L’arte della guerra (di Sun Tzu)

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A cura di Luca Sadurny

L’arte della guerra è un incredibile caso letterario : concepito come trattato di strategia militare, questo piccolo libro ha conosciuto un incredibile successo che l’hanno portato attraverso i secoli a diventare non solo una lettura obbligata in ambito militare, ma in modo più sorprendente, un grande classico della crescita personale e nello specifico dell’imprenditoria e della strategia d’impresa.
Continuando a leggere questo riassunto in italiano scoprirai a cosa è dovuto il successo del libro di Sun Tzu e soprattutto quali sono gli insegnamenti principali che puoi trarne (per capire come usare l’arte della guerra nella vita quotidiana). E nella parte finale ti propongo la mia recensione de L’arte della guerra.

Sommario:

La scheda del libro “L’arte della guerra”

Titolo italiano: L’arte della guerra (in cinese 孫子兵法)
Titolo in inglese: The Art of War
Autore: 孫子兵法
Anno: VI-V secolo a.C.
Numero di pagine: 96
Categoria: Crescita personale, Strategia, Imprenditoria
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La trama de “L’arte della guerra”: il libro in un paragrafo

L’arte della guerra è una sorta di manuale che vuole prepararci alle battaglie che la vita riserva a ciascuno di noi. Per prosperare in guerra, nello sport, negli affari e nella vita di tutti i giorni, dobbiamo essere in grado di scegliere le nostre battaglie (evitando quello perse in anticipo), identificare il momento più adatto per agirepianificare strategicamente decisioni ed azioni e circondarci di donne ed uomini di spessore.

Per chi è questo libro / riassunto

“L’arte della guerra” è una lettura particolarmente utile per

  • l’imprenditore (in essere o divenire) che vuole battere la concorrenza
  • lo sportivo desideroso di migliorarsi e vincere contro gli avversari
  • chiunque debba guidare un team di persone (dall’ufficiale dell’esercito al manager aziendale)

L’autore: Chi è Sun Tzu

Sun Tzu l'arte della guerra

Vissuto con molta probabilità tra il 600 e 500 a. C., Sun Tzu era un generale e filosofo cinese.
Molto scarse sono le note biografiche relative a questo personaggio storico, il cui nome indissolubilmente legato a L’arte della guerra, uno dei trattati di strategia militare (e non solo) più famoso di tutti i tempi. Con poco meno di 100 pagine, Sun Tzu ha attraversato i secoli ispirando generali del calibro di Napoleone Bonaparte ed imprenditori come Evan Spiegel (fondatore di SnapChat).

Le 7 idee principali di “L’arte della guerra”

“L’arte della guerra” si compone di 13 capitoli piuttosto densi che contengono delle riflessioni e dei consigli che ruotano attorno allo stesso tema. Alcuni passaggi sono di conseguenza un po’ ripetitivi o troppo legati al mondo della strategia militare. Ho quindi scelto di presentarti solo quegli insegnamenti che potrai applicare nella tua vita professionale e personale.

#1 – Inizia solo le battaglie che sai di poter vincere

Riassunto L'arte della guerra riassunto

Saper scegliere le proprie battaglie è uno dei segreti fondamentali di quelle persone che sembrano accumulare vittorie dopo vittorie e sembrano riuscire in tutto ciò che intraprendono.
Per vincere devi quindi imparare a capire quando combattere e quando non farlo. Dietro tante sconfitte ci sarebbe dunque una cattiva decisione perché certe battaglie sono perse già prima di cominciare.
Questo consiglio è molto utile nell’ambito degli affari ed in particolare dell’imprenditoria: pensiamo al lancio di una piccola start-up che decida di mettersi in concorrenza diretta con un gigante del calibro di Windows, Coca Cola o Amazon. Si tratta della tipica guerra persa in anticipo perché sembra impensabile poter attaccare questi colossi.
Discorso simile nello sport: iscriversi ad una competizione il cui livello è palesemente al di sopra delle nostra capacità non è per nulla una buona idea perché di sicuro le cose non andranno bene.

