Russia ed Europa divorziano per sempre?

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Tradotto dall’Ordine dei Giornalisti dell’america Latina in spagnolo e pubblicato su “La Voces del Periodista” (Messico) e Info.Hispania. Ripreso da www.2dipicche.news e altri siti

L’EDITORIALE 

di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/07/03/russia-ed-europa-divorziano-per-sempre/

L’IDEA DI EUROPA È UN SOGNO IRREALIZZATO PERCHÉ NON INCLUDE LA RUSSIA

Quando in Russia si pensa all’Europa non si intende solamente un concetto di natura geografica, ma soprattutto un concetto culturale, storico, metafisico, simbolico cui la Russia aspira.

L’idea di Europa è un sogno irrealizzato perché non include la Russia che si sente parte integrante di essa. I grandi intellettuali russi duecento anni fa e i progressisti di trecento anni fa aspiravano ad un Vecchio Continente che fosse inclusivo della loro Patria. Invece, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’Unione Europea, sostenuta dagli USA, ha impostato un rapporto con la grande Potenza che fu degli zar dettando tutta una serie di norme e disposizioni legali. Eppure la strutturazione dell’Europa contemporanea e quella della Federazione russa sono pressoché contemporanee. La Russia è apparsa sulla mappa politica il 25 dicembre 1991 e l’Unione Europea ha iniziato ad esistere nel febbraio 1992.

La compatibilità tra le due “federazioni” sarebbe potuta essere un progressivo obiettivo politico, etico, culturale, economico, oltre che geograficamente attiguo. L’integrazione di due mondi molto simili, al netto del comunismo, avrebbe portato una ricchezza enorme al Vecchio Continente. Avrebbe creato dinamiche internazionali tra gli Stati, oggi impensabili. Invece, ha prevalso l’indifferenza o, ancor di più, la diffidenza dell’Occidente e la totale indisponibilità dell’unica Superpotenza di allora, che credeva di perdere terreno e spazi di potere a favore di quello che fu il suo storico nemico.

La posizione dei Paesi europei, nonostante qualche liason con Putin, in un passato non propriamente remoto, è orientata verso un divorzio definitivo, completamente appiattito sugli interessi atlantisti.
Probabilmente, per la prima volta nella storia, l’Europa non è più il centro del mondo, come immagine ideale, perché il contesto globale è cambiato.

Al lettore sorgerà naturale e spontanea la domanda: cosa vuol dire essere un paese di cultura europea, in un mondo sempre meno eurocentrico? Fedor Luk’janov su Limes (5/2023) sostiene che “l’Europa non aspira più ad avere un ruolo centrale ma a quanto si può giudicare punta ad essere la “moglie preferita del signore” “, che ha la bandiera a Stelle e Strisce. La Russia, a partire dall’operazione speciale in Ucraina è fuori da questo paradigma, derubricata a male assoluto da sconfiggere. In coppia con la Russia si sta ponendo come partner privilegiato la Turchia. I detrattori della Russia di Putin parlano già di auto-isolamento della stessa, mentre al Cremlino la Russia è stata definita uno “Stato-civiltà a sé stante”. Il distacco tra Europa e Russia sia dal punto di vista fisico che economico è avvenuto in maniera repentina e contraria al buon senso da entrambe le parti.

In questa situazione caotica e profondamente incerta, si nota un rafforzamento, per alcuni un totale assorbimento, dell’Europa verso Oltreoceano, mentre è chiaro che Putin sta intensificando i rapporti coi Paesi asiatici e col Medio-Oriente, in particolare con Iran e Arabia Saudita e, comumque strizzando l’occhio alla galassia filo-palestinese.

Oggi l’Asia appare il centro dello sviluppo mondiale, la Cina e la maggioranza delle Nazioni globali non hanno alcuna intenzione di fare gli scendiletto degli Stati Uniti.

In tale contesto, la Russia non dovrebbe puntare ad essere il leader mondiale che soppianta gli Stati Uniti, perché questo finirebbe in un lago di sangue, ma, sempre come osserva il russo Luk’janov su Limes (5/2023) dovrebbe creare le condizioni per divenire nel prossimo futuro una “potenza (nazione) indispensabile”, un indispensabile power, senza il quale non si va da nessuna parte, come sosteneva Madeleine Albright negli anni Novanta. In un certo senso l’India si sta ponendo in questo modo, ora. E’ finita l’era dell’Occidente messianico.

Non sarà accettata neppure una Russia messianica o una Cina che esporta il suo modello a Roma. Invece, una Russia come paese di buon senso, con una forte identità culturale e ideale derivante dal Cristianesimo potrebbe divenire un eccellente garante d’equilibrio mondiale, “che ha molto da dare a coloro che si rapportano a essa con rispetto”. Questa è una di quelle folli fantasie che finora trovano posto solo tra i desideri di Luk’janov e miei.

