Il Gambia inasprisce le pene per il reato di “omosessualità aggravata”

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Segnalazione di Corrispondenza Romana

 

BIANCO NEROMentre l’occidente scristianizzato e relativista spende enormi quantità di risorse per favorire il vizio dell’omosessualità, sono sempre più numerosi i paesi africani che legiferano in senso contrario: ultimo in ordine di tempo è il Gambia, dove a fine agosto scorso l’Assemblea Nazionale ha approvato un disegno di legge che prevede il carcere a vita per il reato di «omosessualità aggravata».

 

La misura definisce tale reato quello compiuto da una persona omosessuale malata di Aids oppure nei confronti di un minore, di un drogato o di un disabile. La norma modifica il codice penale del Gambia che già prevedeva fino a 14 anni di carcere per gli atti di omosessualità compiuti sia da uomini che donne.

Il presidente del paese dell’Africa occidentale, Yahya Jammeh, ha tempo fine al 25 di settembre per approvare o respingere il disegno di legge, anche se è molto improbabile una sua presa di distanza dalle indicazioni provenienti dall’Assemblea Nazionale.

Infatti, nel 2013, in piena Assemblea generale delle Nazioni Unite, il presidente pronunciò tali parole: «Coloro che propagandano l’omosessualità vogliono porre fine all’esistenza umana. Sta diventando un’epidemia e noi musulmani e africani dobbiamo combattere per fermare questo atteggiamento» (www.corriere.it, 15 settembre 2014). (A.D.M.)

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