La Polonia aumenta i tassi di interesse per limitare l’inflazione (dopo l’acquisto di tanto oro)

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Una vera sorpresa è arrivata dalla Polonia, la cui banche centrali ha inaspettatamente aumentato i tassi di interesse di 40 punti base, cedendo alle pressioni per una lotta all’aumento dell’inflazione che ha già spinto le vicine Ungheria e Repubblica Ceca ad iniziare a inasprire la politica monetaria. Nessuno dei 29 economisti intervistati da Bloomberg aveva previsto l’aumento che ha spinto il tasso di riferimento allo 0,5%, a fronte di un’inflazione al 5,8%.

Ecco l’andamento dell’inflazione polacca:

Il primo aumento della Polonia dal 2012 è arrivato il giorno dopo che il governatore della banca centrale Adam Glapinski aveva segnalato la disponibilità dei decisori ad aumentare i tassi, anche se non aveva parlato dell’imminenza di questa decisione.  Arriva anche un giorno dopo che il banchiere centrale ha affermato che la Polonia avrebbe cercato di acquistare 100 tonnellate di oro nel 2022.

Uno sguardo più attento alla dichiarazione rivela che la decisione sembra essere stata un po’ caotica e mentre affermava che era stata motivata dal tentativo di ridurre l’inflazione al suo obiettivo nel medio termine, la dichiarazione non specifica inoltre se si tratti di una decisione una tantum o del primo passo di un’inversione di tendenza di lungo periodo.

A differenza della Fed, almeno la Polonia ha avuto il coraggio per l’inflazione che sembra non essere più transitoria, e invece “potrebbe rimanere elevata più a lungo del previsto”.

“Tra una probabile ulteriore ripresa economica e condizioni favorevoli del mercato del lavoro, l’inflazione potrebbe rimanere elevata più a lungo del previsto”

“Anche se l’impatto di alcuni fattori dell’offerta attualmente in aumento dell’inflazione diminuirà l’anno prossimo, l’aumento dei prezzi globali sia dell’energia che delle materie prime agricole osservato negli ultimi mesi potrebbe ancora aumentare la crescita dei prezzi nei prossimi trimestri”. nello stesso tempo la crescita sembra essere sufficiente a mantenere una crescita sostenuta nonostante il ritocco dei tassi, come si può vedere.

Anche la disoccupazione permette una visione positiva della situazione:

Bloomberg osserva che la dichiarazione ha anche omesso una frase che diceva che la banca centrale continuerà il suo programma di acquisto di obbligazioni. Quindi il QE polacco, a favore del governo, non si interromperà troppo presto, come quello della BCE.

Fonte: https://scenarieconomici.it/la-polonia-aumenta-i-tassi-di-interesse-per-limitare-linflazione-dopo-lacquisto-di-tanto-oro/?utm_medium=push&utm_source=onesignal&utm_campaign=push_scenarieconomici

 

Draghi: sulla fine del QE “non è detta l’ultima parola”

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Mario DraghiSegnalazione di Wall Street Italia

di Alessandra Caparello

L’inflazione è sulla giusta via ma “c’è ancora bisogno di misure accomodanti significative”. Torna a parlare di Quantitative easing il numero uno della banca centrale europea Mario Draghi nel corso del suo intervento al Forum economico di Sintra in Portogallo dove partecipano anche i suoi colleghi della Fed e della Bank of Japan, rispettivamente  Jerome Powell e Haruhiko Kuroda.

Per Draghi non è detta l’ultima parola in merito alla fine del Qe.

“Nel 2017 la crescita dell’Eurozona è stata superiore a quanto ci eravamo aspettati: la crescita su base annuale registrata nel quarto trimestre è stata la più forte in una decade. Ma nel 2018 la crescita ha rallentato e, fino ad ora, è risultata inferiore alle nostre attese (…) Riguardo la politica monetaria della Bce, come indicato la scorsa settimana il progresso realizzato sino ad ora verso un aggiustamento sostenuto dell’inflazione è stato sostanziale.La fine prevista dai nostri acquisti netti di attività a dicembre di quest’anno è soggetta al fatto che i nuovi dati macro confermino l’outlook di medio termine dell’inflazione. Inoltre il programma di acquisto di attività può sempre essere utilizzato qualora dovessero manifestarsi fatti contingenti che al momento non vediamo”.

Draghi ha sottolineato come la fiducia del ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo di lungo periodo si sia molto rafforzato nel corso degli ultimi mesi, ma  l’incertezza permea l’outlook economico.

“Con le attese di inflazione a lungo termine ben ancorate, la forza di fondo dell’economia europea e il continuo ampio grado di accomodamento monetario consentono di poter essere fiduciosi in una convergenza dell’inflazione verso il nostro obiettivo e che questa convergenza possa essere mantenuta anche dopo una chiusura graduale del nostro programma di acquisti netti di attività”.

Perciò, dice Draghi, la “politica monetaria nell’Eurozona deve rimanere paziente, persistente e prudente”. Continua a leggere

Argentina ricorre all’FMI e popolo scende in piazza

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Argentina ricorre all'FMI e popolo scende in piazzaSegnalazione Wall Street Italia

di Alessandra Caparello

Una debacle finanziaria che riapre vecchie ferite per gli argentini quella degli ultimi giorni con la valuta nazionale, il peso, sotto la minaccia dell’iper inflazione e un presidente Mauricio Macri che per salvare l’economia e risparmiare il suo popolo da una nuova crisi finanziaria chiede aiuto al Fondo Monetario Internazionale.

Nonostante la banca centrale dell’Argentina abbia deciso per un maxi rialzo dei tassi tre volte dal 27 aprile, issandoli al 40%, il peso ha continuano a crollare e il presidente ha dovuto fare ricorso al Fondo monetario internazionale, cercando un accordo di stand-by per un prestito di almeno 30 miliardi di dollari (anche se altre fonti parlando addirittura di 50 miliardi). Che significa in stand by? Che non verrebbe incassato subito, ma utilizzato se la situazione dovesse peggiorare ancora. Continua a leggere

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