Il regime della sorveglianza

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QUINTA COLONNA

di Marcello Veneziani

Fonte: Marcello Veneziani

Dunque, ricapitoliamo. Non è consentito avere un’opinione difforme in tema di covid e di pandemia, di chiusure e di vaccini rispetto a quelle somministrate dai vettori ufficiali; l’accusa di negazionismo o di no vax, di contravvenire alle regole dei social, della vita pubblica, dell’ordinamento è dietro l’angolo. È poi vietato avere giudizi difformi sulle coppie omosessuali, sulle maternità surrogate, le adozioni gay e in generale sui rapporti omo-trans-lesbiche; chi ha idee diverse, o semplicemente continua a difendere le differenze naturali, la famiglia, la nascita secondo natura e la vita secondo tradizione, entra in una sfera d’interdizione che passa dalla riprovazione al veto. Forti proibizioni sono introdotte da leggi, moniti e censure sui social. In tema di femminismo, diritti delle donne o riguardanti caratteristiche fisiche, etniche, lessicali si innescano processi sommari, a colpi di MeToo, catcalling e affini, che generano separazione e diffidenza tra uomini e donne. È vietato poi chiamare clandestini i migranti irregolari; i rom col nome tradizionale di zingari, i neri con l’appellativo antico di negri, senza alcuna connotazione dispregiativa; per ogni disabilità non vanno usati i termini adoperati da sempre, ma solo diversamente abili. E’ vietato nutrire un’opinione diversa da quella istituzionale in tema di fascismo e antifascismo, di razzismo e di nazismo, di storia e di massacri.

Oltre i divieti ci sono poi le cancellazioni del passato, in termini di amnesia collettiva della memoria storica e rimozione di tanti orrori, autori, imprese, personaggi, storie e pensieri non allineati. Tutto ciò che attiene alla nostra civiltà, tradizione e retaggio va deprecato o va accantonato per non urtare la sensibilità di chi non vi appartiene; bisogna sempre assumere il punto di vista a noi più estraneo e più remoto. Prima gli stranieri, per rovesciare un noto slogan politico fondato sulla preferenza nazionale.

In questa poderosa restrizione di pratiche, linguaggi e opinioni, la libertà consentita è un corridoio stretto e corto che si può percorrere all’interno delle opinioni lecite, in un perimetro assai angusto; appena superi il “range” consentito, coi limiti imposti alle divergenze, scatta la censura, la riprovazione, la denuncia, la condanna o l’isolamento, il cordone sanitario, la morte civile. Continua a leggere

La doppia morale di Asia Argento e compagnia

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di Perucchietti Enrica

La doppia morale di Asia Argento e compagnia

Fonte: Perucchietti Enrica

Da vittima a predatrice: ovvero la doppia morale di certi personaggi che si ergono a paladini dei diritti, che si fanno bandiera di campagne di linciaggio mediatiche, che fanno i finti buonisti, che hanno (però) ingombranti scheletri negli armadi… e che fungono da armi di distrazione di massa.
Asia Argento, tra le prime donne nel mondo del cinema a denunciare la violenza sessuale subita dal produttore Harvey Weinstein e paladina del movimento #MeToo… si sarebbe accordata per risarcire con 380 mila dollari Jimmy Bennett, giovane attore e musicista. La notizia è stata data dal «New York Times», che ha ricevuto in forma anonima i documenti legali che testimoniano l’accordo raggiunto lo scorso aprile (https://www.nytimes.com/…/asia-argento-assault-jimmy-bennet…)
Bennett accusa la Argento di violenza sessuale. I fatti sono relativi al 2013. All’epoca il ragazzo aveva da poco compiuto 17 anni, e la violenza sarebbe avvenuta in una camera d’albergo in California dopo che lei lo avrebbe fatto bere. Alla fine gli chiese di scattare una serie di foto di loro due insieme. I due interessati si sono rifiutati di rilasciare commenti. Il «New York Times» ha comunque trovato tre persone a conoscenza dei fatti che hanno confermato l’autenticità dei documenti ricevuti dal giornale… Ovviamente non sapremo mai che cosa sia realmente successo in quella camera d’albergo, come non sapremo mai con esattezza cosa sia successo negli altri casi di abuso, quali siano state effettivamente violenze e su chi e quali le “cessioni” di sesso in cambio di ruoli in film importanti (alcuni sms d’amore di una accusatrice Weinstein che stanno emergendo dal processo gettano una luce diversa sul caso, http://www.tgcom24.mediaset.it/…/weinstein-colpo-di-scena-a…).
Rimane comunque deprecabile e disgustoso che qualcuno possa abusare del proprio ruolo di potere.

