Verso il convegno di Vicenza: «Abrogare legge Cirinnà: l’amore non é un diritto»
Sarà un sabato caldo, il prossimo 15 giugno a Vicenza. Ma senza isterismi, si spera. Per le strade del centro storico sfilerà il Gay Pride, sei anni dopo l’ultimo che si svolse nel 2013. In contemporanea, alle 15.30, all’Hotel De La Ville parleranno invece Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la Vita, e Matteo Castagna, portavoce del circolo Christus Rex, in un convegno organizzato dal Movimento Italia Sociale Vicenza con un titolo che, vista la non casuale coincidenza, è tutto un programma: “Famiglia? Nessun dubbio”.
BERGOGLISMO, OVVERO GESUITISMO POLITICO
I due relatori appartengono a quella parte di mondo cattolico che per capirci contesta apertamente la linea neo-progressista di papa Bergoglio e, quanto ai diritti civili, nega decisamente la legittimità delle unioni omosessuali, oggi riconosciute dalla legge Cirinnà, e, come recita la presentazione dell’evento, da tutti gli «attacchi» alla famiglia eterosessuale. Mentre Castagna, che è anche giornalista e attivista politico a Verona, è un integrista che non si riconosce neppure nella Chiesta post-conciliare, Amato invece, che di mestiere fa l’avvocato, scrive sul quotidiano della Cei, L’Avvenire, collabora alle riviste Studia Moralia e Orientamenti Pastorali ed è stato organizzatore dei Family Day, oltre ad aver fondato il recente movimento culturale Nova Civilitas «per recuperare le radici cristiane della nostra società sull’esempio della rivoluzione benedettina» (la cosiddetta “Opzione Benedetto”, titolo del bestseller dello statunitense Rod Dreher). Conferenziere molto richiesto soprattutto in Sudamerica, non ha mancato di partecipare al discusso Congresso delle Famiglie nel capoluogo scaligero. «Ho un ottimo rapporto con alcuni vescovi», specifica Amato, «ma su alcuni aspetti sono molto critico: vedo una Chiesa divisa come non mai, più preoccupata di apparire una Ong che di annunciare la Verità, debole sulla vocazione e appiattita sulla politica, e questo genera confusione fra i fedeli». Bergoglio colpevole, dunque? «Più che altro, è troppo incline ad ascoltare cattivi consiglieri come Spadaro (Antonio, gesuita come il papa, direttore di Civiltà Cattolica, ndr)».