He will win who knows when to fight and when not to fight. (Vincerà colui che sa quando combattere e quando non combattere)

 

#2 – Il modo migliore di vincere è non battersi

Molto spesso una delle migliori strategie è non battersi. Ciò può avvenire in due modi : 1) scegliere con cura le proprie battaglie, evitando quelle troppo rischiose ; 2) trovare un modo di combattere indirettamente.
Il primo punto è già stato affrontato nel paragrafo precedente. Veniamo al secondo con un esempio storico molto interessante. In due occasioni, il popolo russo ha saputo applicare i principi de “L’arte della guerra” alla lettera : la campagna russa di Napoleone e l’attacco all’Unione Sovietica da parte dell’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. In entrambe le occasioni, i russi hanno avuto l’intelligenza di evitare il conflitto diretto e lasciare che il “generale Inverno” stremasse le truppe nemiche. Infreddoliti e senza viveri (i russi giungevano fino a bruciare ed abbandonare delle intere città) i soldati di Napoleone e di Hitler/Mussolini persero queste battaglie senza neppure vedere l’esercito russo.
Se riprendiamo l’esempio legato al lancio di una start-up, il modo migliore di riuscire è trovare un settore dove la concorrenza sia debole oppure optare per un posizionamento strategico che ci permetta di differenziarci al punto da non entrare in conflitto con chi è già presente sul mercato.

In battle, there are not more than two methods of attack: the direct and indirect. (In battaglia, non ci sono più di due metodi di attacco: il metodo diretto e indiretto.)

#3 – Scegli con attenzione il momento più adatto per agire

sun tzu l'arte della guerra time

Saper scegliere il momento più adatto per agire è una delle capacità fondamentali di chi voglia vincere le proprie battaglie.
In guerra, nello sport, negli affari ma anche nella vita di tutti i giorni saper prendere la buona decisione al buon momento è assolutamente fondamentale.
Si tratta di un consiglio di grande utilità nel mondo de lavoro e degli affari. L’esempio che mi viene in mente è legato all’azienda di cui sono co-fondatore (MosaLingua). Il settore dell’apprendimento delle lingue straniere è altamente competitivo ma il nostro grande vantaggio è stato l’aver saputo lanciare al momento opportuno, quando imparare le lingue su smartphone e tablet era ancora una novità. Ciò ci ha permesso di posizionarci efficacemente sul mercato e costruire delle solide basi per il futuro. Lanciarsi oggi è ancora possibile ma molto più difficile, proprio per una questione di timing.
In realtà, questo è uno dei consigli più facilmente applicabili nella vita di tutti i giorni, al punto che sembra anche abbastanza palese ma è bene ricordarsi che spesso una buona decisione non basta. Bisogna saper prendere tale decisione al momento più opportuno.

#4 – Pianifica strategicamente le tue azioni

Sun Tzu insiste molto sull’importanza della preparazione e della strategia. Un buon generale prepara con attenzione e con largo anticipo la propria strategia. Una buona strategia sarà alla base di una vittoria e viceversa una cattiva strategia conterrà già i germi della sconfitta. L’autore arriva a scrivere che piuttosto che attaccare il nemico, bisognerà attaccare la sua strategie ed i suoi piani. Questo consiglio mi fa pensare alla famosa citazione di Abraham Lincoln :

Give me six hours to chop down a tree and I will spend the first four sharpening the axe. (Dammi sei ore per abbattere un albero e passerò le prime quattro ad affilare l’ascia.)

Ancora una volta, si tratta di un consiglio che possiamo applicare in vari ambiti:

  • business: avere una buona strategia è fondamentale per un azienda che voglia prosperare sul lungo termine
  • sport: un buon allenatore è colui che prepara strategicamente le sue partite
  • sfera personale: prima di prendere di une decisione importante, bisognerà riflettere a lungo, pesando i pro e contro ed analizzando le conseguenze. Mai essere impulsivi o affrettati.

The general who wins the battle makes many calculations in his temple before the battle is fought. The general who loses makes but few calculations beforehand. (Il generale che vince la battaglia fa molti calcoli nel suo tempio prima che la battaglia venga combattuta. Il generale che perde fa pochi calcoli in anticipo.)

