Il 2024 porterà nuovi vescovi alla FSSPX: i “lefebvriani” perseverano nell’errore fallibilista
EDITORIALE
di Matteo Castagna
Siamo stati cattolici fedeli alla Tradizione, seguendo l’apostolato dei sacerdoti della Fraternità san Pio X, dal 2003 al 2009 ed è giusto farne pubblica ammenda. I sacerdoti ci sembravano avere una formazione tradizionale, che lasciava o incoraggiava la militanza cattolica dei cattolici laici che volevano intraprenderla. Nel 2005 alcuni atteggiamenti cambiarono. Improvvisamente, il parroco conciliare di Spadarolo (Rimini) ove la FSSPX ha un priorato, ci lasciava l’ampio oratorio per nostre occasioni conviviali, le omelie tendevano a evitare di parlare degli atti modernisti del clero conciliare, così come le conferenze e le catechesi. ai convegni annuali del distretto Italiano non venivano più invitati come relatori gli esponenti più determinati e politicamente scorretti.
Anche nelle discussioni private si veniva gentilmente invitati a smetterla di attaccare in continuazione i vari esponenti della Curia romana. La militanza non veniva più incoraggiata, ma snobbata, scoraggiata o, addirittura, subdolamente, distrutta. Stava cambiando il clima, preludio a successivi cambiamenti. Nel 2006, oramai, il ralliement nei confronti dei conciliari era sempre più visibile e lo si leggeva nei bollettini dell’allora Superiore Generale Mons. Bernard Fellay.
Alcuni fedeli, accortisi di questa tendenza de facto si avvicinarono ad altri fedeli, storicamente sedevacantisti, ma tollerati, almeno a Messa, per approfondire la posizione. Dopo circa un anno di studio e di non facile accettazione, la convinzione venne espressa al sacerdote della Fraternità che era considerato il più vicino a tale posizione perché lasciava piena libertà di coscienza sull’argomento. Nel 2007 le trattative ufficiali tra i vertici della FSSPX e la Roma del Concilio portarono al Motu (im)Proprio “Summorum Pontificum”, con cui Ratzinger accoglieva la richiesta lefebvriana di lasciare liberi i sacerdoti di tutto il mondo di celebrare la Messa col Messale Romano promulgato da Roncalli nel 1962, prima della riforma liturgica, ma, allo stesso tempo subordinava la Messa more antiquo a quella Novus Ordo del 1969. La liturgia della Chiesa diventata, così, la forma extra-ordinaria dell’ “unico rito” romano, che era, evidentemente, la forma ordinaria promulgata da Montini con la consulenza di Mons. Annibale Bugnini, in forte odor di Massoneria e di 6 Pastori protestanti.
Non veniva più preso in considerazione che “lex orandi, lex credendi”, e quindi, non veniva risposto agli “anticristi” romani – come li definiva, negli anni ’80, Mons. Marcel Lefebvre – che le due Messe erano frutto di due fedi diverse, una cattolica e l’altra modernista. Alla Fraternità bastava avere la possibilità di celebrare la Messa, possibilmente in chiesa, senza che qualcuno gli rompesse più le scatole. Pazienza anche che a celebrarla fossero “sacerdoti” d’ordinazione invalida con rito riformato.
Non si imponevano già più le mani, sub condicione, al clero almeno di dubbia validità. Il sacerdote di cui sopra, durante un’omelia a Lanzago di Silea (TV) tuonò nei confronti di Ratzinger, del Motu (im)Proprio ma anche dei vertici della sua Fraternità che avevano accettato questo mostro teologico, senza batter ciglio. Tra il 2007 e il 2009 furono anni burrascosi e di grande fermento, in cui nacque il Circolo Christus Rex. Quando Ratzinger, a furia di trattative coi vertici fraternini, su richiesta espressa di Mons. Fellay, nel gennaio 2009, remise le scomuniche comminate ai 4 vescovi consacrati da Mons. Lefebvre nel 1988, il vaso traboccò. Perché tutta questa smania di voler esser riconosciuti veri cattolici dalla Chiesa modernista conciliare?? Mons. Lefebvre non si era forse appellato allo stato di necessità grave per il mantenimento della Fede Cattolica integra da errori già condannati, per consacrare 4 vescovi, contro la volontà di Wojtyla?
Un fatto, forse troppo ingenuo, ma privo di conseguenze giuridiche, contrariamente a Mons. Richard Williamson che ad una televisione svedese negò la Shoà, accorso a quel sacerdote, che era andato pubblicamente in linea con Mons.Williamson, aveva l’attenuante di sentirsi esasperato e tradito da quella che era la sua famiglia di confratelli, fu il pretesto per espellerlo dalla congregazione, con modalità che, ancora oggi, non sapremmo definire se più vigliacche, o più prive della minima carità cristiana.
