alla volta di altri Stati fuori dall’Ue. La ragione starebbe nel fatto che Bruxelles spende ormai da molto tempo denari a favore della tutela dei diritti umani, e che quindi l’azione della fondazione internazionale dovrebbe essere direzionata da altre parti.

Una motivazione, però, che ha sollevato più che dubbi anche tra le stesse Ong collaboratrici. Venerdì scorso, infatti, Soros ha inviato una lettera spiegando le motivazioni del proprio disimpegno, ma da qui si è scatenato un vero e proprio braccio di ferro con alcune associazioni. Tra queste, per esempio, incidono fortemente quelle ungheresi, secondo le quali la giustificazione addotta dal magnate sarebbe “un po’ contraddittoria”. E questo perché “il governo ungherese, ad esempio, non fa molto per le persone LGBTQ, anzi, in realtà è contro di loro. E per quanto riguarda la democrazia stessa, non solo in Ungheria, ma anche in altri Stati membri dell’Ue, non gode di ottima salute”.

Ma la vera svolta si è avuta qualche mese fa, quando al trono della OSF è arrivato il figlio Alex Soros, 37 anni, ora pronto a gestire il patrimonio da 25 miliardi di dollari del padre George. Fino a quel momento, come riportato sulle colonne del Domani, “i bilanci mostrano che nel 2016 erano indirizzati 143 milioni di dollari, nel 2017 oltre 154; nel 2019 ben 178, e 209 nel 2021”. Da giugno, invece, è arrivato il cambio di rotta.

Per approfondire:

La trasformazione è proprio legata all’erede nascente e studiante negli Usa, sempre più intenzionato a dirottare fondi ingenti verso le presidenziali 2024. Insomma, prima dell’Ue, conta più che mai la politica americana. Una scelta che per il cronista ungherese, Pál Dániel Rényi, comporterà licenziamenti massicci nel Paese governato da Orban. Tagli anche del 40 per cento della forza lavoro, che però alla famiglia Soros non sembrano più interessare.

Il falso allarme del riscaldamento globale

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Segnalazione di Federico Prati

di John Wear 1

postato: 3 dicembre 2022

 Prefazione

Non passa ormai giorno che non veniamo bombardati da notizie riguardanti il terribile pericolo costituito dai cambiamenti climatici. Non solo questo argomento è spesso al centro di dibattiti televisivi o di servizi nei telegiornali, ma ci viene propinato persino nelle pubblicità in cui ci viene detto che quel dentifricio, quel detersivo o quel cibo rispettano lambiente, sono «sostenibili» o servono a «salvare il pianeta». Prima di lasciarvi alla lettura di questo interessantissimo articolo, permettetemi di condividere con voi un paio di osservazioni personali.

Innanzi tutto, lo scopo perseguito da questa martellante propaganda è l’instillazione della paura nelle masse. Scenari terrificanti vengono descritti al fine di provocare in noi sentimenti di insicurezza circa il futuro, di ansia e di senso di colpa. Quest’ultimo è essenziale per farci sentire colpevoli e i responsabili di questa presunta catastrofe (il che non è affatto vero). A dire il vero, è soprattutto la paura l’arma più utilizzata dall’élite globalista per spingerci ad accettare grandi cambiamenti sociali ed economici.

Ma questo stato d’animo è stato indotto anche in altre circostanze che hanno diversi parallelismi con il tema dell’ambientalismo. Esso è entrato con forza nelle nostre case l’11 settembre 2001 con l’attentato alle Torri Gemelle. Quale era il pericolo? Il terrorismo di matrice islamica (con ogni probabilità un inside job che tra l’altro è stato il pretesto per gli Stati Uniti per poter invadere l’Iraq e l’Afghanistan).

Poi i media hanno iniziato gradualmente ad allertare gli ascoltatori circa i pericoli ambientali derivanti dal buco dellozono (una teoria ben presto abbandonata), poi dell’effetto serra (causato principalmente dai gas contenuti dalle bombolette spray, un’altra teoria caduta nell’oblio), e infine del riscaldamento globale, un supposto aumento delle temperature dovuto all’emissione eccessiva di anidride carbonica causato in buona parte dalle attività umane (e dalle flatulenze degli animali negli allevamenti!).

E infine – come possiamo dimenticarcelo? – la pandemia! In questo caso, la paura, anzi il terrore, è stato sparso a piene mani dai media e dai politici per convincere la popolazione ad accettare imposizioni contrarie a qualsiasi carta dei diritti umani (lockdown, obbligo vaccinale, ecc…). Il tutto condito con un’altra parola chiave: emergenza! (emergenza economica, emergenza sanitaria, emergenza idrica, emergenza per scarsità di risorse, ecc…).

Naturalmente, com’è ormai divenuta una consuetudine nella nostre democrazie totalitarie, in tutti questi casi chi ha osato dissentire dalla narrazione ufficiale di questi fatti o ha smascherato le bufale proposte dai media mainstream è stato licenziato, emarginato, ghettizzato, zittito, etichettato come «complottista», «terrapiattista», ecc… É un copione che ormai dovremmo riconoscere all’istante.

Come afferma l’Autore di questo articolo, l’élite globalista si è servita della paura e delle emergenze per conseguire più rapidamente il suo obiettivo finale, ossia l’instaurazione in tempi brevi (si parla del 2030) di un’unica autorità centrale, di un Governo Mondiale, che possa risolvere a livello globale i tremendi «pericoli» che incombono sull’umanità.

É quindi nostro dovere, per la sopravvivenza nostra e dei nostri figli, rifiutare queste bufale, di riappropriarci delle nostre vite e prendere coscienza dell’inganno in cui vorrebbero farci cadere i nemici dell’umanità (per loro il nemico dell’ambiente è l’uomo), le stesse persone che vogliono ridurre drasticamente la popolazione mondiale con qualsiasi mezzo e ridurre in schiavitù (sul modello cinese) chi sopravvivrà.

Sopra: il riconoscimento facciale nella dittatura cinese.

Paolo Baroni

 Premessa

Ci viene ripetutamente detto da governi, istituzioni e media che stiamo affrontando un incombente disastro ambientale di proporzioni epiche a causa del cambiamento climatico provocato dall’uomo. Ci viene detto che, a meno che la società non apporti cambiamenti radicali alle nostre vite, affronteremo un numero crescente di inondazioni, uragani, tornado e altre calamità ambientali 2. Questo articolo dimostra che tale minaccia non esiste.

 Qualche cenno storico

Il Club di Roma è stato fondato nel 1968 come parte della rete globalista nota come Round Table, che comprende il Gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, il Council on Foreign Relations (CFR) e il britannico Royal Institute of International Affairs (RIIA). Il Club di Roma ha inventato e diffuso la bufala nota come «riscaldamento globale» o «cambiamento climatico» per poter procedere alla deindustrializzazione e al controllo internazionale delle nazioni.

In un rapporto del Club di Roma del 1975, intitolato Mankind at the Turning Point («L’umanità al punto di svolta») si afferma:

«Sembrerebbe che gli esseri umani abbiano bisogno di una motivazione comune […], vera o inventata allo scopo […]. Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisca, ci è venuta l’idea che linquinamentola minaccia del riscaldamento globale, la scarsità d’acqua, la carestia e cose del genere si adatterebbero alle nostre necessità. Tutti questi pericoli sono causati dall’intervento umano, ed è solo attraverso atteggiamenti e comportamenti modificati che tali pericoli possono essere superati. Il vero nemico, quindi, è lumanità stessa» 3.

 

 

Nel 1988, le Nazioni Unite hanno istituito l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) per fornire ai governi del mondo una guida scientifica sulla questione dei cambiamenti climatici antropogenici (causati dall’uomo). Un rapporto di questo organismo, pubblicato nel 2007, affermava con sicurezza che il riscaldamento globale è principalmente causato dalluomo. A partire da quel momento, l’obiettivo principale della maggior parte delle ricerche sul clima sono state condotte sulla scia della conclusione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change piuttosto che sul progresso della conoscenza scientifica 4.

 

 

L’agenda sul riscaldamento globale o cambiamento climatico fa parte di un’iniziativa delle Nazioni Unite chiamata U.NSustainable Development Agenda 21 («Agenda 21 per lo sviluppo sostenibile») o, come è comunemente nota in tutto il mondo, semplicemente Agenda 21.

L’Agenda 21 è stata presentata nel 1992 a Rio de Janeiro all’Earth Summit condotto dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e sullo sviluppo.

 

Sopra: l’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992.

 

Gli Stati Uniti e altri 178 Paesi hanno adottato l’Agenda 21 come politica ufficiale in questa conferenza. Il presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush (1924-2018) è stato il firmatario per gli Stati Uniti 5. L’uomo d’affari canadese Maurice Strong (1929-2015), segretario generale dell’Earth Summit del 1992, ha dichiarato:

 

«Gli attuali stili di vita e modelli di consumo della classe media benestante che comportano un’elevata assunzione di carne, l’uso di combustibili fossilielettrodomesticiaria condizionata a casa e sul lavoro e alloggi suburbani non sono sostenibili […]. È necessario uno spostamento verso stili di vita meno orientati a modelli di consumo dannosi per lambiente. Il cambiamento richiederà un vasto rafforzamento del sistema multilaterale, comprese le Nazioni Unite» 6.