#5 – Il cambiamento è fonte di opportunità

l'arte della guerra frasi

Uno dei 13 capitoli del libro è dedicato ai nove cambiamenti che possono intervenire nel corso della battaglia. Si tratta di consigli prettamente militari ma il grande messaggio che l’autore vuole trasmetterci è che nonostante la strategia e la preparazione siano fondamentali, bisogna anche sapersi adattare alle circostanze e saperle sfruttare a proprio favore.
Basti pensare a tutti i cambiamenti osservati nella nostra società ed in particolare nel mondo del lavoro: è chiaro il vantaggio detenuto da quelle persone che sanno adattarsi di più tali cambiamenti e trasformarli in opportunità.

#6 – Identifica le tue forze ed i tuoi punti deboli

Ecco un altro consiglio applicabile in vari ambiti della nostra vita: identificare con precisione i nostri punti deboli e punti forti.
Molto spesso sopravvalutiamo o sottostimiamo le nostre capacità: in entrambi i casi il fallimento è dietro l’angolo. Questo consiglio è legato ai primi due della mia selezione: è fondamentale saper scegliere le proprie battaglia e capire quando combattere e quando evitare il conflitto.
Naturalmente possiamo lavorare sui punti deboli e migliorarci ma battersi su un terreno in cui siamo palesemente meno forti è fonte di sconfitte e delusioni.

#7 – Scegli con cura i membri del tuo team e guidali verso il successo

l'arte della guerra libro

Chiudo con un consiglio applicabile soprattutto al mondo dello sport e degli affari. Avere una buona squadra è spesso la cosa più importante di tutte. Nel corso del libro Sun Tzu affronta varie volte l’argomento e sottolinea quanto sia importante per un generale scegliere con cura i suoi soldati e guidarli in modo efficace. Ecco qualche prezioso consiglio:

  • è importante memorizzare il nome di ogni soldato (come direbbe Dale Carnegie “chiama sempre le persone per nome”)
  • se conosci le capacità e debolezze dei membri del tuo team, potrai sfruttarle a tuo favore
  • identifica i momenti in cui i tuoi uomini sono ben predisposti per scegliere il momento più adatto per agire
  • il numero di persone che compongono un team non è tutto. Molto più importante e la qualità di queste persone
  • evita l’inattività: niente demotiva e indebolisce di più un team che la mancanza di azione
  • guida tutto il tuo team come se stessi tenendo per mano ciascuno dei suoi membri: anche se sei a capo di una grande squadra, non dimenticare mai l’interazione diretta con ogni persona
  • tratta i membri della tua squadra come membri della tua famiglia e otterrai rispetto e lealtà.

A skilled general leads his army, as if he was leading a single man by the hand. (Un generale esperto guida il suo esercito, come se stesse conducendo un solo uomo per mano.)

Conclusioni

L’avrai capito: nonostante il titolo, gli insegnamenti de “L’arte della guerra” sono applicabili in vari ambiti della vita. Basta sostituire la parola “nemico” con “concorrente” o “avversario” o la parola “soldato” con “collaboratore” o “compagno di squadra” ed ecco che i consigli di Sun Tsu possono applicarsi al mondo del lavoro, dello sport o ancora delle sfide che la sfera personale spesso si riserva.
Il messaggi principale di questo breve ma denso saggio è che per vincere le nostra battaglie dobbiamo dedicare il tempo necessario alla pianificazione ed alla strategiaAnche in ambiti in cui il nostro corpo è protagonista (penso allo sport), in realtà è la mente a poter fare tutta la differenza.

If the mind is willing, the flesh could go on and on without many things. (Se la mente vuole, la carne potrebbe andare avanti senza molte cose.)

