I BRICS lanciano la sfida: il piano per de-dollarizzare il mondo

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di Lepoldo Gasbarro

I BRICS alzano la voce e fanno capire al mondo che la loro forza, alimentata da una crescita straordinaria dei numeri demografici, in questo momento è l’unica in grado di poter cambiare il mondo. Staremo a vedere, ma intanto i leader dei Paesi (escluso Putin collegato in remoto) posano in una sorta di foto di famiglia e si abbracciano l’uno a l’altro. Putin, come detto, è intervenuto al vertice da remoto e ha sottolineato nel discorso in lingua russa che la de-dollarizzazione sta “guadagnando slancio”.

Secondo lui, la perdita di centralità globale del dollaro è un processo “oggettivo e irreversibile”. Il leader russo ha affermato che i cinque membri del BRICS – RussiaCinaIndiaBrasile e Sudafrica – stanno diventando i nuovi leader economici mondiali, aggiungendo che la loro quota cumulativa del PIL globale ha raggiunto il 26%. Ha osservato che, se misurati in base alla parità di potere d’acquisto, i BRICS hanno già superato il Gruppo delle Sette principali nazioni industrializzate – rappresentando il 31% dell’economia globale, rispetto al 30% del G7 .

Negli ultimi 10 anni, gli investimenti reciproci tra gli Stati membri del BRICS sono aumentati di sei volte. I loro investimenti totali nell’economia mondiale sono raddoppiati, mentre le esportazioni cumulative rappresentano il 20% del totale globale.

Putin ha anche criticato le “sanzioni illegittime” che “pesano gravemente sulla situazione economica internazionale” da parte degli Stati Uniti e dell’Occidente, oltre al “congelamento illegale dei beni degli stati sovrani”. Il messaggio dello Zar sarà sicuramente accolto positivamente da molti aspiranti candidati ai paesi Brics. “Stiamo costantemente aumentando le forniture di carburante, cibo e fertilizzanti agli stati del Sud del mondo”, ha aggiunto, imputando anche la carenza alimentare internazionale alle sanzioni “illegali” dell’Occidente.

Il presidente cinese Xi Jinping è arrivato in Sud Africa accolto dal presidente Cyril Ramaphosa, che ospita il vertice di Pretoria.

È il secondo viaggio all’estero del leader cinese quest’anno, dopo che a marzo aveva incontrato a Mosca Vladimir Putin . Putin sarà assente all’incontro dei BRICS dopo che il Sudafrica ha segnalato di essere sotto pressione per far rispettare lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (CPI) che richiederebbe al governo di arrestare il leader russo.

La dichiarazione pre-vertice di Xi ha inoltre affermato che i membri dell’associazione sono diventati “una forza costruttiva che ottimizza la governance globale e promuove la democratizzazione delle relazioni internazionali “.

Illustrando il divario sulla missione e sulla portata più ampia dei BRICS, il FT scrive:

“Se espandiamo i Brics fino a rappresentare una quota del PIL mondiale simile a quella del G7, allora la nostra voce collettiva nel mondo diventerà più forte”, ha detto un funzionario cinese, che ha voluto restare anonimo.

Naledi Pandor, ministro degli Esteri del Sud Africa, ha detto questo mese che è “estremamente sbagliato” vedere una potenziale espansione dei Brics come una mossa anti-occidentale. Tuttavia, è probabile che le capitali occidentali considerino la possibile adesione di Iran, Bielorussia e Venezuela come una mossa per abbracciare gli alleati di Russia e Cina.

Ma alcuni paesi influenti come il Brasile del presidente di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva probabilmente saranno dalla parte di Pechino, dato che Lula si è espresso a favore dell’ammissione di paesi vicini come Argentina e Venezuela – quest’ultimo nemico di lunga data di Washington. Alcuni leader vogliono anche l’ammissione dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti, il che scatenerà il dibattito sulle condizioni e sui criteri per l’espansione. Attualmente l’Arabia Saudita è il paese più vicino a diventare il nuovo membro, dato che i colloqui sono in corso. Oltre 20 altri paesi hanno chiesto e fatto domanda per aderire.

Nonostante le voci secondo cui alcuni paesi, tra cui la Russia, stanno spingendo per la fine del dominio del dollaro, il FT ha citato fonti diplomatiche per sottolineare che una valuta comune non è all’ordine del giorno.