 

 

L’anno successivo, il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton iniziò ad attuare l’Agenda 21 creando il Presidents Council on Sustainable Development (PCSD) («Consiglio presidenziale sullo sviluppo sostenibile»). Tale organismo era composto da funzionari governativi a livello di gabinetto, leader del settore – incluso Ken Lay (1942-2006), fondatore e direttore di Enron – e gruppi no profit come il Sierra Club.

 

 

Anche l’International Council on Local Environmental Initiatives (ICLEI) («Consiglio internazionale per le iniziative ambientali locali») è stato creato come organizzazione non governativa per attuare l’Agenda 21 a livello locale in tutto il mondo. La tattica di queste organizzazioni è mantenere il pubblico in preda al paniconervosoansioso e confuso per l’inesistente disastro incombente del riscaldamento globale 7.

 

 

 La bufala

 

Quasi il 99% dell’atmosfera terrestre è costituito da azoto e ossigeno. Il restante 1% è costituito da diverse tracce di gas, tra cui l’anidride carbonica (CO2), che attualmente costituisce poco più dello 0,04% dell’atmosfera. Sebbene la CO2 sia ritratta come il principale fattore malefico responsabile del presunto catastrofico riscaldamento globale, la vera scienza dimostra che il leggero riscaldamento causato dall’aumento della CO2 è dovuto soprattutto dai fattori climatici naturali che sono attivi da milioni di anni.

L’effetto di riscaldamento della CO2 diminuisce in modo logaritmico all’aumentare della sua concentrazione 8. Ogni singolo terribile avvertimento sulle terribili conseguenze del riscaldamento globale – la fine del mondo – si è rivelato sbagliato, il che non sorprende dal momento che le temperature globali misurate dai satelliti non sono aumentate dal 1997-1998 9. Lo scienziato Hans Schreuder ha scritto:

«Nonostante negli ultimi decenni ci sia stata molta retorica e ricerca, non cè ancora una sola prova effettiva che lormai diffamata molecola di anidride carbonica causi il riscaldamento globale (o qualsivoglia “cambiamento climatico”)» 10.

 

 

All’inizio di questo secolo, l’orso polare era diventato un’icona per promuovere l’idea del catastrofico riscaldamento globale causato dall’uomo. Scienziati, ambientalisti e media hanno lavorato insieme per fare indignare tutti, con il risultato che l’orso polare è stato classificato come «minacciato» di estinzione. Nonostante queste terribili previsioni, la popolazione mondiale di orsi polari ha continuato ad aumentare. La dr.ssa canadese Susan Janet Crockford ha scritto:

 

«Nel XXI secolo, la più grande sfida per la conservazione potrebbe essere aiutare le comunità artiche a far fronte ad un numero crescente di orsi polari potenzialmente letali e distruttivi senza che sia necessario abbattere troppi orsi» 11.

 

 

Gli scienziati del clima hanno spesso manipolato i dati per far sembrare reale il riscaldamento globale causato dall’uomo. Un esempio particolarmente notevole di alterazione dei dati è lo sforzo di sopprimere i dati sul periodo di riscaldamento medievale che va da 800 a 1.000 anni fa, quando le temperature erano molto più elevate di oggi.

 

I sostenitori del riscaldamento globale non vogliono che le persone lo sappiano perché, senza un’industrializzazione significativa all’epoca, come possono spiegare quelle temperature più elevate? Solo cancellando il periodo di riscaldamento medievale, i sostenitori del riscaldamento globale potrebbero produrre il loro grafico fraudolento a «mazza da hockey», che mostra le temperature improvvisamente alle stelle subito dopo l’industrializzazione 12.

 

L’anidride carbonica è stata demonizzata dai sostenitori del riscaldamento globale anche se il suo contributo ai gas-serra è estremamente ridotto. Il dr. Leslie Victor Woodcock, docente di Chimica Termodinamica all’Università di Manchester, in Gran Bretagna, ha affermato:

 

«L’acqua è un gas-serra molto più potente e ce n’è venti volte di più nella nostra atmosfera, circa l’1% dell’atmosfera, mentre la CO2 è solo lo 0,04%. L’anidride carbonica è stata considerata una specie di gas tossico, ma la verità è che la CO2 è il gas della vita. Lo espiriamo, le piante lo inspirano e non è causato dalluomoIl riscaldamento globale è una sciocchezza» 13.

 

 

Il nostro attuale periodo geologico, il Quaternario, ha visto i livelli medi di anidride carbonica più bassi nella storia della Terra. La concentrazione media di CO2 nei precedenti 600 milioni di anni della Terra è stata superiore a 2.600 ppm, quasi sette volte la nostra quantità attuale e 2,5 volte lo scenario peggiore previsto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change per il 2100. Piuttosto che sperimentare livelli eccessivamente elevati di anidride carbonica, siamo infatti in un periodo di carestia di CO2 14. Commenta la scrittrice anti-globalista Elana Freeland:

«Le tasse sul carbonio e sulle emissioni sono semplicemente una truffa, dato che attualmente la CO2 non è molto al di sopra del minimum per sostenere la vita vegetale, e le nazioni dovrebbero aumentare la CO2 invece di sentirsi in colpa per i livelli di CO2 che hanno raggiunto» 15.

 

 

 Benefici dellanidride carbonica

Lanidride carbonica è necessaria per la fotosintesi ed è essenziale per la vita sulla Terra. L’unico motivo per credere che l’anidride carbonica sia «inquinante», come affermato dai sostenitori del riscaldamento globale, sarebbe il presunto effetto di riscaldamento prodotto dalla CO2 in eccesso 16. In realtà, l’aumento del livello di CO2 sta fornendo benefici positivi al nostro pianeta. Più CO2 significa più crescita delle piante, e quindi essa aiuta a nutrire più persone (e animali) in tutto il mondo. Alcuni dei vantaggi dei livelli più elevati di CO2 per la produzione alimentare mondiale includono:

● Quasi tutte le piante aumentano la fotosintesi clorofilliana in risposta all’aumento della CO2 («fertilizzazione con CO2»);
● Una maggiore quantità di CO2 fa crescere le piante più velocemente, con meno stress e meno acqua;
● Le foreste crescono più velocemente in risposta all’aumento della CO2;
● Una presenza maggiore di CO2 stimola la crescita di batteri benefici sia nel suolo che nell’acqua;
● La fertilizzazione con CO2, che porta a una maggiore crescita delle piante, significa una minore erosione del terriccio ricco di sostanze nutritive;
● Più CO2 significa raccolti maggiori e fiori sempre più grandi;
● Più CO2 favorisce la formazione di glomalina, una proteina benefica prodotta nelle pareti cellulari fungine micorriziche;
● Più CO2 significa meno perdita d’acqua, meno irrigazione e più umidità del suolo;
● Più CO2 aiuta le piante a creare repellenti naturali per combattere i predatori di insetti 17.

Un riepilogo di 270 studi di laboratorio su 83 colture alimentari mostra che l’aumento delle concentrazioni di CO2 di 300 ppm aumenterà la crescita delle piante in media del 46% in tutte le colture studiate. Al contrario, molti studi mostrano gli effetti negativi di un ambiente a basse emissioni di CO2 18.

Sopra: la molecola dell’anidride carbonica:

due atomi di ossigeno e uno di carbonio.

Non solo il supposto riscaldamento globale non ha causato danni alle nostre foreste. Nell’agosto del 2019, l’Osservatorio della Terra della NASA ha dichiarato:

«Da quando il programma di satelliti della NASA “MODIS” hanno iniziato a raccogliere misurazioni, c’è stata una diminuzione del numero totale di chilometri quadrati bruciati ogni anno. Tra il 2003 e il 2019, quel numero è diminuito di circa il 25%. Il 26 agosto 2019, Vincent Geloso dell’American Institute for Economic Research ha dichiarato: “Le notizie sugli incendi (in Amazzonia) fanno temere che una delle ultime grandi foreste stia scomparendo. Ciò è completamente falso. Le foreste stanno tornando in auge! Più precisamente, la copertura arborea del pianeta è in aumento» 19.

 

 

Il fisico britannico di fama mondiale Freeman John Dyson (1923-2020), che ha messo in dubbio la maggior parte dei modelli scientifici che prevedono un disastro climatico, ha affermato che lanidride carbonica sta rendendo il mondo più verde.

 

 

Dyson ha detto che sarebbe folle tentare di ridurre i livelli di anidride carbonica. Dyson era ottimista riguardo al nostro futuro e ha detto che poteva tranquillamente fare dichiarazioni mettendo in discussione i cambiamenti climatici perché era in pensione e non doveva preoccuparsi di perdere il posto di lavoro 20.

 

 

 Consenso scientifico del 97%?