L’arte della guerra nella vita quotidiana: come metterne in pratica i consigli

Concludo sempre i miei riassunti con una sezioncina più pratica per aiutarti a passare dalle parole all’azione. Ecco qualche spunto:

  • sfera personale: prendi un foglio di carta ed elenca i tuoi punti forti e deboli. In seguito, rifletti a come sfruttare gli uni e gli altri per migliorare un ambito della tua vita.
  • affari: rifletti al tuo posizionamento sul mercato per capire se non stai sbagliando qualcosa. Un concorrente ti sta dando troppo fastidio? Forse ti sei messo troppo in concorrenza diretta e puoi trovare modi più astuti per far prosperare la tua attività.
  • sport: non riesci a motivarti per fare più sport ed attività fisica? Forse hai bisogno di circondarti da persone motivate che hanno lo stesso obiettivo. Cerca di entrare in un gruppo di persone he fanno sport regolarmente oppure forma un tuo team con degli amici.

L’arte della guerra: frasi e citazioni

L’arte della guerra contiene tantissime frasi e citazioni interessanti che meritano un articolo a parte. Ti invito quindi a scoprire le migliori frasi e citazioni del libro di Sun Tzu.

Come approfondire “L’arte della guerra”

La recensione di “L’arte della guerra”

Non è un caso che “L’arte della guerra” abbia attraversato i secoli e sia diventato un classico dello sviluppo personale. Dietro tanto teoria militare ed esempi legati al mondo degli eserciti, si celano tanti utili insegnamenti da applicare in altri ambiti. Personalmente non condivido al 100% l’entusiasmo che circonda questo libro e non mi sento di consigliarlo a tutti. Molte pagine sono abbastanza pesanti (penso ad esempio a tutte quelle dedicate al campo di battaglia) e nonostante sia un lettore molto allenato devo dire che ho fatto fatica in vari momenti. Leggerne un riassunto (il mio magari?) sarà più utile ed efficace per la maggior parte delle persone: alla fine tutta la parte dedicata alla guerra lascia gli insegnamenti che ho selezionato.
Ecco i voti della mia recensione:

Utilità 4 / 5
Facilità di lettura 3 / 5
Rapporto tempo/benefici 3.5 / 5
Media 3.5 / 5

Fonte: https://lucasadurny.com/larte-della-guerra/

Sun Tzu entra in un bar a Kherson…

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QUINTA COLONNA

di Pepe Escobar

Fonte: Controinformazione

Deal or no deal, il “generale Winter” sta arrivando in città, pronto a intrattenere il suo ospite d’onore Sun Tzu (l’arte della guerra) con così tanti nuovi piatti a tavola.

L’annuncio del ritiro di Kherson potrebbe aver segnato uno dei giorni più cupi della Federazione Russa dal 1991.

Lasciare la riva destra del Dnepr per allestire una linea di difesa sulla riva sinistra può esprimere un senso di sconfitta militare. Lo stesso generale Armageddon, sin dal suo primo giorno di lavoro, aveva lasciato intendere che questo avrebbe potuto essere inevitabile.

Così com’è sulla scacchiera, Kherson è dalla parte “sbagliata” del Dnepr. Tutti i residenti di Kherson Oblast – 115.000 persone in totale – che volevano essere trasferiti a latitudini più sicure sono stati evacuati dalla riva destra.

Il generale Armageddon sapeva che era inevitabile per diversi motivi:
nessuna mobilitazione dopo che i piani iniziali dell’operazione SMO hanno colpito la polvere; distruzione di ponti strategici attraverso il Dnepr – con tanto di metodico martellamento ucraino di ponti, traghetti, pontoni e moli per tre mesi; nessuna seconda testa di ponte a nord di Kherson o a ovest (verso Odessa o Nikolaev) per condurre un’offensiva.

E poi, la ragione più importante: l’armamento massiccio unito alla NATO, quella che de facto guida la guerra, si è tradotta in un’enorme superiorità occidentale in ricognizione, comunicazioni, comando e controllo.

Militari NATO in Ucraina

Alla fine, il ritiro di Kherson potrebbe essere una perdita tattica relativamente minore. Eppure, politicamente, è un disastro assoluto, un imbarazzo devastante.

Cherson è una città russa. I russi hanno perso, anche se temporaneamente, la capitale di un nuovissimo territorio annesso alla Federazione. L’opinione pubblica russa avrà enormi problemi ad assorbire le notizie.

