Macron gioca a fare il Napoleone

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di Gian Micalessin

Lui la chiama autorevolezza della democrazia. Sarà, ma quella di Emmanuel Macron, salito in cattedra all’Europarlamento per spiegarci come la diversità di idee sia, per l’Europa, un pericolo assimilabile a una guerra civile, non sembra un’auspicabile rivisitazione della libertà di pensiero.

Non occorre scavar tra le righe per intuire come, nel Macron-pensiero, l’unica idea buona di democrazia sia quella francese. O meglio quella di una Francia sotto la sua guida. O, meglio ancora, quella di un’Europa con lui come nuovo Napoleone. Non illudiamoci. Non è l’ennesima «macronata». Non è una fanfaronata assimilabile alla sparata, già smentita dalla Casa Bianca, con cui s’è attribuito il merito d’aver convinto Trump a restare in Siria. Stavolta siamo di fronte a un progetto. La rifondazione dell’Europa e la riduzione delle sovranità nazionali, i due concetti su cui Macron batte fin da settembre, hanno come punto di partenza la creazione di liste transnazionali per le elezioni europee. Il modello è quello di «En Marche!», la formazione con cui Macron ha fatto piazza pulita di socialisti e vecchia destra gollista a casa propria. Continua a leggere

Pensioni, alert Ue: riforma Fornero non va toccata

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Pensioni, alert Ue: riforma Fornero non va toccataSegnalazione di Wall Street Italia

di Alessandra Caparello

ROMA (WSI) – L’Unione europea lancia un nuovo avvertimento sul sistema previdenziale italiano. Nel rapporto adottato sul nostro Paese nell’ambito del pacchetto d’inverno del semestre europeo, la Commissione europea punta i fati sull’Italia e sulla riforma Fornero in particolare indicata come intoccabile.

Le seppur parziali modifiche apportate dai governi Renzi e Gentiloni sulla riforma previdenziale adottata dall’Italia nel 2011, sotto il governo tecnico guidato da Mario Monti, avrebbero di fatto parzialmente annullato le riforme delle pensioni che sono state fatte in passato con la conseguenza di aumentare la spesa per il periodo medio.

“La sostenibilità di lungo termine del debito pubblico italiano, assicurata dalle riforme delle pensioni fatte in passato, si sta lentamente deteriorando, tanto che l’indicatore del rischio della Commissione europea è passato da basso a medio (S2). La spesa per le pensioni in rapporto al Pil è aumentata di circa due punti percentuali, come risultato della crisi e della caduta conseguente del Pil nominale. La spesa pensionistica italiana è oggi la seconda più elevata dell’Ue e dell’Ocse, dopo quella greca (…) L’aumento delle passività implicite derivante dell’invecchiamento della popolazione era stato limitato dalle passate riforme del sistema pensionistico e sanitario, che avevano migliorato la sostenibilità di lungo termine dell’Italia.

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