 

I sostenitori dei cambiamenti climatici affermano ripetutamente che il 97% degli scienziati concorda sul fatto che il cambiamento climatico causato dall’uomo sia una minaccia per l’umanità. Nel 1992, il vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore ha assicurato al pubblico che

 

«solo una frazione insignificante di scienziati nega la crisi causata dal riscaldamento globale. Il tempo del dibattito è finito. La scienza è concorde».

 

 

Nel 2014, l’ex segretario di Stato americano John Kerry ha affermato che «il 97% degli scienziati del mondo» è d’accordo e ci ha «detto che è una questione urgente». Anche il presidente degli Stati Uniti Barrack Obama, durante e dopo il suo periodo come presidente degli Stati Uniti, ha propagandato la cifra del 97% 21.

 

 

Il documento principale utilizzato per supportare il consenso del 97% degli scienziati a favore dei cambiamenti climatici è stato pubblicato dal giornalista John Cook nel 2013. Questo documento afferma falsamente che il 97% degli 11.944 documenti sottoposti a revisione paritaria relativi ai cambiamenti climatici approva esplicitamente l’opinione secondo cui gli esseri umani stanno causando la maggior parte del riscaldamento globale. Tuttavia, uno sguardo più attento ai dati di Cook rivela che solo una piccola percentuale dei documenti afferma esplicitamente che gli esseri umani sono la causa principale del riscaldamento globale 22.

 

Sopra: tabella pubblicata su The Guardian nel 2015. Secondo il pubblico, la percentuale del consenso tra gli scienziati sui cambiamenti climatici era del 55%, mentre «in realtà»… questa percentuale arrivava al 97%. Meno male che esistono i «professionisti dell’informazione» che ci dicono la verità…

 

Nel 2015, il docente di Geografia all’Università di Delaware David Russell Legates e i suoi collaboratori hanno riesaminato i documenti utilizzati effettivamente da Cook. Essi hanno scoperto che solo lo 0,3% degli 11.944 abstract e l’1,6% di un campione più piccolo esprimevano convinzioni che sostenevano l’opinione comune secondo cui gli esseri umani sarebbero la causa della maggior parte del riscaldamento globale. Sorprendentemente, Legates ha scoperto che Cook e i suoi assistenti avevano citato solo 64 documenti (lo 0,6%) affermando esplicitamente che il riscaldamento globale era per lo più causato dall’uomo.

 

 

Sembra che Cook abbia manipolato i dati per presentare una narrativa falsa che fosse di schiacciante supporto scientifico al catastrofico riscaldamento globale causato dall’uomo 23. I sostenitori del riscaldamento globale hanno sottolineato il fatto che la National Academy of Sciences (NAS), l’American Geophysical Union (AGU) e l’American Meteorological Society (AMS) hanno rilasciato dichiarazioni a sostegno della loro visione secondo cui l’uomo sarebbe il responsabile del riscaldamento globale.

 

 

Tuttavia, questa affermazione è pura politica. Gli scienziati membri non sono autorizzati ad esprimersi ufficialmente su tali dichiarazioni, e spesso sono completamente ignari del fatto che il loro consiglio di amministrazione ha già rilasciato al pubblico una dichiarazione sul clima in linea con il pensiero dominante. Tuttavia, alcuni membri del consiglio direttivo di queste istituzioni fanno dichiarazioni di in cui esprimono il loro «consenso» su queste idee 24.

 

Gli scienziati che contestano la narrativa ufficiale sui cambiamenti climatici corrono il rischio di perdere il loro posto di lavoro. Ad esempio, il fisico australiano Peter Vincent Ridd è stato licenziato dalla James Cook University per essersi espresso contro la bufala sul riscaldamento globale.

 

 

Fortunatamente, un tribunale federale australiano ha recentemente stabilito che il licenziamento del dr. Ridd era illegale e gli è stato permesso di mantenere la sua posizione presso l’Università. Ridd ha affermato di conoscere altri scienziati che contestano la narrativa del riscaldamento globale, ma che non parlano pubblicamente per paura di perdere il posto di lavoro 25.

 

Salvare i nostri figli e nipoti

 

I fautori della narrativa sul riscaldamento globale fanno spesso leva sui nostri sentimenti verso i nostri figli e i nostri nipoti per sostenere la loro agenda. Ad esempio, il dr. James Hansen, astrofisico e climatologo statunitense, ha scritto: «I nostri nipoti stanno affrontando un bel problema». Hansen prevede che l’Antartide occidentale comincerà a perdere ghiaccio ad un ritmo sostanziale mentre il cambiamento climatico continuerà, e ciò contribuirà in futuro ad un pericoloso innalzamento del livello del mare 26.

 

Ancora terrore e paura…

 

Tuttavia, i tassi di innalzamento del livello del mare sono rimasti sostanzialmente stabili per oltre un secolosenza una recente accelerazione 27. Il giornalista americano Mark Hertsgaard ha studiato e scritto sul riscaldamento globale per numerose pubblicazioni. Hertsgaard afferma di aver appreso che il cambiamento climatico è arrivato un secolo prima del previsto, con effetti negativi destinati a peggiorare in futuro. Nel 2011, Hertsgaard ha scritto alla sua giovane figlia:

 

«Secondo gli scienziati che ho intervistato, molte, molte cose dovranno accadere entro il 2020 se questo pianeta vuole rimanere un luogo vivibile» 28.

 

 

Nonostante il terribile avvertimento di Hertsgaard, nell’anno 2020 il nostro pianeta è stato ancora vivibile, e non è accaduto nessuna delle disgrazie previste. Nel 2008, il dr. William HCalvin, un neurofisiologo darwinista statunitense, ha scritto  che gli scienziati del clima affermano che dobbiamo fermare la crescita delle emissioni mondiali di carbonio prima del 2020, anche se questo obiettivo non impedirà l’inondazione delle principali città costiere e causerà l’estinzione di un terzo di tutte le specie. Calvin ha scritto:

 

«Il tempo che ci è rimasto è così poco che dobbiamo invertire la crescita annuale delle emissioni prima del 2020 se vogliamo evitare che gli studenti di oggi finiscano in un mondo di rifugiati e di genocidi che ne deriverebbero se siamo troppo lenti» 29.

 

 

Nonostante la nostra mancanza totale di azioni politiche, le orribili conseguenze previste da Calvin per l’anno 2020 non si sono verificate. Nel 2007, il giornalista americano Gary Braasch (1944-2016) ha utilizzato numerose immagini nel suo libro per integrare i saggi affermando che il cambiamento climatico è una terribile minaccia per il nostro pianeta. Braasch, che ha dedicato il suo libro al figlio Cedar e alla sua generazione, e alla generazione che seguirà, ha scritto:

 

«Lasciatemi affermare chiaramente l’obiettivo: nessuna politica dovrebbe essere promulgata, nessun programma avviato, nessuna alleanza suggellata, nessun acquisto effettuato, nessuna macchina progettata o costruita, nessun uso del suolo consentito, nessun nuovo prodotto introdotto, nessuna legge approvata, nessun politico eletto a meno che l’azione non sia un passo avanti verso la riduzione e l’inversione dell’effetto dei gas serra» 30.

 

 

Le fosche previsioni di Braasch, che richiedono misure draconiane, devono ancora concretizzarsi. Anche Greta Thunberg, una ragazzina svedese, è stata reclutata dall’establishment dei media/ONU/ONG per promuovere la narrativa sui cambiamenti climatici. La Thunberg ha affermato a riguardo alla minaccia dei cambiamenti climatici: «Voglio che tu provi la paura che provo io». La Thunberg viene falsamente presentata come una ragazzina coraggiosa che erge in piedi e dice la verità ai nostri funzionari e ai nostri dirigenti d’azienda 31. In realtà, essa viene abilmente manipolata.

 

 

Conclusione

 

L’agenda sul cambiamento climatico è stata promulgata per realizzare la pianificazione centrale, il Governo Mondiale, le recessioni pianificate e la ridistribuzione della ricchezza. È il più recente di una lunga serie di ecospauracchi – sovrappopolazionedeforestazionebuco dellozonoscarsità di risorse, ecc… – per i quali la soluzione è sempre la regolamentazione globale da parte dei pianificatori centrali.

 

 

Nel luglio 2009, Al Gore ha affermato che un disegno di legge sul clima approvato dalla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti aiuterebbe a realizzare una «governance globale» 32. Il governo degli Stati Uniti, le Nazioni Unite e numerose fondazioni hanno già donato centinaia di miliardi di dollari per finanziare la ricerca attivista sui cambiamenti climatici. L’ex presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower (1890-1969) ci ha preventivamente avvertito del ruolo che avrebbero avuto il denaro e l’élite globalista nel facilitare le questioni riguardanti questa agenda:

 

«La prospettiva del dominio degli scienziati della nazione attraverso l’occupazione federale, l’assegnazione di progetti e il potere del denaro, è sempre presente e dev’essere seriamente considerata. Tuttavia, nel tenere conto della ricerca scientifica, come dovremmo, dobbiamo anche essere attenti al pericolo uguale e contrario che la politica pubblica possa essa stessa divenire prigioniera di unélite scientificotecnologica» 33.

