Ultra abortisti SCONFITTI
Segnalazione di Antonio Brandi
Segnalazione di Antonio Brandi
Il dottor Bernardo Hontanilla Calatayud, dell’Università di Navarra, in Spagna, ha pubblicato sulla rivista Scientia et Fides un articolo inedito sulla misteriosa figura che in modo mai spiegato dalla scienza è rimasta impressa sulla Sindone di Torino. La tesi dell’esperto è che la figura non corrisponda a una persona inerte, come si pensava tradizionalmente, ma a una persona viva che si sta alzando.
“In questo articolo sono esposti vari segni di vita indicati dalla Sindone di Torino. Basandosi sullo sviluppo della rigidità cadaverica, si analizza la postura del corpo impressa sulla Sindone. La presenza di solchi facciali indica che la persona è viva. La Sindone di Torino mostra segni di morte e di vita di una persona che ha lasciato la sua immagine impressa in un momento in cui era viva”.
Questa affermazione si inserisce in modo notevole nella dottrina sulla Resurrezione di Cristo e nelle proposizioni di altri esperti sul momento in cui l’immagine sarebbe rimasta impressa sul telo, come se corrispondesse a una radiazione sconosciuta, emessa dal corpo fino ad allora coperto.
“Nel corso di questo articolo, analizzeremo una serie di segni impressi sulla Sindone di Torino che potrebbero giustificare il fatto che la persona avvolta nel sudario fosse viva al momento dell’impressione della sua immagine”.
La prima caratteristica studiata nell’analisi è la presenza o meno di “rigidità cadaverica o rigor mortis”. Questa rigidità viene constatata nei defunti “inizialmente nella mandibola e nella muscolatura oculare, poi interesserà il volto e passerà al collo. In seguito si estenderà al torace, alle braccia, al tronco e infine alle gambe”, ha affermato l’esperto. Questo effetto arriva all’espressione massima dopo 24 ore dalla morte, e inizia a scomparire a poco a poco, in ordine inverso, circa 36 ore dopo il decesso, richiedendo 12 ore per smettere di essere notevole. La gravità dei traumi subiti dall’uomo della Sindone e le perdite di sangue avrebbero provocato una rigidità precoce, da 25 minuti dopo la morte, che sarebbe arrivata alla massima espressione tra le tre e le sei ore dopo. “I segni apparenti di rigidità che appaiono nell’immagine potrebbero non corrispondere ai segni di rigidità post mortem classicamente attribuiti”.
L’esperto ha registrato una “semiflessione del collo e una semiflessone asimmetrica delle articolazioni dell’anca, delle ginocchia e delle caviglie”. Le caratteristiche della posizione registrata nella Sindone non corrispondono alla rigidità che il corpo dovrebbe avere dopo essere stato tirato giù dalla croce”.
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Le analisi hanno coinvolto test con “uomini tra i 30 e i 40 anni con fenotipo atletico, alti tra 1,70 m e 1,80 m”. Quando è stato chiesto loro di alzarsi in una posizione simile a quella dell’uomo della Sindone, hanno mostrato “un dislocamento delle mani verso gli organi genitali nel flettere il tronco, una semiflessione della testa e l’appoggio di una pianta del piede con minore flessione della gamba e un grado di rotazione interna, come quella osservata nella Sindone”.
Un’analisi più dettagliata della posizione evidenzia che nell’immagine non c’era rigidità cadaverica nelle membra superiori, il che è contraddittorio, visto che i muscoli delle braccia hanno sopportato una pressione maggiore durante la crocifissione.
“La postura rigida di un crocifisso implicherebbe avambracci e articolazioni del carpo in semiflessione tipica, come osservato in molti cadaveri”, ha ricordato Hontanilla, indicando che la posizione delle dita non corrisponde a quella che ci si aspetta da un cadavere. “È ragionevole che anche l’assenza dei pollici nella Sindone possa essere attribuita a segni di vita e non solo alla paralisi di un cadavere rigido”.
Una prova di vitalità nell’immagine potrebbe essere percepita nel volto, con la “presenza di solchi nasogeniani e nasolabiali”, linee d’espressione provocate dall’azione dei muscoli e che scompaiono nei pazienti con paralisi facciale o dopo la morte. “In un cadavere recente, la muscolatura facciale si rilassa, i solchi scompaiono e la bocca si apre. È il momento iniziale della flaccidità post mortem”, ha dichiarato l’esperto, concludendo:
“La postura asimmetrica della semiflessione osservata nelle gambe, la semiflessione della testa e soprattutto la presenza dei solchi nasogeniani e la collocazione delle mani nella zona genitale potrebbero indicare che siamo davanti a una persona che sta iniziando il movimento di alzarsi”.
