Pedofilia e omosessualità nella Chiesa? Hanno una causa ultima: aver rinunciato a Dio

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L’EDITORIALE DEL LUNEDI
di LEONARDO MOTTA

La crisi della pedofilia nella Chiesa, la moltiplicazione scandalosa e spaventosa degli abusi, la piaga dell’omosessualità (“le indagini sull’abuso di minori hanno rivelato la portata tragica delle pratiche omosessuali o semplicemente contrarie alla castità all’interno del clero”), hanno una e una sola causa ultima: l’assenza di Dio (“la crisi della fede, la crisi del significato di Dio”. Questo perché “un clima di ateismo e assenza di Dio crea le condizioni morali, spirituali e umane di una proliferazione di abusi sessuali” e della pratica omosessuale. “È l’atmosfera morale del rifiuto di Dio, il clima spirituale di rifiuto dell’oggettività divina che rende possibile la proliferazione dell’abuso di minori e la banalizzazione di atti contrari alla castità tra i chierici”).

Con queste parole il cardinale Robert Sarah (vedi qui: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/05/14/lumiere-dans-la-nuit/), ha proposto di rimettere la Santissima Trinità al centro della Chiesa Cattolica: “se la causa della crisi è l’oblio di Dio, allora rimettiamo Dio al centro! Restituiamo al centro della Chiesa e alle nostre liturgie il primato di Dio, la presenza di Dio, la sua presenza oggettiva e reale. […] Se non adoriamo il corpo eucaristico del nostro Dio, se non lo trattiamo con una paura gioiosa e riverente, allora saremo tentati di profanare i corpi dei bambini. La Chiesa è piena di peccatori ma non è tutta in crisi. Il diavolo vuol far credere questo, insinuando il dubbio, vuole che crediamo che Dio sta abbandonando la sua Chiesa. Ma ancora oggi la Chiesa è ‘il campo di Dio’. Non c’è solo la zizzania, ma anche il raccolto di Dio. Ci sono tra di noi stupendi raccolti divini”.

Concordiamo con il cardinale africano: dimenticare Dio apre la porta a tutti gli abusi e a tutte le pratiche contro natura.

Dio solo dà la vita e la dà per mezzo di un padre e di una madre, che lo rappresentano. 

Satana cerca d’impedirlo, di dare una immagine negativa di Dio Padre e creatore. Egli lotta contro Dio e da’ la morte.

Gesù viene per togliere il peccato che dà la morte e per dare la vita in pienezza agli uomini, mediante la Chiesa, che amministra la Parola di Dio e i Sacramenti. 

Satana ostacola gli uomini dal diventare fedeli di Cristo e cerca di corrompere la Chiesa. 

La Chiesa diffonde il Vangelo e il Battesimo, l’Eucaristia e la comunione fraterna. 

Satana cerca di legare l’uomo ai beni terreni col falso vangelo del successo e della vanagloria. Attacca la Santa Messa e l’Eucaristia. Propone altre fratellanze: massonica, islamica…

La famiglia è un’immagine autentica di Dio Trino (comunione di persone che da’ vita). 

Satana attacca la famiglia in tutti i lati: unità, eterosessualità, fecondità, fedeltà, durata…

L’uomo riceve la vita per amore da un coniugio. È chiamato a trasmetterla per amore. 

Satana sforma l’identità maschile/femminile per impedire il dono della vita e i legami vitali.

L’eterosessualità e la stabilità del legame uomo/donna sono indispensabili per dare la vita.

Satana attacca queste cose con l’omosessualità, la divisione, l’identità liquida, le depravazioni…

I suoi strumenti preferiti sono i mass-media, le scuole, i film, i teatri, le canzoni, l’evasione, i vip, le ideologie…

Come ha spiegato Don Ariel Levi di Gualdo (vedi qui: www.lanuovabq.it/it/nella-chiesa-e-in-atto-un-golpe-omosessualista) “Satana usa raffinate arti sovrumane seminando confusione e creando strutture di inversione, attraverso le quali il bene diventa male, il male bene, la virtù vizio e il vizio virtù, la sana dottrina diventa eresia e l’eresia sana dottrina. Da questo si sono sviluppate le metastasi che hanno infettato il corpo ecclesiale, generando una mancanza di governo della Chiesa indebolita da un relativismo teologico gnostico, da un individualismo esasperato e dalla disubbidienza all’autorità del Sommo Pontefice e dei Vescovi. Questo meccanismo di inversione mira a sostituire Dio col proprio Io, basta udire certi preti teologi in giacca e cravatta che nella stagione del post concilio hanno creato il loro personale concilio egomenico e che dalle cattedre delle università pontificie insegnano il discutibile magistero di se stessi”.

Leonardo Motta

I progressisti vanno a caccia di preti fascisti: altre vittime del politicamente corretto

