Joe Biden grazia i condannati a morte, bufera negli Usa: l’umanitarismo in salsa Dem che disonora le vittime

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EDITORIALE
di Matteo Castagna, Editoriale per Affaritaliani.it del 29/12/2024 https://www.affaritaliani.it/esteri/joe-biden-condanna-morte-federali-dem-usa-950677.html
Si avvicina per lui l’importante traguardo dei 100 articoli/editoriali, circa uno a settimana, per la prima testata giornalistica online in Italia, fondata nel 1997 da Angelo Perrino
Biden criticato per aver graziato i condannati a morte: i racconti dagli Usa
Affaritaliani.it ha trattato in più occasioni dei condoni di pena, prima paventati, e poi effettivamente eseguiti dal Presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden.
L’aggiornamento, che proviene da Fox News Digital appare interessante, per chiudere il cerchio e gli atti del suo mandato, nella maniera controversa classica di molti suoi provvedimenti degli ultimi quattro anni.
Brandon Council è stato condannato a morte da una giuria federale il 3 ottobre 2019, dopo essere stato dichiarato colpevole di aver ucciso due donne che lavoravano in una banca della Carolina del Sud, durante una rapina, nel 2017.
La giornalista Elizabeth Pritchett aggiunge che l’ex procuratore afferma che è difficile vedere un “assassino senza rimorsi”, sollevato dalla sua condanna. Council era uno dei 37 assassini condannati che ora trascorreranno l’ergastolo, senza possibilità di libertà vigilata, dopo che Biden ha riclassificato le loro condanne a morte.

Derek Shoemake, ex procuratore aggiunto degli Stati Uniti per il distretto della Carolina del Sud e uno dei procuratori federali nel caso contro Council, ha detto a Fox News Digital che è stato “uno dei più grandi onori professionali” della sua vita cercare giustizia per le vittime Donna Major, 59 anni, e Kathryn Skeen, 36 anni, e il suo cuore si spezza per le loro famiglie dopo la decisione di Biden.

Donna Katie erano donne straordinarie, madri meravigliose e fari di luce nella loro comunità. Oggi i miei pensieri e le mie preghiere sono con le loro famiglie e il mio cuore si spezza per loro mentre elaborano questa notizia”, ha detto Shoemake in una dichiarazione.

Ha anche detto che i suoi pensieri e le sue preghiere sono con il team che “ha lavorato per più di un anno” per ottenere giustizia per Major e Skeen“assicurando che un assassino senza rimorsi ricevesse una sentenza che parlasse della natura orribile dei suoi crimini insensati”. Il 21 agosto 2017, Council è entrato nella CresCom Bank a Conway, nella Carolina del Sud, con l’intenzione di rapinare l’attività e uccidere i suoi dipendenti, secondo un comunicato stampa del 2017 dell’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per il distretto della Carolina del Sud (USAO-SC).

Dopo essere entrato, Council ha sparato a Major, che era l’impiegata di banca, più volte con un revolver, ha affermato all’epoca l’USAO-SC. Poi è corso nell’ufficio di Skeen, dove lavorava come direttrice della banca, e le ha sparato più volte, mentre si nascondeva sotto la scrivania.

Prima di fuggire dalla banca, ha rubato le chiavi delle auto di entrambe le vittime, le loro carte di credito e più di $ 15.000 in contanti. Prese uno dei veicoli per andare al motel in cui alloggiava, fece i bagagli e partì.

“È difficile vedere una sentenza cancellata a 400 miglia di distanza dopo che è stata legalmente imposta da una giuria di uomini e donne della Carolina del Sud che hanno trascorso settimane ad ascoltare le prove, a deliberare e a decidere attentamente la punizione appropriata”, ha detto Shoemake.

Ha anche detto che fa male che le famiglie delle vittime “festeggeranno un altro Natale senza i loro cari”, mentre Council è tra i 37 assassini condannati a livello federale “che celebrano una vittoria politica”. Shoemake ha detto che il suo obiettivo non è il dibattito politico che circonda le commutazioni di Biden, ma “l’eredità di amore, famiglia e fede” che Major e Skeen incarnavano.

“Prego per le loro famiglie, come faccio spesso, e prego per tutte le famiglie delle vittime colpite oggi”, ha affermato.

In una dichiarazione della Casa Bianca che annunciava le commutazioni di lunedì, Biden ha detto di condannare gli assassini e i loro “atti spregevoli” e di essere addolorato per le vittime e le famiglie che hanno subito “perdite inimmaginabili e irreparabili”, ma “non può tirarsi indietro e lasciare che una nuova amministrazione riprenda le esecuzioni che ho interrotto”.

Solo tre detenuti rimangono nel braccio della morte federale. Sono Robert Bowers, l’attentatore della sinagoga Tree of LifeDylann Roof, l’attentatore della chiesa di Charleston, e Dzhokhar Tsarnaev, l’attentatore della maratona di Boston.

