Il nascituro reificato e la sovversione dell’ordine naturale

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di Matteo Castagna

 

ARIANNA EDITRICE – 26/03/2023

Il nascituro reificato e la sovversione dell’ordine naturale

Fonte: Matteo Castagna

L’utero in affitto deve diventare un reato universale. In Italia è un crimine dal 2004. Pene previste sono la reclusione da 3 mesi a 2 anni, e una multa pesantissima da seicentomila a un milione di euro.
Non esiste il reato di istigazione, che eventualmente potrebbe rientrare nel generico “istigazione a delinquere”, ma nessuno finora l’ha mai applicato ai sinistri individui che lo propugnano pubblicamente, forse per evitare la gogna mediatica “arcobalenga”.
“Il ricorso all’utero in affitto offende contemporaneamente la natura, il buon senso, la saggezza e il diritto” – scrive il noto psichiatra Alessandro Meluzzi nel libro “Attacco alla Famiglia” (Ed. Altaforte, 2020). L’ideologia fuorviante dell’affettività produce una abominevole confusione tra diritto e desiderio. La natura ha stabilito che la famiglia sia formata da un uomo e una donna perché solo la loro unione può determinare la nascita di un figlio. Senza l’ausilio di tecniche mediche, non è possibile concepire per una coppia omosessuale. Questa affermazione non ha alcun intento discriminatorio ma è un dato di fatto, meramente biologico.
La volontà, il capriccio o il desiderio di due uomini o di due donne di comprare un figlio sono ferocemente egoistici e non tengono conto dei diritti del bambino. Se esistesse un po’ di buon senso offenderebbe anche chi lo pratica. Il ricorso alla maternità surrogata può essere pericoloso per la mamma affittata e, ancor di più, per il piccolo innocente. Meluzzi, con saggezza, si chiede quale sarà lo sviluppo psico-affettivo di questi nuovi nati? Se, da un lato è realistico pensare a stigmatizzazione sociale, emarginazione, discriminazione, dall’altro, forse ancora più importante, prevede che “ci sia sicuramente una tendenza all’emulazione dei genitori, perciò la scelta omosessuale sarà quasi obbligata” (Abbie E. Goldberg, assistente universitaria presso il Dipartimento di Psicologia della Clark University di Worcester, nel Massachusetts, Omogenitorialità, Erickson, Trento, 2015). La mercificazione del corpo offende la dignità della donna, nonostante vi siano femministe incallite che lo ritengano addirittura un diritto. E se lo scopo, come suggerisce sempre il Prof. Alessandro Meluzzi, fosse “portare via i figli alle famiglie povere e darli a comunità, case famiglia dove poi vengono erogati fino a 400 euro al giorno per ogni minore, oppure a coppie benestanti, se possibile omogenitoriali”? Questi eventi sono mostruosi e diabolici. Assistiamo ad un cortocircuito letale. La crisi della famiglia genera quella dell’uomo e la crisi delle prospettive dell’umano nei suoi orizzonti genera la crisi della famiglia, con un’identità debole, che tende all’instabilità, alla paura, all’alienazione, alla fluidità.
La Sovversione dell’ordine naturale è sempre graduale nel tempo. Il suo tratto demoniaco, che mira alla disintegrazione dei legami, ci svela come, al contrario, il diritto naturale sia armonioso, stabile, forte, sicuro, realistico, granitico, tradizionale. La teologia Morale ci insegna che per giudicare dell’imputabilità di un dato atto passionale occorre vedere se il suo insorgere sia antecedente o conseguente all’atto di volontà. La patologia derivante da gravi problematiche dovute ad una affettività disordinata va considerata sotto due aspetti differenti: a) la morbosa variazione del tono affettivo; b) l’azione morbosa esercitata dalle emozioni sull’organismo. Il politicamente corretto, che spinge all’edonismo ed alle passioni più sregolate, anche quando si nasconde sotto forma di buonismo, chiama Amore ciò che non può essere altro che attrazione, sentimentalismo, piacere momentaneo e fugace. Amare è volere il bene dell’altro. Come si può amare inducendo l’altro al peccato mortale, quindi all’inimicizia con Dio e le Sue leggi eterne? Oppure provocando possibili ripercussioni gravissime a dei minori?
La scrittrice Susanna Tamaro, nonostante si dicesse favorevole alle adozioni per coppie omosessuali (cfr.Greta Privitera, in Vanity Fair, 17 settembre 2016)  si è così espressa: “L’utero in affitto è forse la più sofisticata e atroce forma di schiavismo inventata dalla modernità, uno schiavismo in cui il volto della iena è nascosto dietro il sorriso del benefattore, uno schiavismo che furbescamente si ammanta dell‘amore’. Un amore che non si riferisce in alcun modo al bene di chi nasce ma soltanto ai desideri dei singoli individui”.
Agghiacciante la testimonianza di Sheela Saravanan dall’India: “Le nostre madri surrogate sono stressate a livello fisico e psichico anche se ricevono soldi; alla base ci sono povertà, analfabetismo, sottomissione. Vivono in stanzoni durante la gestazione e vengono nutrite molto per far crescere il bambino”. Il prezzo del neonato infatti sale con il peso. Il cesareo è obbligatorio. E i disabili, sono un “prodotto difettato”, perciò abortiti o abbandonati in strada. Paradossale l’ipocrisia in Germania: “La Gpa è vietata dentro il Paese ma se vanno a farla all’estero va bene”.

