Il giustificazionismo di matrice protestante avanza

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Il Direttore del giornale online www.informazionecattolica.it ci ha comunicato oggi il successo di questi editoriali settimanali, che vengono pubblicati ogni lunedì, da circa un anno e mezzo. Hanno picchi di 38.000 visite sul sito, mentre la pagina Facebook del quotidiano ha superato le 160.000 persone raggiunte. “Si tratta di un risultato molto importante per me – ha detto e scritto Matteo Castagnae soprattutto per i contenuti, non sempre facili ed intuitivi, che esprimo coi miei articoli a carattere teologico e metapolitico. Non mi aspettavo un simile successo, che mi stimola a fare sempre di più per i miei lettori, che sono gli unici miei editori, essendo il mio giornalismo un’opera di apostolato cattolico. Ringrazio il Direttore, che ha sempre riposto fiducia nel mio operato e sono lieto che anche i numeri gli diano ragione”. 

L’EDITORIALE del LUNEDI per InFormazione Cattolica

di Matteo Castagna

NELLA NOSTRA SOCIETA’ MANCA IL SENSO DEL PECCATO

La secolarizzazione porta con sé il fatto grave per cui le autorità, gli opinionisti, i filosofi cattolici sembrerebbero aver dimenticato il senso del peccato. Il giustificazionismo di matrice protestante pare avere avvolto anche i migliori, come la nebbia addormenta, in un certo qual modo, i sensi.

Se la Fede senza le opere è morta – come scrive San Giacomo – è, altresì vero che non basta la sola fede per salvarsi. Occorre, in via ordinaria, morire in grazia di Dio, ovvero riconciliati, attraverso il sacramento della confessione, con il nostro Creatore, che è immensa bontà e, altrettanto, somma Giustizia. Non sarebbe buono se non fosse, parimenti, giusto. E’ ovvio che nessuno può sostituirsi a Dio nel giudizio, così come mettere in discussione la Sua infinita misericordia, tanto quanto non ci si può far scudo di essa per peccare fortemente, con pieno assenso e deliberato consenso, in materia grave. Dove starebbe, altrimenti, il merito per la salvezza eterna? Per questo, possiamo ritenere come il colpo da maestro di Satana non solo il fatto di esser riuscito a far credere al mondo che egli non esista, ma soprattutto aver suscitato nella mente di alcuni e, de facto, nella prassi di molte persone, la facoltà di vivere come se anche il peccato non esistesse, o, comunque, fosse un qualcosa di superabile, perché perdonato, in automatico, dal Signore.

Non vi è nulla di più pernicioso per le anime di non riconoscersi peccatrici. Vediamo perché il peccato vada riconosciuto, accusato, perché siano indispensabili una contrizione perfetta nei suoi confronti, il proponimento serio e sincero di non commetterlo più, ed il pieno ravvedimento. Esso è un atto umano contro la Legge divina, che si esprime in pensieri, parole, azioni o omissioni. Trattandosi di atto umano esso presuppone sempre la cognizione e la libertà del soggetto, e quindi sempre qualche grado di malizia. La legge divina è naturale o positiva. Oltre ai peccati mortali e veniali che differiscono per gravità e livello di malizia, vi sono i peccati di specie morale, che sono gli atti che si oppongono alle virtù, in modo contrario oppure diverso.

Il peccato capitale è quello al quale la natura decaduta dell’uomo è molto proclive, e diviene sorgente di molte altre mancanze, senza che questo appellativo significhi che ciascuno di tali peccati sia necessariamente una colpa mortale. Anche le tendenze ai peccati, per cui conviene, in tal senso, parlare di difetti o vizi capitali. San Gregorio Magno rese comune l’uso di annoverare sette peccati capitali: la superbia, l’avarizia, la lussuria, l’invidia, la gola, l’ira e l’accidia. S. Tommaso (S. Theol., I-II, q.84, a. 3 e 4) giustifica questo numero tenendo conto dei beni a cui l’uomo decaduto maggiormente tende, e dei mali da cui più rifugge. Tre, infatti, sono i beni creati ai quali la natura umana, dopo il peccato, è più proclive: la propria eccellenza, donde la superbia; i piaceri dei sensi, donde la gola e la lussuria; le ricchezze, donde l’avarizia. Due sono, d’altra parte, i mali dai quali maggiormente rifugge la natura decaduta: la diminuzione della propria eccellenza, donde l’invidia; la privazione della propria quiete e il dolore, donde l’accidia e l’ira. Nella Sacra Scrittura (Eccle. 9,15), la superbia è detta principio di tutti gli altri peccati; è stato, infatti, il peccato degli Angeli decaduti e di Adamo e, per natura sua, può condurre a qualunque peccato. La lotta contro i peccati capitali e le tendenze ad essi dà una pace profonda perché ristabilisce in noi l’ordine infranto dal peccato. Come sarebbe utile sentir predicare in tutte le chiese queste verità, indispensabili alla vita soprannaturale ed allo stato di grazia!