Un’analisi dei testi evangelici coerente con le prove della Sindone collocherebbe il momento in cui l’immagine è rimasta registrata “tra la prima veglia della domenica (dalle 19.00 alle 21.00 del sabato) e la seconda veglia (dalle 21.00 a mezzanotte), o al massimo all’inizio della terza veglia della domenica (da mezzanotte alle tre del mattino) del terzo giorno della morte”.
Se la Sindone fosse falsa, le macchie di sangue e le altre caratteristiche verificabili avrebbero richiesto “una vera opera d’arte realizzata da una persona con minuziose conoscenze mediche, forensi e di processamento delle immagini su tessuti antichi”, e che fosse inoltre in grado di realizzare una falsificazione perfetta con le tecniche disponibili nel XIV secolo.
“Una seconda opzione, tenendo conto del racconto evangelico, è che si tratti di un panno appartenuto a un rabbino che venne sepolto in base alla tradizione ebraica dopo essere stato crocifisso e flagellato secondo la pratica romana. E possiamo aggiungere che l’immagine è stata impressa quando era vivo, visto che contiene segni statici propri di una persona morta ma anche segni dinamici di vita in contraddizione con la sequenza naturale dell’apparizione dei segni di rigidità cadaverica”.
L’esperto vede in questi segni l’apparente volontà di Cristo di registrare il miracolo.
“Se la Sindone ha coperto il corpo di Gesù, è ragionevole pensare che sarebbe stato interessato a mostrarci i segni non solo della morte, ma anche della resurrezione, nello stesso oggetto. Analizzando i tempi trascorsi dalla morte alla resurrezione e seguendo il racconto evangelico, sembra che Gesù Cristo volesse morire in quel momento, coincidendo con il sacrificio degli agnelli nel popolo ebraico, calcolando un tempo sufficiente perché il suo cadavere sopportasse la corruzione. Insistiamo sul verbo ‘volesse’, perché Pilato stesso si sorprese per il fatto che non fosse morto molto presto”.
A partire dal materiale pubblicato dall’agenzia Gaudium Press
IL COMMENTO POST ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2021
di Giuseppe De Lorenzo
È inutile nasconderselo: le elezioni amministrative 2021, che già iniziavano sotto cattivi auspici, sono andate persino peggio del previsto. Al di là del premio di consolazione – la Calabria e, forse, qualche Comune che la coalizione riuscirà a conservare – il centrodestra viene stracciato al primo turno a Milano e Napoli, a Torino parte in svantaggio e a Roma, probabilmente, soccomberà al ballottaggio (mai dare nulla per scontato, ma all’alba del giorno dopo, questa è la proiezione).
L’analisi della sconfitta non può prescindere da tre elementi di riflessione. I tre vicoli ciechi che hanno eroso una squadra, fino a poco tempo fa, col vento in poppa e dai quali non è detto sia possibile uscire.
1. L’incapacità di offrire una classe politica all’altezza, unita alla paura di amministrare. Un fattore abbastanza sorprendente soprattutto nel caso della Lega, che tradizionalmente aveva nel buongoverno locale un suo punto di forza. L’indisponibilità di big da giocarsi nelle metropoli, in realtà, è stata solo uno dei fattori in gioco: sicuramente, a spingere verso la scelta di candidati estranei ai partiti e oggettivamente deboli e impreparati, sono stati il timore di raccogliere sfide pericolose come banco di prova nazionale (Roma), le liti e le fratture interne alla coalizione e la costituiva difficoltà del messaggio sovranista a penetrare nei grandi centri urbani (Milano). Anche se – valga come monito a quelli di scuola giorgettiana – non hanno scaldato i cuori degli elettori nemmeno candidati tutt’altro che radicali, come i borghesissimi Luca Bernardo nel capoluogo lombardo e Paolo Damilano sotto la Mole.
2. È indubbio, tuttavia, che sulla disillusione dei sostenitori della coalizione – è il secondo spunto – abbia pesato la sostanziale irrilevanza politica dei sovranisti. Gli uni (Fdi), in quanto ancorati a una scelta d’opposizione coerente quanto si vuole, ma alla fine improduttiva: il partito di Giorgia Meloni ha un’indiscutibile forza critica, però è inevitabilmente marginale rispetto alle decisioni che contano e che esso deve limitarsi a subire. Gli altri (il Carroccio), nonostante avessero scelto di entrare nell’esecutivo di Mario Draghi proprio “per incidere”.