 

 

Una équipe scientifico-tecnologica guida le politiche pubbliche in materia di cambiamenti climatici. Il movimento che combatte il riscaldamento globale è più finanziato, organizzato e pubblicizzato dai media di tutte i precedenti spauracchi ambientali messi insieme. Il movimento ha il sostegno istituzionale delle Nazioni Unite, del mondo accademico, di molte figure politiche statunitensi di spicco e soprattutto di attivisti miliardari come Bill GatesGeorge Soros e altre figure di spicco appartenenti all’élite del turbocapitalismo che dall’alto tira i fili di questo teatrino di marionette.

 

 

Sebbene i timori secondo cui l’aumento dei livelli di anidride carbonica rappresenterebbe una grave minaccia per l’ambiente non reggano all’esame scientifico, i sostenitori dei cambiamenti climatici non intendono fare marcia indietro in tempi brevi. Il loro obiettivo è centralizzare il potere in una società controllata e altamente regolamentata (il «Nuovo Ordine Mondiale»; N.d.T.) 34.

 

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Note

1 Traduzione dall’originale inglese «The Global-Warming/Climate-Change Hoax», a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla pagina web

https://codoh.com/library/document/global-warming_climate-change_hoax/en/

Questo articolo è stato originariamente pubblicato nel numero di marzo-aprile 2020 di The Barnes Review.

2 Cfr. G. Wrightstone, «Inconvenient Facts: The Science That Al Gore Doesn’t Want You to Know» («Fatti sconvenienti: la scienza che Al Gore non vorrebbe che tu conoscessi»), Silver Crown Productions, LLC, 2017, pag. 1.

3 Cfr. T. Ball, Slaying the Sky Dragon: Death of the Green House Gas Theory («Uccidere il drago del cielo: la morte della teoria della Green House Gas»), Stairway Press, Mount Vernon 2011, pag. 109.

4 Cfr. R. W. Spencer, The Great Global Warming Blunder: How Mother Nature Fooled the World’s Top Climate Scientists («Il grande errore del riscaldamento globale: come madre natura ha ingannato i migliori scienziati climatici del mondo»), Encounter Books, New York 2010, pagg. XII, XVI.

5 Cfr. T. Deweese, Agenda 21 & How to Stop It («Agenda 21 e come fermarla»), American Policy Center, Warrenton 2019, pag. 8.

6 Ibid., pagg. 10-11, 15.

7 Cfr. R. Koire, Behind the Green Mask: U.N. Agenda 21 («Dietro la maschera verde: l’Agenda 21 delle Nazioni Unite»), The Post Sustainability Institute Press, Santa Rosa 2011, pagg. 13, 36-37.

8 Cfr. G. Wrightstone, op. cit., pagg. 6-9.

9 Vedi P. Moore, «What They Haven’t Told You about Climate Change» («Quello che non ti hanno detto a riguardo dei cambiamenti climatici»)

https://www.youtube.com/watch?v=RkdbSxyXftc

https://www.youtube.com/watch?v=RZlICdawHRA

10 Cfr. T. Ball, op. cit., pag. 189.

11 Cfr. S. J. Crockford, The Polar Bear Catastrophe That Never Happened («La catastrofe degll’orso polare che non è mai accaduta»), The Global Warming Policy Foundation, 2019, pagg. 1, 4, 40, 134.

12 Cfr. G. Wrightstone, op. cit., pagg. 23-26. Vedi anche T. Heller, «Climate Change a Hoax»? («I cambiamenti climatici una bufala»?)

https://www.youtube.com/watch?v=UE6QxBaIEv8

«Restoring Trust in Australian Science – Part 2 Temperature Measurement Corruption, The Emperor’s New Climate» («Ristabilire la fiducia nella scienza australiana – Parte 2 Corruzione della misurazione della temperatura, Il nuovo clima dell’imperatore»),

https://www.youtube.com/watch?v=N7Vt2XnxetU&w=420&h=237

13 Vedi M. Morano, «15-Year-Old Environmental Activist Suing U.S. Government Over “Climate Change”» («Un ambientalista quindicenne fa causa al governo degli Stati Uniti per il “cambiamento climatico”»)

https://www.climatedepot.com/2014/04/03/another-prominent-scientist-dissents-fmr-nasa-scientist-dr-les-woodcock-laughs-at-global-warming-top-prof-declares-global-warming-is-nonsense/

https://www.youtube.com/watch?v=4JJ3yeiNjf4

14 Cfr. G. Wrightstone, op. cit., pag. 16.

15 Cfr. E. Freeland, Under an Ionized Sky: from Chemtrails to Space Fence Lockdown («Sotto un cielo ionizzato: dalle scie chimiche allo Space Fence Lockdown»), Feral House, Port Townsend 2018, pag. 28.

16 Cfr. R. W. Spencer, op. cit., pag. 124.

17 Cfr. G. Wrightstone, op. cit., pagg. 18-19.

18 Ibid., pag. 19.

19 Vedi «NASA: Global Wildfires Drop by 25% Since 2003 – Plus Study Finds Earth’s Tree Cover Increased by 7% Since 1982» (««NASA: gli incendi globali diminuiscono del 25% dal 2003 – Inoltre, uno studio rileva che la copertura degli alberi della Terra è aumentata del 7% dal 1982»)

https://www.climatedepot.com/2019/08/29/nasa-global-wildfires-drop-by-25-since-2003-plus-study-finds-earths-tree-cover-increased-by-7-since-1982/

20 Vai su https://video.search.yahoo.com

Poi cerca queste parole chiave: «Freeman Dyson on the Global Warming Hysteria, April 2015» («Freeman Dyson sull’isteria provocata dal riscaldamento globale, aprile 2015). Anche la sua affermazione sul pericolo di perdere il posto di lavoro se fai affermazioni non il linea con la narrazione ufficiale fatta dai media mainstream dovrebbe far riflettere sulla libertà di espressione nel nostro mondo occidentale sedicente democratico e inclusivo… (N.d.T.).

21 Cfr- M. Morano, The Politically Incorrect Guide to Climate Change («La guida politicamente scorretta ai cambiamenti climatici»), Regnery Publishing, Washington D.C. 2018, pag. 27.

22 Cfr. G. Wrightstone, op. cit., pagg. 61-62.

23 Ibid., pagg. 62-63.

24 Cfr- M. Morano, The Politically Incorrect Guide to Climate Change, pagg. 32-33.

25 Vedi P. Ridd, «Sacked for Speaking Out about Climate Change» («Licenziato per aver parlato dei cambiamenti climatici»)

https://www.youtube.com/watch?v=M7j75L38PlI)

26 Cfr. J. Hansen, Storms of my Grandchildren: The Truth about the Coming Climate Catastrophe and Our Last Chance to Save Humanity («Tempeste dei miei nipoti: la verità sull’imminente catastrofe climatica e la nostra ultima possibilità di salvare l’umanità»), Bloomsbury, New York, 2009, pagg. 250, 252.

27 Cfr. M. Morano, The Politically Incorrect Guide to Climate Change, pag. 72.

28 Cfr. M. Hertsgaard, Hot: Living Through the Next Fifty Years on Earth («Caldo: vivere i prossimi cinquant’anni sulla Terra»), Houghton Mifflin Harcourt, New York 2011, pag. 292.

29 Cfr. W. H. Calvin, Global Fever: How to Treat Climate Change («Febbre globale: come curare i cambiamenti climatici»), The University of Chicago Press, Chicago 2008, pagg. 4, 239.

30 Cfr. G. Braasch, Earth under Fire: How Global Warming Is Changing the World («Terra infuocata: come il riscaldamento globale sta cambiando il mondo»), University of California Press, Los Angeles 2007, pagg. 213-214.

31 Vedi G. Durocher. «The Children’s Climate Crusade» («La crociata dei bambini per il clima»)

http://www.unz.com/gdurocher/the-childrens-climate-crusade/

32 Cfr. M. Morano, The Politically Incorrect Guide to Climate Change, pagg. 225, 227-228.

33 Cfr. J. Bastardi, The Climate Chronicles: Inconvenient Revelations You Won’t Hear from Al Gore, and Others («Le cronache del clima: rivelazioni scomode che non sentirai mai dire da Al Gore e da altri»), Thunder Press, Relentless 2018, pag. 117.

34 Cfr. M. Morano, The Politically Incorrect Guide to Climate Change, pagg. 320-322.

Fonte: http://www.centrosangiorgio.com/occultismo/mondialismo/pagine_mondialismo/il_falso_allarme_del_riscaldamento_globale.htm

Dietro la “nuova” Schlein i padrini Soros e Prodi

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Segnalazione di Federico Prati

L‘anti Meloni non ha un padrino. Bensì due: Romano Prodi e George Soros. La rete di lobby che strizza l’occhio alla scalata politica della giovane Elly Schlein, la parlamentare indipendente dal volto pulito, va dalla Cina alla Francia. Passando per l’Emilia rossa, terra del professore Prodi e del movimento delle Sardine.