Soros si è arreso: addio all’Europa

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Il magnate cambia linea: “Stop ai finanziamenti per l’Ue”. Ecco quali saranno le mosse della sua fondazione internazionale

Ciao ciao Europa. È questo il messaggio lanciato dalla Open Society Foundations del magnate George Soros, che già a partire dal prossimo anno trasmetterà i finanziamenti fino ad oggi destinati al Vecchio Continente alla volta di altri Stati fuori dall’Ue. La ragione starebbe nel fatto che Bruxelles spende ormai da molto tempo denari a favore della tutela dei diritti umani, e che quindi l’azione della fondazione internazionale dovrebbe essere direzionata da altre parti.

Una motivazione, però, che ha sollevato più che dubbi anche tra le stesse Ong collaboratrici. Venerdì scorso, infatti, Soros ha inviato una lettera spiegando le motivazioni del proprio disimpegno, ma da qui si è scatenato un vero e proprio braccio di ferro con alcune associazioni. Tra queste, per esempio, incidono fortemente quelle ungheresi, secondo le quali la giustificazione addotta dal magnate sarebbe “un po’ contraddittoria”. E questo perché “il governo ungherese, ad esempio, non fa molto per le persone LGBTQ, anzi, in realtà è contro di loro. E per quanto riguarda la democrazia stessa, non solo in Ungheria, ma anche in altri Stati membri dell’Ue, non gode di ottima salute”.

Ma la vera svolta si è avuta qualche mese fa, quando al trono della OSF è arrivato il figlio Alex Soros, 37 anni, ora pronto a gestire il patrimonio da 25 miliardi di dollari del padre George. Fino a quel momento, come riportato sulle colonne del Domani, “i bilanci mostrano che nel 2016 erano indirizzati 143 milioni di dollari, nel 2017 oltre 154; nel 2019 ben 178, e 209 nel 2021”. Da giugno, invece, è arrivato il cambio di rotta.

Per approfondire:

La trasformazione è proprio legata all’erede nascente e studiante negli Usa, sempre più intenzionato a dirottare fondi ingenti verso le presidenziali 2024. Insomma, prima dell’Ue, conta più che mai la politica americana. Una scelta che per il cronista ungherese, Pál Dániel Rényi, comporterà licenziamenti massicci nel Paese governato da Orban. Tagli anche del 40 per cento della forza lavoro, che però alla famiglia Soros non sembrano più interessare.

Germania, allarme rosso

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Il governo tedesco conferma: “I dati non indicano ancora una ripresa”. Il caso dell’auto e i rischi per l’Italia

di Franco Lodige

La chiamavano la “locomotiva d’Europa”. La crescita era costante, le finanze dello Stato solide, la potenza politica inattaccabile. Era l’era di Angela Merkel, ormai finita da tempo. La guerra in Ucraina, i tentennamenti di Olaf Scholz e la chiusura del rapporto privilegiato col gas di Putin hanno trasformato la Germania. In peggio. Oggi l’economia tedesca affanna, la produzione industriale si è fermata, le vendite calano. A maggio è stata dichiarata la “recessione tecnica“. E anche il clima imprenditoriale generale è negativo. Segno che oggi Berlino non è più quella solida roccia che è stata nell’ultimo ventennio.

Allarme rosso in Germania

L’ultima notizia negativa è stata diffusa oggi dal ministero dell’Economia secondo cui non si intravede alcun miglioramento per l’economia tedesca. “Gli indicatori attuali non indicano ancora una ripresa economica sostenuta nei prossimi mesi”. Certo: i consumi privati hanno retto il colpo. Ma le “deboli condizioni esterne” rallentano la produzione e soprattutto le esportazioni, ormai al palo. I dati parlano chiaro: a giugno la produzione industriale è calata dell’1,3%, trainata verso il basso dal settore automobilistico e dalle costruzioni.

Il settore immobiliare fatica

I segnali sono sconfortanti. La società Project, che ha sede a Norimberga e investimenti per miliardi di euro in tutta la Germania, ha presentato istanza di insolvenza. Parliamo di qualcosa come 120 progetti di costruzione edile (pianificati o in costruzione) per 3,2 miliardi di euro, ma l’aumento dei costi di costruzione a seguito della guerra in Ucraina hanno dato il colpo finale. “Non è stato possibile trasferire questi aumenti di costo ai clienti”, ha fatto sapere la società, non l’unica in difficoltà in tutta la Germania: l’aumento dei tassi di interesse immobiliari e dei costi dei materiali hanno prodotto una raffica di insolvenze.