Ci sono, poi, i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, quelli contro lo Spirito Santo e quelli che rendono l’uomo un pubblico peccatore. Dal sec. XVI invalse l’uso di includere nella prima categoria le colpe che infrangono gravemente l’ordine sociale, e delle quali è detto espressamente nelle Sacre Scritture che gridano al cospetto del Signore, ossia invocano il castigo di Dio su coloro che li commettono. Sono quattro: l’omicidio (Gen. 4,10); la sodomia (Gen. 19,13); l’oppressione delle vedove e degli orfani (Es. 22,22 ss.); il negare la mercede dovuta agli operai (Deut. 24, 14 ss: Giac. 5,4); (Tratto da: B. Markelbach, Summa theol. mor., I, Parisiis 1938, n. 445). Nella seconda categoria, l’espressione peccati contro lo Spirito Santo deriva da testi scritturistici (Matt. 12,31; Marc. 3,29; Luc. 12,10). Si intendeva la sistematica opposizione a qualunque influsso della grazia, da parte dei Farisei, i quali, per malizia, attribuivano al diavolo le opere miracolose fatte da Cristo per confermare la sua divina missione a salvare gli uomini. I Padri e gli Scolastici estesero in questa categoria tutti i peccati che consistono nel disprezzo e repulsione, per cattiva volontà, dei mezzi concessi dalla divina bontà all’uomo, al fine di ritrarlo dal peccato e salvarlo: una tale repulsione è un’offesa tutta particolare allo Spirito Santo, cui vengono attribuite le opere divine di santificazione. Essi sono: la disperazione della propria salvezza; la presunzione di conseguire l’eterna beatitudine senza meriti e penitenza; l’impugnazione ossia la negazione della verità cristiana, conosciuta come rivelata da Dio; l’invidia del bene soprannaturale del prossimo; l’ostinazione nel male, ossia la volontà di persistere nel peccato; il proposito di non pentirsi, ossia il resistere fino alla morte agli impulsi della grazia. Infine, peccatori pubblici sono coloro il cui stato di permanenza nella colpa grave è reso noto per mezzo di una sentenza di condanna, o è, di fatto, conosciuta da una gran parte degli abitanti di un luogo o dei membri di una comunità. Fra i pubblici peccatori si devono, dunque, annoverare, tra gli altri: coloro che danno grave scandalo con la loro condotta contraria alle Leggi di Dio, con ubriachezze e bestemmie; i nominalmente scomunicati o interdetti; i manifestatamente infami; i concubinari e le donne pubbliche, da molti conosciute come tali; coloro i quali notoriamente esercitano una professione illecita, o liberamente e pubblicamente fanno parte di una associazione proibita, ad esempio alla Massoneria, al partito comunista, o altre società dello stesso genere. A tali soggetti sono proibiti la Comunione, il Viatico e l’Estrema Unzione, laddove essi non siano pentiti sinceramente e abbiano dimostrato sincera volontà di riparare, nella misura del possibile, allo scandalo dato. (tratto da: B. Merkelbach, Summa Theologiae moralis, III, Parisiis 1939, n. 89, 277, 705, 871; M. Pruemmer, Manuale theologiae moralis, III, Frigurgi B. 1940, n. 79, 503. Cfr pure tutti gli altri testi di teologia morale e di diritto canonico nei trattati de Eucharistia, de sepoltura ecclesiastica. Contenuti presenti nel Dizionario di Teologia Morale, vol. II, pag. 319 – 322 Card. Roberti – Mons. Palazzini, Ed. Effedieffe 2019, da Edizione Studium, 1955).

