Salone del Libro: la psicopolizia censura i giornalisti scomodi
di Enrica Perucchietti
Fonte: Revoluzione
A pochi giorni dall’inizio della kermesse, è scattata la censura “rossa” al Salone del libro di Torino: alcuni giornalisti e l’editore Francesco Giubilei sono stati bollati come “neofascisti e razzisti” da Christian Raimo che, essendo membro del comitato editoriale del Salone, riveste un ruolo istituzionale…(si veda l’articolo di Francesco Giubilei).
Nel mirino della psicopolizia sono finiti rispettivamente:Alessandro Giuli(giornalista, autore televisivo e co-conduttore di Povera Patria, mi ha confermato che non era nemmeno stato invitato, quindi non aveva alcun evento in programma),Francesco Borgonovo(già caporedattore del quotidiano «Libero» e autore di La Gabbia su La7, è ora caporedattore per «La Verità», saggista e conduttore di Iceberg su Telelombardia) eAdriano Scianca(direttore de «Il Primato Nazionale», collaboratore de «La Verità» e responsabile nazionale della cultura per CasaPound Italia).A costoro si vorrebbe evidentemente impedire di presenziare alla Fiera e di esprimersi liberamente.
Nell’attuale società delpoliticamente corretto, in cui tutto viene spettacolarizzato e banalizzato, coloro che non si allineano al pensiero unico vengono denigrati, perseguitati e marchiati con lo stigma del “fascismo”.
Il paradosso è che la violenza, la censura e l’atteggiamento squadrista proviene proprio da coloro che si ammantano di slogan buonisti e si infarciscono la bocca di mantra politicamente corretti. Il politicamente corretto è divenuta una vera e propria ideologia che riscrive la lingua, indica una morale a cui sottostare e riprogramma le menti e i comportamenti delle masse. Continua a leggere