Germania, clima imprenditoriale negativo

Non che i professionisti se la passino meglio. Un sondaggio realizzato dall’Ifo tra i lavoratori autonomi registra un peggioramento drastico del clima imprenditoriale per i lavoratori autonomi tedeschi. L’indice elaborato dall’istituto è sceso a -16,4 punti a luglio dai -12,6 di giugno. “L’economia tedesca sta attraversando una fase di debolezza”, afferma Katrin Demmelhuber, ricercatrice dell’ifo. E anche “i lavoratori autonomi sono colpiti da questa situazione”. Senza contare che nei primi sei mesi del 2023 hanno cessato l’attività qualcosa come 50.600 medie imprese, con un aumento del 12,4% rispetto all’anno precedente. Il numero di insolvenze aziendali registrate è aumentato del 3,5% a maggio rispetto ad aprile e del 19% rispetto a maggio 2022.

La crisi tedesca

I motivi dietro la crisi tedesca sono numerosi. Negli ultimi anni la Germania aveva sviluppato un’economia decisamente rivolta verso Oriente: usava il gas della Russia e rivendeva beni a Mosca così come a Pechino. Nel primo caso i rapporti sono ai minimi termini a causa delle sanzioni. Nel secondo si sta realizzando un calo della fame cinese per il made in Germany. Soprattutto sul settore dell’auto, dove l’avanzata dell’elettrico sta dando un vantaggio competitivo alle aziende locali cinesi. Da gennaio a maggio del 2023, Volkswagen, Audi, Bmw e Mercedes hanno prodotto in Ue mezzo milione di vetture in meno rispetto al 2019. Un crollo del 20%. E se l’automotive tedesco tentenna, a rimetterci sono anche le aziende italiane.

Vero: se il Fmi alza le stime della crescita italiana e la pone al di sopra di quella tedesca un po’ di orgoglio nazionale è giustificato. Ma senza fuochi d’artificio. Come spiega Matteo Zoppas, direttore dell’Ice, la Germania è il nostro primo mercato e “rappresenta il riferimento per alcuni comparti primari come food, fashion e componentistica”. Se Berlino piange, insomma, Roma non può certo ridere.

Franco Lodige, 14 agosto 2023

Fonte: https://www.nicolaporro.it/germania-allarme-rosso/

Anticiclone africano: perché porta caldo rovente

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REALISMO VS TERRORISMO CLIMATICO

La spiegazione del meteorologo Mario Giuliacci sulle ondate di caldo che in questo periodo colpiscono l’Italia

L’attuale ondata di caldo sulla nostra penisola è dovuta alla presenza di un’alta pressione che dal Nordafrica si allunga verso il Mediterraneo. Tale situazione barica è in effetti quella più favorevole per la comparsa di ondate di caldo sull’Italia per i seguenti motivi:

• la serenità del cielo che caratterizza le alte pressioni favorisce una forte insolazione al suolo;

• nelle alte pressioni predominano lenti moti discendenti, dell’ordine di pochi centimetri al secondo – un fenomeno noto come subsidenza – che però impediscono che il calore e il vapore emanati dal suolo possano diluirsi su uno strato più profondo verso l’alto. Di conseguenza, finché l’alta pressione resiste, calore e vapore restano intrappolati in prossimità del suolo in un sottile strato di poche centinaia di metri, con conseguente progressivo accumulo giorno dopo giorno, facendo in tal modo aumentare non solo i valori della temperatura letti al termometro, ma anche la sensazione di caldo aggiuntivo portato dall’aumento di umidità. Ad esempio, con una temperatura termometrica di 32°C e umidità del 40%, il corpo avverte una temperatura effettiva di 33°C. Ma se l’umidità relativa aumenta fino al 60%, la temperatura effettivamente percepita sale a 38°C;

• nelle alte pressioni i venti sono molto deboli e pertanto il calore e il vapore acqueo accumulato in loco al suolo non possono essere nemmeno diluiti orizzontalmente verso le regioni adiacenti;

• nelle alte pressioni con centro sul Nordafrica i venti più veloci a quote superiori a 1000-2000 metri sospingono al di sopra del nostra penisola masse d’aria già inizialmente calde le quali poi, nei lenti moti discendenti da subsidenza, vengono ulteriormente surriscaldate per compressione, contribuendo così ad aumentare ancor più la temperatura in prossimità del suolo.

