Assicurazione casa: si va verso l’obbligo per le catastrofi naturali

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Il mondo scristianizzato si “assicura” contro i castighi divini…(n.d.r.)

Segnalazione di Wall Street Italia

di Pierpaolo Molinengo

Serve un’assicurazione obbligatoria per le catastrofi naturali? Secondo gli esperti sì, dato che meno del 5% delle abitazioni degli italiani è coperta da una polizza contro le catastrofi. Per comprendere meglio la situazione che caratterizza l’Italia, è bene prendere in considerazione un altro dato: il 75% degli immobili è esposto ad un rischio significativo quando si parla di catastrofi.

A mettere nero su bianco questi dati allarmanti è l’Ania, che torna nuovamente a sollecitare l’introduzione di un’assicurazione obbligatoria. Il nostro paese è a rischio: per questo diventa sempre più importante che le famiglie italiane provvedano a proteggere i propri immobili. Lo Stato, anche alla luce delle crescenti difficoltà con i conti, difficilmente potrà intervenire in caso di danni particolarmente gravi, come è spesso accaduto in passato.

Assicurazioni, come si muove il mercato

Le famiglie stanno diventando sempre più sensibili su questo argomento. 11,9 milioni di assicurazioni legate alla casa erano attive a fine marzo 2022: una crescita del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2021. I numeri appaiono ancora migliori se confrontati con lo stesso periodo del 2020, rispetto al quale è stata registrata una crescita del 14,4%. A condizionare il comportamento dei consumatori è stato il clima di generale fragilità causato dalla pandemia e dagli eventi catastrofali, che hanno suggerito a molte persone di utilizzare una maggiore prudenza.

La metà delle assicurazioni – il 49% per essere più precisi – sono delle polizze multirischio. Questo tipo di prodotto, comunque, è in diminuzione di cinque punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2021. Il 39% delle polizze assicurano il solo rischio incendio (in questo caso la tendenza è in aumento del 5%). Il 10% delle assicurazioni è costituito da polizze globale fabbricati, mentre lo 0,4% sono delle polizze che coprono unicamente il rischio terremoto, senza la copertura dal rischio incendio.

I contratti di assicurazione preferiti

Secondo la ricerca dell’Ania, stanno crescendo le assicurazioni che coprono il rischio terremoto, collegato ai danni da alluvione. Dando un’occhiata, invece, alle somme assicurate, il 47% degli immobili ad uso abitativo sono coperti da polizze globali fabbricati. Il 33% delle assicurazioni è una polizza multirischio, mentre oltre il 19% è monorischio.

Indipendentemente dal tipo di copertura, che si andrà a scegliere, è particolarmente importante che all’interno del contratto sia indicato il valore che si ha intenzione di proteggere. Quando la polizza è a valore d’uso, il risarcimento sarà pari al valore che la cosa ha nel momento in cui è avvenuto il danno. Se, invece, l’assicurazione è a valore a nuovo, l’indennizzo sarà pari al valore di riacquisto della cosa assicurata ha nel momento in cui avviene il danno, senza nessun deprezzamento.

Assicurazione obbligatoria contro le catastrofi

Probabilmente è il momento di una vera e propria svolta. Maria Bianca Farina, presidente dell’associazione delle imprese assicuratrici operanti in Italia, afferma:

“La nostra proposta è di allineare la legislazione italiana a quella di gran parte degli altri Paesi europei. Dotarci finalmente di uno schema assicurativo obbligatorio pubblico-privato contro le catastrofi naturali. L’obiettivo è stimolare la protezione sostenibile dei nostri cittadini e assicurare omogeneità di garanzie fra i Paesi europei”.

Ovviamente questa proposta non piace alle associazioni dei consumatori, che sottolineano che non è possibile obbligare i cittadini a stipulare polizze contro i cambiamenti climatici, anche e soprattutto in considerazione che la cura del territorio e gli interventi contro il dissesto idrogeologico sono a carico dello Stato, che deve garantire la sicurezza delle abitazioni private.

Sanzioni Russia: l’UE stila il pacchetto più punitivo di sempre. Accordo UE-GB, veto sulle polizze delle navi russe

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di Aleksandra Georgieva

L’Unione Europea ha finalmente stillato i dettagli del sesto e più duro pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia. Dopo una partenza in salita i 27 Paesi Ue hanno trovato il compromesso “giusto” per mettere in difficoltà il motore dell’economia russa ovvero il comparto energetico.

Sanzioni Russia, i nuovi divieti

L’accordo firmato ieri dai 27 paesi europei include l’embargo al petrolio russo importato soltanto via mare ma non quello che scorre attraverso l’oleodotto “Druzhba”, venendo così incontro alle richieste di Ungheria e Repubblica Ceca.

In sostanza entro sei mesi, a partire da gennaio 2023, verranno bloccati circa due terzi dell’”oro nero” di Putin facendo crescere progressivamente la percentuale fino al 90%.

“Ora le sanzioni mordono forte l’economia russa”, ha commentato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen concludendo il Consiglio straordinario.

Nel sesto pacchetto di sanzioni inevitabilmente vengono accolte molte delle esigenze dell’ungherese Victor Orbán, a causa della forte dipendenza di Budapest dal greggio russo, pari a circa due terzi delle importazioni del paese.

Se l’embargo del greggio è stato il punto principale sul tavolo del sesto pacchetto di sanzioni UE contro la Russia, sono poi state inserite anche alcune novità per colpire la cerchia ristretta di Vladimir Putin e la sua propaganda di regime. Sberbank, il principale istituto bancario russo è stato escluso dal sistema Swift (che veicola le transizioni tra le banche).

L’ultimo pacchetto colpisce anche tre emittenti principali della Russia: Rossiya RTR/RTR Planeta, Rossiya 24 e TV Centre International.

È stato un Consiglio europeo un po’ lungo ma dei cui risultati possiamo essere soddisfatti”, ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa. “L’accordo sulle sanzioni è stato un successo completo.”

Accordo UE-GB, stop alle polizze delle navi russe che trasportano greggio

Secondo quanto riporta il WSJ, l’UE e la Gran Bretagna hanno raggiunto anche un accordo per vietare le coperture assicurative delle navi russe che trasportano greggio. Il bando assicurativo rientra nell’ultimo pacchetto di sanzioni della UE contro Mosca nel tentativo di scombussolare ulteriormente l’economia russa. Il bando sulle polizze dovrebbe essere implementato nei prossimi sei mesi dando il tempo necessario agli stati specializzati nei noli come la Grecia e Cipro di adattarsi ai cambiamenti.

L’ultima mossa dei leader Europei di vietare le importazioni di petrolio via mare insieme al coinvolgimento del Regno Unito ed il bando sulle polizze rappresenta indubbiamente il colpo più duro nei confronti della Russia. Poche società sono disposte a noleggiare petroliere non assicurate. Ricordiamo che proprio questo tipo di blocco delle polizze ha frenato le esportazioni di greggio di Tehran, cercando di convincere il paese di rivedere i propri programmi nucleari.

L’ultima misura renderà difficile anche la rilocazione di Mosca anche verso il mercato Asiatico.

Secondo le previsioni degli organi di governo russo la produzione di petrolio diminuirà del 17% quest’anno a causa delle sanzioni dell’Occidente. Ciò rappresenta un problema di lungo termine per Mosca in quanto le infrastrutture del paese non sono adattate per rapidi e profondi tagli alla produzione.