In occasione della Giornata dei giornalisti in Venezuela, che è stata celebrata sabato 27 giugno, la Commissione episcopale per la comunicazione della Conferenza episcopale venezuelana si è congratulata con coloro che esercitano questa professione e li ha classificati come “profeti di oggi”.
I vescovi hanno salutato con gioia la missione che i giornalisti “svolgono con dedizione, impegno e passione”, soprattutto nel bel mezzo della situazione attuale nel paese. “Più che una celebrazione è un omaggio a coloro che, con duro lavoro e dedizione, svolgono ciò che questa lodevole professione cerca in mezzo a così tante difficoltà: diffondere la verità”, hanno detto i vescovi.
Il Cev ha sottolineato che “la libertà di informazione è la risposta al desiderio e al diritto di essere informati” e che per questa ragione “il giornalista venezuelano è una persona coraggiosa che, guidata da quel desiderio, e guidato dallo Spirito Santo che lo incoraggia, va avanti nella ricerca della verità, diventando un profeta di oggi”.
I vescovi hanno riconosciuto che i giornalisti venezuelani, “come i primi cristiani perseguitati per aver annunciato Gesù risorto” sono oggi “perseguitati, censurati, limitati”. “Ogni giorno affrontano difficoltà di ogni tipo, che vanno da chiusure indiscriminate dei media, a censura e licenziamenti ingiustificati, molestie, furti, distruzione di attrezzature, arresti arbitrari e attacchi fisici e verbali”.
Ma i vescovi non demordono. “Gesù ha detto: ‘Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché loro è il Regno dei Cieli”.
Per i vescovi, ogni atto contrario alla libertà di espressione non fa altro che incoraggiare uno spirito che brucia per la giustizia, la solidarietà, la verità e la pace. “Con le loro voci, ogni giornalista venezuelano incoraggia la costruzione di una società più fraterna e umana, in cui prevalgono i valori che ci rendono più fratelli, seguendo l’esempio delle prime comunità cristiane”.
I vescovi credono anche che i giornalisti venezuelani si sforzano di “portare in ogni storia, la bilancia della giustizia, il testimone della morale” e che “sono mossi dall’amore per il prossimo, per la società, per coloro che soffrono e per quelli di cui son violati i diritti” dalle autorità comuniste del paese.
Questo era il mio ultimo articolo per AgereContra. Ringrazio la redazione per l’ospitalità di quest’ultimo anno e la stima dimostratami.
Matteo Orlando