L’elenco degli aspetti negativi è considerevole. Le forze di Kiev si assicurano il fianco e possono liberare le forze per andare contro il Donbass. L’armamento fornito da parte dell’Occidente collettivo ottiene una spinta importante. Il sistema HIMARS ora può potenzialmente colpire obiettivi in ​​Crimea.

L’ottica è orrenda. L’immagine della Russia nel Sud del mondo è gravemente offuscata; dopotutto, questa mossa equivale all’abbandono del territorio russo, mentre i crimini di guerra seriali ucraini scompaiono all’istante dalla “narrativa” principale.

Come minimo, molto tempo fa i russi avrebbero dovuto rafforzare il loro principale vantaggio strategico testa di ponte sul lato occidentale del Dnepr in modo che potesse resistere, a meno di un’alluvione della diga di Kakhovka ampiamente prevista. Eppure i russi hanno ignorato per mesi anche la minaccia del bombardamento della diga. Questo spiega una pianificazione terribile.

Ora le forze russe dovranno conquistare di nuovo Kherson. E parallelamente stabilizzare le linee del fronte; tracciare confini definitivi; e poi sforzarsi di “smilitarizzare” per sempre le offensive ucraine, tramite negoziati o bombe a tappeto.

È abbastanza rivelatore che una serie di tipi di informazioni della NATO, dagli analisti ai generali in pensione, sono sospettosi della mossa del generale Armageddon: la vedono come una trappola elaborata, o come ha detto un analista militare francese, “una massiccia operazione di inganno”. Uno stile Sun Tzu classico. Questo è stato debitamente incorporato come narrativa ufficiale ucraina.

Quindi, per citare Twin Peaks , quel classico eversivo della cultura pop americana, “i gufi non sono quello che sembrano”. In tal caso, il generale Armageddon cercherebbe di allungare gravemente le linee di rifornimento ucraine; indurli all’esposizione; e poi cimentarsi in un’enorme sparatoria al tacchino.

Quindi o questa è una mossa stile Sun Tzu; o un accordo è dietro le quinte, in coincidenza con il G20 per la prossima settimana a Bali.

L’arte dell’affare

Sembra che sia stato raggiunto un accordo tra Jake Sullivan e Patrushev.
Nessuno conosce davvero i dettagli, nemmeno quelli che hanno accesso agli sgargianti informatori della quinta colonna a Kiev. Ma sì, l’accordo sembra includere Kherson. La Russia manterrebbe il Donbass ma non avanzerebbe verso Kharkov e Odessa. E l’espansione della NATO sarebbe definitivamente congelata. Un affare minimalista, forse.

Questa ipotesi spiegherebbe perché Patrushev è stato in grado di imbarcarsi su un aereo per Teheran in contemporanea all’annuncio della ritirata di Kherson e di occuparsi, in tutta tranquillità, di importanti affari di partnership strategica con Ali Shamkhani, segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano.

L’accordo potrebbe essere stato anche il “segreto” insito nell’annuncio di Maria Zakharova che “siamo pronti per i negoziati”.

I russi lasceranno la sponda del fiume Dnepr in una ritirata militare gestita. Ciò non sarebbe possibile senza negoziati militari-militari gestiti.

Queste trattative di back channel vanno avanti da settimane. Il messaggero è l’Arabia Saudita. L’obiettivo degli Stati Uniti, a breve termine, sarebbe verso una sorta di accordo di Minsk 3 – con annessa mediazione Istanbul/Riyadh.

Nessuno presta la minima attenzione al pagliaccio della coca cola Zelensky. Sullivan è andato a Kiev per presentare una sorta di fatto compiuto.

Il Dnepr sarà – nella tesi – il fronte stabile e negoziato.

Kiev dovrebbe ingoiare una linea di contatto congelata a Zaporizhye, Donetsk e Lugansk – con Kiev che riceve elettricità da Zaporozhye, quindi cessa di bombardare la sua infrastruttura.

Gli Stati Uniti avrebbero escogitato un prestito di 50 miliardi di dollari più parte dei beni russi confiscati – cioè rubati – per “ricostruire” l’Ucraina. Kiev riceverà moderni sistemi di difesa aerea.

Non c’è dubbio che Mosca non accetterà nessuna di queste disposizioni.