Per approfondire: https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-nascituro-reificato-e-la-sovversione-dell-ordine-naturale

Verso le elezioni: agenda gender o agenda identità?

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI 

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/08/29/verso-le-elezioni-agenda-zan-o-agenda-identita/

I PRIMI PUNTI DEL PROGRAMMA ELETTORALE DEL PD RIGUARDANO L’AGENDA GENDER ANCOR PRIMA DI QUELLA DI DRAGHI…

I primi punti del programma elettorale del Pd riguardano l’”agenda gender” ancor prima di quella di Draghi. Per la moderna sinistra la priorità è costituita dal ddl Zan e dal matrimonio egualitario, con utero in affitto, eutanasia e indottrinamento dei bambini attraverso la teoria secondo cui ogni fanciullo possa scegliere la sua sessualità, al di là del proprio sesso biologico.

Il diritto al lavoro in tempi di crisi giunge secondariamente, nello stupore di molti operai, che, per questo, smetteranno di votare Letta e compagni. Le persone che, nel corso della vita, si sono sentite attratte sessualmente da una persona del loro stesso sesso sono il 5,9% (uomini) e il 6,6% (donne) (Fonte: Neodemos, 2019).

L’ISTAT dice che il numero dei lavoratori dipendenti è pari a 18.063.000. La sinistra italiana cambia, allora, il suo elettorato principale e, di fatto, non ne rappresenta più le istanze, in favore della politica dei desideri di una minoranza, facendosene paladina ed assurgendoli, addirittura a “diritti”.

La spiegazione plausibile, riferita a questa radicale trasformazione è nell’essenza delle sinistre globaliste. La loro missione è quella di creare un mondo nuovo, quindi una nuova antropologia fluida che, attraverso la moda, i media, e a partire dagli insegnanti, condizioni la maggioranza, fin dalla tenera età. I fini sono due: confondere i minori per aumentare il numero degli allineati alla scelta di genere e far accettare al popolo la “nuova normalità”, pena il reato della post-modernità, che è la cosiddetta omofobia.

La sovversione dell’ordine naturale si muove sempre per gradi e nel tempo, con una macchina propagandistica totalitaria, che inizia all’asilo e non finisce più. Quando negli anni ’50 Claude Lévy Strauss (1908-2009) e Michel Foucault (1926-984) iniziarono a differenziare il “sesso” dal “genere”, essi riprendevano teorie già note da almeno un secolo, espresse da studiosi che, sempre a livello accademico, individuavano una nuova antropologia sociale del vestito e del genere, che si identifica nel cosiddetto unisex. “Gli abiti non rispecchiano più la propria identità biologica, di classe sociale, età, mestiere“. Tutti allineati allo stesso livello, con pantaloncini corti e jeans.

Negli anni ’70, i Gender Studies americani mettono al centro del loro approccio concettuale la negazione di una reale differenza fra uomo e donna. Il “genere” non è più un dato biologico e reale, ma una costruzione sociale fluttuante e soggettiva. Con lo stile unisex la donna si mascolinizza mentre l’uomo tende all’effeminatezza. In Italia, Giorgio Armani inizia la sua carriera con l’inversione dei codici maschili e femminili, effeminando l’uomo e mascolinizzando la donna.

