Putin e la svolta per Verona

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Risultati immagini per forum eurasiatico a Veronadi Redazione

Si è concluso lo scorso fine settimana il Forum Eurasiatico a Verona, in uno straripante Palazzo della Gran Guardia, che ha visto un grande interesse da parte del mondo economico, politico e del tessuto sociale, oltre al mondo delle associazioni veronesi. Oltre al Sindaco Federico Sboarina, presenti Matteo Salvini con Andrea Bacciga (assieme anche a alla Fiera cavalli) e il Ministro per la Famiglia e la disabilità Lorenzo Fontana. Ovviamente, anche quest’anno ha partecipato una delegazione del nostro Circolo Christus Rex, ad uno degli appuntamenti annuali, divenuti tra i più importanti.

di Francesco Barana 

Poche righe, ma significative. Con un passaggio chiave: “Il Forum euroasiatico di Verona si è guadagnato credibilità e prestigio” per quanto concerne “l’economia della fiducia e la diplomazia del business dall’Atlantico al Pacifico, da liberare da barriere e sanzioni”.

A scriverlo in una lettera letta ieri all’apertura del Forum in Gran Guardia, Vladimir Putin, che così battezza la nostra città come centrale per contribuire a risolvere, o comunque a superare, il conflitto diplomatico-commerciale tra Usa-Ue da una parte e Russia dall’altra.

Il Forum Eurosiatico, ideato dieci anni fa dall’associazione Conoscere Eurasia di Antonio Fallico, vanta da sempre grandi ospiti della politica e dell’economia nazionale e internazionale. Tuttavia la legittimazione di Putin rappresenta un salto di qualità e assume un significato politico-diplomatico decisivo per la rassegna, e di conseguenza anche per la nostra città che ha la fortuna di ospitarla. Continua a leggere

“Liberi di uscire dall’Islam”, svolta storica del Marocco

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Nessuna condanna a morte per l’apostata, e libertà di scelta per chi vuole abbracciare altre fedi: così si è espresso per la prima volta il Consiglio superiore degli Ulema in Marocco, aprendo la strada al riformismo dell’Islam

di KARIMA MOUAL

Nessuna condanna a morte per l’apostata e libertà per coloro che dall’Islam vogliono uscire e abbracciare altre fedi. E’ una posizione storica, quella assunta dalla massima rappresentanza religiosa del Marocco, il Consiglio superiore degli Ulema, che continua coraggiosamente ad aprire la strada al riformismo in casa Islam – almeno la propria – senza ombre o ambiguità. Si punta dunque su un livello alto della discussione, anche facendo un passo indietro rispetto al passato. Il Consiglio infatti rigetta una sua precedente fatwa del 2012 secondo la quale i marocchini colpevoli di apostasia avrebbero un unico destino: la morte. Una regola comune per tutti i Paesi musulmani, ma prevista in varie forme dalle norme giuridiche in vigore. In Marocco, per esempio non è contemplata la pena di morte, ma il codice penale parla di detenzione per l’apostata che può arrivare fino a 3 anni.

Una posizione, però, che già all’epoca aveva fatto discutere molto in un Paese che del pluralismo religioso ha fatto il proprio fiore all’occhiello, e che più di altri vi presta attenzione e porta avanti un lavoro immenso per difendere la propria posizione e visione di un «Islam moderato». Il Consiglio degli Ulema dunque, cerca di tracciare una linea chiara su un tema di grande attualità, politicamente e socialmente scomodo e che in futuro si potrebbe presentare come una trappola micidiale perché nel Paese si sono rivelati, senza più filtri, abitanti passati dal sunnismo allo sciismo (si sono aperti solo lo scorso anno i primi centri sciiti) così come al cristianesimo o, addirittura, all’ateismo. Voci che nell’ultimo periodo sono uscite dalla clandestinità sfidando l’ipocrisia di chi li conosce, ma non li vuole riconoscere.

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La Libia nelle mani dei trafficanti ora guarda all’Italia per una svolta

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di Alessandra Bocchi

La Libia nelle mani dei trafficanti  ora guarda all’Italia per una svolta

Fonte: Il Faro sul Mondo

Le migrazioni per la Libia e dalla Libia sono ancora un problema e, a farne le spese, è la stessa popolazione locale. “I libici vogliono che il fenomeno immigrazione venga fermato”, ci dice Jamal Adel, un ragazzo che fa parte della tribù Tebu a Kufra nel sud-est del Paese.

“Sarebbe un’ottima cosa se il nuovo ministro dell’interno  Matteo Salvini riuscisse a fermare il problema migratorio”, ci dice un altro ragazzo che ha chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza e che lavora per un organizzazione che monitora i conflitti a Sebha, una cittadina distrutta dal traffico di persone.

Il ragazzo aggiunge poi che “pochi giornali si interessano di quello che pensano i libici sul fenomeno migratorio ma, in realtà, noi vogliamo che questo fenomeno smetta perché sta danneggiando fortemente il nostro Paese”.

Mac K. B. Simpson, ganese ed esperto di migrazioni che vive a Tripoli, ci dice: “È importante che questo traffico sia fermato prima ancora che i migranti entrino in Libia”.

Per molti libici il problema è da ricercare soprattutto nelle Ong che operano nel Mediterraneo: “I trafficanti contano sulle ong, è già stato provato che collaborano. Inoltre alimentano le mafie libiche e italiane”, dice Adel. Continua a leggere

Migranti, la svolta dell’Italia: chiusi tutti i porti

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Alla nave della Ong non sarà autorizzato lo sbarco. La lettera a Malta per costringerla a farsi carico dei migranti

di Giuseppe De Lorenzo

Molti si attendevano una svolta. E, forse, è quello che davvero sta per accadere. Matteo Salvini ha deciso infatti di chiudere tutti i porti italiani alle navi delle Ong cariche di migranti.

L’imbarcazione che sta trasportando i 600 naufraghi soccorsi in queste difficili ore non è stata non essere autorizzata ad attraccare nel Belpaese.

Il natante (battente bandiera di Gibilterra) dopo le operazioni di soccorso è arrivato in acque di Malta. Salvini ha spedito una lettera al governo maltese per spiegare che il “porto sicuro più vicino” è proprio l’isola-Stato e che se La Valletta non vorrà farsi carico dei migranti, questa volta non sarà l’Italia a farne le veci. La svolta senza precedenti ha avuto il via libera anche del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli (responsabile sul fronte delle autorizzazioni agli sbarchi).

Mille salvati nel Mediterraneo

Le acque del Mediterraneo tornano dunque ad essere il principale scenario politico nazionale e internazionale. Oggi sono stati salvati 627 migranti in sei diverse operazioni di soccorso. Ben 123 di questi sono minori, 11 bambini e 7 donne incinte. Un boom di partenze che desta qualche sospetto. Secondo alcuni analisti, infatti, la Libia starebbe inviando messaggi al nuovo esecutivo per testare la tenuta degli accordi presi da Marco Minniti. E, forse, per cercare di ottenere qualche concessione (e soldi) in più. Continua a leggere