Il più grande inganno del diavolo

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Segnalazione di Federico Prati

di Eamon McKinney
strategic-culture.org

Il più grande inganno che il diavolo abbia mai fatto è stato quello di convincere il mondo che non esiste.” Questa citazione è attribuita allo scrittore, filosofo e poeta francese Charles Baudelaire ed è tratta da un articolo pubblicato su Le Figaro nel 1864. In Francia era un periodo di sconvolgimenti e malcontento, di disordini sociali, di disuguaglianze e di ritorno ad uno status quo aristocratico dopo il fallimento della Rivoluzione Francese. Era un periodo confuso e divisivo. L’articolo di Baudelaire era stato visto come una metafora delle forze malvagie e oscure che governavano il martoriato popolo francese dell’epoca. Il diavolo di Baudelaire non si nascondeva, era in piena vista ed era lì per coloro che avevano gli occhi per vedere. Né si scusava o spiegava la sua malvagità. Questo diavolo, la personificazione stessa di tutto ciò che è malvagio, era protetto dalla bontà intrinseca della maggioranza. Le masse non potevano comprendere il livello di malvagità che dominava e controllava le loro vite, indipendentemente da quanto fossero evidenti queste forze.

Il diavolo aveva infatti convinto la gente della sua non-esistenza. E così il diavolo era rimasto al suo posto. La guerra franco-prussiana del 1871 e le due catastrofiche guerre mondiali erano state opera sua, eppure la gente aveva continuato a negare la sua esistenza. Il diavolo vive ancora oggi, lo si vede a Davos, nel gruppo del Bilderberg, nella City di Londra e a Wall Street. Il diavolo è il Cartello Bancario Internazionale, una congrega che, per secoli, ha finanziato tutti gli schieramenti di ogni grande conflitto. Nessun Paese vince mai una guerra, il costo di ogni vittoria è sempre “di Pirro,” la perdita di sangue e di risorse non può mai giustificare i guadagni. Eppure, i banchieri vincono sempre e traggono profitto dai conflitti, la guerra crea debito e più debito verso i banchieri significa più controllo. Il diavolo ha sempre il suo tornaconto.

Per quanto rilevanti possano essere stati gli scritti di Baudelaire nell’Europa di metà Ottocento, oggi lo sono ancora di più. C’è una dissonanza cognitiva che persiste nelle menti della maggioranza del mondo occidentale. Mentre molti si stanno risvegliando a causa della Covid e del sempre più evidente Grande Reset, c’è ancora una maggioranza che è certamente in grado di riconoscere gli atti di malvagità, ma non il diavolo che vi si nasconde dietro. Questo relativismo morale è il patto faustiano che gli Occidentali sono costretti a sottoscrivere e che riguarda i livelli accettabili del male.

Questo fenomeno di dissonanza cognitiva sembra essere principalmente un’afflizione occidentale. L’Occidente collettivo del dopoguerra, fino a poco tempo fa, ha goduto di elevati standard di vita e di comfort rispetto al mondo in via di sviluppo. Queste fortunate generazioni non hanno mai sofferto le dure realtà dell’era coloniale, come invece hanno dovuto fare i popoli del “Terzo Mondo.” Le nazioni un tempo colonizzate di Asia, Africa e America Latina non hanno bisogno di essere convinte dell’esistenza del male. È nel loro DNA, tramandato attraverso le generazioni dei loro antenati oppressi. Gli Occidentali hanno pochi motivi per mettere seriamente in discussione il sistema che li governa, i colonizzati, invece, lo hanno sempre fatto.

Questo capita anche ai Tedeschi, quelli dell’Ovest sono molto meno propensi a riconoscere il male evidente rispetto a quelli dell’ex Est, che ne erano stati testimoni in prima persona dopo la caduta del Muro di Berlino. La dittatura dei banchieri che ne era seguita aveva distrutto le loro società e spogliato le persone della loro residua dignità. I Tedeschi dell’Ovest, un tempo prosperi, sono più inclini a fidarsi del sistema e del loro governo. Quelli che provengono dall’Est ne sanno qualcosa di più. Idem per i Russi, che hanno vissuto il decennio perduto degli anni ’90, quando la Russia era stata saccheggiata e umiliata dalle forze predatorie del capitalismo occidentale. Putin ha ripristinato la sovranità e la dignità del popolo russo. Putin conosceva il nemico, e questa è la ragione del massiccio sostegno e della popolarità di cui gode presso il popolo russo. Capiscono il nemico che affronta, hanno visto il vero volto del diavolo e sanno che esiste.