Chiariamo: un abuso è un abuso che avvenga su una donna, un uomo o su un ragazzino. Il problema è che a certi livelli il marcio colpisce uomini e donne in modo indistinto, il potere ti offusca, ti corrompe, il male ti sfiora e ti contamina come un morbo facendoti perdere qualunque bussola morale e probabilmente ti sconnette dalla realtà. Un altro problema è che questi hano in mano le chiavi della “fabbrica dei sogni” e che manipolano l’immaginario di milioni di persone. Permettetemi un “volo pindarico”.

Ho l’impressione che lo scandalo Weinstein, Spacey, Hoffman sia servito per silenziare una bomba che stava per scoppiare: l’esistenza di una rete di pedofili seriali ad Hollywood (ne parlavamo già con Gianluca Marletta in UNISEX). Sono stati offerti dettagli morbosi delle violenze di produttori e attori per distrarre l’opinione pubblica da uno scandalo ben peggiore che avrebbe potuto travolgere e distruggere definitivamente Hollywood: e lì non sarebbe bastato un colpo di spugna per cancellare la violenza. Perché lì le vittime erano una sorta di agnello sacrificiale dato in pasto al Moloch di turno in cambio di denaro e successo: bambini. Questo credo sia il peggior crimine che si possa immaginare, la violenza su un bambino.

Numerosi fatti di cronaca − come l’accusa di stupro dell’ex attore-bambino Michael Egan al regista Bryan Singer − hanno spinto la regista Amy Berg, già premio Oscar nel 2006 al miglior documentario, Deliver Us from Evil, a realizzare un documentario An Open Secret, che analizza alcuni casi di abusi sessuali su minori all’interno dell’industria cinematografica hollywoodiana. Dai pettegolezzi, si è passati alle testimonianze con i nomi degli accusati, ricostruendo un vero e proprio “cerchio magico” composto da un’élite blindata e deviata (http://www.ilgiornale.it/…/ecco-i-pedofili-hollywood-i-pote…).
An Open Secret mostra come potenti e intoccabili personalità di Hollywood convincano bambini e le loro famiglie a fidarsi di loro. Si assiste cioè a un primo richiamo suadente delle sirene hollywoodiane (i provini, le feste, i primi film) che ti promettono una carriera sfavillante, poi le spire del serpente si stringono sempre di più attorno alla preda, strappando i bambini alla loro infanzia e consegnandoli nelle mani di ricchi pervertiti.

Molti hanno ovviamente gridato allo scandalo facendo quadrato attorno ai presunti pedofili e impedendo la distribuzione del film: è però lunga la lista di attrici e attori che hanno raccontato di aver subito (persino da bambini o adolescenti) molestie sul set o ancora prima durante i provini.
Elijah Wood ha per esempio denunciato che a Hollywood “La pedofilia è un problema diffuso”. L’attore, che ha cominciato a recitare da bambino, ha spiegato che la madre lo ha protetto da questo ambiente malsano e non lo ha mai portato alle feste del mondo dello spettacolo. (https://movieplayer.it/…/elijah-wood-a-hollywood-le-baby-s…/).
Molti altri attori bambini non sono stati però così fortunati.
Corey Feldman, star dei Goonies e di Stand by Me, ha affermato di essere stato molestato nel 1980 e ha portato la testimonianza di altri bambini/attori vittime di abusi. Da anni denuncia pubblicamente l’esistenza della pedofilia ad Hollywood.
Nel marzo 2018, pochi giorni dopo aver annunciato di aver intenzione di rivelare tutto quello che sa in un film documentario, Feldman è stato aggredito e pugnalato (http://www.tgcom24.mediaset.it/…/corey-feldman-assalito-e-a…).
Ecco, temo che questo sia il segreto sotto gli occhi di tutti che non verrà mai alla luce e che non si garantirà lo spazio sui media di massa e nelle aule di tribunale che meriterebbe.

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