Casa Bianca 2024. Nuova tegola per Biden. Via libera alle indagini per l’impeachment

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L’accusa dei repubblicani: è coinvolto negli affari esteri del figlio Hunter. E la memoria del presidente fa cilecca anche sull’11 settembre. Assist di Putin all’amico Trump: “Donald è un perseguitato politico”

Washington, 13 settembre 2023 – I pompieri della Casa Bianca sono già in azione. Joe Biden continua a crollare nei sondaggi e da ieri rischia un processo di impeachment che ha avviato il presidente repubblicano della Camera McCharty. Il capo della Casa Bianca è accusato di aver mentito agli americani sui suoi affari di famiglia e di aver favorito i traffici poco chiari in Ucraina e Cina del disgraziato figlio cocainomane Hunter. Un’accusa non dimostrata è quella di aver nascosto o riciclato 20 milioni di dollari in diverse società di comodo. Hunter è stato indagato dall’Fbi per oltre 4 anni andrà di nuovo davanti al giudice il prossimo 29 settembre. Il patto con i procuratori nel quale si dichiarava colpevole di evasione fiscale e di acquisto illegale di una pistola, è stato annullato a giugno da un giudice e non vale più.

Donald Trump, che ieri ha incassato un assist (o forse uno sgambetto?) da parte di Putin (“Donald è un perseguitato politico”) gongola e continua a svettare nei sondaggi del suo partito. La corsa elettorale anche se siamo a 15 mesi dal voto si è fatta già rovente. Senza risparmio di colpi bassissimi.

I repubblicani non hanno portato alcuna prova in commissione, ma hanno la forza per chiedere l’impeachment, come avevano fatto i democratici 2 volte con Trump. Sanno benissimo che verrà bocciato al Senato e non sono nemmeno sicuri che passi alla Camera, perché la loro maggioranza è minima, ma nel bloccare Biden con lo scandalo di famiglia cercano di ottenere l’esaltazione della loro base e forse rafforzano anche le perplessità dei democratici e degli indipendenti. Molti di loro pensano con sempre maggiore insistenza che Biden non sia stato un cattivo presidente ma fisicamente è diventato troppo vecchio e fragile per continuare a farlo per altri 4 anni.

Referendum su cannabis ed eutanasia bocciati dalla Consulta: ecco i quesiti approvati

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Le motivazioni del presidente Amato: “Si faceva riferimento alle droghe pesanti”. Via libera a 5 consultazioni sulla giustizia. Eutanasia, perché il no della Corte 

Roma, 16 febbraio 2022 – La Corte Costituzionale ha bocciato oggi il referendum sulla cannabis, dichiarando inammissibile il quesito che aveva come obiettivo cancellare il reato di coltivazione di questa sostanza, sopprimendo le pene detentive, da due a sei anni. Lo ha comunicato oggi il presidente Giuliano Amato. Respinto anche il quesito sulla responsabilità diretta dei magistrati. Due bocciature che si uniscono a quella di ieri sul tema dell’eutanasia.

PER APPROFONDIRE:

Referendum giustizia, le toghe si sentono assediate. “A rischio la nostra indipendenza”

La Consulta ha promosso invece gli altri 5 quesiti in esame, tutti relativi alla giustizia. Quesiti che gli italiani saranno chiamati a votare tra aprile e giugno, forse con le amministrative: riguardano l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati, l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm, il voto degli avvocati nei Consigli giudiziari in caso di deliberazioni sulla valutazione professionale dei magistrati.

Cannabis, dove e come è legale in Italia, Europa e nel mondo

Sommario:

No al quesito sulla cannabis

Giuliano Amato in conferenza stampa ha spiegato così la bocciatura del referendum sulla coltivazione domestica della canapa. “Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papaverococa, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”. Giustizia, cosa ha approvato la Corte

In merito ai referendum sulla giustizia, promossi da Lega, radicali e nove consigli regionali, la Corte costituzionale ha ritenuto ammissibili i quesiti referendari sull’abrogazione delle disposizioni in materia di valutazione dei magistratiincandidabilità, limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle funzioni dei magistrati, sull’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm e sulla valutazione dei magistrati. I suddetti quesiti sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario.

