Al bambino servono mamma e papà, lo riconosce anche l’IA!
di Francesca Romana Poleggi* (sul sito di ProVita del 14/08/2025)
di Francesca Romana Poleggi* (sul sito di ProVita del 14/08/2025)
L’EDITORIALE DEL LUNEDI
di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/08/14/il-futuro-dellidentita-umana/ e https://www.2dipicche.news/il-futuro-dellidentita-umana/ e in spagnolo, tradotto dall’Ordine dei Giornalisti dell’America Latina: https://vocesdelperiodista.mx/voces-del-periodista/opinion/el-futuro-de-la-identidad-humana/
Il futuro dell’identità umana – San Tommaso d’Aquino affermava che i filosofi si valutano in rapporto alla verità o falsità delle loro argomentazioni; dal confronto tra le tesi della filosofia tomista e di quella rahneriana emerge con evidenza che mentre il tomismo è una filosofia realista, il cui oggetto di indagine è l’analisi della realtà come è in se stessa, quella di Rahner è una filosofia antirealista, di origine cartesiana, che ha posto al centro della riflessione l’io umano e il suo pensiero.
Nell’età moderna, la concezione realista di S. Tommaso appare essere talmente vera, da esser utile a chiunque ad osservare ciò che lo circonda, traendone un pensiero critico. In un certo senso siamo tutti filosofi, se ci atteniamo a questo principio. Il filosofo che si fa chiamare tale, nel III° millennio sembra, invece, solo un furbacchione, che cerca un modo “stimabile” per non lavorare.
La realtà odierna ci fa osservare che, mentre nel passato le strategie, le lobby di potere, gli interessi economici più importanti erano mantenuti in una certa riservatezza, oggi, nell’era digitale e dei social, tutto è di pubblico dominio.
E così, in libreria troviamo liberamente un testo molto interessante che a “L’era dell’ Intelligenza Artificiale“, sottotitola “il futuro dell’identità umana”.
Anche la casa editrice è prestigiosa: Mondadori, 2023.
“Tre fra i pensatori più autorevoli e lucidi di oggi riflettono sull’intelligenza artificiale e su come stia trasformando il nostro modo di sperimentare la realtà, la politica e la società”.
I tre sono: Henry Kissinger, ex Segretario di Stato americano e consigliere geopolitico dei grandi della Terra; Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Google e l’informatico e decano del MIT Daniel Huttenlocher. Essi ci spiegano cosa rappresenta l’IA: “un terreno di gioco fondamentale che determinerà gli assetti geopolitici futuri”.
Non certo una cosa da poco. Curioso che a spiegarci un qualcosa che stravolgerà le nostre vite siano tre distinti signori che immagino seduti in un caffé, a discutere sulle sorti dell’umanità. Per loro, l’Intelligenza Artificiale è un grande fattore di progresso, che viene assimilato a tutti gli altri mezzi tecnologici che nel corso dei secoli hanno caratterizzato la nostra storia.
Essa è un’impresa grandiosa con enormi potenziali vantaggi. “Noi la stiamo sviluppando, ma la useremo per rendere la nostra vita migliore o peggiore?
Reca con sé la promessa di medicine più efficaci, di un’assistenza sanitaria più efficiente e più equa, di pratiche ambientali più sostenibili e di altri progressi.
Allo stesso tempo, però, può distorcere o come minimo aggravare, la complessità del consumo dell’informazione e dell’identificazione della verità, spingendo alcune persone a lasciar atrofizzare la propria capacità di ragionamento e giudizio indipendente” (pag.196 ibidem).
I tre pensatori sognano una commissione composta da figure di massimo livello del governo, dell’imprenditoria e del mondo accademico statunitensi, che abbia almeno due funzioni:
“L’intelligenza umana e artificiale si stanno incontrando, proprio mentre vengono applicate a obiettivi di scala nazionale continentale e persino globale”.
Servirà, secondo i tre big della strategia mondiale, sviluppare un’etica che ci permetta di orientarci attraverso di essa, col contributo di scienziati, strateghi, statisti, filosofi, religiosi e amministratori delegati.
“È’ ormai giunto il momento di definire tanto la nostra collaborazione con l’IA quanto la realtà che verrà così a formarsi”.
Stiamo parlando quindi di una nuova etica, di cui ancora non conosciamo i contenuti che vada a interagire con l’Intelligenza Artificiale.
Si opera al contrario, dando per buona l’IA e solo dopo creare un’etica tramite una commissione di ignoti.