Colonnello Mario Giuliacci, 22 luglio 2023 (www.meteogiuliacci.it)
www.meteogiuliacci.it 

Riforma giustizia, cosa c’è dietro le mosse di Nordio

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I principi liberali di una riforma radicale: ecco le idee che il ministro della Giustizia sta applicando per le sue norme

Pubblichiamo un estratto dal capitolo conclusivo dell’ultimo libro di Carlo Nordio dal titolo “Giustizia” edito da Liberilibri. Il titolo di questo ultimo capitolo è “Principi liberali per una riforma radicale” e spiega quale pensiero c’è dietro la riforma varata ieri, primo passo per un cambiamento radicale del sistema giustizia in Italia.

Chiediamo soccorso all’ottimismo della volontà e proviamo a delineare un sistema che distilli al meglio, o almeno nella misura minima sufficiente, i principi idonei a riportare la giustizia italiana nell’ambito della razionalità e dell’efficienza. […] Questi principi, secondo noi, devono esser conformi alla cultura illuministico-liberale. E per attuarli pienamente è necessaria una nuova Costituzione. […]

La nostra Costituzione è un continuo ripensamento di concetti troppo conservatori per placare i progressisti, troppo arditi per gratificare i conservatori, e troppo confusi per convincere ambedue. E se è vero che questo bilanciamento di interessi si trova in tutti i Paesi, è altrettanto vero che soltanto da noi ha assunto una tale alterazione di equilibri da invertire il rapporto tra regola ed eccezione. L’esempio più clamoroso è costituito dalle intercettazioni telefoniche e ambientali. Se ne fanno in un anno circa 150 mila: quasi tutte hanno coinvolto persone ignare e innocenti, alcune hanno coinvolto anche parlamentari e sfiorato un paio di Presidenti della Repubblica. Dopo essere state sapientemente selezionate e mutilate sono state consegnate alla stampa, con grave danno di immagine anche per persone estranee al processo. Di fronte a questa vergogna è difficile pensare che il primo comma dell’art. 15, che fissa la regola della segretezza delle comunicazioni, non ne costituisca piuttosto l’eccezione: la piccola parte di liberalismo che ornava la nostra Costituzione si è decomposta sotto i colpi di una parte della magistratura esaltata dalla sua missione sacerdotale.

Ma che significa concretamente adottare i principi dell’illuminismo liberale? Significa essenzialmente questo: abbandonare la funesta utopia del cosiddetto Stato etico, che fino ad ora ha condizionato il nostro ordinamento attraverso il connubio di teorie apparentemente incompatibili: il fascismo, il cattolicesimo e il marxismo, concordi nel considerare il cittadino una creatura da istruire e tutelare, per assoggettarlo rispettivamente allo Stato, alla Chiesa e al Partito. […]

Lo Stato liberale non ha queste immaginazioni infantili. Prendendo atto dei limiti e dei difetti della nostra imperfetta natura, non pretende di assicurare la felicità ma soltanto di garantire il diritto a procurarsela, attraverso quella libertà economica, religiosa e culturale, nella cui esplicazione lo spirito umano si realizza secondo le sue aspirazioni e le sue possibilità, con la sola imposizione, doverosa e solidale, di una redistribuzione della ricchezza che inevitabilmente si accumula in misura ineguale nelle persone più dotate nel progettarla, più spregiudicate nel perseguirla, e più egoiste nel mantenerla. E la garanzia dello svolgimento di queste attività in modo libero, pacifico e ordinato, sta proprio nella legge: in quella fondamentale, la Costituzione, e in quelle ordinarie, a cominciare dai codici.