Le persone si rendono conto che è nella natura dell’uomo collettivizzarsi e perseguire obiettivi comuni. I lavoratori dell’industria siderurgica, gli infermieri, gli agricoltori, ecc. si uniscono per promuovere e proteggere i loro interessi collettivi. Inoltre, è ampiamente accettato che esiste una “élite” ricca e potente che è favorita in modo sproporzionato dai propri governi e che qualsiasi aspettativa di equità è ormai superata da tempo. Eppure, l’idea che queste stesse persone ricche e potenti si riuniscano per promuovere i propri interessi è considerata una ridicola “teoria della cospirazione.” Gli Occidentali sono arrivati ad accettare le bugie, la corruzione e l’incompetenza dei governi, sono diventati quasi desensibilizzati. Eppure, l’esistenza di un piano, messo a punto da una “Cabala” di potenti che cercano di governare il mondo, è considerata dalla maggior parte degli Occidentali una fantasia tratta dalla fiction.

Tutto lascia pensare che questa cabala si trovi ora in una corsa contro il tempo. Con le economie al collasso in tutto il mondo, la finestra per attuare il loro piano si sta chiudendo, mentre la loro influenza globale si sta rapidamente esaurendo. Il loro sistema ha fatto il suo corso e lo sanno, questo spiega la fretta inusuale con cui stanno cercando di far passare il loro demoniaco Grande Reset. La rabbia sta esplodendo in tutto il mondo, e la gente ha molto di cui essere arrabbiata. Covid, carestie, carenze energetiche, inflazione. Sono tutti problemi che, presi singolarmente, sono devastanti, ma è l’effetto combinato di tutti questi problemi a dar vita ad una tempesta perfetta, che il mondo non aveva mai visto. L’unica cosa che potrà impedire il Grande Reset è una massa critica di persone risvegliate che rifiutano di conformarsi. Affinché ciò possa accadere, è necessario che le persone comprendano che tutti gli attuali problemi mondiali sopra citati possono essere ricondotti ad un’unica fonte. Il cartello delle banche centrali, con sede nella City di Londra.

Controlla per interposta persona il sistema finanziario americano e mondiale almeno dal 1913, quando in America aveva illegalmente creato il Federal Reserve System. Da allora è stato usato come arma di guerra contro l’umanità. Questo cartello ha pesantemente investito in tutte le principali industrie multinazionali, soprattutto nel settore della difesa. Come antecedentemente alla Prima Guerra Mondiale, quando i “Mercanti di morte,” i produttori di armi, erano tutti di proprietà degli stessi banchieri. Tutte le guerre sono guerre di banchieri e il conflitto in corso in Ucraina non è diverso.

È una cabala che prospera sul caos e sulla devastazione. Crea depressioni per poter acquistare beni a prezzi ultraribassati. Rovescia i governi e massacra civili innocenti. Fin dai tempi della Compagnia delle Indie Orientali, più di 300 anni fa, il suo modello di business è il commercio della miseria e della sofferenza umana. È la stessa cabala che, con la truffa della Covid, ha commesso contro l’umanità il più grande crimine della storia. E, ancora una volta, il diavolo non ha nascosto la sua malvagità, ci hanno detto che si trattava di ridurre la popolazione mondiale. E questo stesso obiettivo dichiarato di depopolamento è al centro del loro assurdo “Green New Deal.” Quando il diavolo continua a dirvi che vuole uccidere la maggior parte dell’umanità, è chiaro che dovete accettare la sua esistenza.

Lo scrittore americano Henry David Thoreau aveva detto: “Per ogni mille uomini che tagliano i rami del male, ce n’è uno che taglia la radice.” “I Biden, i Johnson, i Macron e altri sono solo i rami, così come gli Schwab e i Gates. Sono solo i prestanome, i soldati semplici delle forze veramente potenti che li hanno creati e che li possiedono. I crimini contro l’umanità commessi da questi “uomini minori” non hanno precedenti nella storia. Purtroppo non esiste una punizione commisurata ai loro crimini. Tuttavia, la sola rimozione di queste disgustose persone, anche se alla fine saranno chiamate a rispondere del loro operato (possiamo sperare), cambierà ben poco. Non basta tagliare i rami se la radice rimane al suo posto. È il sistema bancario centrale e il potere che esercita che deve essere distrutto, per evitare che attecchisca di nuovo.

