Verona dice basta alla propaganda gender

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di Angelica La Rosa

L’UNIVERSITÀ DI VERONA E’ DA ANNI OSTAGGIO DELLA PROPAGANDA GENDER E DOMENICA 26/11 LO SARA’ ANCHE CON IL PATROCINIO DELL’AMMINISTRAZIONE TOMMASI; LA VERONA DELLA FAMIGLIA E DELLA TRADIZIONE LANCIA UN PRESIDIO DI PROTESTA DAVANTI ALLA SALA TOMMASOLI (LARGO ZANDONAI H 17)

Domenica 26 novembre la Sala civica “Tommasoli” ospiterà un convegno sui cosiddetti “diritti trans” organizzata dalle note sigle globaliste veronesi con l’intervento di Alessandro Zan e patrocinato dall’amministrazione Tommasi.

Dall’adesione alla rete RE.A.DY. per intascare altri soldi dalla Regione, insieme al Centro di Ricerca sulle Teorie Sessuali, o meglio Centro di Propaganda Anti Famiglia Naturale “Politesse”, l’Università di Verona ospiterà solo l’ultima, in ordine di tempo, attività conferenziale pro LGBQIA+ con il patrocinio del Comune di Verona.

Ma sono anni che l’Ateneo veronese viene letteralmente usato come luogo di propaganda contro la Famiglia Naturale, come se l’attacco incondizionato alla prima ed unica cellula sociale possibile rappresenti una tranquilla variante sesso-culturale, quando invece è mero mezzo di livellamento e di lavaggio del cervello per studenti, loro famiglie e future generazioni che, in un futuro globalista iper sorvegliato, dovranno vivere ad uso e consumo di quel turbo capitalismo senza differenze, e quindi senza consapevolezza, sociale, etnica, politica e… sessuale.

Riguardo ai promotori e partecipanti all’evento, stendendo un velo pietoso sul Circolo Pink, vogliamo parlare di Alessandro Zan che vorrebbe in galera chi predilige la Famiglia Naturale? E di Jacopo Buffolo, prodotto perfetto del radicalismo chic veronese, comunista e pacifista a seconda dei casi? E del Centro di Ricerca sulle Teorie Sessuali “Politesse” che viene definito “mangia sovvenzioni”, come una qualsiasi cooperativa di accoglienza migranti?

Ma al di là dei singoli, la cosa peggiore è che ormai da anni l’Università di Verona, da luogo di studio, di cultura, di formazione e di consapevolezza sociale critica si è trasformata in una macchina di propaganda gender fluid ad uso e consumo di una minoranza sistematicamente odiatrice dell’Identità, dei valori tradizionali e religiosi e del concetto stesso di Famiglia naturale, discriminandola di fatto “al contrario”.

Per questo è stato organizzato per domenica pomeriggio a partire dalle ore 17 un presidio di protesta davanti alla sala che ospiterà questo convegno, senza simboli di partito e al quale tutti potranno aderire, sia come movimenti, sia come associazioni ma anche come singoli cittadini.

 

Aderiscono: 

− Palmarino Zoccatelli, Comitato Veneto Indipendente;

− Roberto Bussinello, Avvocato;

− Vito Comencini, Ex Deputato;

− Stefano Valdegamberi, Consigliere Regionale Veneto;

− Luca Castellini, Vice Segr. Naz. Forza Nuova;

− Riccardo Zanini, Resp. Naz. Lotta Studentesca;

− Francesca Menin;

− Gloria Callarelli, Fahrenheit2022;

− Maurizio Ruggero, Comitato Pasque

− Prof. Davide Lovat di Vicenza, saggista

− Avv. Andrea Sartori, Portavoce Naz. Circolo Christus Rex – Traditio; 

− Paolo Bellavite, già Professore di Patologia Generale a Verona, ricercatore indipendente da giugno 2021;

− Alberto Zelger, ex-candidato sindaco e membro del Comitato esecutivo del XIII World Congress of Families.