Una volta adottata una Costituzione realmente liberale, si dovrà infatti prendere atto che le nostre leggi sono troppo numerose per essere conosciute, e troppo contraddittorie per essere applicate. Il loro numero è inversamente proporzionale alla loro efficacia, e la loro incertezza è sinonimo di disordine, sciatteria, opinabilità e corruzione. […]

Abbiamo disposizioni severe e attitudini perdoniste, una voce grossa e un braccio inerte, una giustizia lunga e il fiato corto: vogliamo intimidire senza reprimere e redimere senza convincere. Siamo anche un po’ ipocriti; contrabbandiamo la nostra accoglienza dei migranti come carità cristiana, mentre si tratta solo di impotenza e rassegnazione davanti alle spregiudicate strategie delle organizzazioni criminali. Abbiamo decretato l’espulsione di decine di migliaia di clandestini, ma di fatto ne abbiamo rispediti indietro una trascurabile minoranza. Abbiamo guadagnato il loro rancore e perso la nostra fiducia. La riforma radicale e per certi aspetti rivoluzionaria di uno Stato liberale si propone di affrancare il cittadino dall’abbraccio soffocante dello Stato, di favorirne l’avvicinamento attraverso una semplificazione dei diritti e dei doveri, e, per quanto riguarda la giustizia penale, attuare il garantismo nella sua duplice funzione: la presunzione di innocenza e la certezza della pena.

Carlo Nordio

Fonte: https://www.nicolaporro.it/riforma-giustizia-cosa-ce-dietro-le-mosse-di-nordio/

“God save the Queen”. Biden, nuova gaffe: cosa ha detto?

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La frase di Joe lascia tutti a bocca aperta. Il presidente degli Usa di nuovo nel mirino dopo l’ennesimo “scivolone”

Cosa dici, Joe Biden? Continua la saga delle gaffe del presidente americano, gaffe in mondovisione e che il mondo continua a guardare alimentando i dubbi sulla sua ricandidatura alle elezioni del 2024. Durante il National Safer Communities Summit in Connecticut, Joe ha chiuso il suo discorso con una frase che in pochi hanno compreso davvero: “Alright? God save the Queen, man”. Cosa che cosa?

Il presidente Usa ha parlato una trentina di minuti di fronte ad una folla numerosa e senza grossi intoppi. Tema: riforma del controllo delle armi. Quando ogni cosa sembrava essersi conclusa nel migliore dei modi, ecco lo scivolone finale. Proprio all’ultimo. La chiusura “insolita”, notata anche dalla Bbc, sta ovviamente facendo il giro dei social. Perché qui le questioni sono due: primo, non si capisce a cosa si riferisse benché secondo Olivia Dalton, portavoce della Casa Bianca, Biden stesse parlando con qualcuno tra la folla; e secondo, anche avesse voluto fare un omaggio agli amici inglesi, Joe dovrebbe sapere che adesso a Buckingham Palace regna un “king” e non più la compianta Queen Elisabetta.

A questo si aggiungano le recenti gaffe messe a segno dal leader democratico. Di “cadute”, fisiche e non solo, il presidente Usa ne ha mostrate molte al mondo. Gli scivoloni dalla scaletta dell’Air Force One. Quegli occhi chiusi durante una conferenza sul clima che sapevano molto di sonno. Un’altra volta la caduta dalla bicicletta in Delaware. Ultimamente, durante il G7 in Giappone, è inciampato sulle scale del santuario di Itsukushima. Senza dimenticare la caduta dal palco, qualche giorno fa, quando Biden è inciampato su un sacchetto rotolando in terra. Tutti elementi che favoriscono la narrazione di Donald Trump, suo possibile avversario alle prossime elezioni, che vorrebbe Joe troppo vecchio e poco in forma per diventare di nuovo commander in chief.

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La Chiesa tedesca sfida il Vaticano, è ufficiale: “Benedire le coppie gay”

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BARUFFE NELLA “CONTRO-CHIESA” CONCILIARE? (N.D.R.)
Terremoto nella Chiesa: il sinodo tedesco approva il documento per la benedizione delle coppie omosessuali. Il Papa contrario

La rivoluzione è servita, o giù di lì. La Chiesa Cattolica tedesca ha aperto alla celebrazione di cerimonie per benedire le coppie di stesso sesso. Lo ha deciso l’Assemblea sinodale con 176 voti a favore, 14 contrari e 12 astensioni. Si inizia dal marzo del 2026.