Il diavolo non riesce più a convincere un numero sufficiente di persone nel mondo che non esiste. Il male che rappresenta può esistere solo quando gli uomini buoni non fanno nulla, e stiamo vedendo gli uomini buoni di tutto il mondo unirsi nella resistenza contro il nemico comune. È arrivato il momento in cui tutti devono capire cosa sta succedendo e cosa c’è in gioco, altrimenti potrebbe essere il diavolo a decidere il futuro dell’umanità. E questo non può accadere.

 

Fonte: strategic-culture.org
Link: https://www.strategic-culture.org/news/2022/08/03/greatest-trick-devil-ever-pulled/

Freccero: A Trieste morta la democrazia (e l’Avv. G. Amato porta solidarietà ai lavoratori)

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di Redazione

ieri ed oggi l’avv. Gianfranco Amato, Presidente dei Giuristi per la Vita e di Nova Civilitas è andato in prima linea a Trieste (in foto mentre parla con il leader dei manifestanti) assieme ai portuali a portare solidarietà a persone perbene, onesti lavoratori, famiglie, anziani che, poi, si sono ordinatamente messe a pregare il Rosario e, successivamente, si sono sedute in segno di protesta. Amato ha rappresentato, così, concretamente, tutto quel mondo realmente cattolico che sa ancora ragionare e che, logicamente, sta dalla parte del popolo oppresso dall’iniquità delle botte da parte della polizia che dipende da un Ministro degli Interni che, dopo il rave party di Viterbo, i disordini di Roma del 9 ottobre e i continui sbarchi di clandestini, in un Paese normale si sarebbe già dimesso.

Particolarmente toccanti sono le immagini degli idranti e delle manganellate di Stato verso persone inermi, lavoratori in sciopero seduti o pacificamente in piedi. Sindacati e Co. tutti silenti di fronte al massacro ed all’intimidazione nei confronti dei nostri connazionali. E il centrodestra che fa? Ci saremmo aspettati la Meloni in piazza a Trieste e Salvini che lascia il governo. Non sono i, pur deplorevoli dossieraggi dei media di sinistra o le inchieste ad orologeria che fanno aumentare l’astensionismo, ma il fatto che gli elettori di questa parte politica non si sentono, in gran parte, rappresentati da chi non si oppone con decisione alle scelte autoritarie o molto discutibili di questo governo!

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Scritto e segnalato da Antonio Amorosi

“In atto un grande piano economico di ristrutturazione del mondo. Le élites possiedono i media, non possono dire la verità” intervista a Carlo Freccero

Chiamiamo il professore durante le cariche con lacrimogeni e idranti sui portuali No Green Pass di Trieste

Sto guardando le immagini. Sono sconvolto. A Trieste è morta la democrazia

Professore, c’è indignazione, sdegno per quanto sta accadendo ma è da tempo che lei è molto preoccupato…

Lo sono tremendamente. La popolazione non vede il grande piano delle élites mondiali, il grande Reset di Davos, ne parla Klaus Schwab, il direttore del World Economic Forum nel suo ultimo libro Covid-19, The Great Reset

La pandemia è la motivazione giusta per mettere in atto una costrizione sanitaria, come già illustrato anni fa da Michel Foucault nel suo capolavoro Sorvegliare e Punire, nel capitolo sul Panottico. La seconda tappa é la distruzione dell’economia reale e questa passa attraverso l’Agenda verde, la decrescita, le tasse sulle energie fossili

Lei lega un piano delle élites alla gestione della pandemia, quelle stesse élites che hanno pianificato anni fa la globalizzazione selvaggia in cui viviamo oggi. E’ così e dobbiamo preoccuparci?

Pochi sanno che nel settembre 2019 la finanza mondiale era in procinto di implodere, un rischio reale di insolvenza delle banche. La soluzione, da parte delle banche centrali, è stata di emettere liquidità sui mercati, senza limiti di sorta, ma per evitare di creare inflazione bisognava paralizzare i consumi delle popolazioni, imprigionandole nelle loro case con strumenti come i lockdown, il coprifuoco, le limitazioni ai viaggi e agli spostamenti. Altrimenti come si sarebbe potuto imporre ai cittadini un’agenda tanto assurda?