C’era uno zoccolo duro di fedeli che non si spaventò, che non esitò a seguire colui che era stato cacciato, cambiandogli le chiavi della canonica mentre diceva Messa a Trieste, che lo ospitò, che lo aiutò affinché potesse celebrare la Santa Messa comunque, che gli trovò un posto ove andare a vivere, adeguato ad avere una cappella in taverna. Quella cinquantina di persone si diede da fare perché non gli mancasse nulla. Egli non era caduto nelle maglie dei conciliari e andava difeso e sostenuto. I laici furono la salvezza di quel sacerdote smarrito, angosciato e privato, perfino, temporaneamente, di ogni suo effetto personale.
Possiamo dire di conoscere piuttosto bene l’argomento poco edificante di cui parliamo, anche per una serie di numerose altre questioni, di cui non è questa la sede e il momenti di parlare.
Leggiamo su Facebook un articolo del sito www.unavox.it in cui si riporta uno stralcio del Bollettino del Priorato francese della Fraternità, in cui don Alain Delagneau dà l’annuncio di nuove ordinazioni episcopali da parte della sua confraternita. Scrive il priore: “Noi ci dobbiamo aspettare – da parte delle autorità – di essere trattati da scomunicati, da scismatici. Tutte cose dolorose e preoccupanti per un cattolico. I media sapranno amplificare queste condanne, come anche la Fraternità San Pietro e compagnia; per questi sarà una buona occasione per giustificare la loro scelta nella crisi della Chiesa.
Poi continua: “E’ chiaro che è il Papa ad avere la giurisdizione universale su tutti i cristiani, ed è dunque lui che affida una parte del gregge ad ogni vescovo, rimanendone responsabile davanti a Dio. E questo è di diritto divino […] E quindi rifiutare dei vescovi alla Tradizione attiene alla legge umana, mentre salvare le anime attiene alla legge divina. Ne consegue che nel caso di grave necessità per le anime del mondo intero, si può e perfino si deve andare contro una legge umana per salvaguardare la legge divina”.
Se ne desume che sia legittimo disobbedire a colui che si ritiene il legittimo Vicario di Cristo, che però, potrebbe scomunicare chi chiede vescovi per la Tradizione. pare un cortocircuito logico, prima che teologico e canonico. Come fa un legittimo Pontefice ad essere tale ed allo stesso tempo creare le situazioni di uno stato di necessità per la salvezza delle anime? San Pietro e tutti i Papi, fino a Pio XII, hanno sempre confermato i fratelli nella fede. Non l’hanno messa in discussione creando pericolo per la sua integrità.
Gesù Cristo ha istituito il magistero ecclesiastico, conferendo agli Apostoli lo speciale potere di “annunciare il lieto messaggio (Mt. 11,5), “per rendere testimonianza della verità” (Gv. 18,37). Gli apostoli e i loro successori devono “annunciare il Vangelo a tutte le creature” (Mc. 16,15). Questo è un magistero vivo, autoritativo, tradizionale. Il mezzo per cui la parola di Dio venisse tramandata come tale, non falsata né turbata dall’errore umano è il carisma dell’infallibilità, che Egli ha conferito alla Sua Chiesa.
Esso vale per l’assicurazione della verità della fede. Poiché la Chiesa deve soltanto custodire e annunziare il tesoro della rivelazione, l’infallibilità non costituisce per i suoi soggetti la comunicazione di nuove verità rivelate. Perciò il Magistero ordinario e straordinario dei veri Papi è infallibile. Non si può credere il contrario della Mortalium animos di Papa Pio XI, come ha stabilito la Nostra Aetate del Conciliabolo Vaticano II, così come non ci si può adeguare alla Traditionis Custodes di Bergoglio, che abolisce la Messa di sempre, senza averne il potere e l’autorità. Il problema è sempre quello del vicolo cieco del fallibilismo lefebvriano, che portò alle consacrazioni del 1988. senza prima aver dichiarato la Sede Vacante per eresia manifesta, come avrebbe voluto Mons. Antonio de Castro Mayer, Arcivescovo di Campos, in Brasile, comunque presente a quelle storiche consacrazioni.
La Fraternità vuole davvero fare marcia indietro e farsi scomunicare di nuovo pur di restare fedele alla Tradizione? Ammetterebbe implicitamente gli errori gravissimi degli ultimi decenni, ma le basi dottrinali appaiono sempre quelle. O è in arrivo per il 2024 un nuovo “scherzo da prete”, Bergoglio benedicente, a scapito della Tradizione cattolica e a favore della “coppia di fatto” con il modernismo conciliare?