Gesù non ha mai detto che essere cristiani sia facile. Occorre meritarsi la corona di Gloria, teniamolo sempre a mente, anche se queste eterne verità vengono sottaciute, deformate o, addirittura negate.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/10/11/il-giustificazionismo-di-matrice-protestante-avanza/

Quei finanziamenti del PD ad un certo mondo “cattolico”

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                                                                                                                                         Mezzetti – Zuppi -Mazza – Bonaccini

 

di Matteo Castagna (pubblicato su Informazione Cattolica di oggi)

“Tres organizaciones caritativas de la Compañía de Jesús (jesuitas) han recibido en los últimos años más de un millón y medio de Open Society Foundations, la fundación del magnate pro aborto George Soros”.

La notizia viene data dalla Aci Press di ETWN, che è il maggior circuito internazionale di informazione del mondo cattolico ufficiale.

Pertanto appare difficile poterla annoverare come fake new oppure come la sparata dei soliti complottisti. Ulteriore notizia è che il circuito in italiano non ha ripreso la cosa, che, evidentemente risulta almeno imbarazzante.
AciPrensa riassume: «Tre organizzazioni caritative della Compagnia di Gesù negli ultimi anni hanno ricevuto oltre un milione e mezzo (di dollari) dalla Open Society Foundations, la fondazione del magnate abortista George Soros».
Inoltre, nel sito web della Jesuit Worldwide Learning Higher Education at the Margins «riconosce la Open Society come uno dei suoi soci».
L’agenzia di stampa si dilunga poi sui finanziamenti di Soros alle organizzazioni abortiste e genderiste nel mondo (ad es. i 12 milioni di dollari donati alla International Planned Parenthood), aspetti che per i cattolici italiani sono abbastanza noti grazie al lavoro di agenzie di stampa cattoliche e indipendenti. Quel che ACI – e molti altri – ignora è che persone di Soros sono entrate nei gangli del sistema di potere italiano, quali le giunte regionali a guida Partito Democratico.
Una per tutte, Elly Schlein (vedi qui), attuale vice presidente della “Regione rossa” e collegata alla Open Society di Soros quando era eurodeputata (vedi qui).

Sono altresì poco noti i finanziamenti dati dal Partito Democratico ad alcune componenti del mondo cattolico ufficiale.

Basti, come esempio, il milione e mezzo di Euro donati ai dossettiani, portati alla luce dal coraggioso consigliere regionale Daniele Marchetti della Lega (vedi qui). Continua a leggere

“Liberaci Signore dalla guerra…e liberaci dalla mala stampa…”

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Segnalazione del Centro Studi Federici

L’Occidente assiste stizzito alla sconfitta degli ultimi terroristi in Siria (un investimento andato male) e si strappa le vesti perché il governo siriano difende la popolazione dalle criminali bande islamiche. 
Pubblichiamo la lettera delle trappiste di un monastero siriano con la quale hanno denunciato lo sporco gioco delle democrazie occidentali (e di quella del Vicino Oriente) e dei loro pennivendoli.
 
Quando taceranno le armi? E quando tacerà tanto giornalismo di parte ?
Noi che in Siria ci viviamo, siamo davvero stanchi, nauseati da questa indignazione generale che si leva a bacchetta per condannare chi difende la propria vita e la propria terra.
Più volte in questi mesi siamo andati a Damasco; siamo andati dopo che le bombe dei ribelli avevano fatto strage in una scuola, eravamo lì anche pochi giorni fa, il giorno dopo che erano caduti, lanciati dal Goutha, 90 missili sulla parte governativa della città. Abbiamo ascoltato i racconti dei bambini, la paura di uscire di casa e andare a scuola, il terrore di dover vedere ancora i loro compagni di classe saltare per aria, o saltare loro stessi, bambini che non riescono a dormire la notte, per la paura che un missile arrivi sul loro tetto. Paura, lacrime, sangue, morte. Non sono anche questi bambini degni della nostra attenzione?
Perché l’opinione pubblica non ha battuto ciglio, perché nessuno si è indignato, perché non sono stati lanciati appelli umanitari o altro per questi innocenti? E perché solo e soltanto quando il Governo siriano interviene, suscitando gratitudine nei cittadini siriani che si sentono difesi da tanto orrore (come abbiamo constatato e ci raccontano), ci si indigna per la ferocia della guerra?

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