Un processo? Ma è possibile? Le epidemie accadono e accompagnano gli uomini dalla notte dei tempi. Lei pero dice: il tutto cambia per come vengono gestite, soprattutto oggi che abbiamo tanti mezzi. O sbaglio?

Assurdo ma esistente e imponente. Consideri solo che da quando la pandemia è iniziata le multinazionali moltiplicano i guadagni, mentre la gente comune è sempre più povera. Questo la dice lunga. La gestione della pandemia si è fatta sulla scia del grande reset. Al resto basta il piano Schwab. L’obiettivo finale, da raggiungersi entro il 2030 è illustrato da uno slogan del WEF: nel 2030 non possederai nulla, ma sarai felice!

Come?

Con il fallimento delle piccole e medie imprese a favore di banche e multinazionali

Andiamo verso una nuova rivoluzione industriale, per quanto mostruosa, che avrà queste caratteristiche?

Sì, La quarta rivoluzione industriale, un altro libro di Schwab, in cui il direttore del WEF spiega cosa deve accadere

Cosa?

L’uomo deve integrarsi con l’intelligenza artificiale, diventando un ibrido uomo-macchina. Questa ibridazione può essere fatta dall’esterno con la tessera digitale, dall’interno con un chips. Per questo è venuta a volatilizzarsi la privacy, in ogni settore. E’ un processo legato a quest’ossessione del controllo che ha ispirato Schwab. Nei suoi testi è un elemento cardine. Porterà a un nuovo tipo di società con il fallimento del particolare e del nostro tessuto produttivo

Molti ridicolizzano questo scenario. E’ possibile un piano del genere?

Non c’è alcun complotto. Cosa è accaduto lo ha spiegato benissimo Warren Buffet, quando ha detto “la lotta di classe esiste e l’abbiamo vinta noi, le élites”

Nel rappresentare la realtà i media sono stati fondamentali durante la pandemia. Lei è un massmediologo. Qual è la sua riflessione sull’informazione? Il sociologo tedesco Niklas Luhmann sosteneva che la comunicazione, con qualsiasi tecnologia attuata, fosse l’unico vero fenomeno sociale. La comunicazione plasma la realtà. C’è una guerra in atto nell’informazione?

Più che guerra direi che c’è una propaganda a senso unico. Accade perché le élites possiedono, oltre tutta la ricchezza del pianeta, tutti i grandi gruppi di informazione che sono così pochi da poter essere indicati con le dita della mano. Come la lotta di classe delle élites é stata vinta perché non aveva un antagonista, così anche la propaganda si è imposta in mancanza di antagonisti. Piuttosto oggi c’è una resistenza. Se la società è informazione, la resistenza oggi è resistenza mediatica

Sembra che una forma di resistenza, addirittura di lotta di classe, prima patrimonio della sinistra, la facciano le destre. Nelle periferie, tra i diseredati ci sono sempre più gruppi con questo orientamento. Si sono capovolti i parametri? Come lo spiega?

Con il passaggio dall’economia reale alla finanza, la lotta di classe ha cambiato segno. Nell’economia reale lo sfruttamento passava attraverso la proprietà dei mezzi di produzione. Per tanto la lotta di classe era fra padroni ed operai. Nella finanza invece lo sfruttamento passa attraverso la moneta a debito. La nuova lotta di classe, quella di oggi, avviene tra le banche, che possono emettere moneta solo indebitando tutti gli altri, e il resto del popolo oppresso dal debito. Questo popolo dell’economia non comprende solo gli operai, ma anche gli imprenditori, strangolati dal debito. Il serial La casa di carta è una grande allegoria di questa nuova lotta di classe

Per questo ha avuto un così grande successo…

Sì, una banda di Robin Hood decide di svaligiare la banca centrale. Tutti pensano che usciranno da quella banca portando in spalla sacchi di banconote già stampate. Invece si barricano dentro e cominciano a stampare moneta. Nella lotta di classe tradizionale la destra sono i padroni e la sinistra gli operai. La sinistra per tanto funge un ruolo di parte attiva. Nella lotta di classe di oggi la lotta è tra l’alto e il basso. Le élites oggi sono parte attiva, cioè conducono il gioco. Ma si gioca tra banche e popolo pieno di debiti

E cosa può fare il popolo?