Attendiamo gli eventi e preghiamo per il bene delle anime e la gloria di Dio, ma le “comunicatio in sacris” coi preti invalidi, le ambiguità dottrinali e le contraddizioni lefebvriane, in particolar modo sulla questione dell’Autorità nella Chiesa e del Magistero, ci fa essere scettici. Certamente non possiamo essere lefebvriani, come abbiamo capito, per grazia di dio, nel 2005. Non vorremmo trovarci a morire “una cum” more antiquo, ma “una cum Luca Casarini”, perché la Fraternità è molto “allegra” su argomenti importantissimi di teologia fondamentale. Il vostro parlare sia “sì sì, no no” perché il resto viene dal maligno che fa adagiare nella ricerca della posizione di comodo che non è mai quella vera.
Le Tavole di Assisi del mondo conservatore italiano
di Redazione
La galassia conservatrice italiana si è riunita ad Assisi. Il risultato è condivisibile. Le parole dell’Avv. Gianfranco Amato sono state, come sempre, ascoltate e molto efficaci.(VIDEO IN FONDO ALL’ARTICOLO)
“Vedo con speranza una certa sinergia tematica – dice Matteo Castagna, Responsabile del Circolo Christus Rex – inerente quella che viene chiamata la “controrivoluzione cristiana del buon senso”, che va dalla galassia conservatrice italiana al mondo cattolico tradizionalista, al messaggio principale del best seller gel gen. Vannacci. Sebbene, ovviamente, con le proprie differenze, sensibilità e specificità, si sta palesando una volontà di raddrizzare il mondo, partendo dal nostro piccolo, sebbene siamo convinti che la “maggioranza silenziosa”, tipica espressione del nostro Paese, sia con noi. Gli italiani sono stufi delle minoranze che opprimono, fingendosi oppresse. per dirla alla Belpietro. La rivoluzione antropologica in atto deve avere una risposta concreta, integralmente controrivoluzionaria, quindi integralmente cattolica e quindi marciare divisi per colpire uniti con tutti coloro che la pensano come noi”.
Segnalazione di Pro Vita & Famiglia
di Toni Brandi
“Da Assisi riparte la controrivoluzione del buon senso!”
Con un cuore fortificato e pieno di speranza sono appena rientrato dal convegno “Le Tavole di Assisi”: due giorni di dibattito su nove temi riguardanti le sfide che la nostra società è chiamata ad affrontare.Un evento unico e di grande successo (ti basti guardare la foto qui sotto – tutto esaurito dopo solo tre settimane dal lancio!).
Il contributo di relatori di altissimo livello ha fatto emergere due punti essenziali e urgenti che devo condividere con te:
- È in atto un attacco rivoluzionario antropologico – culturale e politico -che ha come obiettivo la dissoluzione ideologica della sacralità della vita, del matrimonio, della famiglia e della struttura sociale basata sulla differenza sessuale.
- Circolo, io e te siamo l’unica speranza per una controrivoluzione cristiana e del buon senso.
Per troppo tempo i valori basilari della società umana e del sentire comune, fondati su criteri di dignità umana e giustizia sociale sono stati discriminati.
Le conseguenze di una mancata presa di posizione forte sono davanti agli occhi di tutti: bambini vittime della droga, del porno, dell’indottrinamento gender nelle scuole e di una feroce ipersessualizzazione.
…la dissoluzione del matrimonio, la decostruzione della famiglia, l’attacco alla figura paterna e alla maternità tramite l’utero in affitto, i falsi tentativi di “ottimizzare” la vita umana a costo di sacrificare con l’aborto la vita di milioni di bambini innocenti e la vita di malati e anziani per mezzo dell’eutanasia.
Oggi, di fronte a questa follia dilagante, siamo chiamati a ribadire l’ovvietà.
Il matrimonio è lo specchio dell’amore incondizionato verso l’altro, dove viene accolta la vita. Le persone si dividono in uomini e donne, i bambini nascono da un uomo e una donna e non si comprano e sono persone sin dal concepimento. Stiamo parlando di ovvietà.
Eppure ci ritroviamo a dover parlare di queste cose, ad avere la responsabilità e la necessità di farlo. Questo è eloquente del mondo che ci circonda. Se siamo costretti a dover ribadire l’ovvio vuol dire che c’è un enorme problema.
Abbiamo la responsabilità e la necessità di promuovere una controrivoluzione al pensiero unico dilagante.
In questi anni, con Pro Vita & Famiglia abbiamo acceso piccoli fuochi di speranza, che pian piano si sono ampliati e sono diventati veri e propri focolai (il successo delle Tavole di Assisi ne è una dimostrazione).
A Pro Vita & Famiglia abbiamo gli strumenti, il coraggio, la tenacia per contrastare questi attacchi alla vita, alla famiglia e alla libertà educativa. Ma tutti i nostri sforzi sarebbero vani senza il tuo sostegno costante.
Dobbiamo agire ora, e agire insieme. Ogni tua azione con Pro Vita & Famiglia può fare la differenza e contribuire nella nostra lotta comune.