La novità rischia già di essere chiusa in una gabbia. Alle spalle di Elly, che promette aria fresca, si muovono, nell’ombra, gruppi di potere, circoli finanziari e organizzazioni politiche straniere che puntano tutte le fiches sulla «figura nuova» per imporre anche in Italia un modello politico alternativo a quello del premier Giorgia Meloni. Lo sponsor numero uno della candidatura di Elly Schlein alle primarie del Pd, che in Parlamento non ha votato l’emendamento per il ripristino di Italia Sicura, proprio come i grillini, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. L’endorsement di Prodi, avvenuto nelle settimane scorse – pare dopo il faccia a faccia con l’ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna – avrebbe sbloccato la trattativa. Ma soprattutto l’intervento del professore sarebbe stato decisivo per spostare su Schlein pezzi di nomenclatura di sinistra, inizialmente orientati ad appoggiare Andrea Orlando. Due nomi su tutti: Enrico Letta e Nicola Zingaretti. Prodi si è portato dietro il movimento delle Sardine. Non è un mistero che l’ex fondatore dell’Ulivo sia il loro padre nobile. Con Prodi c’è un pezzo di Cina che guarda di buon occhio l’ascesa di Schlein a capo della sinistra italiana. L’ex premier di centro-sinistra negli anni ha costruito una rete di rapporti stabili con Pechino. I libri e le lezioni di Prodi spopolano nelle università cinesi. Ma non solo: negli anni l’ex leader dell’Unione è stato uno dei più convinti sostenitori dell’espansione commerciale e finanziaria della Cina in Italia e in Europa. Mentre nell’aprile scorso La Verità ha svelato la spinta di Prodi per la produzione in Emilia di auto di lusso made in China.

C’è un dettaglio da segnalare. Nel suo primo discorso, da candidata alla segreteria del Pd, Schlein ha fissato la priorità della sua agenda politica: le energie alternative. Un assist alla Cina che domina il mercato mondiale per la produzione dei pannelli solari fotovoltaici. L’altro grande padrino-sponsor della giovane candidata alla segreteria del Pd è il finanziere ungherese naturalizzato statunitense George Soros. Le idee di Soros su immigrazione e globalizzazione sono notoriamente in contrasto con il modello meloniano. Idee incarnate da Elly Schlein. Al punto da meritarsi tra il 2014 e il 2019 l’inserimento nella lista degli eurodeputati «amici» del finanziare. La lista fu compilata dall’organizzazione «filantropica» Open Society Foundations, che opera come lobby politica per conto del miliardario, ed è tuttora reperibile sul web.

Con l’endorsement di Letta a Schlein esultano Parigi e Pechino. Il segretario dimissionario del Pd, che ora si schiera al fianco della giovane deputata, ha avuto negli anni una fittissima rete di relazioni con gruppi finanziari cinesi e parigini. Per due anni Letta è stato in Publicis, colosso pubblicitario francese criticato per i rapporti con i sauditi. E poi è stato anche vicepresidente per l’Europa occidentale del veicolo di investimento cinese ToJoy. Tutte lobby e gruppi di interesse che cercano una sponda nei leader e partiti politici italiani. Sponda che sperano di trovare in Schlein grazie al ponte dei suoi padrini politici.

La lobby scende in campo in prima persona, perché ormai non si fida più dei fedeli sudditi e vuole accelerare i due obiettivi principali : da una parta la scomparsa del popolo italiano attraverso l’immigrazione incontrollata e la trasformazione del Paese in coacervo di minoranze in lotta tra di loro per una torta di welfare che si fa ogni anno più piccola, dall’altra assicurarsi una politica estera filo israeliana e filo americana. Senza dimenticare la svendita di quel che resta dell’industria nostrana alla Cina. Poteva qui mancare lo ‘svenditore’ Prodi? Notare, inoltre, gli agganci internazionali della Schlein e, sul piano interno, i possibili (diciamo certi) finanziamenti di Soros per le eventuali campagne elettorali. Per non parlare del pompaggio mediatico che già si annuncia tambureggiante.
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Dietro la “nuova” Schlein i padrini Soros e Prod

 

Russia e Occidente al bivio, tra virtù e decadenza

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QUINTA COLONNA

L’EDITORIALE

di Matteo Castagna per Informazione Cattolica del 3/10/2022

RUSSIA E OCCIDENTE: SI STANNO SCONTRANDO SUL PIANO NATURALE E SOPRANNATURALE DUE MONDI E CONCEZIONI DELLA VITA E DELLA CIVILTÀ PROFONDAMENTE DIVERSI. ENTRAMBE HANNO PERÒ IN COMUNE IL DESIDERIO SMODATO DI POTERE E DI DENARO…

Non vediamo al momento nessuna minaccia imminente sull’uso di armi nucleari da parte di Mosca ma continuiamo a monitorare la situazione in modo molto serio“. Sono le parole di Jake Sullivan, Consigliere per la sicurezza nazionale americana, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 30 settembre alla Casa Bianca. Intanto, Mosca ha posto il veto alla risoluzione “ostile” al consiglio di sicurezza dell’ONU.

La Cina, il Gabon, il Brasile e l’India si sono astenuti nella votazione per il riconoscimento di Donetsk, Luhansk, Kerson, Zaporizhzhia che, tramite referendum popolare, hanno deciso di tornare Russia ed abbandonare l’Ucraina. Dieci i voti a favore del rifiuto. Allo stesso tempo, USA e NATO frenano sull’ingresso immediato di Kiev nell’Alleanza atlantica, proseguendo con una politica cerchiobottista. Medvedev: “Zelensky vuole entrare rapidamente a far parte della Nato”.

Grande idea. Sta solo chiedendo all’Alleanza di accelerare l’inizio di una terza guerra mondiale”. Infine, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin festeggia nella Piazza Rossa, assieme ai leader delle quattro regioni annesse, parlando di “giornata storica”. La risposta della Russia al tentativo USA di utilizzare l’Ucraina come base per laboratori biochimici e per piazzare lanciarazzi a 700 km dal Cremlino, avanzando verso est, è stata scongiurata da Mosca, che si riprende i territori, storicamente suoi.

Al di là delle parole di circostanza e degli allarmismi della propaganda, Putin pare aver già vinto la prima battaglia, respingendo il nemico e annettendo i territori occupati dall’Ucraina. Ora, la posta in gioco è tutta economica ed energetica. Laddove non arriverà la politica, arriverà la guerra. Sul piano naturale e soprannaturale si stanno scontrando due mondi, due concezioni della vita e della civiltà profondamente diversi, che hanno, però, in comune il desiderio di potere e di denaro. Se l’Occidente liberale, decadente e secolarizzato, ha ucciso Dio per abbracciare il materialismo più abietto, la Russia autarchica, sacrale e identitaria, ha mantenuto vivi i principi tradizionali dell’Oriente ortodosso, che, sul piano morale, erano identici a quelli della Civitas Christiana europea, erede della grande civiltà greco-romana. L’impressione, però, che la venialità riferita alla ricchezza ed al primato economico aleggi abbastanza concretamente anche nella steppa ex sovietica, si osserva nell’atteggiamento verso le risorse di cui, forse, la Federazione Russa vorrebbe ottenere, in qualunque modo, il monopolio.

Ma una società non sarà mai multipolare se qualcuno pretende esclusive sul mondo. Vale per gli americani, ma anche per Putin. La prudenza del colosso cinese e dei Paesi emergenti (BRICS) può essere letta anche in quest’ottica, perché essi hanno ingenti affari sia con l’Occidente liberale che con l’Eurasia, e probabilmente, intendono avere garanzie chiare e nette nel mantenimento dell’indipendenza economica concorrenziale.

In realtà, l’aderenza intima, libera e affettiva, di tutta una vita alle norme tradizionali, faceva sì che essa acquistasse un significato superiore: attraverso l’obbedienza e la fedeltà, attraverso l’azione conforme ai principi e ai suoi limiti, una forza invisibile le dava forma e la disponeva sulla stessa direzione di quell’asse soprannaturale, che negli altri – nei pochi al vertice – viveva allo stato di verità, di realizzazione, di luce.

Così si formava un organismo stabile ed animato, costantemente orientato verso il sopramondo, santificato in potenza e in atto secondo i suoi gradi gerarchici, in tutti i domini del pensare, del sentire, dell’agire, del lottare. In tale clima viveva il mondo della Tradizione, prima di essere travolta dalla Sovversione liberale e comunista. “Questi popoli [europei] pensavano santamente, agivano santamente, amavano santamente, odiavano santamente, si uccidevano santamente – essi avevano scolpito un tempio unico in una foresta di templi, attraverso cui il torrente delle acque scrosciava, e questo tempio era il letto del fiume, la verità tradizionale, la sillaba nel cuore del mondo“. Così si esprimeva sulla nostra civiltà classico-cristiana Guido De Giorgio (1890-1957) nel saggio Ritorno allo spirito tradizionale, pubblicato sulla rivista La Torre (n. 2/1930).

