7 libri imperdibili su banche, usura e moneta

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7 libri imperdibili su banche, usura e moneta, è questa la proposta di Gingko Edizioni di Verona.

In questo bundle troverai 7 libri imperdibili:

  • L’economia spiegata facile
  • Usurai, vil razza dannata
  • PIIGS
  • La tirannia nascosta nei nostri soldi
  • Prediche nel deserto
  • Usurocrazia svelata
  • Storia delle banche centrali

L’economia spiegata facile

È il best seller della casa editrice, che è stato best seller anche su Amazon.

È stato premiato con il Diploma d’onore della giuria del concorso Milano international e con il Marchio di qualità al Concorso Microeditoria di qualità.

riconoscimenti e premi al libro di economia spiegata facile

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12 errori d’investimento da evitare dopo i 50Fisher Investments Italia

Vendute oltre 6.000 copie ha raggiunto le due edizioni e le quattro ristampe.

dettaglio del libro di economia spiegata facile

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In un sistema finanziario iniquo e disonesto le banche private conieranno il denaro per il loro guadagno personale. Le società organizzate per la produzione saranno sotto al loro dominio.


PIIGS

È ispirato al celebre docufilm campione di incassi e di programmazioni nei cinema per la sua categoria.

Il libro svela il backstage e tutto ciò che non è riuscito a dire nel film.

PIIGS

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Il debito nazionale non può avere un tetto massimo. Imporre un tetto al debito è un’assurdità, perché provocherà deflazione e alla fine non vi sarebbero più soldi in giro.

Prediche nel deserto

Una raccolta di articoli di Paolo Barnard scritti dal 2008 sino al giorno prima della fine del mandato di Mario Monti, il 28 aprile 2013. Si tratta di politica internazionale, nazionale ed economia.


 

Usurocrazia svelata

Chi controlla l’emissione del denaro possiede un’arma di potenza inaudita. Chi lo può produrre dal nulla può anche comprare sia beni materiali che tutti quegli uomini che son pronti a vendersi, in spregio a ogni morale. Conoscere il potere dell’usura è il passo obbligato per creare una società prospera e giusta.


Storia delle banche centrali

Stephen Mitford Goodson è nato in Sud Africa, dove s’è laureato in Legge, Filosofia ed Economia.

Entrò nel mondo della finanza e nel 2003 ricoprì la carica di direttore della South African Reserve Bank, con l’ambizione di voler trasformare il mondo della finanza sudafricana.

Ha pubblicato una dozzina di libri, spesso creando fortissime controversie.


Gingko Edizioni ha riservato un prezzo speciale ai lettori di Scenarieconomici.it, ma per un PERIODO LIMITATO.

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LIRA O EURO, L’IMPORTANTE CHE L’EMISSIONE SIA DELLO STATO

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di Emilio Giuliana

Oggi più che mai, con l’avanzare della crisi economica e il conseguente impoverimento degli italiani, per tornare a condizione economiche dignitose si fa sempre più strada l’idea, che la soluzione al problema è il ritorno alla moneta lira dalla moneta euro. In parte,  la maggioranza delle persone, ha percepito che la capitolazione economica è determinata dall’utilizzo che se ne fa della carta moneta, però i più non hanno compreso il meccanismo che disciplina e regolamentazione il conio e la stampa dei “soldi”. I soldi vengono creati da Banche private, oggi l’Euro dalla BCE, ieri la Lira dalla Banca d’Italia privata. Questo è l’inghippo, l’anomalia monetaria, non se europea o nazionale, no se Euro o Lira, ma le Banche private. Dunque è necessario, che sia essa la  Lira o l’Euro, che siano Banche dello Stato a stampare soldi, così come sotto spiegato.

Dopo l’unità d’Italia, nel 1863 la lira carta non poté più essere cambiata in oro. Oltre ai conseguenti danni per il risparmio di tutte le popolazioni della penisola, da qui incominciò a nascere il «Debito Pubblico»: lo Stato, in pratica, per finanziarsi iniziò a chiedere carta moneta ad una banca privata (qual è la Banca d’Italia). Lo Stato, quindi, a causa del «genio» di Cavour e soci, cedette da allora la sua sovranità in campo monetario affidandola a dei privati, che non ne hanno alcun titolo (la sovranità per sua natura non è cedibile perché è del popolo e dello Stato che lo rappresenta). Settant’anni più tardi si cercò di porre rimedio alle scelte bancarie capestro operate dagli statisti risorgimentali. Nel gennaio del 1933, un regio decreto creò l’Istituto di Ricostruzione Industriale (IRI), con Beneduce alla presidenza e direttore generale Donato Menichella (1896-1984, ex-Bankitalia). Il 13 aprile 1934, le tre grandi banche trasferirono all’IRI l’intero loro patrimonio di partecipazioni industriali. L’IRI si trovò così a detenere il controllo del 94% di Comit e del Banco di Roma, nonché del 78% di Credito Italiano . In cambio dello sgravio dell’immane massa di crediti irrealizzabili – i titoli tossici di allora – i banchieri privati dovettero impegnarsi per iscritto a fare «investimenti di pronta liquidità, escluso ogni immobilizzo di carattere industriale, anche sotto forma di partecipazioni azionarie». Questa la disposizione della legge Glass-Steagal, finalizzata alla separazione del credito ordinario da quello della banca d’affari. I grandi privati si dimostrarono pronti a riprendersi le aziende “irizzate” risanate dalla gestione Beneduce-Menichella.

