Cospito, il plico segreto in moto o via mail? Siamo un Paese ridicolo

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QUINTA COLONNA
Una storia clamorosa che mi ha fatto sorridere e incazzare allo stesso tempo

3 Febbraio 2023, 16:30

Stamani ho letto il famoso documento per cui Repubblica sostiene che in Italia abbiamo come parlamentare e come sottosegretario delle persone dedite a mentire. Vabbè. Ma sulla vicenda Cospito e il documento del Dap c’è una storia clamorosa che mi ha fatto sorridere e incazzare allo stesso tempo e che quindi vi voglio raccontare.

I fatti sono questi. Il ministro Carlo Nordio aveva bisogno delle carte per capire la situazione di Cospito, allora il carcere di Sassari redige una relazione riguardo ai rapporti tra questi mafiosi e l’anarchico. Per consegnare queste carte al Ministro, però, incaricano un motociclista che da Sassari deve arrivare a Roma.

Io mi immagino il motociclista che mette questo rapporto segreto nello zaino, prende il traghetto per la Toscana e scende giù per l’Aurelia arrivando stanco da Nordio. È un’immagine tanto esilarante quanto ridicola tant’è che per un momento ho pensato che fossimo piombati nel Medioevo.

Per approfondire

Tuttavia Nordio ha fretta: ha bisogno di leggere la relazione per capire che cosa sta succedendo in carcere e non può aspettare che il motociclista arrivi a Roma. Quindi, mentre il motociclista è sulla sua motocicletta, il carcere manda una mail allegando il rapporto richiesto dal ministro. Geniale!
Peccato però che, per le leggi straordinarie di questo Stato, i documenti, una volta inviati per mail, non sono più segreti.

Avete capito bene. In tutto il mondo si possono mandare mail segrete, ma in Italia evidentemente no. E non c’è Pec che tenga: i documenti inviati tramite posta elettronica passano infatti da essere segreti a riservati.

Ragazzi, questa è l’Italia: mentre tutto il mondo è alle prese con l’intelligenza artificiale, noi non siamo in grado di mandare una mail segreta e dobbiamo ricorrere ad un poliziotto motociclista per portare dei documenti segreti. Cazzo, esisterà una via di mezzo?

Nicola Porro, 3 febbraio 2023

Castagna a Telenuovo: “Chiudere i Centri sociali, ricettacolo di odio e violenza politica”

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di Redazione

Il nostro Resp. Naz. Matteo Castagna ospite, ieri, dalle 12.40 alle 14.30 circa via Skype di Rosso&Nero, la trasmissione di approfondimento e dibattito condotta da Mario Zwirner su Telenuovo:

Presenti il segretario del PD di Padova Franco Conti, Settimo Gottardo, indipendente di Centro, già sindaco patavino, il sindaco di Vigonza Gianmarco Boscaro di Centrodestra. Ecco le tematiche trattate:
Giusta la presenza di Zelensky a Sanremo? I primi 100 giorni di Meloni premier. La gestione dell’immigrazione ai sindaci. Pugno di ferro del governo con gli anarchici, Castagna chiede la chiusura dei Centri Sociali, ove i “valori” sono odio e violenza politica!

LA REGISTRAZIONE DELLA PUNTATA: https://play.telenuovo.it/rosso-e-nero/tit-13244206

 

Voleva impedire con le bombe il rimpatrio degli immigrati. Arrestato anarchico

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Torino, 26 nov – Questa mattina è stato tratto in arresto un anarchico siciliano con sede a Verona. È accusato di aver fabbricato ordigni esplosivi per compiere attentati contro diversi centri di rimpatrio. Ad eseguire l’arresto del 40enne Giuseppe Sciacca – questo il nome dell’anarchico – è stata la Digos di Torino su mandato dell’Autorità giudiziaria del capoluogo piemontese. L’uomo dovrà rispondere dell’accusa di «fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo».

Gli attentati

Come si apprende da un comunicato della Questura di Torino, l’arresto e la traduzione in carcere dell’anarchico «rappresenta un corollario dell’operazione “Scintilla” eseguita lo scorso 7 febbraio dalla Digos di Torino e che ha consentito di trarre in arresto sei militanti libertari riconducibili al centro sociale “Asilo”». Lo sgombero del centro sociale «Asilo» aveva poi portato, appunto, all’arresto di sei anarchici. L’accusa era quella di «aver promosso, costituito, organizzato e partecipato a un’associazione sovversiva (ex art. 270 c.p.) diretta e idonea a influire sulle politiche nazionali in materia di immigrazione mediante la ripetuta distruzione dei CIE/CPR [Centri di identificazione ed espulsione, poi rinominati Centri di permanenza per i rimpatri, ndr] e con sistematici atti di violenza e intimidazione nei confronti delle imprese impegnate nella gestione delle sopra indicate strutture di accoglienza».