Grande successo a Verona per la presentazione del libro “Patria e Identità” con G. Amato, A. Sartori e M. Castagna

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NOTIZIA FORNITA ANCHE DA TELENUOVO IL 3/11/2022: https://tgverona.telenuovo.it/attualita/2022/11/03/patria-ed-identita-presentazione-del-libro-a-villa-delser-manor-house E CONFERENZA TRASMESSA IN DIRETTA SU MONDOETICO.TV (https://twitch.tv/mondoeticotv ) E SUI PROFILI FACEBOOK DEL CIRCOLO CHRISTUS REX-TRADITIO E GIANFRANCO AMATO FAN PAGE. GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO E ALTO LIVELLO DEGLI INTERVENTI. Gli autori sono disponibili a presentare il libro su invito, scrivendo a c.r.traditio@gmail.com

SI STANNO CARICANDO GLI INTERVENTI SU YOUTUBE. INTANTO, IL PRIMO STRALCIO:

LA LIBERTA’ DI EDUCARE di Gianfranco AMATOhttps://m.youtube.com/watch?v=Vav2Cb2kocc&t=1s

Matteo Castagna: Ad Jesum per Mariam! La miglior formula per gli auguri di una Santa Festa dell’Immacolata: https://www.youtube.com/watch?v=SUZrtujBj1g&t=15s…

LA RECENSIONE di Angelica La Rosa

Libertà non è fare ciò che si vuole, ma ciò che si deve, con regole che evitino il caos

PRESENTATO A VERONA IL LIBRO “PATRIA E IDENTITÀ” DI GIANFRANCO AMATO E MATTEO CASTAGNA (EDIZIONI SOLFANELLI)

Gianfranco Amato e Matteo Castagna sono due cattolici militanti, che non temono di dire la verità. L’avvocato Amato, classe 1961, è autore di numerosi saggi e presidente dei Giuristi per la vita. Il conferenziere e comunicatore pubblico Matteo Castagna, classe 1976, da oltre vent’anni responsabile nazionale del Circolo Christus Rex-Traditio, è un noto volto mediatico di alcune emittenti venete e, recentemente, anche di La7.

I due sono amici e collaborano al 2018. Quando li si sente tenere conferenze assieme, generalmente si tende a dire che sono complementari. Con stili diversi, dovuti a formazioni e storie personali differenti, hanno entrambi il coraggio di parlare da tomisti convinti, con realismo e una capacità di coinvolgimento su tematiche religiose e d’attualità, che lasciano l’ascoltatore attento e riflessivo.

Nel loro libro “Patria e identità” (Edizioni Solfanelli, Chieti 2022, pp. 152, €12 + eventuali € 1,70 di spese spedizione, acquistabile dall’editore e nelle librerie, anche online oppure scrivendo a c.r.traditio@gmail.com), introdotto dall’avvocato Andrea Sartori, i due firmano e alternano i loro capitoli, che si trovano all’interno di tre parti: “Uno sguardo sulla Politica”, “Un’occhiata sulla Società”, “Una sbirciata sulla Chiesa”. Ne esce un testo alla portata di tutti che serve, nell’intenzione degli autori, a riflettere sulle questioni principali dell’uomo d’oggi, che vanno dalla critica politica al pensiero identitario sulla società, dalla Dottrina Sociale della Chiesa alla rivendicazione delle verità morali senza peli sulla lingua.

Presentato, in anteprima nazionale lo scorso giovedì 3 Novembre 2022 a Verona, nello splendido contesto classico di Villa Delser Minor House, il testo offre vari argomenti di riflessioni. Di fronte alle crisi individuali, economiche, sociali, religiose, materialiste, individualiste, relativiste, liberali, social-comuniste, globaliste, gli autori spiegano, a tratti con guareschiana ironia, quale potrebbe essere la via d’uscita per una autentica libertà. “Libertà non è fare ciò che si vuole, ma ciò che si deve, con regole che evitino il caos” – afferma Castagna. “La libertà è Cristo, Via, Verità e Vita” – chiosa Amato, mentre l’avvocato Sartori ricorda al proposito che proprio Gesù disse “la Verità vi renderà liberi“.