Circolo, so che condividi le mie stesse preoccupazioni. Ma vorrei che condividessi con me la mia stessa speranza. Dobbiamo essere coraggiosi e avere paura solo di avere paura!
Da Assisi facciamo ripartire la controrivoluzione del buonsenso e del pensiero cristiano. Avanti tutta!
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IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI GIANFRANCO AMATO: “Cosa c’e’ dietro la carriera alias?”
La condanna del modernismo sociale in nome di Cristo Re
Segnalazione del Centro Studi Federici
Verona: la piccola Vandea d’Italia
Lorenzo Fontana, dal calcio in parrocchia a Christus Rex: «Porterà la fede in politica»
CORRIERE DEL VENETO inserto del CORRIERE DELLA SERA del 15.10.2022
La formazione religiosa ultraconservatrice, nella Verona «di destra», si è saldata alla militanza leghista
La7: interviste a Matteo Castagna sulla Tradizione Cattolica
17.10.2022 L’Aria che tira – La7
Una giornalista de “L’Aria che tira”, in onda ogni giorno su La7 dalle 11.00 alle 13.30 del mattino, ha intervistato il nostro Responsabile Nazionale Matteo Castagna presso la sua abitazione, in merito all’elezione del veronese Lorenzo Fontana a Presidente della Camera:
Ecco la registrazione della puntata: https://www.la7.it/laria-che-tira/rivedila7/laria-che-tira-17102022-17-10-2022-456050
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GIOVEDI 20 OTTOBRE in PRIMA SERATA andrà in onda uno stralcio della lunga intervista che il giornalista Salvatore Gulisano ha fatto al nostro Matteo Castagna, nel suo studio di casa, per la trasmissione PIAZZAPULITA condotta da Corrado Formigli. Si è parlato di dottrina cattolica tradizionale, Messa tridentina, bioetica. La registrazione della puntata sarà disponibile sul sito di piazzapulita.
Ecco la registrazione: https://www.la7.it/piazzapulita/video/dentro-il-mondo-ultracattolico-di-lorenzo-fontana-20-10-2022-456662
Cristo il Maestro, Tolkien la guida, il Rosario la vittoria
L’EDITORIALE DEL LUNEDI
di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2022/10/17/cristo-il-maestro-tolkien-la-guida-il-rosario-la-vittoria/
LA LOTTA ALL’OMOLOGAZIONE MASSIFICANTE DA PARTE DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA LORENZO FONTANA
Il neo-eletto Presidente della Camera dei Deputati On. Lorenzo Fontana, nel suo discorso d’insediamento ha citato due esempi di santità e lanciato un forte messaggio a favore delle diversità in un’ottica di lotta all’omologazione massificante. Non ho memoria che una delle più alte cariche dello Stato, la terza, subisse un linciaggio politico e mediatico preventivo così sguaiato e zeppo di pregiudizi, soprattutto perché cattolica. Curioso che tutti i sostenitori del ddl Zan si siano profusi nelle contumelie di peggior gusto. Loro…quelli del rispetto, dell’uguaglianza, dei desideri da chiamare “diritti”… Siamo alla Fontanofobia?L’insulto sistematico, iniziato con lo squallido striscione a Montecitorio e proseguito nei tweet e sulla bocca dei radical chic che hanno spopolato negli ultimi dieci anni con le loro fissazioni “arcobalenghe”, talvolta liberticide, fa provare un senso di pietà e di orrore verso questi personaggi, servi di ideologie di morte e contro natura, che fanno a gara a chi la spara più grossa per cercare disperatamente di supplire, con la loro bieca volgarità, alla privazione di potere, che logora sempre chi non ce l’ha o lo perde perché sonoramente bocciato dagli elettori.
Il protagonista buono Gandalf dice che “tutto ciò che dobbiamo decidere è cosa fare col tempo che ci viene dato” – scrive John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973) ne “Il Signore degli Anelli”, che si può leggere come un manuale di sopravvivenza tra gli errori e gli orrori della Modernità. Il dott. Paolo Gulisano, nella sua prefazione al libro Tolkien, l’Europa e la Tradizione (Edizioni Passaggio al Bosco) ricorda come uno dei principali critici dell’omologazione, nell’accezione cui si è riferito il Presidente della Camera, fu Tolkien, che “ad essa contrapponeva la cultura dell’appartenenza e del radicamento“.
E’ Tolkien che scrive nel suo capolavoro: “Tutto diventerà una piccola maledetta periferia provinciale. Quando avranno introdotto il sistema sanitario americano, la morale, il femminismo e la produzione di massa all’est, nel medio oriente, in Russia, nella Pampa, nel Gran Chaco, nel bacino danubiano, nell’Africa equatoriale, a Lhasa e nei villaggi del profondo Berkshire, come saremo tutti felici…Ma scherzi a parte: trovo questo cosmopolitanesimo americano terrificante“.