Si noti che tutto questo coincide con l’esito delle elezioni americane, dove i democratici non hanno esattamente perso.

Nel frattempo la Russia sta accumulando sempre più guadagni territoriali nella battaglia per Bakhmut.

Non ci sono illusioni di sorta a Mosca sul fatto che questo cripto-Minsk 3 sarebbe rispettato dall’Impero “non in grado di accettare accordi”.

Jake Sullivan è un avvocato di 45 anni con zero background strategico ed “esperienza” pari a una campagna per Hillary Clinton. Patrushev può mangiarlo a colazione, pranzo, cena e spuntino a tarda notte – e vagamente “accettare” qualsiasi cosa.

Allora perché gli americani sono disperati per offrire un accordo? Perché potrebbero intuire che la prossima mossa russa con l’arrivo del generale Winter dovrebbe essere in grado di vincere definitivamente la guerra alle condizioni di Mosca. Ciò includerebbe la chiusura del confine polacco con una lunga mossa a freccia dalla Bielorussia verso il basso. Con il taglio delle linee di rifornimento per armi, in tal caso il destino di Kiev sarebbe segnato.

Deal or no deal, il “generale Winter” sta arrivando in città, pronto a intrattenere il suo ospite d’onore Sun Tzu con così tanti nuovi piatti a tavola.

Fonte: Strategic Culture

Traduzione: Luciano Lago

Contro l’artiglieria della repressione delle idee…

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Segnalazione di Federico Prati

di Lorenzo Merlo

Contro l’artiglieria della repressione delle idee, della censura, non abbiamo che cerbottane. Se fossimo un unico corpo, ci avrebbero già spazzati via. Essere sparpagliati è la nostra sopravvivenza. Con la pazienza e l’ascolto potremmo moltiplicare la nostra potenza. Noi sappiamo a cosa e come mirano. Loro non potranno eliminarci tutti.

“Se volete impegnarvi in battaglia, fingete di essere disordinati”
Sun Tzu (1).

Si sta ripetendo. Quelli della mia generazione avevano visto Martin Luther King e Nelson Mandela, ma la maggioranza non aveva incarnato che significava essere estromessi, essere considerati secondari, essere perseguitati, essere uccisi. La questione era etico-politico-ideologica, non empatico-sentimentale.
Ciò che sta accadendo ora, qui da noi in casa, ci spiega la differenza tra le due conoscenze e ci fa sentire nel corpo ciò che prima era un fatto intellettuale.
Naturalmente, per il momento, la censura che si sta verificando qui non è che una pallida ombra di quanto hanno dovuto subire i negri americani e sudafricani.

Ciò che sta accadendo qui ha qualcosa che assomiglia ad una vera lotta, forse più vera di quella sanguigna, in quanto più sottile e profonda. La capacità di attendere restando lucidi sarà forse una dote più importante di quella dei cannoni.

Le forze d’accerchiamento del regime sono avviluppanti. La quantità di armamenti d’ordine vario è dalla loro. Posseggono il reggimento più numeroso possibile, il popolo. Dispongono della sua inerzia, una qualità flaccida, difficile da spostare, eccellente nell’assorbire, elementare da farcire di pensieri e idee. Hanno le armi a ripetizione martellante migliori e in quantità soverchiante. Hanno alleanze con potentati più forti degli stati.
Dunque, oltre alle menti, anche le braccia, cioè la tv, la stampa, gli influenti, big tech.

La partita appare persa. Come dovevano sentirsi quei negri se non pieni di voglia di sottrarsi a tanta mortificazione? Come si sentono tutti gli uomini quando un bruto li mette all’angolo?

Ma la disperazione non è permessa. Avvicinerebbe la resa. È necessario resistere alla piega che ha preso il mondo. Una paziente attesa si impone affinché le risorse non vadano sprecate in vittimismo e TNT.