La realtà è che anche l’ala moderata o governista, alimentata dai presidenti delle Regioni del Nord e capitanata da Giancarlo Giorogetti, non ha portato a casa nulla: non l’apertura delle discoteche, non i tamponi gratis per il green pass, non la propulsione alla produzione di vaccini italiani, mentre l’abbandono dei lockdown duri derivava prevalentemente da un’intima convinzione di Draghi, il quale di sicuro non si concepisce come un uomo chiamato a gestire un Paese fermo. Giorgetti, per adesso, ha solo l’onere di affrontare le crisi industriali al Mise. Un ministero che appariva un grande riconoscimento alla Lega e che, a ben vedere, potrebbe essere stato un trappolone. Nel frattempo, Draghi & company preparano un’imboscata fiscale già nel cdm odierno. Tutto ciò ha suscitato una sensazione di disempowerment e di scoramento nell’elettorato d’area: la gente ormai ha capito che, comunque vadano le elezioni, non cambierà nulla.
3. Questo ci porta al terzo, più buio vicolo cieco: l’inagibilità politica. Un centrodestra a trazione sovranista finirebbe in un cul de sac, quand’anche vincesse le elezioni 2023. Da un lato, resterebbe esposto, com’era già successo ai gialloverdi nel 2018-2019, alle imboscate dei mercati finanziari e dell’élite europea. Dall’altro, sarebbe comunque vincolato in partenza agli impegni sottoscritti col Pnrr e modellati sulla base delle “raccomandazioni” dell’Ue all’Italia. Cercare di sottrarsi alla tenaglia significherebbe, con ogni probabilità, perdere l’accesso alle fonti di finanziamento del debito pubblico e le risorse garantite dal Next generation EU.
Noi di “Christus Rex” aggiungeremmo un quarto motivo: la mancanza più assoluta di un orizzonte valoriale metapolitico chiaro e condiviso da tutto il centrodestra. Ricordiamo che Salvini faceva incetta di voti quando parlava da cattolico e proponeva principi con solide radici cristiane, senza timore di andare controcorrente. Ci sarà ancora posto, nel centrodestra, per incidere come cristiani? Crediamo che nei fatti, nelle aperture anche alle persone maggiormente rappresentative di quest’area conservatrice e tradizionalista, della quale si sente orfano di rappresentanza almeno un milione di “tradizionalisti” anonimi, si possa e si debba ragionare. Se si annacqua il tutto per paura del politicamente corretto e del Pensiero Unico, il centrodestra è destinato, a nostro avviso, a continue debacle. Le linee siano chiare fin da principio, senza tentennamenti, ricordando che, anche in politica, come nella vita, nella morale, nell’etica, due + due fa sempre e solo quattro. (N.d.R.)
Come scrivemmo già su questo blog, il Recovery fund commissaria la destra per i decenni a venire. Il che, peraltro, rende quanto mai incerte le geometrie parlamentari del 2023, fermo restando che, per formulare ipotesi, è necessario scoprire chi arriverà al Quirinale. Ad esempio, se Draghi restasse a disposizione di un incarico a Palazzo Chigi, mettereste la mano sul fuoco sul fatto che Forza Italia s’imbarcherebbe in un’impresa con leghisti e meloniani, anziché riproporre una grande coalizione, ovvero una conventio ad excludendum contro i sovranisti?
Era ieri, quando il caos immigrazione metteva il turbo alla Lega di Matteo Salvini. Eppure, è come se fosse passata un’eternità.
Giuseppe De Lorenzo, 5 ottobre 2021
Fonte: https://www.nicolaporro.it/amministrative-i-tre-mali-del-centrodestra/
Oggi a Torino si svolge il processo alla dott.ssa e amica Silvana De Mari, cui abbiamo fornito e forniamo tutto il sostegno del “Circolo Christus Rex-Traditio”:
Noto chirurgo, endoscopista, psicoterapeuta è stata trascinata in tribunale dal Torino Pride e dal sindaco Appendino per aver detto la sua, in termini strettamente scientifici, sui gay e l’omosessualità nonché sui danni derivanti per l’organismo. Il suo legale, Avv. Mauro Ronco ha dichiarato a La nuova bussola Quotidiana (come riportato anche da noi) che questo processo riguarda, in realtà, tutti quanti non siano allineati al mainstream: “Per la prima volta nel nostro Paese sono a rischio tutte insieme tre libertà fondamentali per l’uomo: di opinione, di divulgazione scientifica e di religione“.