La formidabile bellezza del pensiero di Tolkien è che non si basa su ideologie e non è etichettabile, se non da chi è in malafede o non ne conosce gli scritti. Il grande scrittore constata la Caduta del genere umano (in termini cristiani Peccato Originale) e ha ben chiaro davanti a sé il Nemico da abbattere (Sauron o Saruman) ma soprattutto il male che si annida infido in ciascuno di noi. Tolkien ci invita a non sprecare le occasioni, a fare un buon uso del tempo e della vita stessa, con coraggio e lealtà, per il Bene, nell’ancestrale guerra con le forze delle tenebre. Il bene è bellezza e onore, che trovano nella Tradizione Cattolica la loro sublimazione, secondo Tolkien, che rigettò le pulsioni progressiste degli anni sessanta e rimase fedele solo alla Messa tradizionale more antiquo. Fu pre-conciliare? Sì! Un po’ come Fontana, sperando che i sinistri, sull’onda dei BLM ora non brucino Il Signore degli Anelli…
Se sant’Agostino ci insegna che il male non è il contrario del bene ma la sua privazione, è del tutto ovvio che quando Gandalf dice che dobbiamo decidere cosa fare col tempo che ci viene dato, comprendiamo quanto possano essere complementari i due assunti: dobbiamo trascorrere il tempo a fare il Bene, a fare straordinariamente bene le cose semplici, ad imbracciare quella “mitragliatrice a 50 colpi che è il Rosario” (cit. di un sacerdote e predicatore degli Esercizi di S. Ignazio di Loyola), arma che già i nemici dichiarano di temere a ragione, perché la Madonna schiaccerà la testa del serpente che loro coccolano e liberano nelle stanze della Sovversione.
Conservatori di tutto il mondo unitevi
Nel consueto editoriale del lunedì su InFormazione Cattolica (domani), il nostro Matteo Castagna replicherà all’ intelligente appello di Marcello Veneziani, che dimostra di essere l’intellettuale di riferimento di un’area un po’ troppo orfana di pensatori coraggiosi e realisti.
di Marcello Veneziani
E se il mondo avesse bisogno di un grande contraltare conservatore? Tu ti aspetti un’idea del genere dal conservatore spettinato Boris Johnson. E invece arriva da Vladimir Putin, autocrate ex-Kgb, intervenuto nei giorni scorsi al 18° incontro annuale del Club Internazionale di Discussione a Valdai. Il tema era “La Rivoluzione globale nel 21° secolo: l’individuo, i valori e lo Stato”. Dal suo ampio discorso abbiamo tratto una specie di manifesto dei conservatori, che sintetizziamo con le sue parole in dodici punti.
1) Solo gli Stati sovrani possono rispondere efficacemente alle sfide dei tempi e alle esigenze dei cittadini.
2) È più facile distruggere che creare, come tutti sappiamo. Noi in Russia lo sappiamo molto bene, purtroppo, per la nostra esperienza che abbiamo avuto diverse volte.
3) Le rivoluzioni non sono un modo per risolvere una crisi ma un modo per aggravarla. Nessuna rivoluzione valeva il danno che ha fatto al potenziale umano.
4) L’importanza di un solido sostegno nella sfera della morale, dell’etica e dei valori sta aumentando drammaticamente nel fragile mondo moderno. L’intreccio reciproco delle nazioni li arricchisce sicuramente, dando uno sguardo nuovo alle proprie tradizioni. Ma il processo deve essere organico e non può mai essere rapido. Qualsiasi tentativo di imporre agli altri i propri valori complica ulteriormente una situazione drammatica e può produrre reazioni ed esiti opposti rispetto a quelli previsti.
5) In Occidente c’è chi crede a un’eliminazione aggressiva di intere pagine dalla propria Storia, una “discriminazione al contrario” contro la maggioranza nell’interesse di una minoranza e la richiesta di rinunciare alle nozioni tradizionali di madre, padre, famiglia e persino di genere. La Russia ci è già passata. Dopo la rivoluzione del 1917, i bolscevichi, facendo affidamento sui dogmi di Marx ed Engels, dissero anche che avrebbero cambiato modi e costumi esistenti e non solo quelli politici ed economici, ma la stessa nozione di moralità umana e i fondamenti di una società sana.
6) La distruzione di valori secolari, religione e relazioni tra le persone, fino al rifiuto totale della famiglia (abbiamo avuto anche quello nell’Urss); tutto questo è stato proclamato progresso. A proposito, i bolscevichi erano assolutamente intolleranti verso opinioni diverse dalle loro.