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Dagli addosso al prete “nero”. Se un parroco non alza il pugno chiuso, non nasconde sotto la tonaca una bandiera rossa o arcobaleno, se non avversa Salvini e non fa cantare ai suoi parrocchiani Bella Ciao, allora diventa sospetto, puzza di olio di ricino oltreché di incenso e di sacrestia, e viene messo al bando. Se possibile va scomunicato o trasferito, o almeno sottoposto alla gogna mediatica. Anche se il vero sogno di lorsignori sarebbe quello di esporlo in Piazzale Loreto. È la sorte di tutti quei parroci che non si adeguano al vangelo bergogliano e provano a non unirsi al coro di chi celebra le magnifiche sorti e progressive di sardine e gretini vari. Ne sa qualcosa don Armando Bosani, parroco a Vanzaghello, in provincia di Milano, nonché responsabile di un giornalino parrocchiale, “Il Mantice”, che in modo deciso ma argomentato, prova a smontare tutti i nuovi totem della sinistra. Sulle pagine di questo settimanale si possono leggere espressioni colorite che hanno fatto storcere il naso a molti: le sardine vengono definite leniniste con tanto di vignetta “Falce e Sardine”; i gretini vengono giudicati nazisti per le «balle ecoterroristiche» che spargono; la Merkel viene accostata in modo provocatorio a Hitler, essendo ella leader di un’ Europa illiberale; le donne vengono invitate a baciare il loro «maschio bianco ed eterosessuale».
E ancora si osa mettere in discussione che i femminicidi siano un’ emergenza (fortunatamente non lo sono, è il sottinteso) perché «l’ allarme sulla violenza sulle donne non è un fatto statistico, ma isterico»; quindi ci si azzarda a ricordare che furono gli immigrati a distruggere l’ impero romano, e che l’ unica vera religione è quella cattolica (be’, se non lo pensa un parroco, sarebbe grave). Si possono condividere o meno il merito e i toni usati, ma perché indignarsi se, a rovescio, un giorno sì e l’ altro pure Salvini viene accusato di essere fascista, nazista e di ogni altra infamia? E no, i santini della sinistra non si possono toccare. E infatti subito intervengono a loro tutela i bodyguard del politicamente corretto, gli esponenti dem e i giornaloni tipo Repubblica, per prendere posizione e annunciare la loro ferma condanna. A Vanzaghello il Pd, con la segretaria metropolitana Silvia Roggiani, fa un appello affinché la stampa scomoda si autocensuri: «Chi fa informazione ha una responsabilità. E se qualcuno nel 2020 autorizza la diffusione di simili affermazioni è davvero allarmante. Chiedo a chi promuove e distribuisce questo giornalino di prendere le distanze dall’ ennesimo contenuto imbarazzante. Gli articoli sono un incitamento all’ odio». E poi invita i parroci, don Armando nella fattispecie, a riverire la santa «Costituzione antifascista». Che, per inciso, è la stessa che garantisce a tutti la libertà di stampa. Parimenti democratico è il quotidiano la Repubblica, lo stesso che due giorni fa titolava «Cancellare Salvini» e che tuttavia ha il coraggio di indignarsi per gli articoli altrui, accusando in modo gratuito il giornale parrocchiale di «omofobia, razzismo, antisemitismo». C’ è da arrabbiarsi, ma non da sorprendersi, perché le liste di proscrizione dei preti scomodi, a sinistra, le fanno ormai da tempo, mentre ai preti-compagni tutto è lecito. Per intendersi: un don Massimo Biancalani può far cantare impunemente Bella Ciao nella sua parrocchia, don Paolo Farinella a Genova può tranquillamente chiudere la chiesa il giorno di Natale per protesta contro Salvini, e il vescovo di Palermo può senza problemi trasformare Gesù in un Bambinello Nero.
Però guai a difendere il rosario o la croce: se un parroco come don Mirco Bianchi, parroco a Villamarina e Gatteo a Mare (Rimini), si azzarda a elogiare l’ uso pubblico dei simboli religiosi da parte del leader leghista, il plotone di esecuzione sui social gli dà del «cattofascista», dello «schifoso pretaccio» meritevole della «cura di piazzale Loreto»; e se un don Salvatore Picca, parroco nell’ Avellinese, prova a dire che Salvini «è l’ unico politico che segue il Vangelo», la stampa e i social lo massacrano, gli danno dell’ eretico per non aver seguito Papa Francesco, lo bollano come squadrista e naturalmente come razzista. E occhio a fare come don Ermanno Caccia, già direttore di “Notizie”, il settimanale della diocesi di Carpi: non appena si è permesso di scrivere che «la Lega è ormai il partito di riferimento di buona parte del mondo cattolico» e che il segretario del Carroccio è «uno di noi» perché «parla semplice e schietto», le proteste dei lettori e le pressioni dall’ alto lo hanno costretto a dimettersi dal giornale. Sempre in nome della libertà, s’ intende. Perché l’ unico vero Vangelo da seguire è il Sacro Verbo politicamente corretto.

di Gianluca Veneziani

Da https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13554255/don-armando-bosani-gretini-nazisti-sardine-falce-vanzaghello-rabbia-pd.amp

«Maggio ’68» e modernismo pedagogico

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Segnalazione di Corrispondenza Romana

di Giovanni Tortelli

Nel precedente articolo «Maggio ‘68», la rivoluzione del nulla insistevo sull’essenzialità del carattere di rivoluzione culturale della contestazione del ’68 in quanto veicolo di un nuovo impianto totalizzante di conoscenza che si sostituiva in modo repentino, antitetico e manifesto a quello precedente.

Il pensiero nullificante di Sartre e dei nouveaux philosophes – che costituiva chiaramente l’arché entro la quale si muoveva tutto il preteso rinnovamento pedagogico della contestazione studentesca – era attualissimo nel 1968, ma non era altro che l’ultima versione aggiornata di quella filosofia postmoderna che da Kant in poi, a partire dalla rivoluzione francese, aveva chiuso all’uomo le porte della vita soprannaturale, aveva ridotto la religione a un fatto tutt’al più personale e ridimensionato la Chiesa nei suoi valori e nel suo magistero universale.

Ma per la Chiesa – la quale, va ricordato, esercita la sua azione educativa sia nelle scuole della società civile attraverso accordi presi con gli Stati, sia direttamente attraverso le scuole cattoliche – quel pensiero filosofico scettico, ateo e agnostico era da considerarsi un pericolo tutto sommato meno insidioso, perché esterno, rispetto al modernismo, che invece vi covava dentro e si insinuava sia nel metodo di insegnamento dei maestri cattolici che nel modo di apprendimento dei discepoli cattolici, futura classe docente. Continua a leggere