“Ateismo, edonismo, scientismo, società fluida sono i virus della post-modernità – continua Matteo Castagna – per i quali vi è solo una dose di vaccino che crea gli anticorpi per tutta la vita: il Cattolicesimo che opera per il bene comune”. “ – aggiunge Amato – ma nella valle di lacrime che stiamo vivendo abbiamo l’obbligo morale di rendere sempre più visibile e militante questa lotta che ci vedrà vincitori perché l’hanno detto sia Gesù col ‘non praevalebunt‘, sia la Madonna con la garanzia che ‘il suo Cuore Immacolato trionferà‘”.

Due sono i motti degli autori: “Stat Crux dum volvitur orbis!” e “sub Christi Vexilli Regis militare gloriamur!”. Attraverso un apostolato di testimonianza pubblica della Fede, aperto a tutti coloro che vogliano contribuire, secondo le loro propensioni, alla maggior gloria di Dio, da soldati di Cristo, da discepoli, da ausiliarie, da persone di preghiera e contemplazione, i due autori si battono per l’affermazione del principio teologico della Regalità Sociale di Cristo.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2022/11/06/liberta-non-e-fare-cio-che-si-vuole-ma-cio-che-si-deve-con-regole-che-evitino-il-caos/

 

Antonio di Padova: il romanzo di una vita

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DAL PORTOGALLO ALL’ITALIA, INSEGUENDO LA PASSIONE DEI MARTIRI FRANCESCANI DEL MAROCCO

A cura di Angelica La Rosa

Sant’Antonio da Padova (in portoghese António de Lisboa), nato a Lisbona nel 1195 e morto a Padova il 13 giugno 1231, cercò a lungo tutta la sua giovinezza la strada indicata dal Signore. Prima fra gli agostiniani e poi fra i francescani, dove finalmente trovò il suo percorso spirituale. Dal Portogallo all’Italia, inseguendo la passione dei martiri francescani del Marocco, senza lasciarsi scoraggiare dall’esperienza di una lunga malattia, ma soprattutto scoprendo, a poco a poco, la forza della Parola di Dio e della predicazione.

Dopo Francesco e Chiara (ripubblicati da Terra Santa Edizioni rispettivamente nel 2018 e nel 2019), “Antonio di Padova – Il romanzo di una vita” (Terra Santa Edizioni, Milano 2021, pp. 208, 16 €) esce in questi giorni il terzo romanzo della trilogia di un grande autore religioso del Novecento, dalla scrittura trascinante, padre Nazareno Fabbretti (1920-1997).

Fabbretti fu frate francescano, scrittore e giornalista, autore di decine di libri, appartenenti soprattutto al genere delle biografie di figure spirituali come i già citati san Francesco e santa Chiara d’Assisi, ma anche di san Bernardino da Siena e di santi pontefici come Giovanni XXIII e Paolo VI. Seguì il Concilio Vaticano II come inviato de La Gazzetta del Popolo di Torino, oltre che per La Stampa, il Corriere della Sera e altre testate, scrivendo articoli sulla Chiesa e sul vaticano, nonché sulla situazione internazionale conducendo inchieste in tutto il mondo.

La raffinatezza narrativa dell’autore trascina in quest’ultimo libro proposto da Terra Santa Edizioni al cuore di una storia affascinante e rocambolesca, un’autentica vocazione mistica, quella di uno dei santi più amati nel mondo, Antonio da Padova, il cui culto è fra i più diffusi nel Cattolicesimo.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2022/06/13/antonio-di-padova-il-romanzo-di-una-vita/

Trans pentito viene minacciato di morte dagli LGBT

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Grave fenomeno di “transfobia” di cui ignoriamo l’opinione dei vari Zan, Cirinnà, Boldrini…n.d.r.