Oggi si giunge all’interscambiabilità “uomo-donna”, tramite la medicina e la chirurgia. La corruzione della gioventù deve iniziare subito dai bambini, per avere dei servi del potere globale e della sua nuova antropologia, convinti lungo gli anni della “bellezza” del transumanesimo che è più bello chiamare “amore”, così da ingannare i più semplici con l’utilizzo di un vocabolario positivo.

Le Sinistre seguono primariamente quest’ agenda perché alle forze che fin dalla Rivoluzione francese furono baluardo della Sovversione, è stato assegnato il compito di procedere con l’agenda “gender-fluid”. Solo una destra con una classe dirigente all’altezza di fronteggiare attraverso l’Ordine naturale e divino, si potrà condurre una battaglia per la salvezza dell’umanità, per il suo bene, per vero Amore di essa.

Nel discorso ai partecipanti al I Congresso Internazionale di Alta Moda dell’8 novembre 1957, Papa Pio XII richiama il cristiano a fare molta attenzione ai pericoli e alle rovine spirituali “seminate dalle mode immodeste, specialmente pubbliche, per quella coerenza che deve esistere tra la dottrina professata e la condotta anche esterna” (cit. in “La moda cristiana nell’insegnamento della Chiesa“, Edizioni Fiducia, Roma 2022, p. 98).

La Sovversione anticristiana e contro-identitaria è sempre più palese

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/04/17/la-sovversione-anticristiana-e-contro-identitaria-e-sempre-piu-palese/

IL CATTOLICESIMO PUÒ FERMARE LE LOBBY SOVRANAZIONALI

Negli ultimi mesi si è sentito parlare su tutti gli organi di informazione del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (N.O.M.), che determinate lobby sovranazionali occidentali vorrebbero edificare tramite la “società aperta”, teorizzata e finanziata, ovunque, dall’oligarca George Soros. Prima della guerra, l’argomento era un tabù. Se ne occupavano, come la geopolitica, solo alcuni appassionati, oltre agli addetti ai lavori e, con esasperazioni grottesche, alcune conventicole complottiste.

Attraverso un’analisi equilibrata dell’attuale situazione potremmo definire il N.O.M. come l’Anti-Tradizione. Non si offenderebbe alcuno, soprattutto oggi che la Sovversione anticristiana e contro-identitaria è sempre più palese, alla luce del sole. Non ha più bisogno di tramare nell’ombra perché ha raggiunto o condizionato tutti i vertici, in tutti i poteri.

Se esemplifichiamo, possiamo definire l’Illuminismo, che spianò la strada alla Rivoluzione francese e alle rivoluzioni del XIX secolo, come il principale movimento che, gradualmente e, inizialmente, con la violenza delle guerre e della repressione, attuò la sostituzione della Civitas Christiana con l’Europa liberale. Certamente trovò degli ostacoli, lungo il percorso, posti soprattutto dalla Chiesa Cattolica e dai grandi Pontefici della Dottrina Sociale, da Pio IX a Leone XIII, da San Pio X a Pio XI e Pio XII.

Anche in ambiente politico, la contro-rivoluzione ebbe esponenti di prim’ordine, che, spesso, sacrificarono la loro vita per la difesa dell’Ordine naturale e divino. Oggi possiamo dire, senza timor di smentita, che il Nuovo Ordine Mondiale basato sull’ateismo, sulla fluidità di ogni manifestazione della vita, sull’internazionalismo, sul mondialismo e sul primato dell’economia in mano a poche famiglie stia, apparentemente, vincendo, demolendo tutto ciò che profuma di virtù, di Patria, di cattolicesimo, di Tradizione e di identità.

La reazione all’Occidente liberale perviene da ambienti sani che rifiutano fin da principio, il compromesso con la “società aperta”, prima e a prescindere dalla Russia, da Putin e da Kirill. Purtroppo questa eroica difesa lotta materialmente con armi impari ed è numericamente esigua.