Il poco web che resta è una specie di vena d’oro, che si mostra soltanto a chi sa di aver concorso a trovarla, a darle forma. Tuttavia, è infiltrata di impurità. La mitragliatrice denigratoria spara inquinanti senza sosta su chi si pone domande e chiede risposte. E, siccome si può essere certi che chi dispone della forza la userà, le raffiche intorbidatrici non cesseranno di risuonare. Noi “i miserabili del web” (2) da ordinari individui, siamo divenuti di ordinaria eliminazione.

Possiamo essere certi, infatti, che gli apparati istituzional-privatizzati hanno investito e investiranno affinché manciate di gramigna vengano sparse tra e su noi, corpo ideale della nostra vena aurea. Un atto dovuto, affinché chiunque – per qualche dubbio sovvenuto o menzogna scoperta dell’ufficiale narrazione – sceso dal divano da dove si scorpacciava di Giannini, di Gruber, di Severgnigni, di Parenzo, di Mentana, di “vero giornalismo”, di “vera scienza”, di “vera democrazia”, non possa che restare disorientato.
Ma affinché anche quelli senza divano e senza tv si trovino di fronte al grande portale della realtà unica, sul cui timpano, a chiare lettere, leggeranno ancora il solo ritornello di quest’epoca malvagia: “la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” (3) fino a dubitare di se stessi, fino ad accettare le pillole di bromurica libertà a punti. Un’altra loro arma di controllo di menti e di corpi.

Tutti abbiamo fatto l’esperienza che, operando sul piano razionale, si può anche arrivare ad ottenere un consenso da qualche fan della narrazione governativa della realtà, covidica, bellica o post-umanistica. Ma è un piano che non genera nelle persone una autentica capacità critica. Affinché ciò accada è necessaria una ricreazione personale, una motivazione profonda, un senso di sopruso subito, un interesse individuale. Se non scatta la scintilla, avremo ancora le medesime persone sotto incantesimo. Ci vuole un’emozione. Solo ponte su cui transitano i cambiamenti, le informazioni, le prese di coscienza. Pubblicitari, giornalisti, governativi e potentati lo sanno. Sanno come usare un’arma relazionale, come oltrepassare la barriera orwelliana così, apparentemente, insuperabile.
Solo con l’opportuna emozione ci si mette in moto. Diversamente, si capisce soltanto. L’intelletto non è il corpo. La comprensione cognitiva non è la ricreazione.
Tentare il proselitismo non serve. Esso si fonda sulla dimensione razionale, la più superficiale intelligenza tra quelle umane. E anche la più sopravvalutata e accreditata.

Senza ricreazione, l’amebica massa resta flaccida e senza mezzi per mutare se stessa. Mantiene le doti per fagocitare ogni corpo che le viene gettato addosso. È il suo cibo, della realtà divora tutto. Siano azioni incostituzionali, straccio dei diritti, imposizioni all’antrace, armi per ottenere la pace, eccetera.
Il menù che è in grado di digerire comporta un sussulto per ogni milite ignoto, per ogni Martin Luther King e Nelson Mandela, di qualunque colore essi siano esistiti. Comporta il Nobel sfregio della Pace a Barack Obama.

Non scomponiamoci dunque. La modalità dell’ascolto si impone, quella dell’affermazione è da tenere a bada. Sotto il ponte della sfibrante attesa passerà il momento utile per provocare emozione. Solo così quelli sul divano, tanto più alto da terra, quanto più fisso alla tv, troveranno il modo, da soli, di saltar giù, senza rischiare di rompersi l’osso della biografia. Perché è così che va quando ci si ricrea.

“Coloro che conoscono le condizioni del nemico sono certi di sottometterlo”
Sun Tzu (4).

Note
(1) Suz Tzu, Sun Pin, L’arte della guerra, Vicenza, Neri Pozza, 1999, p. 295.
(2) https://www.iltempo.it/esteri/2022/03/16/news/massimo-giannini-disinformazione-guerra-russia-ucraina-orrore-nascondere-miserabili-web-accuse-otto-e-mezzo-30859176/
https://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/guerra-di-bombe-e-di-propaganda-otto-e-mezzo-puntata-del-1632022-16-03-2022-429219
(3) Orwell George, 1984, Milano, Mondadori, 1973, p. 39.
Sun Tzu, L’arte della guerra, Milano, Bur, 1997, p.