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Report e il servizio sui vaccini Covid, perché è scoppiata la polemica politica

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“Possiamo parlare di vergognoso linciaggio mediatico nei confronti di Sigfrido Ranucci, per aver posto degli interrogativi sulla terza dose e uno studio del Niguarda di Milano sulla protezione anticorpale. Chiunque muova critiche, per quanto circostanziate e motivate siano, alla “dottrina vaccinista” viene posto fuori dal dibattito pubblico – dice Matteo Castagna, Responsabile Nazionale di Christus Rex – e uno dei giornalisti che ha speso l’estate a girare l’Italia per parlare della “libertà di stampa e di informazione” viene messo sul banco degli imputati dai soloni del mainstream. Il Sistema giacobino vuole ghigliottinare i ricercatori senza padroni e paraocchi? In fondo l’ha sempre fatto, ma sembra che con Ranucci, ma anche con Mario Giordano, che non sono certamente sulla stessa linea di pensiero politico, si stia oltrepassando il limite, trasversalmente. La democrazia italica del 2021 manda al confino chi è fuori dal coro. Ma di cosa hanno paura?”

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Roma, 2 novembre 2021 – Sulla trasmissione tv Report di Sigfrido Ranucci tornano i riflettori della politica. Il servizio su vaccini terza dose andato in onda ieri sera non è piaciuto a ad una larga fetta di parlamentari. A cominciare da quelli del Pd che si appellano ai vertici della Comissione di Vigilanza Rai chiedendo “un chiarimento” sui contenuti dell’inchiesta a firma di  Samuele Bonaccorsi e Lorenzo Vendemiale.

“Su Report è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi No Vax e No Green Pass – si legge nell’interrogazione a firma dem -. Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia, che affermano di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche”.

E ancora: “Un sedicente ‘collaboratore del Comitato Tecnico Scientifico’, anch’egli irriconoscibile e anonimo, che denuncia la totale imperizia dell’organismo su cui poggiano le decisioni politiche a tutela della salute pubblica dall’inizio della pandemia. Dubbi sull’efficacia dei vaccini, perplessità sulla durata della copertura degli anticorpi, affermazioni del tutto campate in aria sulla ‘larga frequenza di effetti collaterali’ dopo la somministrazione del vaccino anti Covid, speculazioni dietrologiche sul ‘grande business della terza dose‘ detenuto da ‘multinazionali del farmaco’ concentrate solo a ‘accumulare enormi profitti con la perdita di efficacia della terza dose’, dubbi sulla efficacia del Green Pass e della sua eventuale estensione”.

Covid, si torna a parlare di obbligo vaccinale

La critica stavolta è bipartisan. Da Forza Italia arriva il commento di Andrea Ruggieri, deputato e membro della commissione di Vigilanza Rai. “Mi spiace ascoltare da Report la lagna qualunquista per cui ‘il vaccino è il business delle case farmaceutiche’, che per inciso hanno salvato il mondo. Mi spiace perché Report è la seguitissima trasmissione di un’azienda che dovrebbe esaltare il progresso scientifico e i suoi benefici anziché offrire argomenti agli scettici verso la bontà del vaccino”.

Si fa sentire anche Matteo Renzi, già in polemica con Report per un altro servizio che lo coinvolge: “In queste ore ricevo l’ennesimo attacco di Report. Non il primo, non l’ultimo. Per giudicare questa trasmissione mi bastano queste parole del conduttore Ranucci ieri: la terza dose è il business delle case farmaceutiche. Il vaccino non è un business, il vaccino per me è la salvezza dal coronavirus. Report non fa servizio pubblico, tutto qui”. CONTINUA SU: https://www.quotidiano.net/politica/report-vaccini-covid-1.6988874

 

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