Il dramma del progresso è ai titoli di coda. Siamo giunti agli albori di una nuova civiltà?

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Fonte: Francesco Marotta

Nella tragedia greca, erano coinvolti uomini e dèi. Le vicende degli uomini e quelle degli dèi, erano intrecciate tra loro. Le vicende degli dèi, le virtù, la personalità, gli amori, i conflitti, i tradimenti, la fedeltà, i sentimenti, gli affetti etc., non erano dissimili da quelli degli uomini. Il relazionarsi degli uomini con le divinità non poteva essere inteso se non in senso verticale. Nella tragedia, le vicende narrate appartenevano al patrimonio culturale comune. Gli argomenti trattati, erano i valori ed i sentimenti condivisi: l’amore, l’odio, i contrasti esistenti tra la guerra e la pace, l’obbedienza al volere degli dèi, il compiersi del destino. La catastrofe veniva raffigurata come il distaccamento, l’abbandono del senso delle cose e l’inevitabile rovina, la morte, il progressivo aumento dei conflitti tra i protagonisti. Già, proprio così, progressivo. Presto torneremo sul discorso. Il protagonista/i della tragedia infrangeva il divieto divino, la causa della catastrofe, l’impensabile che concerne il superamento del limite che fu narrato anche in versi poetici: ristabilendone però, l’ordine spezzato, il significato, la sostanza e l’essenza della misura, alla struttura della tragedia.

La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Questa celebre frase di Marx non può essere attribuita solo alla politica. Indubbiamente lo è ma concerne il dramma, le vicende moderne e l’azione scenica. Differentemente dalla tragedia, il dramma non viene raccontato come è consueto nella narrativa e nell’epica. Le vicende si svolgono attraverso i dialoghi e i conflitti dei personaggi che compongono il dramma in un intreccio tormentoso, straziante, pieno di angosce e di infausti presagi. La messa in scena di una catastrofe che ci riporta dritta ai giorni nostri. Precisamente, alla fine di un’epoca e degli assunti del progresso, come abbiamo detto alla messa in scena compulsiva, alla farsa dei postulati ideologici che ha caratterizzato quasi tutta la modernità. Continua a leggere

Sorpasso titoli greci, parla Becchi: “Vogliono creare un altro 2011”

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Intervista al Prof. Paolo Becchi su Lo Speciale, 08/06/2018

Italia superata da Grecia sui titoli di Stato, a maggio 38 miliardi sono usciti dal Paese. Di chi è colpa? Dei no euro? Il filosofo Paolo Becchi intervistato da Lo Speciale una sua idea sembra essersela fatta. Almeno sulle scadenze a breve termine, i titoli di Stato greci hanno iniziato a offrire un rendimento più basso di quelli italiani. Inevitabile la caccia al colpevole. Imputato numero uno? Il Governo Conte e la sua politica economica bollata dai media “confusa e contraddittoria”.

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