 

Il gender legalizzato distrugge la famiglia

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI

di Matteo Castagna per Informazione Cattolica, tradotto in spagnolo e pubblicato su Info Hespania

IL CONTENUTO DI CERTE LEGGI SOVVERTE COMPLETAMENTE IL DIRITTO E L’ORDINE NATURALI

In Spagna, giovedì scorso, sono entrate in vigore le nuove leggi su trans e aborto. Ora, i minori di 16 anni possono cambiare nome e autodeterminare la propria identità di genere nel Registro civile attraverso una semplice dichiarazione, senza la certificazione medica che attestava la «disforia di genere». Non saranno più necessari i due anni di trattamento ormonale: le persone trans potranno scegliere se prendere ormoni o farsi operare. E vuol dire anche che le ragazze di 16 e 17 hanno la libertà di decidere di interrompere la gravidanza senza l’autorizzazione dei genitori.

La legge trans proibisce le terapie di conversione e consente a donne sole, lesbiche e bisessuali di poter accedere a tecniche di riproduzione assistita all’interno del Sistema nazionale di salute spagnolo. Le madri lesbiche e bisessuali sono considerate madri biologiche anche se non hanno partorito. Ovviamente, nel pacchetto non potevano mancare le sanzioni per chi non è d’accordo, ovvero dimostra odio verso queste persone o le discrimina, magari negando l’affitto di un appartamento: da 10.001 a 150mila euro di multa. Oltre alla pillola del giorno dopo gratuita nei centri di salute sessuale e riproduttiva ed altre amenità, evidentemente c’è la necessità dell’indottrinamento della gioventù, tramite l’introduzione dell’educazione sessuale diventa materia d’insegnamento nelle principali tappe educative.

Il contenuto di queste leggi sovverte completamente il diritto e l’ordine naturali, perciò divine, in materia di bioetica. Leggiamo nel Vangelo di San Matteo (18, 1-20) parole dure e impietose da parte di Gesù Cristo nei confronti di coloro che corrompono la purezza dei ragazzini: “chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d’asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! Perché è necessario che avvengano gli scandali, ma guai a quell’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!”. Il premier italiano Giorgia Meloni, in una intervista al settimanale Grazia, uscito da qualche giorno, ha usato parole forti contro queste pratiche, condannando sia l’utero in affitto che la teoria gender. Ha definito l’utero in affitto “la schiavitù del terzo millennio”, poi sulla cosiddetta “teoria gender” ha sottolineato che “le donne sono le prime vittime”: “è la legge italiana a dire che questa pratica non è lecita, non io. Non credo che commercializzare il corpo femminile e trasformare la maternità in un business possano essere considerate delle conquiste di civiltà […]”. Il Presidente del Consiglio ha aggiunto che “…i bambini hanno il diritto di avere il massimo: una mamma e un papà”. Se dalle parole seguiranno i fatti, con questo governo l’Italia dovrebbe scongiurare leggi come quella approvata in Spagna.

Papa Leone XIII diceva che “la famiglia è la cellula della società; se essa è sana, tutto l’organismo prospera; se essa è malata l’intera comunità deperisce e muore”. Vi sono esorcisti che sostengono apertamente il desiderio espresso dal demonio di distruggere la famiglia naturale per ribaltare l’ordine divino e attraverso la perversione portare a sé il maggior numero di anime. possibile. “San Tommaso d’Aquino sostiene che a causa di tutte le dipendenze, soprattutto a causa della dipendenza dall’impurità, gli uomini sono allontanati da Dio. Il peccato di impurità viene chiaramente definito nella sua perversa ossessione come continuativo nell’accumulo di essi, in pensieri, parole, sguardi, per compiacenza, per atti fisici. Secondo San Gregorio, dall’impurità deriva la cecità della comprensione, della distruzione dell’odio verso Dio e della disperazione per la vita eterna. Sant’Agostino dice che anche se gli impuri invecchiano, la dipendenza dall’ impurità non invecchia in loro. Per questo il demone si diletta su questo peccato più di tutti gli altri: perché l’appetito per i piaceri carnali è insaziabile” (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, omelia della XVI domenica dopo Pentecoste).

Esiste, oramai platealmente, un’aggressione culturale, politica e giuridica alla famiglia, cominciando dal Sessantotto e in particolare dall’introduzione della legge sul divorzio, per arrivare al gender e alle unioni civili, grazie alle quali si permette di definire famiglia ciò che famiglia non può essere. Uno dei compiti del laicato è quello di preservare il diritto naturale, di non cedere alle aberrazioni indotte dalla Sovversione, riconoscendo nel globalismo voluto dalla galassia sinistra globale, il male che progressivamente distrugge l’uomo e lo usa per i suoi fini che non hanno mai avuto caratteri di nobiltà, quanto di decadenza.