Il popolo intanto può solo prendere coscienza. Ma la coscienza che può prendere il popolo non sembrano averla i sindacati, ancora appiattiti sul mito ottocentesco del lavoro come fonte di ricchezza e in nome di questo lavoro sacrificano i diritti dei lavoratori

Durante questi 2 anni si è molto parlato di scienza e scienziati. Secondo lei la gente sa cos’è la scienza e come funziona? Come viene finanziata, come si muove la comunità scientifica e gli enti regolatori?

Oggi se dal lato epistemologico, cioè della filosofia della scienza, la scienza si pone limiti rigorosi, dal lato della vulgata e della propaganda viene indicato come scientifico proprio ciò che si sottrae ad ogni verifica

Tutti coloro che esprimono dubbi sulla vaccinazione, con i nuovi sieri sperimentali, scienziati compresi, perché la comunità è divisa, vengono additati come pazzi, untori, irresponsabili. Cosa pensa di questo approccio diffuso?

Pensiamo ai vaccini, che ci vengono imposti come scientifici senza aver terminato il ciclo di sperimentazione, previsto sul bugiardino nel 2023. Non a caso siamo obbligati a sottoscrivere il cosiddetto consenso informato per liberare da ogni responsabilità l’apparato, lo Stato, che ce li impone. È un assurdo scientifico. Inoltre vorrei solo aggiungere una constatazione: le persone vaccinate che chiedono più vaccinazioni credono che i vaccini proteggano dal virus e le vaccinazioni dal contagio. Non è così. Lo abbiamo visto dai numeri. Se i non vaccinati fossero fanatici, come alcuni vaccinati, dovrebbero richiedere per legge l’allontanamento dei vaccinati

Diverse ricerche americane dimostrano che i Millennials e la Generazione Zeta sono quella parte della società che ha meglio accettato le misure governative di contenimento della pandemia e le campagne di vaccinazione. Lei che ne pensa?

I Millennials sono nati e cresciuti in un grande Truman Show. Hanno imparato ad usare i gadget digitali, prima di imparare a scrivere

Sono quella generazione nata e cresciuta insieme alle tecnologie digitali. Si identificano nelle tecnologie e vogliono salvare il mondo attraverso queste, sono consumatori che forse non si rendono conto di essere loro i primi ad essere consumati perché necessari e strumentali alle web company e a chi le governa? O sbaglio?

Non sbaglia. A scuola hanno imparato gli obiettivi dell’Agenda 2030. Nel tempo libero socializzano on line e non dal vero. Questi ragazzi sono cresciuti praticando da sempre il distanziamento sociale ed il lockdown spontaneamente. Per questo li hanno accettati subito come naturali. Questa realtà era già la loro vita. E’ questo il dramma

Sta accadendo però qualcosa di nuovo, anche in Italia?

Le piazze piene di queste settimane. Per due anni siamo stati inerti come Paese mentre tutto il mondo si ribellava. Eravamo in preda ad un’ipnosi collettiva che ci paralizzava. Il Green Pass ha prodotto il miracolo. Orgogliose delle loro vittorie le élites si sono divertite in questi anni a fare a pezzi, attraverso falsi obiettivi ed un condizionamento martellante, il valore della solidarietà sociale. Ma prima sono arrivate le parole del vicequestore di Roma Schilirò poi le piazze piene e oggi i portuali di Trieste. Mi sono commosso. Riportano in vita una parola che era cancellata dal nostro vocabolario: solidarietà. Bisogna ricominciare da lì.

 

Il caos loro e l’opportunità nostra

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di Roberto Siconolfi

Il caos loro e l'opportunità nostra

Fonte: Roberto Siconolfi

E il disordine politico-sociale è il primo passo per l’instaurazione di un nuovo ordine!