Sul piano spirituale, il più piccolo dei contro-rivoluzionari vale almeno cento dei perversi teorici della Sovversione. Le porte degli Inferi non prevarranno perché ce l’ha detto Gesù Cristo, figlio del Dio vivente, morto e risorto per la nostra salvezza. Perciò, anche se non possiamo sapere né quando né come, qualcosa dovrà per forza accadere, perché la Luce trionfi sulle tenebre e la Verità schiacci la testa al serpente.

Abbiamo visto cadere ufficialmente, ma non del tutto, il comunismo come forma di sovversione anti-tradizionale. Sembra, invece, aver ripreso una certa vitalità e diffusione l’ateismo illuminista, scientista, che già nel XIX secolo adottò strutture religiose come il Deismo, “il Culto della Natura” ovvero il panteismo alla Greta, la prassi New Age.

Il noto storico americano dell’ateismo Conrad Goeringer spiega come la Massoneria abbia un ruolo fondamentale nel portare la Sovversione all’instaurazione della “società aperta” dell’Anti-tradizione. Egli scrive sul suo “The Enlightenment, Freemasonry” che l’Illuminismo “è stato un fenomeno che ha travolto il mondo occidentale, affogando nella sua scia molte delle istituzioni sclerotiche e dispotiche dell’antico regime e del vecchio ordine, contribuendo a cristallizzare una nuova visione dell’uomo e dei ruoli della ragione, della natura, del progresso e della religione”. Goeringer spiega che gran parte dell’agitazione era motivata dall’odio per il cattolicesimo, come fondamento dei residui sociali tradizionali. Goeringer sottolinea che queste dottrine dell’umanesimo e del razionalismo hanno costituito la base di quello che oggi viene considerato il pensiero democratico normativo, di provenienza anglosassone, fondamentali per la rivoluzione Americana.

Scrive Goeringer che “Benjamin Franklin (1706-1790) fu un deista, firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza, …membro della “Loggia delle Nove Muse” di Parigi, uno dei gruppi massonici continentali dove la “rivoluzione stava per uscire dall’uovo” “.

Lo storico massonico Mackey ha scritto: La storia della Loggia delle nove Sorelle è stata scritta da Louis Amiable, avvocato e un tempo Sindaco del Quinto Distretto di Parigi, Consigliere della Corte d’Appello, Grande Oratore del Grande Collegio e già membro del Consiglio del Grande Oriente di Francia”. Mackey cita frat. Amiable: “La massoneria è stata, incontestabilmente, uno dei fattori dei grandi cambiamenti che sono stati prodotti in Nord America e in Francia” (confronta Kerry Bolton, “Movimenti occulti e sovversivi”, Gingko Edizioni, 2020).

Restare ancorati alla Tradizione ed all’identità, valorizzare il patriottismo, la religiosità, la famiglia naturale significa nella post-modernità compiere un atto rivoluzionario, nel senso di anti-sovversivo e anti-massonico e costituisce il lavoro quotidiano che ogni uomo libero europeo dovrebbe compiere quotidianamente per non soccombere negli abissi della società aperta di Soros.

“E’ la massoneria che comanda. E’ oramai documentato attraverso numerose indagini che Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta sono cresciute proprio grazie alla massoneria” – sostiene il Procuratore Nazionale antimafia Federico Cafiero De Rao. Saldi nella Fede, con la consapevolezza della Speranza e pieni di autentica Carità affrontiamo il potente Leviatano globalista, le cui fila sono mosse dal male assoluto.

 

In difesa della virilità

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TORNA IN LIBRERIA IL SAGGIO DEL FILOSOFO DI HARVARD HARVEY MANSFIELD

 

Virilità di Harvey Mansfield, appena uscito, non è un testo contro il femminismo, e ciò va detto non per mettere le mani avanti, o per dire che la coincidenza con lo scandalo generato dalle parole di Alessandro Barbero (scandalo sciocco) sia assolutamente casuale, ma per prevenire quello sdegno isterico che nell’epoca della cancel culture si lancia all’istante contro alcune parole non appena vengono pronunciate. In cosa ha origine questo astio furioso e generalizzato?