di Angelica La Rosa

VITTIMA DI ABUSI SESSUALI, SENZA AVERE DISFORIA DI GENERE, SI ERA CONVINTO D’ESSERE TRANSESSUALE. OGGI METTE IN GUARDIA DAL TRANSGENDERISMO E DALLE CONSEGUENZE DEI CAMBIAMENTI DI GENERE

Diego Torres dall’età di 12 anni, per due anni, ha visto la sua vita stravolta dopo aver subito abusi sessuali da parte di un conoscente. “Nella mia mente pensavo che non avrei mai più potuto sposare una donna e avere figli, e pensavo di aver perso la mia dignità di uomo. Mi ero creato uno stereotipo, pensavo che tutte le mie relazioni sarebbero sempre state fallimentari”, ha ricordato in un’intervista.

Dopo quegli abusi sessuali, senza avere disforia di genere, si convinse di essere transessuale. Così cominciò a frequentare i circoli LGBT, iniziò ad avere relazioni omosessuali all’età di 14 anni e presto iniziò a frequentare anche locali e gruppi LGBT, mentre studiava teatro. Torres si convinse che la transizione di genere fosse la soluzione ai suoi problemi, mentre “in realtà li ha solo peggiorati”. Oggi, pentito, affronta e avverte delle gravi conseguenze, lui che è stato per mesi immerso nella droga e nel processo di cambio di genere. Dopo aver abbandonato questa condizione, ora mette in guardia da questo movimento e dalle conseguenze dei cambiamenti di genere.

In una delle sue ultime interviste questo giovane uruguaiano ha raccontato come è cresciuto in un’infanzia idilliaca: ha sempre avuto tutto, suo padre aveva una buona posizione nel governo, sua madre era una donna d’affari, mentre lui era un grande studioso.

“Avevo 18 anni quando mi hanno proposto di vestirmi da donna per la prima volta… e ho accettato”, ha ricordato. “Tutto è iniziato provando una parrucca un giorno. Un altro giorno ancora misi dei tacchi. Allora pensavo: non è altro che teatro. Non avevo la disforia di genere, ho sempre capito che ad un certo punto della mia vita avrei dovuto fare un esame prostatico, sapevo che il sesso non si poteva cambiare, ma volevo esagerare e imitare il sesso femminile perché pensavo che con quello avrei potuto riempire il mio vuoto e la mia solitudine”.

Il travestirsi non alleviò il suo vuoto e si decise a fare il passo successivo. “Ho iniziato a prendere gli ormoni che compravo, con i contraccettivi, in farmacia. Li ho iniettati clandestinamente senza prescrizione medica e allo stesso tempo ho iniziato con i farmaci”, ha affermato.

Torres ha ricordato anche che “una notevole maggioranza” dei membri del movimento trans che frequentava consumava più sostanze stupefacenti. “Io ho iniziato con la marijuana, poi ho continuato con un grammo di cocaina ogni fine settimana e ho finito per consumarne cinque grammi al giorno”.

Così il vuoto e la dipendenza dalla droga cominciarono a guadagnare terreno nella sua vita finché non prese i suoi risparmi e andò a Buenos Aires. In teoria quei soldi gli avrebbero permesso di vivere tre anni nella capitale argentina, ma spese tutto in poche settimane, cercando la morte attraverso gli eccessi, gli sballi e le relazioni intenzionali con i malati di HIV.

Dopo aver toccato il fondo, e dopo un percorso volontario di riabilitazione in Uruguay, capì tutto: “quello che pensavo di essere non era vero. C’era un disegno originale nella mia vita e dovevo lottare per questo”.

Il giovane, in quel periodo, ritrovò anche la fede cattolica. “Ha giocato un ruolo importante nella mia riabilitazione. La fede mi ha aiutato a capire chi ero”. Oggi Diego è minacciato di morte dagli LGTB che pensano che abbia “frodato il gruppo, che non credono nel cambiamento o perché sono preoccupati che dirò delle cose che ho visto”. Insieme alla sua vita, gli attivisti LGBT hanno minacciato di morte anche alcuni suoi parenti.