7) In alcuni paesi occidentali la lotta per l’uguaglianza e contro la discriminazione si è trasformata in dogmatismo aggressivo al limite dell’assurdo, quando le opere dei grandi autori del passato – come Shakespeare – non vengono più insegnate nelle scuole o nelle università, perché le loro idee sono ritenute arretrate. I classici sono dichiarati arretrati e ignoranti dell’importanza del genere o della razza. A Hollywood vengono distribuiti promemoria sulla corretta narrazione e su quanti personaggi di che colore o genere dovrebbero essere in un film. Questo è anche peggio del dipartimento agit prop del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.
8) Contrastare gli atti di razzismo è una causa necessaria e nobile, ma la nuova “cancel culture” l’ha trasformata in “discriminazione al contrario”, cioè razzismo inverso. L’enfasi ossessiva sulla razza sta ulteriormente dividendo le persone, generando fanatismo.
9) Chiunque osi dire che gli uomini e le donne esistono davvero, il che è un fatto biologico, rischia di essere ostracizzato. “Genitore numero uno” e “Genitore numero due”, “Genitore alla nascita” invece di “madre” e “latte umano” che sostituisce “latte materno” perché potrebbe turbare le persone che non sono sicure del proprio genere. Negli anni ’20, anche i cosiddetti Kulturtraeger sovietici hanno inventato un nuovo linguaggio credendo di creare una nuova coscienza e di cambiare i valori in quel modo.
10) È mostruoso insegnare ai bambini fin da piccoli che un maschio può facilmente diventare una femmina e viceversa. I docenti impongono loro una scelta, escludendo i genitori dal processo e costringendo il bambino a prendere decisioni che possono sconvolgere la loro intera vita. Non si preoccupano nemmeno di consultarsi con gli psicologi infantili: un bambino è in grado di prendere una decisione di questo tipo? Chiamando le cose col loro nome, questo rasenta un crimine contro l’umanità e viene fatto in nome e sotto la bandiera del progresso.
11) Noi saremo guidati da un sano conservatorismo. Un approccio conservatore ma non un tradizionalismo ignorante, una paura del cambiamento o un gioco restrittivo, tanto meno un ritiro nel nostro guscio. Si tratta principalmente di fare affidamento su una tradizione collaudata nel tempo, la conservazione e la crescita della popolazione, una valutazione realistica di sé e degli altri, un preciso allineamento delle priorità e un fondamentale rifiuto dell’estremismo come metodo.
12) Il conservatorismo moderato è la linea di condotta più ragionevole. A un certo punto si cambierà inevitabilmente, ma finora non nuocere – il principio guida in medicina – sembra essere il più razionale. Viceversa si possono distruggere non solo le basi materiali ma anche le fondamenta spirituali dell’esistenza umana, lasciando dietro di sé un relitto morale in cui per molto tempo nulla può essere costruito per sostituirlo. Le nostre opinioni conservatrici configurano un conservatorismo ottimista. Crediamo che sia possibile uno sviluppo stabile e positivo. Tutto dipende principalmente dai nostri sforzi. Siamo pronti a lavorare con i nostri partner su comuni cause nobili.
Piaccia o meno, Putin esprime l’antitesi al progressismo radical statunitense e al totalitarismo capital-comunista cinese e dà una lezione di civiltà all’Europa.
MV, Panorama (n.48)
Freccero: A Trieste morta la democrazia (e l’Avv. G. Amato porta solidarietà ai lavoratori)
ieri ed oggi l’avv. Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita e di Nova Civilitas è andato in prima linea a Trieste (in foto mentre parla con il leader dei manifestanti) assieme ai portuali a portare solidarietà a persone perbene, onesti lavoratori, famiglie, anziani che, poi, si sono ordinatamente messe a pregare il Rosario e, successivamente, si sono sedute in segno di protesta. Amato ha rappresentato, così, concretamente, tutto quel mondo realmente cattolico che sa ancora ragionare e che, logicamente, sta dalla parte del popolo oppresso dall’iniquità delle botte da parte della polizia che dipende da un Ministro degli Interni che, dopo il rave party di Viterbo, i disordini di Roma del 9 ottobre e i continui sbarchi di clandestini, in un Paese normale si sarebbe già dimesso.
Particolarmente toccanti sono le immagini degli idranti e delle manganellate di Stato verso persone inermi, lavoratori in sciopero seduti o pacificamente in piedi. Sindacati e Co. tutti silenti di fronte al massacro ed all’intimidazione nei confronti dei nostri connazionali. E il centrodestra che fa? Ci saremmo aspettati la Meloni in piazza a Trieste e Salvini che lascia il governo. Non sono i, pur deplorevoli dossieraggi dei media di sinistra o le inchieste ad orologeria che fanno aumentare l’astensionismo, ma il fatto che gli elettori di questa parte politica non si sentono, in gran parte, rappresentati da chi non si oppone con decisione alle scelte autoritarie o molto discutibili di questo governo!
