Il rivoluzionario criterio della morte cerebrale

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Segnalazione Corrispondenza Romana

di Alfredo De Matteo

Storicamente il medico era chiamato a certificare con un atto ufficiale la morte del paziente, ossia a testimoniare ufficialmente un fatto già avvenuto. Negli ultimi decenni invece egli ha cambiato di ruolo: da semplice accertatore di un evento oggettivo e facilmente verificabile a vero e proprio arbitro della vita e della morte delle persone.

Infatti, con l’introduzione del criterio della morte cerebrale non solo si è preteso di fissare il momento esatto del trapasso ma anche di stabilirlo tramite l’utilizzo di sofisticati strumenti diagnostici. In altri termini, oggigiorno sono i soli addetti ai lavori che possono valutare quando un paziente è morto oppure no. La comunicazione massmediatica ha il compito di recepire il nuovo criterio di morte e di presentarlo acriticamente al grande pubblico come un dato di fatto acquisito. Continua a leggere