Altri orrori Lgbt, “Stiamo arrivando per i tuoi bambini”: l’inquietante canto al NY Pride (Video)

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di Valerio Savioli

 

Roma, 3 ug — Il pride month è finalmente terminato; per tutta la durata del mese dedicato all’orgoglio arcobalenico in occidente abbiamo assistito alle solite parate colorate e all’ormai collaudata presa di posizione cromatica delle principali multinazionali. Un coro che canta più o meno all’unisono ma dal quale qualche voce, o qualche strofa, stona più delle altre: “We’re Here, We’re Queer, We’re Coming For Your Children”. “Siamo qui, siamo queer, stiamo arrivando per i tuoi bambini”.

“Stiamo arrivando per i tuoi bambini”: al NY Pride non potevano essere più chiari

Questo il canto filmato in una clip dal giornalista e inviato Tim Cast, già noto per una serie di importanti reportage tra cui quelli provenienti dai prodigi della Scandinavia multiculturale e soprattutto da quella Svezia, sogno bagnato dei progressisti nostrani, capace di stare sul podio delle nazioni con più stupri al mondo.

Ma torniamo all’argomento principale di questo scritto, i 21 secondi filmati da Tim Cast sono già stati visti da più di cinque milioni di persone. Nel breve video, effettuato durante la parata di New York del 24 giugno tenutasi in occasione dell’anniversario dei moti di Stonewall del 1969, data a cui si fa risalire la nascita del movimento di liberazione gay, si può chiaramente sentire scandito il canto dei manifestanti: “We’re Here, We’re Queer, We’re Coming For Your Children”. La notizia è stata ripresa da NBC e da altri media mainstream, con il tentativo di minimizzare l’episodio, uno sforzo però malriuscito.

“Solo” parole?

NBC, ad esempio, ha contattato Brian Griffin, il cui nome d’arte da drag queen è Harmonie Moore, l’originale organizzatore della NYC Drag March, il quale però, con una certa spavalderia, tra una battuta sui peli pubici e sex toys rincara la dose andando apparentemente fiero di quanto lui stesso ha cantato in passato in altri pride: “Uccidi, uccidi, uccidi, veniamo a uccidere il sindaco” e ancora: “Le persone alla Drag March cantano regolarmente ‘Dio è lesbica. Sono solo parole’, è tutto presentato per soddisfare i loro peggiori stereotipi su di noi.”

Già, solo innocenti parole e sottili provocazioni utilizzate nei confronti dei cattivoni reazionari, minacce di morte incluse, che però, come lo stesso Griffin sostiene, pensate come pungolo per controbattere certi stereotipi affibbiati alla comunità LGBT, guarda caso gli stessi stereotipi di cui si lagnano ritenendoli infondati e… stereotipizzanti!

Quelli del Pride convertiranno i tuoi bambini… ma solo per scherzo

Ma veniamo al canto in oggetto, quello che la folla festosa newyorchese intona gaiamente con quelle parole per nulla inquietanti: “Siamo qui, siamo queer, stiamo arrivando per i tuoi figli”: non si può non ricordare quando il San Francisco Gay Mens Chorus pubblicò una canzone nel luglio 2021 canticchiando che “convertiremo i tuoi figli” e che quella era “l’agenda gay”; nello specifico: “Convertiremo i tuoi figli. Succede a poco a poco. Silenziosamente e sottilmente. E lo noterai a malapena”.

Secondo la NBC, che avrebbe interpellato “partecipanti di lunga data” dei pride e delle drag march, la suddetta strofa sarebbe stata usata per anni durante gli stessi pride: nel 1990 il canto era “We’re here, we’re queer, we’re not going shopping” ma le manifestazioni si erano tenute presso i centri commerciali e lo scopo era quello di attirare fondi per fronteggiare la crisi da Aids.

Provocazioni a targhe alterne

Gli intervistati avrebbero sostenuto quello che dice anche Griffini ossia “che [quel canto sui bambini N.D.A.] è una delle tante espressioni provocatorie utilizzate per riprendere il controllo degli insulti contro le persone LGBTQ”, stracciandosi però le vesti, al tempo stesso, per la stigmatizzazione del video da parte degli attivisti di destra americani. Chiaramente sono dichiarazioni privi di qualsivoglia sostenibilità logica, non si capisce per quale ragione una comunità che non voglia essere etichettata o stereotipata delle peggiori accuse – negli USA divisi dalle culture wars e dalle identity politics che oppongono visioni radicalmente ed esistenzialmente opposte e inconciliabili, le destre più radicali fanno spesso uso del termine groomers, adescatori -, faccia di tutto per rinforzare gli stessi stereotipi.

 

Articolo completo, clicca sulla foto.

 

Altri orrori Lgbt, “Stiamo arrivando per i tuoi bambini”: l’inquietante canto al NY Pride (Video)

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