Torino, in farmacia arriva la Deomofobina

Condividi su:
Maggio 23, 2018 Caterina Giojelli

Si chiama Deomofobina ed è l’ultimo prodotto dell’ideologia lgbt sostenuta dal sindaco Chiara Appendino (M5s). In ogni scatola del “farmaco” un bugiardino pieno di informazioni contro i pregiudizi.

Alla fine Torino è un bel posto per vivere, guardarsi attorno, andare a caccia di omofobi. Non poteva che succedere qui di entrare in una farmacia comunale e trovare bell’esposto, tra vitamine, integratori alimentari e dietetici, il farmaco Deomofobina contro «gli stati di disinformazione acuta, i disturbi legati al pregiudizio, all’omofobia e alle discriminazioni basate sull’identità sessuale».

PATROCINIO DEL COMUNE. L’iniziativa è stata presentata 22 maggio, al Fiorfood Coop della Galleria S. Federico da Geco, l’associazione di genitori e figli contro l’omotransfobia, e naturalmente ha trovato il patrocinio di Coordinamento Torino Pride, ma anche di Comune di Torino, Regione e farmacie comunali che notoriamente si occupano di queste faccende: fornire antidoti contro le discriminazioni, diffondere pillole di conoscenza per una corretta profilassi dell’omofobo. Continua a leggere

L’Europa è già stata conquistata dall’Islam?

Condividi su:
Segnalazione di Redazione BastaBugie
In Svezia ci sono le scuole musulmane, Berlino viene messa in scacco da bande di arabi, nelle moschee francesi si invoca lo sterminio degli infedeli (davvero in Italia possiamo stare tranquilli? per quanto?)
di Leone Grotti

(LETTURA AUTOMATICA)
Chiudere tutte le scuole aperte da istituti religiosi per trasformarle in scuole laiche e statali. È l’incredibile proposta che il partito socialdemocratico, che guida un governo di minoranza in Svezia, ha fatto mercoledì per spiegare che cosa farà in ambito educativo se vincerà le elezioni legislative del prossimo settembre.
Ardalan Shekarabi, importante esponente del partito e attuale ministro della Pubblica amministrazione, ha annunciato il progetto in conferenza stampa a Stoccolma. L’obiettivo è quello di «sconfiggere e abbattere il muro della segregazione nelle nostre scuole. Troppe volte vediamo che esistono istituti dove le femmine sono separate dai maschi e vengono insegnati valori che non sono quelli svedesi».
Shekarabi si riferisce ad alcune scuole musulmane dove sono stati riscontrati problemi di segregazione e insegnamenti “limite”. Le scuole dichiaratamente islamiche sono solamente 11 in tutto il paese ma i socialdemocratici temono che il numero possa crescere in futuro dal momento che dal 2012 la Svezia ha accolto 400 mila richiedenti asilo, perlopiù musulmani. Un numero altissimo se si considera che la popolazione conta poco più di nove milioni di abitanti. Continua a leggere

1 2 3