Tuttavia non dimentichiamo che questo tipo di élite, le élite mondialiste, dominano proprio grazie al caos!
E’ così nel medio-oriente, è così in sud America, i mondialisti, a differenza degli imperialismi nazionali otto-novecenteschi (es. USA e URSS), hanno bisogno del “disordine” per governare, non della stabilità.
E ora vorrebbero portare questo disordine anche nell’Europa occidentale, scatenando una guerra civile senza precedenti!
A questo proposito potrebbero risalire le violenze della manifestazione del 25 a Roma, violenze “volute”, secondo uno schema della tensione già collaudato in precedenti stagioni politiche!
Far pilotare una genuina manifestazione di popolo da una forza criminale, i cui dirigenti sono da tempo a libro paga dei servizi segreti, e avvalorare la tesi secondo la quale un intero movimento di popolo è “fascista”!
Il fascismo: l’ossessione mediatica, culturale, sociale dei nostri tempi! Una banda di cretini a reti unificate, ignoranti e in mala fede, dalle televisioni, alle università, passando per talune piazze definisce con questo termine tutto ciò che non capisce, tutto ciò che dissente dalla propria assurda visione del mondo!
Ma il problema di oggi è tutt’altro, ed è il “liberalismo” nella sua versione “totalitaria”, neo liberale, o “rosa”, “liberal”, che ha fatto proprie le battaglie sui diritti, alcuni dei quali depotenziati (civili e mai sociali), altri completamente inventati (Gender).
Sono le liberaldemocrazie ad essersi svuotate di senso, con gli organi istituzionali “ufficiali” che han perso definitivamente di potere, a vantaggio delle lobby, delle mafie internazionali, dei gruppi del “dietro le quinte”.
Siamo nel XXI secolo, nel terzo millennio, e anche la visione del mondo, la politica, le strategie, i modelli organizzativi, sono cambiati.
Non è più il tempo delle istituzioni borghesi, dei parlamenti, dei movimenti di massa, della presa del potere: le nuove comunità vanno costruite daccapo, dalla “base”, sottraendosi istituzione per istituzione, uomo per uomo dallo Stato centrale!
Il caos potrà essere dunque un nostro alleato, solo se diretto con chiarezza, lucidità, organizzazione e avendo un progetto: “nuove comunità alternative” nell’economia, nella politica, nella scuola, nella medicina, nelle imprese, nell’agricoltura, nella cultura.
TRASFORMEREMO IL LORO GRANDE RESET NEL GRANDE RISVEGLIO DEGLI UOMINI LIBERI E DEI POPOLI SOVRANI!

Non complottismo ma realismo

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di LUCIANO FUSCHINI

Fonte: Il giornale del Ribelle

C’è un complottismo che fantastica e vaneggia, senza curarsi di fare i conti con la realtà. C’è d’altra parte l’atteggiamento di quanti sono convinti che molto di ciò che viene martellato quotidianamente da governi e grandi media è propaganda che nasconde le vere motivazioni. Costoro tentano di dedurre le ragioni profonde attenendosi ai fatti noti e cercando di interpretarli e connetterli. Questo non si chiama complottismo: è realismo. I primi 20 anni del millennio sono stati scanditi da eventi epocali, presentati all’opinione pubblica sotto una veste tanto incredibile da configurarsi come fake news sistematiche. Proviamo a individuarne qualche linea riconoscibile e coerente.

La prima enormità che ha aperto il millennio è stato l’evento dell’11 Settembre. Sono riusciti a farci credere che 19 beduini, dopo un corso di pilotaggio di pochi giorni, abbiano sequestrato alcuni grandi Boeing usando come arma dei taglierini, poi abbiano guidato quei mastodonti contro il muro di recinzione del Pentagono, tanto basso da richiedere di guidare il Boeing a pochi metri da terra, e contro due grattacieli. Gli aerei che li hanno colpiti sono stati due ma i grattacieli collassati sono risultati tre. Del terzo si è parlato pochissimo perché avrebbe insinuato dubbi sull’intera storia. Nel giro di poche ore sono stati individuati tutti gli attentatori perché uno strano caso ha fatto ritrovare intatti i documenti di uno di loro nell’inferno di braci e ceneri fumanti. Quello che è successo poi fa comprendere come sono andate presumibilmente le cose. Si cercava un pretesto per invadere Afghanistan e Iraq. L’obiettivo era quadruplice e strategicamente assai rilevante: impadronirsi di un’area decisiva per i rifornimenti di materie prime energetiche; circondare l’Iran; collocare altre basi militari vicino ai confini di Russia e Cina; favorire i disegni di Israele. Questo non è complottismo, è realismo basato sui fatti. Benintesi: l’estremismo islamico esiste, ma non è mai stato una minaccia seria per il resto del mondo, a causa delle sue divisioni interne e della sua debolezza. La conferma è venuta da un altro grande evento di questo inizio di millennio: nel 2014 improvvisamente un’armata internazionale islamica, Isis, faceva la sua apparizione nel vicino oriente, travolgendo ogni difesa in una avanzata che sembrava irresistibile. In realtà quei guerrieri fanatici si spostavano in colonne di automezzi non attraverso la jungla del Viet Nam ma in mezzo a deserti. Erano facilmente individuabili e i cacciabombardieri o i droni della NATO ne avrebbero fatto ferraglia fumante nel giro di poche ore se avessero voluto. Lasciarono fare. Del resto l’internazionale islamica era stata utilizzata da USA e NATO già in Afghanistan contro i sovietici, in Jugoslavia contro i serbi e in Libia contro Gheddafi. In quel 2014 doveva servire a rovesciare il governo iracheno troppo amico dell’Iran, a minacciare l’Iran stesso e a spodestare Assad in Siria, già sotto attacco. La cosa non funzionò per la reazione dell’Iran e l’intervento russo a sostegno di Assad. I terribili e invincibili guerrieri di Allah furono spazzati via in tempi brevi. Questa ricostruzione non è complottismo: è realismo.