Si tratta di una notizia importante, che farà sicuramente discutere, come già successo negli anni scorsi con scontri neppure troppo velati tra tradizionalisti e progressisti le cui tensioni sono riemerse in tutta la loro forza in occasione della morte di Benedetto XVI. Il sinodo tedesco ha superato la maggioranza dei due terzi dei vescovi che era necessaria per approvare il provvedimento (38 a favore, 9 contrari, 11 astenuti). I tre anni che dividono la decisione dalla sua applicazione saranno dedicati a definire il formato liturgico di questo tipo di cerimonia. La benedizione dell’unione riguarda sia le coppie gay chi si è risposato dopo un divorzio. Come si legge nel documento, rifiutare la benedizione di due persone “che vogliono vivere il loro amore nell’impegno e nella responsabilità reciproca verso Dio” sarebbe una sorta di discriminazione che “non può essere giustificata in modo convincente in termine di teologia della grazia”. E questo nonostante una nota esplicativa della Congregazione della dottrina della fede avesse nel 2021 precisato che la benedizione per le coppie omosessuali non fosse possibile. 

La discussione sinodale era iniziata nel 2019. La preoccupazione del Vaticano per il percorso intrapreso dalla Chiesa tedesca non è certo un mistero. Il segretario di Stato Parolin, nel 2022 durante un incontro con Georg Bätzing, vescovo di Limburg e presidente della Conferenza Episcopale di Germania, aveva sottolineato il rischio di “riforme della Chiesa e non nella Chiesa”. Pochi giorni fa, anche Papa Francesco aveva lanciato il suo allarme: “Il pericolo è che trapeli qualcosa di molto, molto ideologico. E quando l’ideologia viene coinvolta nei processi ecclesiali, lo Spirito Santo torna a casa perché l’ideologia supera lo Spirito Santo”, aveva detto all’Associated Press. “L’esperienza tedesca non aiuta, perché non è un Sinodo, un cammino sinodale serio, è un cosiddetto cammino sinodale, ma non della totalità del popolo di Dio, ma fatto di élite”.

Sempre nell’incontro del novembre del 2022, il presidente dei vescovi tedeschi aveva già fatto capire che la chiesa di Germania non avrebbe tolto la possibilità di benedire le coppie omosessuali. “Noi siamo cattolici e lo restiamo cattolici – disse – ma vogliamo essere cattolici in modo diverso e sentiamo questa responsabilità”. Per il sinodo tedesco “non si può andare avanti come prima, si tratta di trasmettere il messaggio del Vangelo qui e ora, e non guardare sempre al passato, anche correndo il rischio di una Chiesa ammaccata”. Da più parti però si avanza l’ipotesi di un vero e proprio scisma. Nel luglio del 2022 la Santa Sede arrivò a pubblicare una nota ufficiale in cui “per tutelare la libertà del popolo di Dio” chiariva che “il cammino sinodale in Germania non ha la facoltà di obbligare i vescovi e i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale“.

Le novità intanto non finiscono qui. I vescovi hanno infatti approvato un testo che chiede a Bergoglio di “riesaminare il legame tra la concessione delle ordinazioni e l’impegno al celibato”. In sostanza, la possibilità per i preti di sposarsi. Quasi il 95% dei membri dell’Assemblea ha votato a favore del testo, come riporta infocattolica. Dei 60 vescovi presenti all’assemblea sinodale, 44 hanno votato a favore, 5 contrari e 11 si sono astenuti.

Fonte: https://www.nicolaporro.it/la-chiesa-tedesca-sfida-il-vaticano-e-ufficiale-benedire-le-coppie-gay/

Prendere a pugni i ragazzi di destra non fa notizia: se lo meritano

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Ecco il video del pestaggio dei militanti di FdI avvenuto a Bologna nel maggio 2022. Nessuno ne parla. Perché?
Non siamo mica sciocchi: non ci aspettavamo certo che, dopo la nostra esclusiva sul pestaggio di alcuni studenti di destra a Bologna, i grandi giornali ci venissero dietro. Per carità, ci siamo abituati: se a prendere le botte, vere e documentate, sono i giovani di Fratelli d’Italia nessuno fa un frizzo. Ne parlano i quotidiani locali per qualche giorno, poi tutto finisce nel dimenticatoio. Se invece di fronte a un liceo fiorentino scoppia una rissa, subito la stampa democratica fa scattare le trombette dell’antifascismo militante, sgorgano editoriali sulla difesa della Costituzione e contro lo squadrismo fascista. Lo ripetiamo: ci siamo abituati. Però è pure giusto mettere a nudo l’ipocrisia del sistema mediatico italiano, oltre che di quello intellettuale e giornalistico.

