I virologi piangono solo se zittiscono loro

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di Francesco Giubilei

Dopo mesi di marginalizzazione dal dibattito pubblico e mediatico di ogni voce che provasse ad avanzare dubbi sulla gestione della pandemia in Italia, anche i virologi gridano a una presunta censura nei loro confronti a causa di un ordine del giorno discusso in parlamento. Il coro unanime di Galli, Bassetti e Preglisco “no al bavaglio” arriva a causa dell’odg al Dl green pass bis che afferma: “I professionisti sanitari possono fornire informazioni relative alle disposizioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria in corso su esplicita autorizzazione della propria struttura sanitaria”.
In poche parole i virologi e tutti i medici, prima di rilasciare dichiarazioni o interviste sui media, devono farsi autorizzare dall’azienda sanitaria in cui lavorano per “evitare di diffondere notizie o informazioni lesive per il Sistema sanitario Nazionale e di conseguenza per la salute dei cittadini”. Una proposta sulla carta sbagliata ma nata dopo un anno e mezzo di sovraesposizione mediatica in cui i virologi hanno detto tutto e il contrario di tutto nei principali media nazionali.
La levata di scudi dei virologi contro la presunta censura contraddice il loro silenzio nei mesi passati quando a non avere spazio erano voci critiche di molte decisioni legate al covid non da un punto di vista medico ma politico, sociale, economico e costituzionale. Numerosi giornalisti, costituzionalisti, intellettuali hanno avanzato legittimi dubbi sul green pass o su misure che mettono in discussione diritti costituzionali eppure, pur non addentrandosi in analisi di carattere medico, sono stati etichettati come no-vax e marginalizzati. Sarebbe stato importante anche in questo caso che i virologi si esprimessero contro la censura e il bavaglio. Eppure nei mesi passati non abbiamo sentito nessun appello alla libertà di parola e di dissenso su determinate scelte politiche.
Al contrario, ogni volta che qualche commentatore aveva l’ardire di contraddire le posizioni dei virologi, veniva tacciato come antiscientifico. Il problema è che nell’ultimo anno e mezzo molti di loro non si sono limitati a parlare di medicina o covid da un punto di vista scientifico ma sono diventati veri e propri tuttologi intervenendo quotidianamente su ogni tema e sostituendosi spesso alla politica. Abbiamo assistito al paradosso che, mentre i virologi accusavano commentatori a vario titolo di parlare a sproposito di medicina e di “dover studiare”, erano essi stessi a esprimersi su argomenti in cui deficitavano di una preparazione. Si sarebbero perciò dovuti accorgere prima che la libertà di parola va sempre difesa e non solo quando ad essere toccati sono i propri interessi.

LA CEI CHIEDE INFORMAZIONI ALLE DIOCESI SUI MIGRANTI ACCOLTI. IL COMMENTO DI PEZZO GROSSO

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Logodi Marco Tosatti

“Stilum Curiae” è stato informato di una notizia che se confermata appare molto interessante, visto il clima in cui si vive in questi giorni a seguito delle decisioni del governo per frenare il traffico di esseri umani, e le attività – lucrose – delle ONG. La CEI ha mandato a tutti i Vescovi fogli da compilare per raccogliere informazioni su quanti richiedenti asilo sono stati accolti da loro, dove, in quali strutture e così via.

Non dimentichiamoci che in questo sostanzioso business la Chiesa e organizzazioni collaterali ad essa sono fortemente interessate.

Chi volesse avere informazioni più dettagliate, nel silenzio dei media mainstream (ma come potrebbe essere altrimenti? Un figlio del proprietario del più grande gruppo editoriale italiano è dirigente di una ONG che ha due navi impegnate nel traffico…) può leggere questa inchiesta in tre parti della collega Francesca Totolo.

Parte Prima

Parte seconda

Parte Terza

Noi invece leggiamo che cosa ha da dire in proposito Pezzo Grosso…: Continua a leggere