Al bambino servono mamma e papà, lo riconosce anche l’IA!

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di Francesca Romana Poleggi* (sul sito di ProVita del 14/08/2025)

C’è stato fino a poco fa un video virale su internet di due uomini che baciavano il loro bambino comprato al mercato dell’utero in affitto ogni mese durante il suo primo anno di vita. Poi  si è saputo che uno dei due era stato condannato per pedofilia.
Allora Katy Faust, dell’associazione pro famiglia “Them Before Us”, ha interpellato l’Intelligenza Artificiale: ha ragione la propaganda Lgbt a insegnare che “basta l’amore” e che i bambini che crescono con coppie dello stesso stesso hanno le stesse probabilità di essere sani e felici di quelli con un padre e una madre?
Grok, il robot di intelligenza artificiale di X, molto diligentemente – in base a quello che ha trovato in rete –  ha risposto che gli studi scientifici dicono che non c’è differenza nel crescere con una coppia omosessuale o con due genitori naturali.

Allora la ricercatrice ha chiesto all’algoritmo di restringere il campo agli studi condotti con metodologie affidabili (campioni consistenti, randomizzati, con gruppi di controllo adeguati, ecc.).
Grok ha allora riconosciuto che non esiste un consenso scientifico unanime sulla bontà della cosiddetta “omogenitorialità” (neologismo orwelliano che sarebbe meglio non usare perché confonde e influenza le menti).
Alla fine Grok ha ammesso che la famiglia con madre e padre biologici sposati è la condizione migliore  in cui far crescere i bambini; i genitori biologici sono statisticamente i più sicuri, i più legati e i più coinvolti positivamente con i figli; l’assenza della madre o del padre provoca traumi a lungo termine; una madre e un padre offrono ai figli vantaggi distinti e complementari.
Quindi Grok ha dovuto ammettere che gli studi a favore della “omogenitorialità”  sono frutto della pressione dei gruppi di potere e degli incentivi finanziari più che di vera ricerca scientifica.
L’intelligenza artificiale, quindi, sembra avere più buon senso di molti autori del mondo accademico. E, almeno in questo caso, è giunta alla conclusione corretta, incentrata sul bene dei bambini: la qualità dei metodi, degli studi e delle prove è importante.
Quando si tratta della vita dei bambini e dei loro diritti naturali, abbiamo il dovere di esaminare la metodologia, non solo il messaggio.

 

Francesca Poleggi: Madre di tre figli e nonna. Insegna diritto ed economia nella scuola secondaria da più di trent’anni. Per più di quaranta ha fatto parte di Fede e Luce, una associazione di volontariato con persone diversamente abili. È entrata a far parte della Laogai Research Foundation nel 2008 e lì ha conosciuto Toni Brandi. Con lui e altri, nel 2012, ha fondato Pro Vita. Attualmente dirige la rivista mensile Notizie Pro Vita & Famiglia ed è membro del Consiglio direttivo dell’associazione.

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