Il filosofo Julius Evola (1898-1974), a tal proposito, scrisse citando il conte Arthur De Gobineau (1816-1882) che l’Europa feudale mostrava l’assenza di una organizzazione unica, un deciso pluralismo, nessuna economia o legislazione unitaria, condizioni di sempre risorgenti antagonismi – eppure una unità spirituale, la vita di un’unica tradizione costituivano la causa prima della sua longevità. Evola, nel suo Rivolta contro il mondo moderno scriveva, già nel 1934: “specie la tradizione estremo-orientale ha messo ben in rilievo l’idea che la morale e la legge in genere sorgono là dove la “virtù” e la “Via” non sono più conosciute: perduta la Via, resta la virtù; perduta la virtù resta l’etica; perduta l’etica resta il diritto; perduto il diritto resta il costume. Il costume è solo l’esteriorità dell’etica e segna il principio della decadenza“.

Continua, quasi profeticamente, Evola: “sopravviene l’individualismo, il caos, l’anarchia, l’hybris umanistica, la degenerazione, in tutti i domini. La diga è infranta. Resti pur l’apparenza di una grandezza antica – basta un minimo urto per far crollare uno Stato o un Impero. Ciò che può prenderne il posto avrà la sua inversione… il Leviathan onnipotente, un sistema collettivo meccanizzato e totalitario“.

Probabilmente è per questo che l’Unione europea al soldo di Soros e degli Stati Uniti di Biden e delle sue lobby di potere volte al transumanesimo hanno già perso. I popoli liberi possono ancora svegliarsi dal torpore provocato dal benessere, dai tecnocrati e dal pensiero unico, ripartendo dallo Spirito, recuperando la sana dottrina cattolica cattolica di sempre, vivendo con virtù e seguendo l’esempio di quel Cristo che è la Via, ma anche la Verità e la Vita.

 

GEORGE SOROS: IL VERO BURATTINAIO DI VOLODYMYR ZELENSKY?

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Segnalazione di Federico Prati

20 maggio 2019. Volodymir Zelensky trionfa alle elezioni presidenziali in Ucraina, sbaragliando il rivale Petro Poroshenko con uno stratosferico 73 per cento di voti.

23 maggio 2019. Sono passati appena tre giorni dal trionfo e un fitto gruppo di associazioni, enti e organizzazioni inviano al neo presidente un memorandum. Non si tratta di suggerimenti o consigli, ma divere e proprie ‘direttive’, di ordini tassativi, che nel lungo documento inviato a Zelensky, in tono perentorio, definiscono delle precise “LINEE ROSSE” da non oltrepassare mai.

Guarda caso, si tratta proprio di quanto ha messo e sta   mettendo in campo l’obbediente comico-presidente: le vere linee, che cerca di difendere a spada tratta.

Ma di chi era la regia di tutta l’operazione finalizzata a dirigere Zelensky come un perfetto pupazzo? Il regista ha un nome e un cognome ben preciso: si tratta di George Soros, supportato da tutta una serie di sigle che fanno capo alla sua corazzata ‘umanitaria’, la tentacolare ‘OPEN SOCIETY FOUNDATIONS’.

Passiamo ora in rassegna tutti i tasselli del mosaico, per entrare in una story davvero ai confini della realtà.

VE LO DA’ SOROS IL ‘RINASCIMENTO

La tessera da cui partire si chiama ‘International Renaissance Foundation’ (IRF), una ONG fondata da ‘Open’ 32 anni fa esatti.  Dettaglia Wikipedia: “l’IRF è una delle più grandi organizzazioni di beneficenza dell’Ucraina. Il suo obiettivo è fornire assistenza finanziaria e operativa allo sviluppo di una società aperta e democratica in Ucraina, sostenendo iniziative civiche chiave in questo settore. Nel periodo dal 1990 al 2010, la IRF ha sostenuto numerose organizzazioni non governative ucraine, gruppi comunitari, istituzioni accademiche e culturali, case editrici etc. Per un importo di oltre 100 milioni di dollari”.

Tutto rose e fiori. Come precisa ancor meglio mamma ‘Open’.

“La IRF, una parte delle ‘Open Society Foundations’, è stata fondata a Kiev nell’aprile 1990. All’epoca, l’Ucraina faceva ancora ancora parte dell’Unione Sovietica in rapido crollo, ponendo la nuova fondazione in prima linea nello sforzo di George Soros, il fondatore e presidente delle ‘Open Society Foundations’, per usare la sua fortuna per assistere gli ex stati comunisti dell’Europa centrale e orientale. Nel 1994 l’IRF era il più grande donatore internazionale del paese, con un budget annuale di circa 12 milioni di dollari”.

E ancora: “All’inizio degli anni 2000, la fondazione si è orientata sull’integrazione europea, mobilitando al tempo stesso risorse per aiutare le persone colpite dal conflitto dopo l’invasione russa e l’annessione illegale della Crimea nel 2014”.

Molto incisivo l’impegno di IRF sul terreno dell’informazione e della comunicazione. La fondazione – come mamma ‘Open’ descrive – “ha finanziato progetti di giornalismo investigativo come ‘Our Money’ e gruppi come ‘Transparency International Ukraine’, ‘State Watch’, ‘Center Eidos’ e l’‘Anti-Corruption Action Center’”. Inoltre, “la fondazione ha sostenuto la creazione di ‘Stop Fake’, un’iniziativa guidata da due professori universitari dedita a smascherare bugie e miti sull’Ucraina’. ‘Stop Fake’ ora produce i propri programmi TV, radio e materiale online in diverse lingue”.

Vuoi vedere che c’è lo zampino di ‘Stop Fake’ nel pletorico materiale video utilizzato da Zelensky per sbandierare il genocidio organizzato dal macellaio Vladimir Putin?

Ma, più probabilmente, c’è lo ‘zampone’ di un’altra sigla, ancor più ‘invasiva’, partorita dal fecondo ventre di IRF (e quindi griffata OPEN by Soros) e, guarda caso, sempre dedita allo strategico settore delle informazioni.

ECCO A VOI L’‘UKRAINE CRISIS MEDIA CENTER’

Eccoci dunque al vero cuore di tutta la story, a bordo di UCMC, acronimo di ‘Ukraine Crisis Media Center’, la poderosa Ong che – come vedremo tra poco – ha scritto l’Agenda di Zelensky,  tracciando le famose ‘LINEE ROSSE’.

Seguiamo, anche stavolta, il profilo delineato da Wikipedia: “UCMC è un’organizzazione non governativa che fornisce informazioni su eventi in Ucraina, sfide e minacce alla sicurezza nazionale, in particolare nella sfera militare, politica, economica, energetica e umanitaria. L’UCMC assiste i rappresentanti dei media che coprono l’Ucraina nei loro materiali in tutto il mondo”.

Un linguaggio non poco criptico; dal quale, comunque, fa capolino il ruolo di ‘assistenza’ mediatica, con la fornitura di ‘materiali’ informativi ad hoc: come nel caso di Bucha che sta facendo il giro del mondo?

Continua Wikipedia: “Le attività di UCMC sono abilitate con il supporto dei suoi partners: il ‘Dipartimento Affari Pubblici’ dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Kiev; la ‘International Renaissance Foundation’ (che abbiamo visto prima); ‘National Endownment for Democracy (USA); ‘Fondazione mondiale ucraina’(Canada); ‘Fondo europeo per la democrazia’; ‘Programma Matra’ (Ambasciata dei Paesi Bassi in Ucraina); ‘Agenzia Internews’; ‘Mondelez International’ e altri”.

Partners non da poco, soprattutto quelli di marca statunitense, vista la strategica presenza del Dipartimento Affari pubblici dell’Ambasciata Usa a Kiev, che per il bollente biennio 2014-2015 fu il quartier generale di Victoria Nuland, l’attuale numero due (dopo il falco Tony Blinken) al Dipartimento di Stato, in qualità di responsabile degli Affari politici.

Ed infatti, Victoria Nuland è stata un delle guest star nel corso dei briefingpromossi da UCMC, come viene puntualmente segnalato nell’excursus tracciato da Wikipedia: tra gli altri grossi calibri, per fare solo un paio di nomi, il senatore Usa John McCaine e l’ambasciatore UE in Ucraina Jan Tombinski.

Jan Tombinski

Restiamo sempre nel basilare campo mediatico. Tra i ‘gioiellini’ messi in campo da UCMC c’è il ‘Mir v Donbass’ (in inglese, ‘Peace in Donbass’), “un prodotto informativo realizzato con il supporto dell’Ufficio federale degli esteri tedesco, diffuso tra i residenti della zona vicino alla linea di contatto nelle regioni di Donetsk e Luhansk”, le aree del Donbass al centro del conflitto.

Poi spicca la nuova ‘Task force per le comunicazioni’, lanciata da UCMC “nel 2014 con il supporto della ‘International Renaissance Foundation’ come piattaforma di dialogo tra le istituzioni pubbliche, le comunità di esperti e le organizzazioni non governative. Lo scopo di questo progetto è plasmare un atteggiamento comune verso le direzioni e le strategie della riforma”.

Come, in modo spettacolare, ha fatto con la confezione delle ‘LINEE ROSSE’, l’autentico decalogo che Zelensky ha seguito, come un ottimo scolaro, per filo e per segno da quando si è seduto sulla poltrona presidenziale.