Il Dna inchioderebbe l’anarchico

Grazie alle indagini della Digos di Torino, è stato possibile attribuire all’associazione anarchica ben 21 attentati contro diverse strutture disseminate su tutto il territorio nazionale. Tali attentati sono stati perpetrati sia mediante «l’invio di plichi postali esplosivi» sia attraverso la «collocazione di ordigni rudimentali (taniche di benzina con innesco esplosivo) davanti gli uffici di Poste Italiane». E proprio per alcuni di questi attentati sarebbe stato possibile individuare nella persona dell’anarchico Giuseppe Sciacca il fabbricatore degli ordigni. «L’individuazione dell’autore dell’attentato – si legge nel comunicato della Questura di Torino – è stata possibile grazie al rinvenimento di un idoneo profilo di DNA sul sistema di attivazione del congegno esplosivo che ha consentito poi a questa Digos di approfondire l’attività investigativa su alcuni militanti d’area vicini alla cellula anarchica investigata e di acquisire diversi profili di DNA, tra cui quello di SCIACCA Giuseppe, che è stato poi comparato con quello rilevato sul plico esplosivo, dando piena corrispondenza dei profili genetici».

I precedenti di Sciacca

Giuseppe Sciacca, che ha già ricevuta una condanna irrevocabile per il lancio di due ordigni esplosivi contro il Comando della Polizia Municipale di Parma risalente al 2008, sarebbe stato inoltre molto attivo anche «in occasione della manifestazione internazionale indetta dal movimento anarchico a Torino per protestare contro l’operazione “Scintilla” e lo sgombero dello storico centro sociale “Asilo”». Secondo gli inquirenti, infatti, l’anarchico «era nel “blocco nero” dei libertari “intercettati” in questa via Aosta e successivamente denunciati per il possesso di diverse decine di caschi, maschere antigas, mazze, bottiglie con liquido infiammabile, biglie e bocce di ferro, abbigliamento per travisarsi e medicinali per lenire gli effetti dei gas lacrimogeni, materiale che sarebbe stato altrimenti utilizzato per devastare la città e creare problemi di ordine pubblico». Nonostante i continui allarmi della stampa mainstream su fantomatici «ritorni del fascismo», vengono invece confermati i timori sulla scena dell’anarco-insurrezionalismo, che i servizi segreti, nel loro ultimo rapporto, avevano definito come «l’espressione più insidiosa» dell’area della sinistra estrema.

Vittoria Fiore

Da https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/arrestato-anarchico-voleva-impedire-rimpatrio-immigrati-bombe-137883/

«Maggio ’68», la rivoluzione del nulla

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Segnalazione Corrispondenza Romana

di Giovanni Tortelli

Gli eventi della contestazione studentesca che dalle piazze di Parigi a quelle di mezza Europa dettero luogo al «Maggio ‘68» si configurarono come una vera e propria rivoluzione culturale, e come tale essi furono avvertiti. Della rivoluzione culturale il movimento del ’68 ebbe tutte le caratteristiche: la spontaneità, l’effetto sorpresa, l’iniziativa di base e la trasversalità delle rivendicazioni.

Le quali non furono politiche se non molto indirettamente. Furono bensì portatrici di un nuovo ordine deontologico e teleologico in sostituzione di un sistema nel quale il modo di pensare dell’individuo, l’organizzazione della famiglia e delle istituzioni sociali erano ancora impostati sui principi di una gerarchia e di un’autorità di diritto naturale, principi che vennero definitivamente, se non proprio del tutto improvvisamente, delegittimati.

Beninteso. Nessuna forza delegittimante – tantomeno la contestazione sessantottesca – avrebbe potuto aver fortuna contro archetipi di diritto naturale così impliciti nell’uomo e radicati nel suo stile di vita e nella sua fede come la famiglia, le istituzioni e l’intero ordine sociale inclusa la Chiesa, se non si fosse a suo tempo già proceduto contro di essi a colpi di giacobinismo prima e di modernismo poi.   Continua a leggere