Quando, a partire dagli anni Settanta, il pensiero femminista ha disconosciuto le sue origini liberali, si è convertito irrevocabilmente a un nichilismo avverso tanto alla natura quanto al senso comune, ostentando un nuovo obiettivo: l’avvento della società sessualmente neutra, nel nome della neutralità di genere. A farne le spese, quelle virtù ree di sottendere qualsiasi rimando alla differenza sessuale. Virtù dimenticate o ridotte a stereotipi antiquati, come nel caso della virilità. In suo soccorso, Mansfield si riappropria, virilmente, dello spazio per lodarla.

Perché la virilità è precisamente una virtù; e tra tutte, quella politica per eccellenza. La virilità è stata fraintesa. Non è affatto aggressività, machismo, tracotanza. Al contrario, è quel complesso di assertività, sicurezza di sé, coraggio attraverso cui l’uomo asserisce se stesso e afferma la sua importanza, sulla natura, sugli altri uomini e sulla minaccia del nulla. La virilità non è una virtù astratta; la virilità chiama l’individualità: la sua stessa essenza è l’irripetibilità del singolo che la impersona. E questa è l’origine del fraintendimento, così come è per questo motivo che la scienza (nelle specifiche vesti della psicologia sociale e della biologia evoluzionistica) fallisce nel descriverla: la virilità non è un concetto, non è passibile di definizione universale.

L’universalità, anzi, le è letale; è l’orizzonte nel quale essa perisce, quello dell’egualitarismo ad ogni costo, del controllo razionale e dell’uniformazione. Per dar voce alla virilità occorre allora rivolgersi a quelle discipline che della singolarità e del comune sentire si nutrono: la letteratura, la storia e, in una certa misura, la filosofia. Attraverso una ricca rassegna di figure, da Theodore Roosevelt al vecchio di Hemingway, da Kipling a Stevenson, passando per i filosofi pionieri del liberalismo e terminando con l’etica e la politica incontaminate di Platone e Aristotele, Mansfield ci racconta la virilità e il suo valore per l’essere umano, smascherando la stoltezza dell’ostilità ad essa dichiarata non in nome di valide ragioni, ma per partito preso.

Virilità è una lode evocativa e carnale, talvolta nostalgica e disillusa, di una virtù con la quale siamo stati spesso ingenerosi, perseguendola sempre senza mai chiamarla per nome. Una virtù che, certamente, pertiene anche alle donne, purché siano disposte ad emanciparsi dall’inganno di quel sedicente femminismo che le vorrebbe non solo uguali agli uomini, ma anche uguali tra loro; a patto, cioè, che si riapproprino della loro individualità, della loro differenza: è sicuramente più virile rivendicare il diritto di non esserlo che affermare che la virilità sia sessualmente neutra.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/in-difesa-della-virilita/

L’illusione della democrazia

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di Francesco Carraro

www.francescocarraro.com

Al raduno di Confindustria, Mario Draghi ha ricevuto la standing ovation come un atleta olimpico dopo l’oro, come un cantante pop dopo l’esibizione, come un virtuoso del violino dopo il concerto. Un politico adorato dall’intellighenzia, dai media, persino dalle masse (stando ai sondaggi) fa inevitabilmente notizia, come il famoso cane morso da un uomo. Quindi, c’è da chiedersi perché. Siamo davvero di fronte all’uomo della provvidenza, o c’è altro da indagare, e da capire? Accendiamo la seconda e proviamo a spiegare perché.

Basta partire, come sempre, da una (ulteriore) domanda: Draghi gode di buona stampa perché è un fuoriclasse, o sembra un fuoriclasse perché gode di buona stampa? Il quesito non deve necessariamente limitarsi al premier. Può essere esteso a dismisura: il Covid terrorizza perché è un morbo letale, o perché è dipinto come tale? La vaccinazione è un imperativo categorico perchè ce lo dice la coscienza, o ce lo dice la coscienza perché glielo ha suggerito la pubblicità truccata da scienza? L’Unione europea è desiderata perché è un’idea meravigliosa o pare un’idea meravigliosa perché ce lo ripete, da anni, l’intero universo del mainstream? L’euro è nelle nostre tasche perché lo abbiamo voluto, o lo abbiamo voluto perché ci hanno educati ad accettarlo?