Quale differenza fra questi 3 attentatori che verranno uccisi dagli USA con iniezione letale e gli altri 37 che hanno assassinato brutalmente e, forse senza un reale pentimento o pubblico segnale di resipiscenza, che hanno ricevuto la grazia presidenziale?
Difficile spiegare le motivazioni di queste tre mancate commutazioni di pena, dal momento che Biden ha detto di essere “contrario in coscienza” alla pena capitale federale. “A pensar male si fa peccato, ma alle volte ci si azzecca”, diceva uno statista italiano di grande esperienza. Parliamo, dunque, di “umanitarismo in salsa Dem” o di “mancata grazia politica”, data l’essenza sostanzialmente suprematista dei tre, ai quali permane la massima pena?

Foibe: i titini hanno perso il pelo ma non il vizio

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Segnalazione del Centro Studi Federici

Foibe, l’odio rosso continua: minacciata troupe Rai in Slovenia
Grave atto intimidatorio nei confronti del giornalista Rai Andrea Romoli e della sua troupe, che si erano recati all’interno di una grotta per un servizio sulle foibe. “Il messaggio era chiaro: non vi vogliamo”
“In quella caverna abbiamo trovato resti umani e anche un rosario. Una cosa che ci ha commossi”. Andrea Romoli racconta con trasporto l’esperienza avuta durante la realizzazione di un servizio per il Tg2 sulle foibe terminato però con un’amara sorpresa. Nei pressi del villaggio di Podpec, a pochi chilometri dal confine italiano, l’inviato del notiziario Rai, si era calato all’interno della caverna dove nel 1945 le milizie comuniste di Tito hanno trucidato centinaia di persone. Poi riemerso in superficie assieme agli speleologi Franc Maleckar e Maurizio Tavagnutti, che lo avevano accompagnato, ecco l’inquietante dettaglio: le auto della troupe, parcheggiate a circa 150 metri di distanza, pesantemente danneggiate.
“Il messaggio era chiaro: levatevi al più presto, qua non vi vogliamo”, commenta Romoli a ilGiornale.it, aggiungendo dettagli su quell’intimidazione che affonda le proprie radici nei crimini della storia. Il parabrezza della vettura Rai di servizio – ha testimoniato il giornalista – era sfondato, la fiancata divelta. Gli specchietti delle auto dello stesso inviato Rai e degli speleologi erano altesì danneggiati. Diversamente, le macchine di targa slovena presenti sul posto non sono state sfiorate. Così, davanti agli occhi della troupe Rai, si sono palesati i segnali inequivocabili di un antico odio purtroppo mai sopito. Peraltro, Romoli ha raccontato anche un altro emblematico dettaglio emerso durante la sua spedizione nella grotta slovena.
“All’ingresso erano state poste due grandi croci di legno ma qualcuno le aveva sradicate e buttate giù: un atto pesante, che testimonia l’odio oltre la morte. Noi siamo riusciti a recuperarne una e l’abbiamo posizionata di nuovo”, ha ricostruito il cronista Rai. Quell’oltraggio – ha aggiunto – “mi ha colpito ancor di più delle auto danneggiate”. L’episodio intimidatorio è stato subito denunciato e stigmatizzato con forza da sindacato Unirai. “Dalle Foibe in Istria alle fosse comuni di Bucha è teso un unico filo rosso di sangue, che bisogna ricordare e denunciare perché quegli orrori non si ripetano. Farlo senza paure e reticenze è la maniera migliore per onorare lo straordinario lavoro di ricucitura delle ferite del passato realizzato dalle comunità italiana e slovena al di qua e al di là del confine, per costruire un comune futuro di pace e convivenza. Dalla storica stretta di mano tra il presidente Mattarella e il suo omologo sloveno Pahor davanti alla foiba di Basovizza non si torna indietro”, ha scritto il sindacato in una nota.
Quanto accaduto ha anche ottenuto una significativa riprovazione da parte di Livio Semolič, segretario regionale dell’Unione economico culturale slovena (Skgz). “Quello che è successo in Slovenia alla equipe dei giornalisti Rai è assolutamente vergognoso . È un atto di vandalismo inaccettabile da parte di estremisti, che a quanto pare sono ancora presenti ovunque. Allo stesso tempo rappresenta una palese dimostrazione di quanto sia necessario moltiplicare gli sforzi e lavorare per la convivenza e la collaborazione , al fine di superare tutte le nefaste conseguenze che le tragedie della prima metà del secolo scorso hanno lasciato soprattutto in questo territorio di confine e non solo”, ha espresso il rappresentante della comunità slovena, esprimendo solidarietà al giornalista e alla truope Rai. (…)