Spionaggio e denunce dietro il crash di FB, Instagram e WhatsApp

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Ma chi avrebbe lanciato l’attacco informatico?

di Leopoldo Gasbarro

Ecco cosa è successo: Un tecnico interno ha accusato il gigante dei social media di dare priorità al profitto. Quelli di FB, secondo le memorie, non si occuperebbero di reprimere l’incitamento all’odio e la disinformazione. I suoi avvocati hanno presentato almeno otto denunce alla US Securities e Commissione di cambio contro Zukeberg e soci.

Frances Haugen, così si chiama la talpa che ha lavorato come product manager nel team di Facebook, è apparsa domenica nel programma televisivo della CBS “60 Minutes”, rivelando la sua identità di informatore che ha fornito i documenti che hanno sostenuto un’indagine del Wall Street Journal. Haugen testimonierà davanti a una sottocommissione del Senato proprio oggi, in un’audizione intitolata “Proteggere i bambini online”, sulla ricerca  sull’effetto di Instagram sui giovani utenti.

“C’erano conflitti di interesse tra ciò che era buono per il pubblico e ciò che era buono per Facebook”, ha detto durante l’intervista. “E Facebook più e più volte ha scelto di ottimizzare per i propri interessi come fare più soldi”.

Haugen, che in precedenza ha lavorato presso Google e Pinterest, ha affermato che Facebook ha mentito al pubblico sui progressi compiuti per reprimere l’incitamento all’odio e la disinformazione sulla sua piattaforma.

Ha aggiunto che Facebook è stato utilizzato per aiutare a organizzare la rivolta al Campidoglio il 6 gennaio, dopo che la società ha disattivato i sistemi di sicurezza in seguito alle elezioni presidenziali statunitensi.

Insomma davvero una vicenda tutta da spiegare e riportata da un’agenzia di stampa prestigiosa come Reuters. Il giorno dopo la trasmissione è arrivato il Blocco…una coincidenza?

La versione di Facebook sui blocchi di ieri

Facebook non ha fornito alcuna informazione specifica sulla natura del problema né ha detto quanti utenti erano stati interessati dall’interruzione.

Diversi dipendenti di Facebook che hanno rifiutato di essere nominati, hanno, invece affermato di ritenere che l’interruzione sia stata causata da un errore interno ad un dominio Internet. L’errore sarebbe stato aggravato dai guasti degli strumenti di comunicazione interna e di altre risorse che dipendono dallo stesso dominio per funzionare.

Gli esperti di sicurezza, invece, hanno dichiarato che l’interruzione potrebbe essere il risultato di un errore interno, anche se il sabotaggio da parte di un insider sarebbe teoricamente possibile Insomma si rimanda tutto al mittente. Così, nell’ attesa che qualcuno ci capisca qualcosa veramente. Troppe le contraddizioni, troppe le incertezze di comunicazione. Se davvero si fosse trattato di un processo di routine andato in tilt, proprio l’esistenza di una routine avrebbe previsto anche la soluzione.

La reazione dei mercati. Facebook, che è la seconda piattaforma pubblicitaria digitale più grande al mondo, ha perso circa 545.000 dollari di entrate pubblicitarie. Le azioni di Facebook, che ha quasi 2 miliardi di utenti attivi ogni giorno, sono scese del 4,9%,  il loro più grande calo giornaliero dallo scorso novembre.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/economia-finanza/articoli/spionaggio-e-denunce-dietro-il-crash-di-fb-instagram-e-whatsapp/?utm_source=nicolaporro.it&utm_medium=link&utm_campaign=economiafinanza

Salvini: «Questo governo fa paura. I poteri forti proveranno a stroncarci»

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Wall Street Journal: «L’Italia un pericolo per l’euro». Salvini: «I poteri forti vogliono stroncarci»

Secondo il quotidiano il «pericolo» è rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma»

di Paola Di Caro

Il primo era stato Giancarlo Giorgetti una decina di giorni fa: «L’attacco io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono». Parole, quelle del sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, che avevano scosso la scena politica, e che erano state subito raccolte da altri esponenti del governo. Come Luigi Di Maio, che si era subito detto pronto a reagire nel caso in cui la tanto temuta tempesta sui mercati dovesse arrivare: «Se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non siamo ricattabili. A Palazzo Chigi non c’è Berlusconi che rinunciò per le sue aziende».

L’articolo del Wall Street Journal
L'articolo del quotidiano americano
L’articolo del quotidiano americano

Il 19 agosto a riprendere il tema di un possibile assalto al governo e «all’esperimento italiano» da parte dei «poteri forti» internazionali è stato Matteo Salvini, con un duro avvertimento: «Cercheranno di stroncarci, ma non arretreremo di un millimetro. Quasi ad aprire un fronte polemico preventivo, anche — forse — per reazione ad un articolo del Wall Street Journal secondo il quale la fine della «lunga maratona» per salvare la Grecia segnerà «la chiusura della crisi dell’Eurozona», se non fosse però «per l’Italia e il fastidioso timore che l’euro non sia dopo tutto così stabile». Un «pericolo», quello italiano, rappresentato dalle «scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma», che potrebbero portare ad una «destabilizzante fuga dei capitali». Il giornale finanziario spiega che il banco di prova decisivo sarà in autunno, quando « il governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori».

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https://www.corriere.it/politica/18_agosto_19/salvini-questo-governo-fa-paura-poteri-forti-proveranno-stroncarci-beb70a00-a3c4-11e8-9b60-adccaa96935d.shtml Continua a leggere