Di casi da raccontare ce ne sarebbero a bizzeffe, senza dimenticare i collettivi che alla Sapienza hanno impedito a Daniele Capezzone di parlare. Ma limitiamoci agli episodi simili: prendiamo i fatti di Bologna, che risalgono al maggio del 2022, e quelli più recenti di Firenze.

La sera del 19 maggio, una decina di giovani di Azione Universitaria è in via Zamboni a Bologna per controllare i risultati delle elezioni universitarie. Escono dal portone tranquilli, chiacchierano, tutto fila liscio come l’olio. Finché non vengono circondati e malmenati da una ventina di persone. A confermarlo c’è l’avviso di conclusione indagini contro 8 ragazzi, in cui si parla di “pugni, calci e spintoni”, di un trauma toracico, di lesioni guaribili in 16 giorni e minacce tipo “vi uccidiamo”, “tornate nelle fogne”, “siete morti”. Un vero e proprio agguato, certificato anche dai video delle telecamere di sorveglianza che circondano l’ingresso della Facoltà di Lettere bolognese. Si vedono distintamente i ragazzi di Azione Universitaria aggrediti alle spalle da un gruppo militanti di sinistra. Le immagini non lasciano spazio all’immaginazione: botte, pugni, spintoni. Violenze, insomma. Gravi tanto quanto quelle emerse dai filmati della rissa di fronte al Michelangiolo. Se non di più.

E arriviamo a Firenze. Ogni violenza è deprecabile e su questo sito lo abbiamo detto e ridetto: gli alunni di Azione Studentesca hanno fatto male a reagire con i pugni. Però va pure ridimensionato il contesto: secondo alcuni testimoni, infatti, a far scattare la miccia sarebbero stati gli studenti dei collettivi infastiditi da un banale volantinaggio degli avversari “di destra” di fronte alla loro scuola. Un professore, intervistato dalla Nazione, l’ha detto chiaro e tondo: “C’era questo volantinaggio dei ragazzi della destra. Sono usciti quelli dei collettivi e hanno cominciato ad insultarli e strappare i volantini. Hanno tirato delle spinte e a quel punto quelli di Azione Studentesca hanno cominciato a picchiare”. Una rissa, insomma, e non quel “pestaggio squadrista” cui i media si sono aggrappati per giorni basandosi su un’unica versione dei fatti.

Per approfondire

Morale della favola. Domani a Firenze è prevista una grande manifestazione antifascista “in difesa della scuola e della Costituzione”. Il corteo protesterà “contro ogni forma di violenza” e per eprimere “solidarietà alla preside Savino”, quella della delirante lettera sul fascismo. Saranno presenti anche Elly Schlein e Giuseppe Contenella più classica delle farse. Ci permettiamo di dare un suggerimento: in piazza proiettate pure il video del pestaggio dei collettivi ai danni dei militanti FdI. Così magari anche Repubblica e gli altri giornali se ne accorgono e ne parlano un po’. Oppure ci volete dire che se sei di destra le botte te le meriti?

Giuseppe De Lorenzo, 3 marzo 2023

Prendere a pugni i ragazzi di destra non fa notizia: se lo meritano

Usa contro Cina: l’analisi dei servizi segreti italiani

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Pubblicata la relazione dei servizi segreti italiani per la sicurezza della Repubblica. All’interno l’analisi del confronto, soprattutto economico, tra Usa e Cina un rapporto che può cambiare i destini del Mondo come l’abbiamo conosciuto finora.

“Non c’è stato il sorpasso di Pechino nei confronti degli Stati Uniti, valutato invece da diversi analisti internazionali come imminente.

La tutela della sicurezza nazionale Il confronto tra Stati Uniti e Cina in dieci settori chiave è riportato nell’infografica sotto.