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Scritto e segnalato da Antonio Amorosi
“In atto un grande piano economico di ristrutturazione del mondo. Le élites possiedono i media, non possono dire la verità” intervista a Carlo Freccero
Chiamiamo il professore durante le cariche con lacrimogeni e idranti sui portuali No Green Pass di Trieste
Sto guardando le immagini. Sono sconvolto. A Trieste è morta la democrazia
Professore, c’è indignazione, sdegno per quanto sta accadendo ma è da tempo che lei è molto preoccupato…
Lo sono tremendamente. La popolazione non vede il grande piano delle élites mondiali, il grande Reset di Davos, ne parla Klaus Schwab, il direttore del World Economic Forum nel suo ultimo libro Covid-19, The Great Reset
La pandemia è la motivazione giusta per mettere in atto una costrizione sanitaria, come già illustrato anni fa da Michel Foucault nel suo capolavoro Sorvegliare e Punire, nel capitolo sul Panottico. La seconda tappa é la distruzione dell’economia reale e questa passa attraverso l’Agenda verde, la decrescita, le tasse sulle energie fossili
Lei lega un piano delle élites alla gestione della pandemia, quelle stesse élites che hanno pianificato anni fa la globalizzazione selvaggia in cui viviamo oggi. E’ così e dobbiamo preoccuparci?
Pochi sanno che nel settembre 2019 la finanza mondiale era in procinto di implodere, un rischio reale di insolvenza delle banche. La soluzione, da parte delle banche centrali, è stata di emettere liquidità sui mercati, senza limiti di sorta, ma per evitare di creare inflazione bisognava paralizzare i consumi delle popolazioni, imprigionandole nelle loro case con strumenti come i lockdown, il coprifuoco, le limitazioni ai viaggi e agli spostamenti. Altrimenti come si sarebbe potuto imporre ai cittadini un’agenda tanto assurda?
Un processo? Ma è possibile? Le epidemie accadono e accompagnano gli uomini dalla notte dei tempi. Lei pero dice: il tutto cambia per come vengono gestite, soprattutto oggi che abbiamo tanti mezzi. O sbaglio?
Assurdo ma esistente e imponente. Consideri solo che da quando la pandemia è iniziata le multinazionali moltiplicano i guadagni, mentre la gente comune è sempre più povera. Questo la dice lunga. La gestione della pandemia si è fatta sulla scia del grande reset. Al resto basta il piano Schwab. L’obiettivo finale, da raggiungersi entro il 2030 è illustrato da uno slogan del WEF: nel 2030 non possederai nulla, ma sarai felice!
Come?
Con il fallimento delle piccole e medie imprese a favore di banche e multinazionali
Andiamo verso una nuova rivoluzione industriale, per quanto mostruosa, che avrà queste caratteristiche?
Sì, La quarta rivoluzione industriale, un altro libro di Schwab, in cui il direttore del WEF spiega cosa deve accadere
Cosa?
L’uomo deve integrarsi con l’intelligenza artificiale, diventando un ibrido uomo-macchina. Questa ibridazione può essere fatta dall’esterno con la tessera digitale, dall’interno con un chips. Per questo è venuta a volatilizzarsi la privacy, in ogni settore. E’ un processo legato a quest’ossessione del controllo che ha ispirato Schwab. Nei suoi testi è un elemento cardine. Porterà a un nuovo tipo di società con il fallimento del particolare e del nostro tessuto produttivo
Molti ridicolizzano questo scenario. E’ possibile un piano del genere?
Non c’è alcun complotto. Cosa è accaduto lo ha spiegato benissimo Warren Buffet, quando ha detto “la lotta di classe esiste e l’abbiamo vinta noi, le élites”
Nel rappresentare la realtà i media sono stati fondamentali durante la pandemia. Lei è un massmediologo. Qual è la sua riflessione sull’informazione? Il sociologo tedesco Niklas Luhmann sosteneva che la comunicazione, con qualsiasi tecnologia attuata, fosse l’unico vero fenomeno sociale. La comunicazione plasma la realtà. C’è una guerra in atto nell’informazione?
Più che guerra direi che c’è una propaganda a senso unico. Accade perché le élites possiedono, oltre tutta la ricchezza del pianeta, tutti i grandi gruppi di informazione che sono così pochi da poter essere indicati con le dita della mano. Come la lotta di classe delle élites é stata vinta perché non aveva un antagonista, così anche la propaganda si è imposta in mancanza di antagonisti. Piuttosto oggi c’è una resistenza. Se la società è informazione, la resistenza oggi è resistenza mediatica
Sembra che una forma di resistenza, addirittura di lotta di classe, prima patrimonio della sinistra, la facciano le destre. Nelle periferie, tra i diseredati ci sono sempre più gruppi con questo orientamento. Si sono capovolti i parametri? Come lo spiega?