Oltre agli articoli del quotidiano La Verità e di molti siti internet e social, l’opinione pubblica si è mobilitata in una grande manifestazione di vicinanza ed affetto, che non sono passati inosservati e che non potevano che trovare proseliti anche in sede parlamentare. In attesa di una risposta:
Atto n. 4-06994 – Pubblicato il 14 febbraio 2017, nella seduta n. 761
GIOVANARDI , GASPARRI , ARACRI , COMPAGNA , DI BIAGIO , AUGELLO , CANDIANI , MALAN – Al Ministro della salute. –
Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
nelle settimane scorse, sul quotidiano “La Stampa” di Torino e, in seguito, in altre testate e blog su internet, nonché nei principali social network, faceva scalpore la notizia relativa ad un medico chirurgo, dottoressa Silvana De Mari, che, in riferimento a certe pratiche sessuali in uso anche tra persone con tendenze omosessuali, con riguardo ai gay, sosteneva che ascessi, incontinenza, herpes e condilomi sono la conseguenza di tali pratiche, con spaventose conseguenze dal punto di vista fisico, che escludono che questa possa essere una forma di normalità; Continua a leggere
Ci siamo attivati anche noi, come “Circolo Christus Rex”. Ci siamo attivati per un’amica. Ci siamo attivati attraverso tutti i nostri principali canali di sensibilizzazione, in nome di tre libertà fondamentali. A difesa di esse, si difende Silvana. In attesa del processo che la vede imputata il 18 Luglio (n.d.r.). Sopra, Silvana De Mari e Matteo Castagna a Verona il 19/03/2017
di Andrea Zambrano
Comparirà il 18 luglio davanti al giudice di Torino. Silvana De Mari, scrittrice fantasy e medico, dovrà rispondere di diffamazione per le sue affermazioni sul “sesso” omoerotico, trascinata in tribunale dal Torino Pride e dal sindaco Appendino. Lei si affida a una memoria difensiva interamente medica e riceve l’appoggio di migliaia di persone. Il suo legale, il penalista Mauro Ronco spiega alla Nuova BQ perché questo processo segna un punto di svolta in Italia: “Per la prima volta nel nostro Paese sono a rischio tutte insieme tre libertà fondamentali per l’uomo: di opinione, di divulgazione scientifica e di religione”. Continua a leggere
di Sabino Piciolla
Riporto ampi stralci dell’articolo di Edward Pentin che comunica le motivazioni che il portavoce del Card. Parolin ha dato circa la partecipazione dello stesso cardinale al controverso meeting del Bilderberg.
Eccolo nella mia traduzione.
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha accettato l’invito a partecipare al controverso e segreto incontro Bilderberg all’inizio di questo mese per portare l’insegnamento della Chiesa a un gruppo che altrimenti non lo sentirebbe, ha detto un portavoce vaticano al National Catholic Register .
Il portavoce ha detto che gli organizzatori italiani della visita sono stati insistenti nell’estendere l’invito al più alto funzionario vaticano dopo Papa Francesco per l’evento di quest’anno, che ha avuto luogo dal 7 al 10 giugno a Torino, in Italia. Continua a leggere
di Maurizio Blondet
Improvviso interesse della centrali globaliste per l’Italia. Negli stessi giorni in cui il gruppo Bilderberg si raduna a Torino, a Roma, Bergoglio (El Papa) presiede un vertice, che ha lui convocato, con le Sette Sorelle – per la precisione, con i capi supremi delle multinazionali del greggio – e le loro finanziarie ausiliarie transnazionali. L’incontro si produrrà il 7-10 giugno. Le informazioni su questo enigmatico vertice Papa-Petrolieri sono all’incirca scarse come quelle sul Bilderberg. L’incontro è infatti definito ”private”, ossia segreto e su inviti.
Come mai El Papa “delle periferie”, della “accoglienza” degli immigrati, che predica una Chiesa che prenda “l’odore delle pecore”, si riunisce in privato coi più potenti capitalisti, miliardari globalisti ossia attivi promotori delle feroci iniquità del capitalismo terminale? “Chiedetelo a loro”, vien voglia di dire parafrasando lo slogan dell’8 per Mille.