Solo per questo, potremmo dire che l’IA priva di regole definite è immorale e non andrebbe utilizzata, perché troppo pericolosa.
La teologia morale ci insegna che il problema fondamentale dell’etica filosofica è la ricerca della norma suprema dell’agire umano; e la sua soluzione dipende necessariamente dalle linee generali dei singoli sistemi filosofici.
Molto difficile, se non impossibile, al mondo d’oggi, avere una “norma suprema dell’agire umano” perché secoli di liberalismo hanno imposto all’Occidente e, poi, al resto del mondo, il relativismo e il soggettivismo come paradigmi della giustizia sociale.
Sperando di essere smentito, credo si voglia sostituire l’uomo con le macchine in molti settori, creando disoccupazione e povertà.
L’unico criterio intrinseco a cui lo sviluppo tecnico-economico risponde è quello dell’efficienza, della massimizzazione dell’utile, sull’altare del quale ogni altro principio o valore deve venir sacrificato in quanto fonte di inerzia, perdite, in una parola: di inefficienza.
Perciò non può esistere alcuna etica in questo processo di sostituzione.
Il futuro pare, dunque, pressoché scritto: le élite sono pronte a sacrificare l’uomo sull’altare della tecnocrazia, mentre l’uomo viene distratto dai tantissimi mezzi di intrattenimento.
La consapevolezza di cui ragiona Kissinger è profondamente diversa da quella nostra. Quando l’umanità anestetizzata e distratta dal Sistema, si accorgerà della realtà, ovvero del predominio delle macchine, sarà troppo tardi, salvo che qualcosa o qualcuno intervengano per fermare l’abisso dell’autodistruzione.
di Nicola Porro3 Febbraio 2023, 16:30
Stamani ho letto il famoso documento per cui Repubblica sostiene che in Italia abbiamo come parlamentare e come sottosegretario delle persone dedite a mentire. Vabbè. Ma sulla vicenda Cospito e il documento del Dap c’è una storia clamorosa che mi ha fatto sorridere e incazzare allo stesso tempo e che quindi vi voglio raccontare.
I fatti sono questi. Il ministro Carlo Nordio aveva bisogno delle carte per capire la situazione di Cospito, allora il carcere di Sassari redige una relazione riguardo ai rapporti tra questi mafiosi e l’anarchico. Per consegnare queste carte al Ministro, però, incaricano un motociclista che da Sassari deve arrivare a Roma.
Io mi immagino il motociclista che mette questo rapporto segreto nello zaino, prende il traghetto per la Toscana e scende giù per l’Aurelia arrivando stanco da Nordio. È un’immagine tanto esilarante quanto ridicola tant’è che per un momento ho pensato che fossimo piombati nel Medioevo.
Per approfondire
Tuttavia Nordio ha fretta: ha bisogno di leggere la relazione per capire che cosa sta succedendo in carcere e non può aspettare che il motociclista arrivi a Roma. Quindi, mentre il motociclista è sulla sua motocicletta, il carcere manda una mail allegando il rapporto richiesto dal ministro. Geniale!
Peccato però che, per le leggi straordinarie di questo Stato, i documenti, una volta inviati per mail, non sono più segreti.
Avete capito bene. In tutto il mondo si possono mandare mail segrete, ma in Italia evidentemente no. E non c’è Pec che tenga: i documenti inviati tramite posta elettronica passano infatti da essere segreti a riservati.
Ragazzi, questa è l’Italia: mentre tutto il mondo è alle prese con l’intelligenza artificiale, noi non siamo in grado di mandare una mail segreta e dobbiamo ricorrere ad un poliziotto motociclista per portare dei documenti segreti. Cazzo, esisterà una via di mezzo?
Nicola Porro, 3 febbraio 2023
L’EDITORIALE DEL LUNEDI
di Matteo Castagna per https://www.informazionecattolica.it/2023/01/30/la-tecnologia-che-usa-gli-uomini-o-si-cambia-oppure-evviva-i-cavernicoli/
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE STA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ DETERMINANTE NELLA VITA DELLA SOCIETÀ DEL VENTUNESIMO SECOLO. E QUESTO È UN FATTO. AL CONTEMPO, ESSO SOLLEVA PROBLEMI ETICI
L’intelligenza artificiale (AI, Artificial intelligence) è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro. Grazie all’intelligenza artificiale è possibile (almeno questo l’obiettivo ultimo) rendere le macchine in grado di compiere azioni e “ragionamenti” complessi, imparare dagli errori, e svolgere funzioni fino ad oggi esclusive dell’intelligenza umana.