Nell’assegno in bianco – conosciuto come Armistizio Lungo – accettato, firmato il 29 settembre del 1943 dal maresciallo Badoglio per il Regno d’Italia, l’art. 33 è il più significativo, perché di fatto pretende l’abrogazione della sovranità monetaria. ”Il Governo italiano adempirà le istruzioni che le Nazioni Unite potranno impartire riguardo alla restituzione, consegna, servizi o pagamenti quale indennizzo (payments by reparation of war) e pagamento delle spese di occupazione”. Di conseguenza, nel 1945, persa la guerra, gli Americani richiesero l’abolizione dell’IRI e la sua privatizzazione, nell’intento di comprare le banche con i depositi trovati nelle banche stesse. La depredazione fu tuttavia rimandata a tempi migliori e a migliori “padri della patria”: Carlo A. Ciampi, Romano Prodi e Mario Draghi. Continua a leggere

Mafia, duro colpo al “clan dei Casamonica”: 31 arresti, 6 ricercati

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Operazione contro i Casamonica: i dettagli del blitz

Segnalazione di M.R.

Sono accusati di aver costituito unʼorganizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura, con lʼaggravante del metodo mafioso. Nuova aggressione ai giornalisti: bastonate a troupe Tg2 e Repubblica

E’ di 31 arresti e di 6 persone ricercate il bilancio di una maxi operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Roma contro il “clan dei Casamonica”. Le misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Roma su richiesta della locale Dda, sono state eseguite tra la Capitale, Reggio Calabria e Cosenza. Gli arrestati sono accusati di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura, con l’aggravante del metodo mafioso.

Tra gli arrestati c’è anche Domenico Spada, detto Vulcano, ex campione di pugilato. Secondo quanto si è appreso, è stata sequestrata anche la sua palestra a Marino, alle porte di Roma. Per gli inquirenti il ruolo apicale di promotore è ricoperto da Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione.

Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati anche locali nel centro di Roma, tra cui una discoteca a Testaccio e un ristorante in zona Pantheon. E’ ancora in corso il conteggio definitivo del valore dei beni interessati. Durante le perquisizioni sono stati requisiti 50 mila euro in contanti, conti correnti, venti automobili e decine di orologi di lusso.

Per gli inquirenti, quella messa in piedi dai Casamonica è una “associazione mafiosa autoctona” strutturata su più gruppi criminali, prevalentemente a connotazione familiare, dotati di una propria autonomia decisionale e dediti a vari reati tra cui spaccio di droga, usura ed estorsioni. Le indagini sul clan sono scattate nell’estate 2015, prima dei funerali show alla periferia di Roma di “Zio Vittorio”, componente della famiglia.

Secondo quanto appurato dagli investigatori, “non avevano bisogno di usare la violenza, bastava il solo nome della famiglia Casamonica per farsi rispettare”. Le vittime del clan, infatti, non denunciavano sia per timori di ritorsioni sia perché pagare i Casamonica rappresentava una sorta di “assicurazione a vita”. Tra le vittime di usura figura anche uno dei figli di Franco Zeffirelli.

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Usura, “don” Pino De Masi di Libera. Consiglia di pagare invece di denunciare…

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Scritto e segnalato da Antonio Amorosi

Usura,toghe contro don De Masi Libera.Invece di denunciare consiglia di pagare

Vittime usura da don De Masi di Libera. Lui invita a pagare. Audio e magistrati lo inchiodano. Gli usurai zii dell’ex presidente coop di Libera terra.

Usura,toghe contro don De Masi Libera.Invece di denunciare consiglia di pagare

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I CONSUMATORI: NPL E GACS? UN GRANDE IMBROGLIO

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Scritto e segnalato da Marco Milioni

«I piccoli contenziosi bancari sotto i 100mila euro? Sono praticamente tutti contestabili dai risparmiatori. Per questo motivo quando gli istituti di credito avanzano delle pretese sappiate che il più delle volte sono irricevibili, motivo per cui invitiamo tutti quanti a far vagliare quei rapporti da uno specialista». A parlare con toni così perentori è Alfredo Belluco, presidente veneto e vicepresidente regionale di Confedercontribuenti, una associazione di consumatori tra le più attive durante lo scandalo dei rovesci delle ex popolari venete VeBa e BpVi.

Tuttavia Belluco nella video-intervista rilasciata ad Alganews.it lancia un altro monito. A suo giudizio la vicenda dei crediti non performanti in pancia alle banche (gergalmente noti come non performing loans o Npl) altro non è che «un mezzo imbroglio» pensato per aggredire i patrimoni dei piccoli risparmiatori proprio alla luce del fatto che le richieste avanzate presso questi ultimi sono troppo di frequente viziate da scorrettezze di ogni tipo a partire «dalla applicazione di tassi usurari che sono vietati dalla legge». Le banche poi, sostiene ancora Belluco, avrebbero gonfiato le pretese avanzate presso tanti correntisti anche al fine di imbellettare i propri bilanci per essere «più attraenti per la borsa e altri investitori».

CONTINUA SU: https://www.alganews.it/2018/06/12/i-consumatori-npl-e-gacs-un-grande-imbroglio/ Continua a leggere