Con il passaggio dall’economia reale alla finanza, la lotta di classe ha cambiato segno. Nell’economia reale lo sfruttamento passava attraverso la proprietà dei mezzi di produzione. Per tanto la lotta di classe era fra padroni ed operai. Nella finanza invece lo sfruttamento passa attraverso la moneta a debito. La nuova lotta di classe, quella di oggi, avviene tra le banche, che possono emettere moneta solo indebitando tutti gli altri, e il resto del popolo oppresso dal debito. Questo popolo dell’economia non comprende solo gli operai, ma anche gli imprenditori, strangolati dal debito. Il serial La casa di carta è una grande allegoria di questa nuova lotta di classe
Per questo ha avuto un così grande successo…
Sì, una banda di Robin Hood decide di svaligiare la banca centrale. Tutti pensano che usciranno da quella banca portando in spalla sacchi di banconote già stampate. Invece si barricano dentro e cominciano a stampare moneta. Nella lotta di classe tradizionale la destra sono i padroni e la sinistra gli operai. La sinistra per tanto funge un ruolo di parte attiva. Nella lotta di classe di oggi la lotta è tra l’alto e il basso. Le élites oggi sono parte attiva, cioè conducono il gioco. Ma si gioca tra banche e popolo pieno di debiti
E cosa può fare il popolo?
Il popolo intanto può solo prendere coscienza. Ma la coscienza che può prendere il popolo non sembrano averla i sindacati, ancora appiattiti sul mito ottocentesco del lavoro come fonte di ricchezza e in nome di questo lavoro sacrificano i diritti dei lavoratori
Durante questi 2 anni si è molto parlato di scienza e scienziati. Secondo lei la gente sa cos’è la scienza e come funziona? Come viene finanziata, come si muove la comunità scientifica e gli enti regolatori?
Oggi se dal lato epistemologico, cioè della filosofia della scienza, la scienza si pone limiti rigorosi, dal lato della vulgata e della propaganda viene indicato come scientifico proprio ciò che si sottrae ad ogni verifica
Tutti coloro che esprimono dubbi sulla vaccinazione, con i nuovi sieri sperimentali, scienziati compresi, perché la comunità è divisa, vengono additati come pazzi, untori, irresponsabili. Cosa pensa di questo approccio diffuso?
Pensiamo ai vaccini, che ci vengono imposti come scientifici senza aver terminato il ciclo di sperimentazione, previsto sul bugiardino nel 2023. Non a caso siamo obbligati a sottoscrivere il cosiddetto consenso informato per liberare da ogni responsabilità l’apparato, lo Stato, che ce li impone. È un assurdo scientifico. Inoltre vorrei solo aggiungere una constatazione: le persone vaccinate che chiedono più vaccinazioni credono che i vaccini proteggano dal virus e le vaccinazioni dal contagio. Non è così. Lo abbiamo visto dai numeri. Se i non vaccinati fossero fanatici, come alcuni vaccinati, dovrebbero richiedere per legge l’allontanamento dei vaccinati
Diverse ricerche americane dimostrano che i Millennials e la Generazione Zeta sono quella parte della società che ha meglio accettato le misure governative di contenimento della pandemia e le campagne di vaccinazione. Lei che ne pensa?
I Millennials sono nati e cresciuti in un grande Truman Show. Hanno imparato ad usare i gadget digitali, prima di imparare a scrivere
Sono quella generazione nata e cresciuta insieme alle tecnologie digitali. Si identificano nelle tecnologie e vogliono salvare il mondo attraverso queste, sono consumatori che forse non si rendono conto di essere loro i primi ad essere consumati perché necessari e strumentali alle web company e a chi le governa? O sbaglio?
Non sbaglia. A scuola hanno imparato gli obiettivi dell’Agenda 2030. Nel tempo libero socializzano on line e non dal vero. Questi ragazzi sono cresciuti praticando da sempre il distanziamento sociale ed il lockdown spontaneamente. Per questo li hanno accettati subito come naturali. Questa realtà era già la loro vita. E’ questo il dramma
Sta accadendo però qualcosa di nuovo, anche in Italia?
Le piazze piene di queste settimane. Per due anni siamo stati inerti come Paese mentre tutto il mondo si ribellava. Eravamo in preda ad un’ipnosi collettiva che ci paralizzava. Il Green Pass ha prodotto il miracolo. Orgogliose delle loro vittorie le élites si sono divertite in questi anni a fare a pezzi, attraverso falsi obiettivi ed un condizionamento martellante, il valore della solidarietà sociale. Ma prima sono arrivate le parole del vicequestore di Roma Schilirò poi le piazze piene e oggi i portuali di Trieste. Mi sono commosso. Riportano in vita una parola che era cancellata dal nostro vocabolario: solidarietà. Bisogna ricominciare da lì.