La scusa per l’incontro, a leggere i comunicati-stampa ufficiosi, è la comune preoccupazione dei miliardari del greggio e di El Papa per i mutamenti climatici. “E’uno dei più altamente significativi sviluppi”, sviolina il comunicato, “a dimostrazione di come le grandi corporations lavorano con gli altri leader mondiali sui cambiamenti climatici, in coincidenza con il completo ritiro del presidente Trump dal tema del riscaldamento globale”.
“Un anno fa Trump annunciava l’intenzione di ritirare l’America dal patto sul clima di Parigi, che oggi è sostenuto da tutti i paesi tranne gli Usa. Tre anni fa, il Papa Francesco ha scritto la sua enciclica Laudato Sisull’importanza di affrontare il cambiamento climatico: una prima volta nella storia della Chiesa”.
Lo si può ben dire: la neo-chiesa di Bergoglio ha sostituito all’ansia per la salvezza eterna delle anime la ansiosa sete per la salvezza del pianeta – minacciato, come tutti sanno, da quell’inquinatore che è il genere umano. In questo, con perfetta coerenza, nel gennaio dell’anno scorso, il Vaticano ha chiamato alla Pontificia Accademia delle Scienze, come relatore al convegno “Salvare il mondo naturale”, ossia ad istruire i cristiani sui loro nuovi compiti morali urgenti, l’entomologo Paul Ehrlich, celebre promotore dell’aborto selettivo e della sterilizzazione di massa per disinnescare quella che chiamava “the Population Bomb”, la bomba demografica.
Il clima, il pianeta da salvare nelle sue aree selvagge , belve e foreste, è una preoccupazione urgente per la sinistra intelligente, ovviamente, per i ricchi”progressisti”. E quindi anche di Francesco.
Il comunicato dà una prima lista di partecipanti, avvertendo che è incompleta. Ci saranno:
Si chiama Deomofobina ed è l’ultimo prodotto dell’ideologia lgbt sostenuta dal sindaco Chiara Appendino (M5s). In ogni scatola del “farmaco” un bugiardino pieno di informazioni contro i pregiudizi.
Alla fine Torino è un bel posto per vivere, guardarsi attorno, andare a caccia di omofobi. Non poteva che succedere qui di entrare in una farmacia comunale e trovare bell’esposto, tra vitamine, integratori alimentari e dietetici, il farmaco Deomofobina contro «gli stati di disinformazione acuta, i disturbi legati al pregiudizio, all’omofobia e alle discriminazioni basate sull’identità sessuale».
PATROCINIO DEL COMUNE. L’iniziativa è stata presentata 22 maggio, al Fiorfood Coop della Galleria S. Federico da Geco, l’associazione di genitori e figli contro l’omotransfobia, e naturalmente ha trovato il patrocinio di Coordinamento Torino Pride, ma anche di Comune di Torino, Regione e farmacie comunali che notoriamente si occupano di queste faccende: fornire antidoti contro le discriminazioni, diffondere pillole di conoscenza per una corretta profilassi dell’omofobo. Continua a leggere
Disgustoso, ora, per “celebrare” il sedicente “orgoglio-gay”, anche i negozi Disney hanno varato una linea di merchandising a tema, come le orecchie “arcobaleno” di Topolino o le spille Lgbt da collezione. Il che non deve tuttavia più di tanto stupire: secondo quanto denunciato dall’agenzia d’informazione InfoCatólica, la Disney avrebbe più volte ospitato i «Gay Days» annuali non ufficiali a Disneyland e Disneyworld, suscitando critiche anche nello stesso mondo Lgbt.
Si tenga presente che durante i «Gay Days» sono previsti appuntamenti come fetish party quali il concorso per l’elezione di «Mr. Leather» oppure il «Bingo Porno XXX» ed altri eventi con nudi almeno parziali. La Disney in questi anni ha compiuto anche notevoli sforzi per “normalizzare” l’omosessualità tra i bambini anche attraverso la propria programmazione televisiva, genitori attenti! Ad esempio, con la serie I Fosters, andata in onda per cinque stagioni, dal 2013 al 2018, su ABC Family e ABC Spark in Canada. Questa serie è stata creata da Bradley Bredeweg e Peter Paige, dichiaratamente omosessuali: nella prima stagione segue le vicende della sedicente “famiglia” Foster, una coppia di lesbiche con bimbi biologici e adottati; nella seconda stagione, passa dall’omosessualità adulta a quella infantile: Jude, l’ultimogenito 14enne, bacia Connor, l’amico di scuola, che lo ha difeso quando fu vittima di episodi di bullismo. Continua a leggere
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