Per questi, e altri consimili, interrogativi, la risposta è semplice, e la conoscono tutti, benchè (quasi) tutti la neghino, anzi la ignorino, anzi rifiutino addirittura di porsi la previa domanda. Una buona parte delle cose “importanti” della nostra vita lo sono solo solo in virtù di condizionamenti appresi. Proprio come la saliva del famoso cane di Pavlov che aveva appetito al suono di un campanello, anziché all’apparire di una ciotola, giusto perché lo scienziato lo aveva “programmato” così. Nel nostro caso, la programmazione è gestita dal del circuito di informazione di massa che, in realtà, è un sistema di “formazione” permanente delle coscienze. In primis, perché le maggiori testate, soprattutto televisive, non sono libere e indipendenti (requisito imprescindibile di ogni giornalismo con ambizioni di verità e di onestà). In secundis, perché sono possedute da centrali finanziarie e di potere (sovente occulte). Le stesse dalle quali è scritto il copione su cui l’uomo della strada deve letteralmente “costruire” il proprio mondo di significati, il proprio orizzonte di senso, il proprio serbatoio di pregiudizi.

In altri termini, viviamo in un mondo invertito, e quindi sovvertito. Non è l’uomo a valutare i fatti con la propria autonoma coscienza, sono i fatti (magistralmente raccontati, e quasi sempre falsificati) a plasmare la coscienza dell’uomo. Il che sarebbe una notizia così interessante da meritare la prima pagina come il già citato uomo che morde il povero cane. Ma ciò non avviene perché chi dovrebbe informarci, ha troppo spesso la missione, se non la vocazione, esattamente opposta: disinformarci per “formarci”.

Da questo punto di vista, vi sarebbe da chiedersi se abbia ancora senso parlare di democrazia in un contesto siffatto. E, quindi, se non siamo per caso tutti vittime di un incantamento collettivo, di un’opera di magia nera. Un’alchimia  in grado di guidare la (stragrande) maggioranza di noi non verso il bene superiore per tutti (di cui, secondo la logica democratica, i più dovrebbero essere depositari), ma verso occulti obbiettivi buoni per pochissimi e dannosissimi per tutti gli altri. Torna in mente la frase di uno che della democrazia (e di come sopprimerla) si intendeva, eccome. Così Benito Mussolini ne parlava in una lettera al maestro di ogni manipolazione di massa, Gustave Le Bon: “La democrazia è il regime che dà o cerca di dare l’illusione al popolo di essere sovrano”. Scritta novant’anni fa. Mai vera come oggi.

Fonte: https://scenarieconomici.it/lillusione-della-democrazia/

«Maggio ’68», la rivoluzione del nulla

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Segnalazione Corrispondenza Romana

di Giovanni Tortelli

Gli eventi della contestazione studentesca che dalle piazze di Parigi a quelle di mezza Europa dettero luogo al «Maggio ‘68» si configurarono come una vera e propria rivoluzione culturale, e come tale essi furono avvertiti. Della rivoluzione culturale il movimento del ’68 ebbe tutte le caratteristiche: la spontaneità, l’effetto sorpresa, l’iniziativa di base e la trasversalità delle rivendicazioni.

Le quali non furono politiche se non molto indirettamente. Furono bensì portatrici di un nuovo ordine deontologico e teleologico in sostituzione di un sistema nel quale il modo di pensare dell’individuo, l’organizzazione della famiglia e delle istituzioni sociali erano ancora impostati sui principi di una gerarchia e di un’autorità di diritto naturale, principi che vennero definitivamente, se non proprio del tutto improvvisamente, delegittimati.

Beninteso. Nessuna forza delegittimante – tantomeno la contestazione sessantottesca – avrebbe potuto aver fortuna contro archetipi di diritto naturale così impliciti nell’uomo e radicati nel suo stile di vita e nella sua fede come la famiglia, le istituzioni e l’intero ordine sociale inclusa la Chiesa, se non si fosse a suo tempo già proceduto contro di essi a colpi di giacobinismo prima e di modernismo poi.   Continua a leggere

“Christus Rex”: libertà di espressione o dittatura gender?

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IL PUNTO

di Giacomo Bergamaschi, del Circolo “Christus Rex – Traditio” (foto in alto dei relatori al convegno LGBT di ieri  a Villa Buri, VR. Tutti i diritti riservati.)