E allora, finalmente, esaminiamole più da vicino, queste linee strategiche di demarcazione, e di percorso politico obbligato.

QUELLE “LINEE ROSSE” DA NON VARCARE

Così si presenta il ‘memorandum’: “Dichiarazione congiunta dei rappresentanti della società civile sui primi passi politici del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky – Centro stampa UCDM – 23.5.2019, ore 12.10”.

Ecco l’incipit: “Negli ultimi cinque anni, i sottoscritti, membri delle organizzazioni della società civile, hanno difeso attivamente la sovranità e gli interessi nazionali dell’Ucraina nello spazio dell’informazione globale e contrastato la guerra dell’informazione russa. Ciascuna delle nostre organizzazioni lavora in un campo specifico per rafforzare la società civile e contribuire a costruire istituzioni statali di alta qualità aperte alla comunicazione e al dialogo costanti con i nostri cittadini, responsabili della riforma del nostro Paese e del suo renderlo più stabile e sicuro di fronte a forti minacce e sfide. I nostri principi e posizioni rimangono invariati. La nostra missione è proteggere i valori per i quali gli ucraini hanno combattuto durante la  Rivoluzione: libertà e dignità, indipendenza dell’Ucraina e protezione della statualità ucraina, un sistema di governo democratico, patriottismo, coraggio, responsabilità e onestà come qualità fondamentali per tutti i cittadini ucraini”.

Fin qui liscio come l’olio, e non c’è chi non possa condividere tali ‘valori’ sotto ogni latitudine.

Ma il bello viene adesso. Leggete come prosegue – cambiando totalmente tono – la ‘Dichiarazione’ (dei diritti dell’uomo?).

Viktor Yanukovych

“Rimaniamo politicamente neutrali, ma siamo fortemente preoccupati per le prime decisioni esecutive prese dal neoeletto Presidente. Sfortunatamente, dimostrano una totale mancanza di comprensione delle minacce e delle sfide che il nostro Paese deve affrontare. Siamo fortemente in disaccordo con l’intenzione del Presidente di nominare membri del regime dell’ex presidente Viktor Yanukovych a posizioni chiave del governo, così come persone senza competenze e individui che condividono interessi economici con il presidente Zelensky. Dato il dolore e le difficoltà che il nostro Paese ha sofferto negli ultimi anni, misure così miopi sono destinate ad avere effetti negativi sulla società. E le conseguenze potrebbero essere devastanti. Come attivisti della società civile, presentiamo un elenco di ‘linee rosse da non oltrepassare’. Se il Presidente oltrepasserà queste linee rosse, tali azioni porteranno inevitabilmente all’instabilità politica nel nostro Paese e al deterioramento delle relazioni internazionali”.

Più chiari di così realmente non si può. E non si poteva, a tre giorni dall’insediamento di Zelensky sulla poltrona numero 1 dell’Ucraina.

La lunga ‘Dichiarazione’ – che potete leggere integralmente cliccando sul link in basso – è suddivisa in apposite sezioni: ‘Problemi di sicurezza’ – ‘Questioni di politica estera’ – ‘Problemi economici’ – ‘Identità nazionale’ – ‘Funzionamento del governo’

E si conclude in modo perentorio, senza lasciare alcuno spazio ad equivoci: “Se il Presidente supera queste linee rosse, indicherà che non cerca un vero cambiamento democratico e non desidera stabilire un governo più onesto e responsabile, anche se durante il periodo elettorale ha promesso di farlo”.

Patti chiari e amicizia lunga. Con il sigillo di George Soros.

In calce alla ‘Dichiarazione’ – come potete facilmente osservare scorrendo le pagine del link – vi sono i nomi di decine e decine di sigle, associazioni, organizzazioni, in prevalenza ruotanti nell’orbita sorosiana, ma anche di una vasta area che più filo-occidentale non si può.

Cosa regolano i ‘comandamenti’ impartiti dall’Ucraine Crisis Media Center? Vediamo.

I 10 COMANDAMENTI 

Primo. Non bisogna mai consultare il popolo per decidere come negoziare con la Russia;

Secondo – Non bisogna mai fare negoziati diretti con la Russia, senza la presenza dei partner occidentali;

Terzo – Non bisogna mai cedere, anche su un solo punto, nei negoziati futuri con la Russia: né sull’adesione alla NATO, né sul Donbass, né sulla Crimea, né sulle intese e gli accordi internazionali;

Quarto – Non bisogna cedere neanche un centimetro di territorio alla Russia;

Quinto – Non bisogna cedere di un centimetro neanche sul fronte delle sanzioni che l’Occidente ha stabilito contro la Russia per l’illegale invasione della Crimea;

Sesto – Non bisogna né sabotare e nemmeno ritardare il corso strategico per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea e alla NATO;

Settimo – Non bisogna fare nemmeno un passo indietro per quanto riguarda l’identità nazionale: non si possono rivedere le leggi in materia di lingua, istruzione e cultura;

Ottavo – Non bisogna interrompere l’ostracismo a media e social russi, né si può stabilire alcun dialogo con i partiti di opposizione filo-russi;

Nono – Non bisogna venire a patti politici con figure coinvolte nell’ex governo Janukovich (quello eletto democraticamente e fatto cadere con un golpe nel 2014, ndr);

Decimo – Non bisogna lanciare operazioni giudiziarie contro il precedente governo Poroshenko.

Non trovate che (tranne un paio) siano proprio i nodi bollenti del conflitto, considerati da Zelensky come punti sui quali l’Ucraina non può transigere? Uno Zelensky che – fin da quel festoso 23 maggio 2019 – li conosce ormai a memoria…

LINK
https://uacrisis-org.translate.goog/en/71966-joint-appeal-of-civil-society-representatives?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=op,sc
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La Sovversione anticristiana e contro-identitaria è sempre più palese

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/04/17/la-sovversione-anticristiana-e-contro-identitaria-e-sempre-piu-palese/

IL CATTOLICESIMO PUÒ FERMARE LE LOBBY SOVRANAZIONALI

Negli ultimi mesi si è sentito parlare su tutti gli organi di informazione del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (N.O.M.), che determinate lobby sovranazionali occidentali vorrebbero edificare tramite la “società aperta”, teorizzata e finanziata, ovunque, dall’oligarca George Soros. Prima della guerra, l’argomento era un tabù. Se ne occupavano, come la geopolitica, solo alcuni appassionati, oltre agli addetti ai lavori e, con esasperazioni grottesche, alcune conventicole complottiste.

Attraverso un’analisi equilibrata dell’attuale situazione potremmo definire il N.O.M. come l’Anti-Tradizione. Non si offenderebbe alcuno, soprattutto oggi che la Sovversione anticristiana e contro-identitaria è sempre più palese, alla luce del sole. Non ha più bisogno di tramare nell’ombra perché ha raggiunto o condizionato tutti i vertici, in tutti i poteri.

Se esemplifichiamo, possiamo definire l’Illuminismo, che spianò la strada alla Rivoluzione francese e alle rivoluzioni del XIX secolo, come il principale movimento che, gradualmente e, inizialmente, con la violenza delle guerre e della repressione, attuò la sostituzione della Civitas Christiana con l’Europa liberale. Certamente trovò degli ostacoli, lungo il percorso, posti soprattutto dalla Chiesa Cattolica e dai grandi Pontefici della Dottrina Sociale, da Pio IX a Leone XIII, da San Pio X a Pio XI e Pio XII.

Anche in ambiente politico, la contro-rivoluzione ebbe esponenti di prim’ordine, che, spesso, sacrificarono la loro vita per la difesa dell’Ordine naturale e divino. Oggi possiamo dire, senza timor di smentita, che il Nuovo Ordine Mondiale basato sull’ateismo, sulla fluidità di ogni manifestazione della vita, sull’internazionalismo, sul mondialismo e sul primato dell’economia in mano a poche famiglie stia, apparentemente, vincendo, demolendo tutto ciò che profuma di virtù, di Patria, di cattolicesimo, di Tradizione e di identità.

La reazione all’Occidente liberale perviene da ambienti sani che rifiutano fin da principio, il compromesso con la “società aperta”, prima e a prescindere dalla Russia, da Putin e da Kirill. Purtroppo questa eroica difesa lotta materialmente con armi impari ed è numericamente esigua.

Sul piano spirituale, il più piccolo dei contro-rivoluzionari vale almeno cento dei perversi teorici della Sovversione. Le porte degli Inferi non prevarranno perché ce l’ha detto Gesù Cristo, figlio del Dio vivente, morto e risorto per la nostra salvezza. Perciò, anche se non possiamo sapere né quando né come, qualcosa dovrà per forza accadere, perché la Luce trionfi sulle tenebre e la Verità schiacci la testa al serpente.

Abbiamo visto cadere ufficialmente, ma non del tutto, il comunismo come forma di sovversione anti-tradizionale. Sembra, invece, aver ripreso una certa vitalità e diffusione l’ateismo illuminista, scientista, che già nel XIX secolo adottò strutture religiose come il Deismo, “il Culto della Natura” ovvero il panteismo alla Greta, la prassi New Age.

