Otto per mille: il “record” negativo c’è stato con Bergoglio

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Nella lettura, il lettore consideri che l’autore del testo è sedeplenista, quindi attribuisce titoli ecclesiastici cattolici ai conciliari (n.d.r.)

di Giuseppe Aloisi

Il 2017 è stato l’anno in cui gli italiani hanno deciso di destinare meno il loro 8 per mille alla Chiesa cattolica (conciliare, n.d.r.)

Papa Francesco, in quel periodo, era al suo quarto anno al soglio di Pietro. Ci vorrà del tempo per conoscere le statistiche relative all’anno corrente.

Certo: con l’ex arcivescovo di Buenos Aires al vertice del Vaticano, almeno nelle fasi iniziali del pontificato, si è assistito a una vera e propria ripresa dei numeri. Poi, però, è stato toccato il “record” in negativo. Una medesima discesa sembra aver riguardato la quantità delle persone recatesi alle udienze durante il primo quinquennio dell’argentino.

Questo e altri dati sull’8 per mille sono stati sviscerati dal vaticanista Sandro Magister sul suo blog de L’Espresso. Curioso notare come a raggiungere il maggior numero di ‘adesioni’ sia stato, durante il 2011, papa Joseph Ratzinger, che buona parte dei media neoliberal hanno descritto invece come un teologo “difficile” e incapace di suscitare una qualsivoglia simpatia nei fedeli. Lo stesso Benedetto XVI, c’è da specificare, è stato il pontefice sotto il cui regno le sottoscrizioni hanno subito una battuta d’arresto: è avvenuto durante l’ultimo anno da Papa del “mite professore” di Tubinga. Continua a leggere