Dal Porcellum allo Scrofum

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Segnalazione Quelsi

PAPPE

by Giuseppe Mele

Finito l’orgasmo della vittoria fiduciaria parlamentare sulla nuova legge elettorale, resta in tutti un grande vuoto. Un sapore dolceamaro in bocca. Anche perché se non il Pd non abolirà il Senato nella forma attuale, la nuova legge elettorale valida solo per una Camera dal 2016 in poi, abortirà. Non si vede, negli aspetti fondamentali, in cosa poi differisca la vecchia legge elettorale Porcellum, portata al pubblico ludibrio davanti all’opinione pubblica per anni e poi condannata istituzionalmente, dal nuovo Italicum. Surrettiziamente entrambi i sistemi introducono premiership e scandalosi premi di maggioranza. Entrambi affidano la nomina degli eletti alle cabine di segreteria senza rapporto con gli elettori. L’unica differenza di rilievo sta nei maggiori poteri per il premier, equiparato al Capo dello Stato. Nella tattica, c’è la centralità della lista sulle coalizioni, oggi utile premio per il Pd o per il M5S di domani, sicuro danno per l’attuale destra frammentata.

La nuova legge, che per coerenza sull’epiteto precedente dovrebbe essere chiamata Scrofum, ribadisce la volontà di abbattere i fondamentali della Costituzione scritta per una Repubblica parlamentare, proporzionale, dove tutti erano deboli tranne l’ultima minoranza. Proseguendo l’intento di Berlusconi, Renzi ha blindato insieme cancellierato e maggioritario, versione mutante di quelle europee. Lo Scofrum dà tutti i poteri ad uno stretto vertice, che diventa veramente il più forte in una Repubblica de facto presidenziale e presto momocamerale. Tutti i difetti precedenti, strillati per anni anche da tutto il Pd, incluso Renzi, vengono confermati.

Lo Scofrum viene però ben accolto da media e poteri forti perché è comunque risultato del Pd, partito dell’estabilishment burocratico e promette di facilitare le permanenza del suo governo. Il che dimostra che tutta l’ira contro vecchi, nominati, caste, burocrazia, partiti, segreterie era del tutto strumentale. Che le piazze che hanno creduto alle campagne del cambiamento sono state credulone. Che tutto è stato una grande caciara di dimensioni galattiche messa su solo per motivi di fazione contro il centrodestra al potere.

La legge è, per ironia della sorte, una vittoria di Berlusconi, volta contro di lui. Un po’ come l’eredità di Cesare sottratta da Ottaviano al legittimo Antonio. Dove l’operato della destra si era limitata a creare un roseo e grazioso porcellino, la sinistra, sempre più grave e greve, ha creato un robusto, irsuto, coriaceo scrofo, molto più pericoloso e indigeribile.

L’ultimo voto fiduciario l’hanno dato 334 deputati. 263 del Pd, 33 alfaniancasinisti, 25 ex montiani, 13 tabacciani, 18 nenciniani. L’hanno dato i nuovi parlamentari, giovani e donne del Pd, cresciuti a convention, workshop e dispense a fumetti, che non sono di sinistra o di destra, ma governativi, in quanto carrieristi. Con loro tanta altra gente eletta con e da Berlusconi, al centro e da destra. E’ stata una maggioranza centrista se non destra a votare lo Scofrum. Tra chi non l’ha votata, solo i 65 Pd postcomunisti e i 15 leghisti, forse i 91 grillini, avrebbero voluto l’antico proporzionale secco, garanzia di crisi e rielezioni a gogo. Più combattuti i 70 forzisti e gli 8 rampelliani, sostenitori storici del maggioritario.

Sulla strada di due che si sono odiati parecchio come Craxi e Segni, sulla via di Berlusconi, Renzi impone il suo Scrofum e si gode oggi la vittoria ed il cambiamento a prescindere dai contenuti. D’altronde anche pe Berlusconi, il Nazareno ed i suoi patti non contavano per i contenuti della legge elettorale quanto per il connubio Pd-Fi che ridava vitalità al suo partito. Che ha comunque capitanato una strana opposizione sinistrodestraindignata.

L’impianto legislativo inverte le parti del debole premier e del forte Presidente. Chi ama la Costituzione fa bene a indicare il pericolo. Chi preferisce realtà e modernità, esulterà sapendo che non ci saranno mai più dei Napolitano e degli Scalfaro. Il prossimo passo metterà sotto il Csm, l’unico potere oggi capace di mettere in ombra il premier. Dopodiché l’inquilino di Palazzo Chigi sarà uguale ai suoi colleghi anglofrancoamericani.

Ps. In omaggio alla madrina del provvedimento, che viene dalla terra dei butteri e dei cinghiali, lo slogan di 30 anni recita: “dal Cinghialone a consorte”.

Giuseppe Mele | maggio 6, 2015 alle 11:45 am | Etichette: italicumlegge elettorale,porcellumscofrum | Categorie: ItaliaPolitica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-9hA

 

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