Il noto storico americano dell’ateismo Conrad Goeringer spiega come la Massoneria abbia un ruolo fondamentale nel portare la Sovversione all’instaurazione della “società aperta” dell’Anti-tradizione. Egli scrive sul suo “The Enlightenment, Freemasonry” che l’Illuminismo “è stato un fenomeno che ha travolto il mondo occidentale, affogando nella sua scia molte delle istituzioni sclerotiche e dispotiche dell’antico regime e del vecchio ordine, contribuendo a cristallizzare una nuova visione dell’uomo e dei ruoli della ragione, della natura, del progresso e della religione”. Goeringer spiega che gran parte dell’agitazione era motivata dall’odio per il cattolicesimo, come fondamento dei residui sociali tradizionali. Goeringer sottolinea che queste dottrine dell’umanesimo e del razionalismo hanno costituito la base di quello che oggi viene considerato il pensiero democratico normativo, di provenienza anglosassone, fondamentali per la rivoluzione Americana.

Scrive Goeringer che “Benjamin Franklin (1706-1790) fu un deista, firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza, …membro della “Loggia delle Nove Muse” di Parigi, uno dei gruppi massonici continentali dove la “rivoluzione stava per uscire dall’uovo” “.

Lo storico massonico Mackey ha scritto: La storia della Loggia delle nove Sorelle è stata scritta da Louis Amiable, avvocato e un tempo Sindaco del Quinto Distretto di Parigi, Consigliere della Corte d’Appello, Grande Oratore del Grande Collegio e già membro del Consiglio del Grande Oriente di Francia”. Mackey cita frat. Amiable: “La massoneria è stata, incontestabilmente, uno dei fattori dei grandi cambiamenti che sono stati prodotti in Nord America e in Francia” (confronta Kerry Bolton, “Movimenti occulti e sovversivi”, Gingko Edizioni, 2020).

Restare ancorati alla Tradizione ed all’identità, valorizzare il patriottismo, la religiosità, la famiglia naturale significa nella post-modernità compiere un atto rivoluzionario, nel senso di anti-sovversivo e anti-massonico e costituisce il lavoro quotidiano che ogni uomo libero europeo dovrebbe compiere quotidianamente per non soccombere negli abissi della società aperta di Soros.

“E’ la massoneria che comanda. E’ oramai documentato attraverso numerose indagini che Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta sono cresciute proprio grazie alla massoneria” – sostiene il Procuratore Nazionale antimafia Federico Cafiero De Rao. Saldi nella Fede, con la consapevolezza della Speranza e pieni di autentica Carità affrontiamo il potente Leviatano globalista, le cui fila sono mosse dal male assoluto.

 

L’alleanza Trump-Viganò può liberare l’Italia dalla dittatura globalista e fermare il nuovo ordine mondiale?

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di Cesare Sacchetti

Il filo del dialogo non si è interrotto.

La lettera inviata da monsignor Viganò al presidente americano Donald Trump non è caduta nel vuoto.

Trump si è detto onorato di aver ricevuto l’appello così potente ed evocativo del prelato italiano.

Viganò è stato in grado di spiegare chiaramente a Trump come in gioco non ci sia soltanto uno scontro tra forze di opposto segno politico. C’è molto di più. C’è in atto una vera e propria battaglia spirituale.

E la battaglia dei figli della luce contro quelli delle tenebre che trascende il piano politico per approdare verso quello più propriamente di natura escatologica.

Non si può spiegare il mondialismo soltanto con le anguste e parziali categorie dell’economia o della geopolitica.

La volontà di erigere una sorta di supergoverno mondiale è qualcosa di strettamente legato ad una religione che nulla ha a che vedere con il cristianesimo.

Al contrario, la religione di questo pensiero, noto negli ambienti mondialisti con il famigerato nome di “nuovo ordine mondiale” è l’esatta negazione della Verità rivelata da Cristo.

I riferimenti di carattere satanista ed esoterico della religione globalista dalla violenta carica anticristica sono del tutto evidenti, per chi ha la volontà di vederli.

L’abominevole pratica della pedofilia, un tempo bandita nell’Occidente cristiano, inizia ad essere sdoganata sempre più apertamente. Continua a leggere

Migranti, ricorso di associazioni finanziate da Soros e Rockefeller

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di Roberto Vivadelli

Ricorso di due associazioni supportate dall’Open Society Foundations di George Soros e dalla Fondazione Rockfeller contro Italia, Malta e Libia. “Ricorrenti violazioni contro i migranti”

L’Asgi e il Cairo Institute for Human Rights Studies (Cihrs), associazioni sostenute e sponsorizzate rispettivamente dai magnati Soros e Rockfeller, hanno denunciato Italia, Libia e Malta dinanzi al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite per presunte “ricorrenti violazioni“. Al centro del ricorso delle due associazioni pro-immigrazione, cioè che è successo nella giornata del 18 ottobre 2019, quando due uomini somali, insieme ad altre 50 persone, fuggono dalla Libia. Quando si trovano nella zona Sar maltese, “molto vicini a Lampedusa, chiamano soccorso. Hanno iniziato ad imbarcare acqua e la loro vita è in pericolo. Alarm Phone ricevuta la segnalazione dell’evento Sar chiede l’intervento di Malta e dell’Italia, autorità competenti secondo il diritto internazionale. Entrambe le autorità non effettuano alcun salvataggio mentre aspettano per molte ore l’arrivo della cosiddetta Guardia Costiera libica, che intercetta la barca e riporta in Libia tutte le persone a bordo. La motovedetta utilizzata è il “Fezzan” fornito ai libici dal governo italiano“.

In questo Paese, osservano, “i due uomini non trovano alcuna forma di protezione. Vengono più volte detenuti in diversi centri di detenzione. Alcuni di questi centri sono quelli finanziati dalle autorità italiane. Sono torturati e molte volte cercano di lasciare la Libia, dove rimangono bloccati per molto tempo“. Secondo le due associazioni, infatti, questo episodio esemplifica una prassi di respingimenti illegali perpetrati in accordo con la Libia, un Paese dove migranti, richiedenti asilo e rifugiati sono notoriamente perseguitati e dove c’è un sistematico ricorso alla detenzione arbitraria e la tortura. Alla conferenza stampa di presentazione del ricorso sono intervenuti Lorenzo Trucco, presidente di Asgi e uno dei legali rappresentati dei ricorrenti, e Karim Salem del Cairo Institute for Human Rights. Il ricorso, hanno sottolineato, è un modo per portare davanti al Comitato una strategia chiara: l’esternalizzazione delle frontiere dell’Europa, in cui ogni paese coinvolto svolge un ruolo preciso e decisivo.

Poco importa se l’Italia è stata lasciata sistematicamente sola dall’Europa dinanzi a un fenomeno come quello dell’immigrazione dall’Africa: l’obiettivo delle due associazioni è fare pressione al fine di stralciare l’accordo con i libici, che amplificherebbe a dismisura l’arrivo dei barconi sulle nostre coste, già fuori controllo. Secondo i dati del Viminale, i migranti sbarcati sulle nostre coste dal 1 gennaio ad oggi sono 13.381; nel 2019 erano stati 3.654. Solo a luglio ne sono arrivati 6.431, contro gli appena 1.088 del 2019. La cosa curiosa è che, rispetto al 2018 e al 2019, il numero di minori è crollato: 1.441 contro i 1.680 del 2019. Come se non bastasse siamo in emergenza sanitaria – come deciso dal governo – e alcuni dei migranti che sbarcano riescono a fuggire e a dileguarsi nel nulla. Stralciare l’accordo con i libici avrebbe conseguenze semplicemente catastrofiche e non risolverebbe certo il problema dei “diritti umani”: festeggerebbero solamente i trafficanti di esseri umani.

Ma da chi sono supportate Asgi e il Cairo Institute for Human Rights Studies (Cihrs)? Come riporta La Verità, la prima, si legge sul sito, è un’associazione di promozione sociale nata dall’intenzione di condividere la normativa nascente in tema d’immigrazione da un gruppo di avvocati, giuristi e studiosi che ha, nel tempo, contribuito con suoi documenti all’elaborazione dei testi normativi statali e comunitari in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza, promuovendo nel dibattito politico-parlamentare e nell’operato dei pubblici poteri la tutela dei diritti nei confronti degli stranieri. È supportata dall’Open Society Foundations, l’organizzazione “filantropica” del finanziere George Soros, e dalla Fondazione Charlemagne. Come abbiamo già approfondito in questo articolo, George Soros supporta molte realtà che sponsorizzano l’immigrazione di massa, anche in Italia.

Per quanto riguarda il Cairo Institute for Human Rights Studies (Cihrs), spiega La Verità, parliamo di “un’organizzazione non governativa indipendente fondata nel 1993” allo scopo di “promuovere il rispetto dei principi dei diritti umani e della democrazia” e promuovere “la cultura dei diritti nella regione araba“. Il principale finanziatore del Cihrs è la Rockefeller Brothers Fund, fondata nel 1940 dai figli di John D. Rockefeller.

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