Usa contro Cina: l'analisi dei servizi segreti italiani

 

In molti campi la distanza tra Cina e Stati Uniti è ancora ampia. Non è affatto scontato che il sorpasso, se mai si vedrà, sia questione di anni o di lustri. A livello macroeconomico il rallentamento della crescita cinese rappresenta un nuovo equilibrio. La tendenza statunitense, di contro, rimane stabilmente in crescita. A livello finanziario la Cina è in forte ritardo a causa della sua riluttanza a liberalizzare i flussi di capitali. Inoltre, l’uso internazionale del renminbi rimane molto limitato per il commercio e per gli investimenti transfrontalieri. In relazione ad alcuni settori considerati strategici (aeronautica, semiconduttori, energetico, intelligenza artificiale, dispositivi medici), emerge come gli Stati Uniti siano leader globali, avanti a livello tecnologico, in grado di guidare l’innovazione globale. La Cina fa spesso affidamento sulla tecnologia straniera importata. Il confronto a livello demografico è favorevole agli USA. La popolazione statunitense continuerà a crescere nel corso del secolo. Dal punto di vista del capitale umano, la Cina è agli ultimi posti tra i Paesi al suo livello di sviluppo; gli Stati Uniti partono da una posizione di netto vantaggio”.

Il Mondo sta cambiando è evidente. I rapporti di forza stanno cambiando. Ma il cambiamento è nella storia dell’uomo

Leopoldo Gasbarro 04/03/2023

Killer uomo diventa donna, ora vuole la pappa: “Sono una bebè”

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La follia gender nel carcere scozzese: gli agenti costretti a tenerla per mano e a fornire i pannolini

 

In un istruttivo articolo pubblicato su La Verità, a firma di Giuliano Guzzo, abbiamo appreso, per usare il commento finale del pezzo, “a quali derive possa condurre un sistema carcerario succube delle rivendicazioni Lgbt.”

Siamo in Scozia, nella prigione di Polmont a Brightons, e c’è un detenuto condannato per un brutale omicidio nel 2004 e che, essendo stato nel frattempo folgorato sulla via dei transgender, nel 2018 ha ottenuto di essere trasferito/a in una unità riservata alle donne. Ma non basta. Sophie Eastwood, questo il suo nome dopo il cambio di indirizzo sessuale, non si è ritenuta soddisfatta, accusando le autorità carcerarie di averle riservato un trattamento razzista e transfobico. Trattamento che a suo insindacabile giudizio contrasterebbe con la sua nuova, ulteriore identità: quella di una bambina ancora da svezzare, tanto da richiedere una congrua dotazione di pannolini e pasti a base di pappe.

Per quanto riguarda l’utilizzo del biberon non si hanno notizie in merito. Inoltre, e qui raggiungiamo l’apoteosi del modello carcerario anglosassone, il feroce assassino/a avrebbe chiesto e regolarmente ottenuto di essere presa per mano dalle guardie quando si trova al di fuori della sua cella. D’altro canto questo sarebbe il minimo, dal momento che ci troviamo di fronte ad una indifesa bebè la quale, per la cronaca, quando si sentiva ancora un uomo nel pieno delle sue facoltà fisiche e mentali, finito in un altro carcere per guida pericolosa, strangolò con un laccio delle proprie scarpe un compagno di cella di 22 anni. Il delitto fu così efferato che il personale del carcere soprannominò la futura e indifesa bambina “Hannibal Lecter junior”. Una donna/bambina detenuta che, secondo fonti interne alla struttura carceraria, “nel corso del tempo si è rivelata una carcerata difficile da gestire e manipolatrice, ed è essenzialmente per questo che, dopo 17 anni, si trova ancora dietro le sbarre.”

Secondo Paul Bracchi, del Daily Mail, si tratta di una faccenda ridicola, sottolineando che “i protocolli di identità di genere e di riassegnazione di genere vigenti nelle carceri scozzesi, sviluppati con la Scottish trans alliance e il gruppo di pressione Stonewall, offrono ampi privilegi ai detenuti transgender.”

Tuttavia le stesse autorità carcerarie restano piuttosto dubbiose sul personaggio, che a tutta prima potrebbe sembrare un/a paraculo/a di prima grandezza, che considerano comunque intelligente. Anche se, puntualizzano, “risulta piuttosto esigente rispetto a quelle che sono le risorse della prigione e adora essere al centro dell’attenzione. Per questo è complesso stabilire se senta davvero ora un’inclinazione a essere trattata come una bambina o se, invece, sia appunto solo alla ricerca di attenzione.”

Sta di fatto che, mentre in Italia si è aperto un vasto e serrato dibattito sulla riforma del 41 bis, nel Regno Unito sono alle prese con gravissimi problema carcerari a base di pappe e pannolini.

C’era una volta qualcuno che teorizzava una sorta di tramonto dell’Occidente. Ma in questo caso siamo entrati nella notte più buia.

Claudio Romiti, 2 febbraio 2023

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