Una esigua minoranza della popolazione (LGBTTI), le cui tendenze sessuali sono devianti rispetto a quelle della stragrande maggioranza, è riuscita a far sì che i propri interessi si trasformassero nel tema dominante di una rivoluzione culturale globale. Tutto ciò è sorprendente, perché la realizzazione di questi interessi non contribuisce alla soluzione dei problemi esistenziali della società nel suo insieme ma anzi li amplifica, portando alla disintegrazione delle famiglie e alla crisi demografica. La nuova etica sessuale, che pone l’omosessualità, la bisessualità, la transessualità e il trasngenderismo sullo stesso piano dell’eterosessualità, è divenuta ormai parte integrante della pedagogia nelle scuole di ogni ordine e grado. La Sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 26 giugno 2015 sul matrimonio tra persone dello stesso sesso ha creato scandalo ovunque e molti analisti hanno visto nell’ascesa del trumpismo anche una conseguenza della reazione del popolo Pro-Life rispetto a decisioni giuridiche che calpestano, nel nome dei diritti, il primo diritto: quello alla procreazione e alla Vita. Il Giudice costituzionale Samuel Alito così interpretò quella sentenza del ’15:

“La decisione di oggi usurpa il diritto costituzionale del popolo di decidere se mantenere o modificare la nozione tradizionale di matrimonio…Quando una esigua maggioranza di giudici può inventare un nuovo diritto e imporre quel diritto a tutta la nazione, l’unico vero limite dato alle future maggioranze sarà la loro stessa opinione riguardo a ciò che i detentori del potere politico e culturale saranno disposti a tollerare”. Continua a leggere

Israele e la sovversione di ogni equilibrio internazionale

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di Paolo Sensini

Israele e la sovversione di ogni equilibrio internazionale

Fonte: Paolo Sensini

Israele si conferma ancora una volta tra i maggiori vettori d’instabilità del Vicino e Medio Oriente: non solo ha sostenuto i tagliagole jihadisti di al-Nusra (al-Qa’ida in Siria) sulle Alture del Golan per propri calcoli strategici, ma effettua centinaia di attacchi missilistici e provocazioni contro i vicini siriani fin dagl esordi della cosiddetta Primavera Araba nel 2011. L’ultimo dei quali fatto l’8 maggio con lancio di missili contro una base siriana alla perferia Sud di Damasco. Adesso però che in Siria i suoi piani per sovvertire il regime di Assad si sono infranti contro il muro, Israele vuole a tutti i costi riaprire un altro fronte di guerra contro l’Iran. Con quali motivi? Semplice, perché come ha illustrato il premier Netanyahu la repubblica islamica starebbe portando avanti un programma di sviluppo atomico. Ma non c’è alcuna prova concreta a suffragio di questa tesi, salvo un certo numero di materiali trafugati dal Mossad in un deposito governativo iraniano risalenti al periodo 1999-2003. Così un eventuale attacco militare al Paese degli Ayatollah avrebbe buone probabilità di rivelarsi come una nuova edizione di quanto successo con le armi di distruzione di massa in Iraq. Da questo punto di vista la decisione unilaterale del presidente Trump di chiudere l’accordo internazionale sul nucleare iraniano, che peraltro non ha mai comportato la fine delle sanzioni contro la Repubblica islamica da parte degli Stati Uniti, è un suggello della manovra israeliana. Nel bel mezzo di questa sarabanda politico-mediatica che minaccia di trascinare il mondo nel baratro, c’è tuttavia un non-detto che i Paesi occidentali, ma anche gli alleati islamici d’Israele nella regione come l’Arabia Saudita, non si sognano certamente di denunciare: ossia che lo Stato ebraico si è costruito nei decenni passati un arsenale atomico di circa 250 testate nucleari, il tutto nel silenzio più assoluto e senza permettere che i suoi laboratori venissero mai ispezionati da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEIA). Ma il problema sono sempre gli arsenali degli “altri”, senza peraltro neppure uno straccio di prova concreta, mai quelli in possesso degli israeliani. Insomma l’ennesimo siparietto in cui il bue dice cornuto all’asino. Ma a forza di giocare col fuoco, può capitare di rimanere bruciati. E, a ben guardare, non ci siamo poi così lontani. Continua a leggere