La Comunità e il nostro viverla

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dell’ Avv. Andrea Sartori

La Famiglia la prima Comunità

Come ci approcciamo al mondo

Non veniamo al mondo così, per caso, o meglio credo che i nostri genitori ci abbiano desiderato, quindi la nostra venuta al mondo è qualcosa di speciale, qualcosa che parla sempre di amore.

Così la prima comunità in cui arriviamo è la famiglia, quella fatta dai genitori, e se ci sono dai fratelli, che si allarga, poi, ai parenti.

L’identità

che si esprime nell’appartenenza, con tradizioni, modi di approccio alla vita di tutti i giorni, con la storia che si tramanda nelle generazioni tramite i racconti degli anziani, è la caratteristica più importante, se non la fondante.

In principio siamo indifesi nel mondo e la nostra protezione sono i genitori. Con calma impariamo a riconoscere voci, suoni, colori, e il nostro nome che tutti ci ripetono in un loop infinito, con sorrisi e versi che nulla dicono se non strapparci un sorriso.

Poco dopo troviamo una nuova comunità, l’asilo nido, o la scuola materna, iniziamo a confrontarci con i nostri pari… Un confronto che in realtà è una crescita costante, accompagnata da amorevoli insegnanti che si prendono cura quasi fossimo loro figli, o almeno così dovrebbe essere. Continua a leggere

La missione dell’Avvocato

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dell’Avv. Andrea Sartori di Verona

Avvocato una missione

La mia professione è una missione.

Sì, lo dico senza presunzione, ma per esperienza.

E’ una missione perché assistere le persone e cercare di risolvere i loro problemi è una missione, consolatoria, perché il primo impatto che si ha con il cliente è sempre quello del turbamento per qualcosa che non funziona, che non è secondo la legge.

Quindi, ascoltare come viene vissuto il problema, inquadrare la persona che si ha di fronte, farle capire che chi ha davanti non è solo un tecnico del diritto, ma è una persona che può comprendere anche il disagio o la rabbia del raccontare il perché sia lì ad un appuntamento, è comprensione.

Così nasce l’empatia.

Il primo passo per entrare nel problema e fare in modo che la persona lasci in ufficio il suo pensiero.
E’ una missione di intercessione, nei confronti della controparte, nei confronti del giudice, per arrivare allo scopo, quello di ristabilire la legalità.
Accade anche quando non c’è un giudice di mezzo e le necessità sembrano prettamente economiche.

Qualsiasi problema ha una radice di incomprensione alla propria base, la prima incomprensione è di chi il problema lo vive, poi c’è quella di chi il problema non lo accetta, ed anche quella di chi rifiuta la soluzione.

Talvolta mi chiedono di adoperarmi perché “è una questione di principio”.
Perdono così di vista che il vero problema è comprendere quale sia il principio.
E se poi perdono anche la vertenza, rischiano di non capire nemmeno più da dove arrivava la loro richiesta.

In chiesa, accanto a mio padre, ascoltando l’omelia la scorsa settimana, ho sentito il parroco che diceva: Gesù è stato il primo avvocato, chiamato ad intercedere presso Dio per la salvezza delle anime.

Ecco, io non sono Gesù, mio padre non è Dio, non salvo anime, ma propongo soluzioni possibili, cercando di usare al meglio e con onestà gli strumenti giuridici.

I risultati non si misurano, a mio parere, sul numero di vittorie. Io non scendo in battaglia.

I risultati li misuro sulla soddisfazione della persona che si è affidata e fidata.

Qualcuno ne approfitta, pazienza. La prossima volta con qualche altro patrocinatore, capirà.

E’ un lavoro, e come tutti i lavori va retribuito. Ma per me non è solo un lavoro.

fonte – https://www.secondoandrea.it/la-missione-dellavvocato-professione-esperienza-legalita-empatia/