Un’altra stranezza è stata la folgorante apparizione di Greta. Ci hanno raccontato che questa ragazzetta svedese ha commosso il mondo piazzandosi davanti a scuola con un cartello che denunciava il riscaldamento globale. In breve è diventata una star, ha parlato all’ONU, ha interloquito con i grandi del mondo puntando il ditino accusatore e spianando la grinta. Doveva essere chiaro a tutti che questo personaggio è stato volutamente creato dal nulla dai media asserviti ai poteri transnazionali, per un fine che evidentemente era il lancio del nuovo grande affare della green economy. Dedurlo non è complottismo: è realismo.

La più gigantesca messinscena della storia dell’umanità è la risposta globale all’epidemia di Covid. Il virus esiste, è molto contagioso e può essere mortale. Negarlo significa collocarsi fra i complottisti deliranti. Tuttavia si tratta di una malattia che uccide lo zero virgola qualcosa per cento della popolazione nel suo complesso. Una percentuale che sostanzialmente non muta sia nei Paesi che hanno imposto clausure rigorose sia in quelli i cui governi si sono limitati a raccomandazioni. L’enfasi data alle centinaia di migliaia di morti negli USA di Trump è tutta propaganda di regime. I nostri 70.000 morti valgono quanto le centinaia di migliaia di americani, perché la popolazione degli USA è di 330 milioni, quindi le percentuali sono analoghe. L’Italia è forse il Paese che ha imposto sacrifici e isolamenti più di ogni altro, eppure è uno dei Paesi che hanno il più alto numero di morti. Si può concludere che museruole e distanziamenti servono a quasi nulla. Allora perché questo massacro di piccole e medie imprese, questa devastazione del settore del turismo, queste reclusioni di bambini e ragazzi che danneggiano o compromettono la loro crescita? Perché questa volontaria distruzione di un’economia e di una società? Per provare a rispondere bisogna riesumare un altro grande evento di questi cruciali 20 anni: la crisi finanziaria del 2008 che ha innescato una profonda crisi economica. Allora non si fece nulla per ovviare alle storture che avevano prodotto il disastro. Ci si limitò, sull’esempio di Obama, a tamponare la frana puntellando le banche con i soldi dello Stato, quindi dei contribuenti, senza che lo Stato entrasse nella direzione degli istituti di credito che aveva salvato. In realtà ora si può capire che i poteri transnazionali (giganti del web, grandi imprese multinazionali, grandi banche, responsabili dei maggiori servizi segreti, talvolta in competizione fra loro ma alla fine capaci di trovare una linea comune nelle conventicole più o meno massoniche) avevano compreso che un tipo di economia era ormai insostenibile e che si doveva operare un totale riassetto. Greta era servita a rendere popolare il tema della green economy, ma ci voleva ben altro. L’occasione è stata offerta da Covid. Bisognava terrorizzare la popolazione mondiale per fare accettare profondi e dolorosi cambiamenti, camuffando il fallimento di un sistema dietro la motivazione sanitaria: la colpa delle difficoltà è del terribile virus ma noi facciamo tutto per il vostro bene. I poteri transnazionali, che controllano governi e grandi media, hanno probabilmente compreso, dopo il crollo del 2008, che il vecchio mondo non funzionava più. I debiti pubblici non più sanabili, il consumismo, il turismo di massa, la pressione eccessiva sull’ambiente, lo spreco di energia, una demografia in continua crescita, la tendenza alla caduta del saggio del profitto, tutto ciò avrebbe condotto a breve termine a un collasso la cui responsabilità sarebbe stata attribuita proprio ai poteri che quel sistema avevano instaurato. Hanno elaborato un piano che è già in pieno svolgimento, anche grazie al Covid. Indulgenza sui debiti pubblici, dopo tanto rigorismo; riduzione della mobilità di massa; green economy; smart working; abbandono dei luoghi deputati ai grandi spettacoli e ai grandi raduni, a favore della fruizione in streaming; digitalizzazione integrale, robotizzazione; controllo di ogni individuo del pianeta attraverso gli strumenti informatico-sanitari e la repressione poliziesca; progressivo abbandono della democrazia parlamentare rappresentativa; reddito di cittadinanza per i milioni di disoccupati che l’automazione creerà; distruzione dei piccoli esercizi commerciali e delle piccole e medie imprese, a favore delle grandi concentrazioni. Per la piena realizzazione del progetto occorre un rafforzamento del ruolo dello Stato, che dovrà regolare i mercati, reperire i fondi per il reddito di cittadinanza e organizzarne la distribuzione, salvare le banche che rischiano nuovi crolli per i crescenti crediti inesigibili. Non a caso serpeggia una certa ammirazione per il sistema cinese, quello di maggiore successo in questo inizio di millennio.