Oggi in Italia e nel mondo l’intelligenza artificiale viene utilizzata in azienda e non solo, per svolgere compiti che all’uomo richiederebbero molto tempo. Spesso quando si parla o si scrive di intelligenza artificiale ci si riferisce a una delle componenti come l ‘apprendimento automatico. Per avere a che fare con l’AI è necessario che siano presenti sia componenti hardware sia software specializzati per la scrittura e l’addestramento degli algoritmi di apprendimento automatico. I linguaggi di programmazione, invece, non sono sinonimo di intelligenza artificiale ma intervengono a costruire sistemi informatici e sono molto diffusi come Python, R e Java. La programmazione dell’intelligenza artificiale necessita di tre abilità cognitive: apprendimento, ragionamento, autocorrezione.
L’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più determinante nella vita della società del ventunesimo secolo. E questo è un fatto. Al contempo, esso provoca problemi etici? Fin dove può spingersi la tecnologia? Dobbiamo abituarci all’idea di convivere con macchine senzienti? Ci si può fidare dell’Intelligenza Artificiale?
Nel XXI secolo saranno queste le domande che dovremmo porci, in una società ove il potere sta preparando il terreno a questo nuovo modello di vita. Un algoritmo di Intelligenza Artificiale forte è capace di emulare le capacità cognitive umane in modo autentico, quasi impercettibile. A questo punto, la domanda del secolo potrebbe essere: ci si può fidare dell’intelligenza Artificiale?
Ci sono implicazioni notevoli che riguardano sistemi sociali, economici e politici e le persone che ne fanno parte, come il rispetto dei diritti umani fondamentali riguardanti la libertà, sia individuale sia collettiva, l’uguaglianza e i rapporti interpersonali; la salvaguardia del benessere emotivo e professionale dei lavoratori in funzione allo sviluppo di algoritmi sempre più performanti, anche per mansioni complesse; la moralità declinata sul piano religioso, ad esempio cattolico; la personalità soggettiva, che, a questo punto rende le IA tutte uguali.
La centralità della questione etica nell’uso dell’Intelligenza Artificiale è dunque palpabile sotto diversi punti di vista. L’ANSA del 17/01/2023 riporta il commento del musicista e compositore Nick Cave, dopo aver ascoltato una canzona composta da una Intelligenza Artificiale: “Una schifezza” e “una grottesca presa in giro di ciò che significa essere umani”.
Quelli di Sperling & Kupfer hanno editato un libro molto interessante di Francesco Borgonovo, dal titolo “Fermate le macchine! Come ci stanno rubando il lavoro, la salute e perfino l’anima” (€ 17,50).
L’autore indaga il lato oscuro della rivoluzione digitale, con le conseguenze sul mondo del lavoro, sulla materia della salute, sulla società e spiega le ragioni per cominciare a dubitare di un sistema che sta trasformando il mondo in un paradiso per i robot e in un incubo per gli esseri umani. Perciò colpisce e fa riflettere questa frase tratta dalla prefazione di Mario Giordano: “Fermare le macchine non è un atto luddista. E’ un atto che restituisce all’uomo la sua vera natura, che non sarà di certo perfetta, ma non può essere ridotta a una stringa matematica gestita da un computer. Sento già le voci critiche: vuoi tornare alla caverna? Io non vorrei vivere in un mondo senza tecnologia, di cui sono, per altro, un abbondante consumatore. Ma ho l’impressione che oramai il rapporto si stia invertendo: non sono più gli uomini a usare la tecnologia. e’ la tecnologia che usa gli uomini. E allora o cambiamo verso e ribaltiamo il tavolo. Oppure, meglio le caverne”. Già, o si cambia, oppure evviva i cavernicoli!
Conversazione con Peter W. Singer, analista strategico di New America e professore al Center on the Future of War dell’Arizona State University.
LIMES Come avrà inizio la terza guerra mondiale?
SINGER Sarà il frutto degli insegnamenti dei conflitti del passato e delle intuizioni e innovazioni tecnologiche del presente. Nella storia la scintilla che ha acceso le ostilità è originata da un errore di calcolo, dal timore di combattere di una o dell’altra parte oppure da pressioni interne.
La prima guerra mondiale, ad esempio, fu una crisi che si aggravò fino a sfuggire al controllo delle autorità.
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