Scacco al Re da parte dei BRICS+: valuta sostenuta dall’oro al posto del dollaro

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Una delle mosse più intelligenti che Putin e alleati potessero fare…il multipolarismo economico de facto, che ammazza il dollaro con una valuta sostenuta dall’oro…(n.d.r.)

La Russia conferma che le nazioni BRICS+ lanceranno una nuova valuta congiunta sostenuta dall’oro per contrastare il dominio del dollaro USA (VIDEO)
Con una mossa senza precedenti che minaccia di ridefinire le dinamiche del commercio internazionale e della stabilità economica, secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri russo, le nazioni BRICS hanno in programma di lanciare una nuova valuta commerciale, sostenuta dall’oro, al loro prossimo vertice di agosto a Johannesburg, in Sudafrica. .
La decisione, riportata da RT News, segna un audace allontanamento dal dollaro USA , l’attuale valuta di riserva globale del mondo.
Il gruppo BRICS, un’associazione di cinque grandi economie nazionali emergenti comprendente Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ha catturato l’attenzione del mondo con questo piano. Oltre quarantuno paesi hanno espresso interesse ad aderire all’iniziativa BRICS e ad adottare la nuova valuta, evidenziando il crescente malcontento per il dominio globale del dollaro USA, grazie a Joe Biden.
Secondo il ministero degli Esteri russo, se anche le nazioni africane mostreranno entusiasmo per questa valuta sostenuta dall’oro, l’espansione dell’adesione ai BRICS potrebbe essere un punto chiave di discussione al prossimo vertice Russia-Africa di quest’anno.
L’ambasciata russa in Kenya ha pubblicato su Twitter la seguente dichiarazione:
“I paesi BRICS stanno pianificando di introdurre una nuova valuta commerciale, che sarà sostenuta dall’oro. Sempre più contee hanno recentemente espresso il desiderio di aderire ai BRICS”, ha scritto l’ambasciata.
Questa mossa verso la de-dollarizzazione simboleggia una potenziale fine del regno del dollaro USA come valuta di riserva globale. Gli impatti di questo cambiamento si svilupperanno senza dubbio nei prossimi mesi, suggerendo la fine di un’era di dominio statunitense e l’inizio di una nuova era di stabilità economica e prosperità per le nazioni BRICS.
(Fonte The Gateway Pundit)

Il Sudafrica verso l’esproprio

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A man dressed in traditional Voortrekker (Boer who took part in the Great Trek migration from the Cape colony towards east and north in the 1830') attire, holds a Flintlock gun at the Voortrekker Monument on Heritage Day on September 24, 2018. - People of Afrikaner descent gathered at the Voortrekker Monument in Pretoria on September 24, 2018 to celebrate Heritage day. (Photo by WIKUS DE WET / AFP) La terra in Sudafrica è un elemento che va oltre la sua già importante funzione economica. Il controllo della terra e delle sue risorse, la possibilità di possedere ettari e fattorie sono circostanze che vanno ad incidere e non poco anche sulla questione più sentita nel paese: quella cioè razziale e che riguarda le rivendicazioni delle ante etnie che compongono la nazione sudafricana. Nel 1913 il Native Land Act è stato visto, già all’epoca, come antesignano di possibili tensioni e scontri tra popolazione bianca e popolazione nera. Con quella norma comprare od affittare terra in Sudafrica diventa molto difficile, di fatto ai neri vengono precluse molte possibilità in tal senso ed in alcuni casi si arriva anche all’esproprio. Oggi la storia si ripete con tutto il carico delle preoccupazioni che arrivano quando, nel paese, si parla di terra. Ma questa volta la situazione è rovesciata: è il governo, guidato dall’African National Congress, che vuole dare la possibilità allo Stato di espropriare le terre senza compensazione e redistribuirle. Adesso è la popolazione di origine europea, gli afrikaner, a temere maggiormente.  Continua a leggere

Il Sudafrica cambia la costituzione per espropriare la terra ai bianchi

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Il partito di governo African National Congress porterà avanti il progetto di modifica costituzionale al fine di poter espropriare le terre degli agricoltori bianchi senza alcuna compensazione in denaro

di Jacopo Bongini

Proseguono gli sforzi del governo del Sudafrica nel cancellare ogni residuo rimanente dell’apartheid, la politica di segregazione razziale che dal 1948 al 1991 ha reso famoso nel mondo il paese africano. Come riportato dall’agenzia Reuters, ieri il presidente Cyril Ramaphosa ha infatti affermato, in un discorso pubblico alla nazione, che assieme al suo governo intende spingere verso una modifica della costituzione, affinché sia possibile l’esproprio delle terre agli agricoltori bianchi senza alcun diritto di compensazione economica, dichiarando che: “È ormai chiaro come il nostro popolo voglia che la costituzione sia maggiormente esplicita sull’esproprio delle terre senza compensazione.

L’Anc, attraverso il processo parlamentare, finalizzerà la proposta di modifica della costituzione, che delineerà in modo più chiaro le condizioni alle quali può essere effettuato l’esproprio di terreni senza compensazione, agendo nel’interesse pubblico”. Fino ad oggi l’African National Congress, il partito di governo al potere ininterrottamente dal 1994, ha sempre cercato di esprimersi cautamente su un eventuale emendamento costituzionale, considerandolo una strategia rischiosa, e dichiarando già nel maggio scorso che l’esproprio senza compensazione si sarebbe potuto comunque attuare anche attraverso le leggi attualmente in vigore. Negli ultimi giorni tuttavia la situazione sembra essere precipitata, giungendo ieri alle esplicite dichiarazioni del presidente Ramaphosa. Continua a leggere