Ma le minacce non sono le uniche conseguenze della sua militanza Lgbt. Torres spesso ha ricordato che la terapia ormonale ha conseguenze irreversibili, invitando i giovani a non cadere nel tranello.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2022/05/27/trans-pentito-viene-minacciato-di-morte-dagli-lgbt/

 

Texas, ripristinata legge contro l’aborto: “L’Italia prenda esempio”

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UNA CORTE D’APPELLO FEDERALE AMERICANA HA RIPRISTINATO L’EFFICACIA DELLA LEGGE TEXANA CHE VIETA L’ABORTO QUANDO SI RILEVA IL BATTITO CARDIACO FETALE, POCHI GIORNI DOPO CHE UN TRIBUNALE DI GRADO INFERIORE L’AVEVA SOSPESA

di Angelica La Rosa

«Mentre qui in Italia si discute su come si possono eliminare le persone che soffrono (col suicidio assistito o con l’eutanasia proposta dai Radicali), una Corte d’appello federale americana ha ripristinato l’efficacia della legge Texana che vieta l’aborto quando si rileva il battito cardiaco fetale, pochi giorni dopo che un tribunale di grado inferiore l’aveva sospesa», nota Toni Brandi, Presidente di Pro Vita & Famiglia.

«I sostenitori della vita non devono mai darsi per vinti» prosegue Brandi: «Sta a noi perseverare con la testimonianza e con l’azione per promuovere la cultura della vita e tutelare il diritto di esistere dei più fragili, di coloro che non hanno voce: il “prodigioso duello” imperversa, ma alla fine la vittoria è della Vita e della Verità».

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/10/11/texas-ripristinata-legge-contro-laborto-litalia-prenda-esempio/

“Non legalizzerò aborto, nozze gay o eutanasia. Non importa la pressione internazionale”

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NAYIB BUKELE (PRESIDENTE DI EL SALVADOR) SCHIETTO: “LA RIFORMA COSTITUZIONALE NON LEGALIZZERÀ NULLA DI TUTTO CIÒ”

Di Angelica La Rosa

Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha radicalmente escluso che i progetti di riforma della Costituzione, che consegnerà all’Assemblea legislativa, includano modifiche agli articoli che regolano il matrimonio, l’aborto e l’eutanasia. E ha assicurato che “non proporrà nessuna di queste cose, non importa quanta pressione internazionale possa avere”.

Il presidente salvadoregno ha spiegato su Facebook sia la sua decisione che le ragioni: “l’opposizione ha così paura di una riforma costituzionale che smantella il sistema di privilegi di cui hanno sempre goduto, che si è occupata di diffondere pettegolezzi” e una sporca campagna elettorale dicendo “che l’intenzione è quella di approvare l’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’eutanasia”.

“Niente di più lontano dalla realtà”, ha assicurato Bukele. “Mi conoscete da molti anni e sapete che non proporrei nessuna di queste cose… Anche alcune brave persone… sono cadute preda dell’inganno”.

Bukele ha deciso, affinché non ci siano dubbi, di non proporre alcun tipo di riforma a qualsiasi articolo che abbia a che fare con il diritto alla vita (dal momento del concepimento), con il matrimonio (mantenendo solo il disegno originale, una uomo e una donna) o con l’eutanasia.

Il presidente ha concluso il suo messaggio mettendo il Paese nelle mani di Dio (parlando di “una Costituzione che ci porti al futuro, ma mantenendo sempre i nostri principi e la nostra fede in Dio, come forza che guida tutte le nostre azioni”.

Nei giorni scorsi i vescovi di El Salvador avevano chiesto che la futura Costituzione continuasse a rispettare la vita umana fin dal suo concepimento e l’istituzione della famiglia.

Fonte: https://www.informazionecattolica.it/2021/09/19/non-legalizzero-aborto-nozze-gay-o-eutanasia-non-importa-la-pressione-internazionale/