Segnalazione Quelsi
Il centro sociale “Buridda” è stato sgomberato circa dieci giorni fa, ma nella palazzina di via Bertani, zona Corvetto, che al momento dello sgombero era occupata solo da un italiano e uno straniero, ancora si trovano sorprese.
L’insediamento del centro sociale ha lasciato tracce evidenti: una su tutte, la scritta che inneggia a Luciano Liboni, “Il Lupo”.
In tanti ricorderanno la saga del “Lupo”, complice anche un film a lui dedicato, uscito nel 2007: rapinatore abituale, violento e sociopatico fin da giovane, Liboni diventa ufficialmente latitante nel 2002, anno in cui comincia ad essere ricercato per tentato omicidio. Dopo varie peripezie e fughe anche all’estero, Il “Lupo” uccide un appuntato dei Carabinieri, Alessandro Giorgioni, il 22 luglio 2004. L’omicidio avviene a Sant’Agata di Feltria, provincia di Rimini. Liboni continua la sua latitanza, viene avvistato in alcune località del centro-Italia, fino alla sua morte sopraggiunta il 31 luglio a Roma in seguito a una sparatoria a Roma, nei pressi del Circo Massimo. Colpito alla testa, Il Lupo ha continuato a scalciare e a tentare di colpire i barellieri, cercando di impadronirsi nuovamente della pistola. Ma è morto poco dopo, in ambulanza, ancor prima di arrivare in ospedale.
La saga di Liboni ha inorridito i più, ma ha esaltato i soliti nemici delle divise, eccitati dall’uccisione di un Carabinieri. Nei giorni successivi alla morte del “Lupo” sono infatti apparse scritte sui muri aberranti come “Un mercoledì da Liboni”, “Luciano Liboni, il padre che non ho mai avuto” o “Meno spioni, più Liboni”.
Ancora oggi, come abbiamo visto, i centri sociali come il “Buridda” di Genova lo ricordano con lo slogan “Luciano Liboni spara per noi”. Una scritta identica era apparsa due anni fa in Val Susa, opera di qualche attivista No Tav.
Riccardo Ghezzi | giugno 13, 2014 alle 2:52 pm | Etichette: centro sociale buridda, centro sociale genova,luciano liboni, lupo | Categorie: Dall’Italia | URL: http://wp.me/p3RTK9-4OG