Questa trasformazione è in atto e viene ormai dichiarata apertamente. Si sta svolgendo sotto i nostri occhi un grandioso esperimento che per ora ha pieno successo. Le masse del pianeta sono state facilmente inquadrate in un gregge che segue docilmente il pastore. Il progetto in corso non ha alternative. Non esiste una forza politica di una certa consistenza che abbia un disegno strategico diverso. I cosiddetti sovranisti “di destra” non sono veri sovranisti perché si limitano a qualche critica dell’UE, sono fedelissimi a USA e NATO, i loro capi si affrettano a rendere omaggio a Israele con lo zucchetto in testa, sono proni al dio dei Mercati e alla libera iniziativa privata. Il sovranismo “di sinistra” è ideologicamente inconsistente e ha percentuali paragonabili a quelle delle vittime di Covid.

Tuttavia non è detto che la grande trasformazione già iniziata vada in porto. La green economy è solo uno slogan perché la digitalizzazione e la robotizzazione esigono una quantità crescente di energia, che non potrà essere pulita come si illudono i sognatori della decrescita felice; computer e robot utilizzano materiali come le terre rare, che sono chiamate così proprio perché la loro quantità è molto limitata; i problemi ambientali e demografici sono ormai senza soluzione; le masse di senza lavoro ridotte a vivacchiare con un misero reddito di cittadinanza si aggiungeranno ai bivacchi degli emigrati sfilacciando un tessuto sociale già lacerato; la richiesta di cancellare in tutto o in parte i debiti pubblici non sarà ben accolta dai creditori, tanti e potenti. Al fondo di tutto c’è poi la contraddizione fra un progetto che è improntato a un capitalismo estremo che mette tutto il potere e tutte le ricchezze in poche mani e la necessità di uno Stato forte, non solo fiancheggiatore del capitale ma anche regolatore. La tentazione di imitare il modello cinese è illusoria. In Cina prospera l’iniziativa privata ma vige ancora un piano economico fissato dai poteri pubblici, che orienta e regola l’economia; il credito è pressoché interamente gestito dal potere politico, il commercio con l’estero è diretto dallo Stato, circa la metà delle grandi imprese sono statali o a partecipazione statale. Inoltre la Cina non ha conosciuto la democrazia parlamentare pluripartitica; da 70 anni domina la dittatura di un partito unico; sulla mentalità cinese ha ancora un peso notevole la tradizione confuciana e taoista, a noi estranea. Il modello cinese non è esportabile da noi per tutte queste ragioni.

In conclusione, non c’è una forza politica organizzata che possa ostacolare la trasformazione in corso, ma la forza delle cose è tale che il Grande Reset potrebbe fallire. Ne scaturirebbe non la liberazione dei popoli oppressi ma una barbarie di cui sono già evidenti i segni e che lascerà soltanto macerie. Su quelle ricostruiranno i sopravvissuti.

 

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