Al bambino servono mamma e papà, lo riconosce anche l’IA!

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di Francesca Romana Poleggi* (sul sito di ProVita del 14/08/2025)

C’è stato fino a poco fa un video virale su internet di due uomini che baciavano il loro bambino comprato al mercato dell’utero in affitto ogni mese durante il suo primo anno di vita. Poi  si è saputo che uno dei due era stato condannato per pedofilia.
Allora Katy Faust, dell’associazione pro famiglia “Them Before Us”, ha interpellato l’Intelligenza Artificiale: ha ragione la propaganda Lgbt a insegnare che “basta l’amore” e che i bambini che crescono con coppie dello stesso stesso hanno le stesse probabilità di essere sani e felici di quelli con un padre e una madre?
Grok, il robot di intelligenza artificiale di X, molto diligentemente – in base a quello che ha trovato in rete –  ha risposto che gli studi scientifici dicono che non c’è differenza nel crescere con una coppia omosessuale o con due genitori naturali.

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Altra follia nell’Occidente post-cristiano: si considera “mamma” di un cane e pretende i diritti genitoriali

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di Maria Bigazzi

LA GIORNALISTA AUSTRALIANA MARY MADIGAN, IN QUANTO “MADRE” DI UN CUCCIOLO DI CANE, CHIEDE E OTTIENE DALLA SUA TESTATA I DIRITTI DEI GENITORI DI ESSERI UMANI…

In una società che procede di follia in follia e che tenta di cancellare quotidianamente la normalità e la grandezza della famiglia naturale, ci si ritrova a leggere di una donna che pretende di essere riconosciuta e considerata madre del proprio cane (sic!).

Una notizia che sembra frutto di uno scherzo o di perdita del senno da parte della donna australiana, ma che in realtà è stata accolta e divulgata anche qui in Italia. Ciò fa riflettere su quali siano le notizie e le priorità in un Paese ormai assuefatto ad ogni genere di amenità che, giorno dopo giorno, stanno portando alla formazione della cosiddetta società fluida, nella quale la normalità viene rigettata per dare spazio al ribaltamento completo della natura umana.

Si parte col sostenere le coppie omossessuali e la loro voglia di comprare e crescere figli, la manipolazione della vita a proprio piacimento, l’appoggio a chi si sente il contrario del proprio genere o addirittura un altro essere vivente che può contrarre il “matrimonio” anche tra oggetti, e si arriva al pretendere di essere riconosciuti genitori di un animale, volendo gli stessi diritti e aiuti di quelli veri.

È questo il caso della giornalista australiana Mary Madigan, alla quale la testata online per cui lavora ha lasciato spazio per rivendicare il proprio desiderio di essere considerata genitore del suo cane, allo stesso modo in cui viene considerato il genitore di un bambino.

Le motivazioni? Le spese che deve sostenere per pagare “l’asilo” (come lo chiama lei) del suo cane mentre lavora; l’importanza che gli dà considerandolo in tutto e per tutto come un figlio che gli ha scombussolato la vita, facendole cambiare abitudini e carattere; l’ansia e la preoccupazione di lasciarlo solo il meno possibile, velocizzando il lavoro e ritenendolo meno importante per arrivare presto dal suo animale, evitando così anche di pagare il surplus al doggie daycare (chiamarlo asilo è del tutto fuorviante).

E così tra la compassione e la comprensione di tanti che magari sostengono l’aborto ma che ritengono normale che una donna possa crescere un cane come un figlio, la notizia è sbarcata pure nella Penisola dove ha diviso come spesso accade tra chi appoggia e chi critica la richiesta.

Ma tutto questo, al di là dell’assurdità dell’argomento, deve portare a una riflessione e cioè deve interrogarci su cosa stia diventando l’uomo dopo aver rifiutato la ragione che è conseguenza del rifiuto di Dio nella propria vita.

Il Creatore ha voluto l’uomo facendolo a sua immagine e somiglianza, rivestendolo di grande dignità che deriva dall’essere sua creatura chiamata, come insegna l’enciclica Evangelium vitae (25 marzo 1995), a una pienezza di vita che va ben oltre le dimensioni della sua esistenza terrena, poiché consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio.

E invece a cosa si è abbassato l’uomo? Al voler essere simile alle bestie, addirittura a identificarsi in esse, rifiutando la partecipazione al piano divino per soddisfare solamente i propri piaceri e desideri, conformandoli al tanto diffuso “carpe diem”, che dimentica le responsabilità e i doveri derivanti da ogni scelta, sia morale che materiale.

Come sottolineato tante volte, l’attacco alla dignità della persona ha inizio proprio da uno dei diritti più importanti dell’uomo, ovvero il diritto alla vita. Quando si rende lecita la violazione della dignità umana ogni abominio diventa accettabile, perché il male produce altro male e alla fine si arriva alla distruzione della stessa umanità intesa come condizione unica e inimitabile.

Inoltre, si delineano sempre più le contraddizioni che caratterizzano questo nostro tempo, nel quale l’aborto viene considerato persino “un atto di misericordia” come ha affermato placidamente nei giorni scorsi l’attrice Anne Hathaway, calpestando così il diritto umano più fondamentale. E nel frattempo a diventare intoccabili sono gli animali, tanto che si richiede di considerarli al pari delle persone.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2022/11/09/altra-follia-si-considera-mamma-di-un-cane-e-vuole-i-diritti-genitoriali/

Deceduta la mamma di Matteo Castagna: Requiescat in Pace

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Il Circolo Cattolico “Christus Rex” e le Associazioni amiche si stringono attorno al nostro Responsabile Nazionale Matteo Castagna per la scomparsa della madre, donna di Fede e insegnante molto stimata, che faceva parte attiva del gruppo, soprattutto negli ultimi anni. E’ deceduta cristianamente, pregando assieme al figlio, a soli 66 anni.  Matteo Castagna e la moglie Silvia ringraziano don Ugolino Giugni per il conforto spirituale e per la celebrazione delle esequie a Verona, presso la chiesa di residenza della signora, i chierichetti per il servizio liturgico, la disponibilità, partecipazione e generosità di tutti, a partire dalle Istituzioni, ai parenti ed ai numerosissimi amici e colleghi. Un ringraziamento anche a coloro che hanno voluto inviare un messaggio di cordoglio, pur essendo lontani o non più in rapporti da tempo.

Chiediamo una prece in suffragio a tutti i nostri lettori.

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ALFIE, IL SUO PAPÀ E LA SUA MAMMA

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Alfie, il suo papà e la sua mamma silvana de mari communitydi Silvana De Mari

Al padre e alla madre di Alfie non sarà permesso di portare via il bimbo.

Ogni genitore deve poter essere certo che sia stato fatto tutto, ogni genitore deve vedere il suo bambino morire solo dopo che ogni strada è stata tentata. A questi due genitori non sarà permesso.

Il piccolo corre il rischio di morire se lascia l’ospedale, quindi meglio che muoia in ospedale senza rischi.

Il potere descritto da Kafka era un implume dilettante se paragonato a questa logica.  Il giorno successivo al blitz tentato dal padre Alfie, bimbo inglese molto malato, non ha avuto diritto alla presenza della madre per un giorno. Questo è il suo best interest?

La madre è un cittadino britannico, ed è incensurata, non è una terrorista e non è sospettata di avere un atto terroristico tra i suoi progetti. La mamma di Alfie non è un serial killer.

Eppure uno stato separa una madre dal suo bimbo malato. Continua a leggere